1 Novembre
Il disaccordo climatico. Chimere, dinosauri, fatti e retorica
Prima il G20 e poi la Cop26 a Glasgow. I leader non trovano un terreno comune sulle misure concrete per cambiare il modello di produzione e consumo. Abbiamo un problema: l'umanità, gli emersi e gli emergenti. Contraddizioni, una classe dirigente che vuol salvare la Terra e viaggia in jet privato. L'estinzione del buon senso
Che succede? Chiuso il G20 si apre Cop26, si passa da Roma a Glasgow, dal dolce vino dei Castelli alla torba del whisky scozzese. Il copione più o meno e lo stesso, i grandi si riuniscono, il tono è millenaristico, siamo all'Armageddon, mi raccomando, non c'è tempo da perdere, l'estinzione dell'umanità è alle porte. Quindi ecco Boris Johnson - premier del paese organizzatore della conferenza Onu - dire che il mondo si trova come "James Bond in quei film in cui deve disinnescare un macchinario mortale pochi minuti prima che scatti, ma questo non è un film". Ian Fleming, uomo dotato di grande ironia, bon viveur, avrebbe ascoltato il discorso di BoJo osservando l'oceano dalla spiaggia della sua villa nella tenuta GoldenEye, con un gin martini (agitato non mescolato) in mano, e sarebbe scoppiato a ridere tornando a cose più serie, alla carta e alla penna, a Bond, James Bond.
Glasgow, Cop26. Il premier britannico Boris Johnson e il presidente degli Stati Uniti Joe Biden (Foto Epa).Il refrain più o meno è questo, una corsa all'ultimo minuto, siamo alla fine del mondo con Noè-Johnson che insieme agli altri illuminati leader sta costruendo la Nuova Arca. Come vedremo non è così, semmai è il contrario, visto che stiamo parlando necessariamente di tempi lunghi per una trasformazione del sistema produttivo, un'altra rivoluzione industriale. L'ultimo minuto?
01
Jet e capesante. La parabola dell'ecologista
Il problema è che questo piano viene presentato da quelle che un tempo i critici della Scuola di Francoforte definivano "società opulente" (le giovanili letture di Marcuse e Adorno tornano sempre buone). Il problema è che questo piano non è condiviso dalle nazioni emergenti popolate da miliardi di persone che stanno uscendo faticosamente ora dalla povertà e... dal colonialismo. Siamo di fronte a un dramma psicologico degno della...
Che succede? Chiuso il G20 si apre Cop26, si passa da Roma a Glasgow, dal dolce vino dei Castelli alla torba del whisky scozzese. Il copione più o meno e lo stesso, i grandi si riuniscono, il tono è millenaristico, siamo all'Armageddon, mi raccomando, non c'è tempo da perdere, l'estinzione dell'umanità è alle porte. Quindi ecco Boris Johnson - premier del paese organizzatore della conferenza Onu - dire che il mondo si trova come "James Bond in quei film in cui deve disinnescare un macchinario mortale pochi minuti prima che scatti, ma questo non è un film". Ian Fleming, uomo dotato di grande ironia, bon viveur, avrebbe ascoltato il discorso di BoJo osservando l'oceano dalla spiaggia della sua villa nella tenuta GoldenEye, con un gin martini (agitato non mescolato) in mano, e sarebbe scoppiato a ridere tornando a cose più serie, alla carta e alla penna, a Bond, James Bond.
Glasgow, Cop26. Il premier britannico Boris Johnson e il presidente degli Stati Uniti Joe Biden (Foto Epa).Il refrain più o meno è questo, una corsa all'ultimo minuto, siamo alla fine del mondo con Noè-Johnson che insieme agli altri illuminati leader sta costruendo la Nuova Arca. Come vedremo non è così, semmai è il contrario, visto che stiamo parlando necessariamente di tempi lunghi per una trasformazione del sistema produttivo, un'altra rivoluzione industriale. L'ultimo minuto?
01
Jet e capesante. La parabola dell'ecologista
Il problema è che questo piano viene presentato da quelle che un tempo i critici della Scuola di Francoforte definivano "società opulente" (le giovanili letture di Marcuse e Adorno tornano sempre buone). Il problema è che questo piano non è condiviso dalle nazioni emergenti popolate da miliardi di persone che stanno uscendo faticosamente ora dalla povertà e... dal colonialismo. Siamo di fronte a un dramma psicologico degno della penna di Shakespeare: l'Occidente secolarizzato, senza patria e senza dio, cosmopolita e democratico, per espiare il senso di colpa delle sue classi dirigenti - 'che se fosse vero quello che affermano allora hanno rovinato il pianeta - in uno slancio di generosità e neo critica del capitalismo (di cui hanno goduto a piene mani) propone al resto del mondo un patto per una crescita basata sulla sostituzione tout de suite delle tecnologie che hanno assicurato allo stesso Occidente di creare benessere, aumentare l'età media, mettere in piedi un sistema di assistenza e welfare universale, pagare le pensioni di centinaia di milioni di anziani, evitare una terza guerra mondiale, prolungare l'età del piacere, non fare figli e consumare. È proprio vero, chi critica i consumi di solito ha già consumato. Ieri era l'apoteosi dello scaffale del supermarket, oggi il vade retro del villaggio turistico all inclusive. Dunque agli indiani, ai cinesi, agli africani emersi e in via di emersione si racconta che devono rinunciare alla propria rivoluzione industriale (mentre i loro mercati sono invasi dalle merci delle nazioni ricche), perché l'Homo Davos ha un improvviso risveglio di coscienza. Stupefacente. Prima pagina del sito web del Daily Mail:
Glasgow ha problemi in pista, non riesce a contenere il numero di jet privati dei grandi attivisti che chiedono con urgenza di limitare le emissioni di gas. Viaggiare ecologici, non mangiare carne. Gli altri, non loro. Ipocriti? No, così va il mondo. Non è un problema di avere "coscienza verde", ma di averne una, di coscienza. Andiamo avanti.
Post scriptum. Segnalo sommessamente che due dei protagonisti impegnati a Glasgow per "un mondo migliore" - Emmanuel Macron e Boris Johnson - sono in lite per la Brexit del mare e si stanno minacciando a vicenda per... la pesca delle capesante (chiedere lumi ai marinai del peschereccio inglese Cornelis che è stato bloccato dalla gendarmeria marittima francese mentre navigava nella Baia della Senna). Oh, mon dieu, c'è il cambiamento climatico e voi pescate nelle nostre acque? Casse-toi!
***
Domanda sul taccuino: come finirà il vertice di Glasgow? La risposta arriva con un'altra domanda: com'è andato il G20? Male, ma non si può dire, perché la liturgia del giornalista collettivo prevede che Draghi abbia sempre ragione. Quasi tutte le prime pagine dei giornali illustrano il successo di Draghi, separando la sua figura dagli esiti del vertice. Ma così si finisce per oscurare il senso di quello che (non) è accaduto nei colloqui tra i capi di Stato e di governo che si sono tenuti nella "Nuvola" (e sono rimasti tra le nuvole).
02
La realtà sulla dichiarazione di Roma
Le non-conclusioni del G20 sul tema del clima le abbiamo anticipate su List: confermati gli obiettivi di Parigi (limite di 1.5 gradi, al momento poco credibile), ma senza una scadenza certa, in splendida assenza di un blue print d'azione. Cina, India e Russia hanno dettato le non-condizioni sulla transizione energetica.
La dichiarazione finale del G20 di Roma è il prodotto di un negoziato lungo e difficile (il preludio di quello che vedremo nelle conclusioni della conferenza di Glasgow), ecco un esempio di come è cambiato il contenuto da venerdì a domenica, tema chiave, la costruzione di nuove centrali a carbone (vedere il numero precedente di List alla voce Cina e India, scritto prima dell'apertura del G20):
Prima il termine per la fine dell'era del carbone era praticamente da subito, immediato e senza appello, poi è "slittato" all'anno 2030, infine è evaporato come il gas in un "prima possibile". Niente male come dilazione ottenuta dall'Asia. Il futuro è a Oriente e va (ancora) a carbone. A Glasgow il premier indiano Modi ha fissato una data per l'obiettivo Net-Zero: l'anno 2070. Il titolare di List per quella data sarà estinto, che sollievo.
***
Azzeccate le previsioni (e le personalissime estinzioni), restano tutti i problemi sul tavolo. Cop26 a Glasgow ieri è entrata nel vivo (o nel morto, dipende dall'esito finale). A che punto siamo di questa storia? Torniamo a Roma, al G20 senza miracoli.
03
Una bella giornata. Il successo di Draghi e l'insuccesso climatico
Draghi è un uomo guidato dal realismo, sapeva che non poteva ottenere di più, l'assenza al vertice di Vladimir Putin e Xi Jinping era un chiaro segnale di quel che sarebbe accaduto. C'era Narendra Modi e il leader dell'India, insieme al premier italiano, è stato il protagonista (ha ottenuto quel che voleva, un vago riferimento alle politiche ambientali, nessun reale obbligo per il suo paese in piena rivoluzione industriale, un gigante che va a petrolio, gas e carbone). Draghi ha parlato di "successo" e dal suo punto di vista non c'è dubbio che lo sia stato: un G20 ben organizzato, centrato sulla sua figura di fixer, un risolutore delle controversie internazionali, qualche buon segnale sul commercio e i vaccini, stop. Tutto con il sigillo di un fine settimana di bel tempo, un'ultima "ottobrata romana" che avrebbe ispirato a Robert Musil un altro glorioso incipit de "L'uomo senza qualità":
Sull'Atlantico un minimo barometrico avanzava in direzione orientale incontro a un massimo incombente sulla Russia, e non mostrava per il momento alcuna tendenza a schivarlo spostandosi verso nord. Le isoterme e le isotere si comportavano a dovere. La temperatura dell'aria era in rapporto normale con la temperatura media annua, con la temperatura del mese più caldo come con quella del mese più freddo, e con l'oscillazione mensile aperiodica. Il sorgere e il tramontare del sole e della luna, le fasi della luna, di Venere, dell'anello di Saturno e molti altri importanti fenomeni si succedevano conforme alle previsioni degli annuari astronomici. Il vapore acqueo nell'aria aveva la tensione massima, e l'umidità atmosferica era scarsa. Insomma, con una frase che quantunque un po' antiquata riassume benissimo i fatti: era una bella giornata d'agosto dell'anno 1913.
Vienna 1913, Roma 2021? Altro secolo, altra crisi. E manca Musil. Il figlio di un ingegnere che studiava ingegneria di giorno, letteratura e filosofia la notte. Fu questo mix a far emergere in lui lo shining del secolo breve, l'inizio con un lampo nella trincea e la fine nel disordine post-Yalta. Previsioni? Chimere.
04
Chimere e dinosauri. Linguaggio, mitologia e politica
Ci resta il sole che splende su Roma (poi ha virato in un grigio autunnale). Insomma, un G20 dal bel clima che ha fallito l'obiettivo di dare una tabella di marcia alle politiche climatiche che vorrebbero abbassare la temperatura della Terra, la quale non dipende solo dall'azione dell'uomo. Siamo in presenza di una chimera... alt!
La Chimera, opera di Jacopo Ligozzi datata tra il 1590 e il 1610.Chimera, la parola è importante, prendo l'Enciclopedia Treccani: "Nella mitologia greca, mostro con testa e corpo di leone, una seconda testa di capra sulla schiena, e una coda di serpente fornita anch’essa di testa, raffigurata spesso nell’arte antica in atto di vomitare fuoco; era considerata come un’incarnazione di forze fisiche distruttrici (vulcani o tempeste)". Ciò che è chimerico dunque non solo è "idea senza fondamento, sogno vano, fantasticheria strana, utopia", ma è anche distruttivo. Tenere bene a mente per il futuro prossimo questo aspetto. Si può fare molto - e va fatto - ma sui tempi e sul come abbiamo delle limitazioni, siamo umani.
Non c'è la Chimera? Allora si prende un dinosauro. Se per raccontare il cambiamento climatico usi un nostro lontano parente estinto, qualcosa non va:
Perché questo dinosauro non la racconta proprio giusta. "L'esperto di estinzione" secondo Michael Shellenberger, autore de "L'apocalisse può attendere", è un tipo che manipola i fatti:
Tutto questo fa parte dello storytelling, la scienza è decisamente un'altra cosa. Resta il problema reale del cambiamento climatico, se va avanti - e così pare - forse è il caso di cominciare a pensare anche a scenari di "adattamento" della nostra vita sulla Terra, perché finora nessuno degli obiettivi della comunità internazionale guidata dagli ecologisti è stato centrato (per non parlare delle previsioni fatte ieri che non sono andate a segno oggi). Sono due gli approcci possibili: mitigare e adattarsi (qui una breve e perfetta introduzione della Nasa). Non sono sistemi per forza alternativi, possono correre insieme, ma l'-ismo dominante oggi è quello di "cambiare il clima", mutando radicalmente la nostra vita, un dogma che si traduce in azioni che riducono i livelli di benessere nelle economie avanzate e impediscono ai paesi poveri di uscire dall'indigenza.
05
Cosa ci insegna l'annus horribilis
Per sapere, per capire: nell'annus horribilis del 2020, con l'industria globale in pieno collasso, il traffico automobilistico azzerato - fatti che hanno portato a una diminuzione delle emissioni di gas serra del 7% - i livelli dei due gas serra più importanti prodotti dall'uomo, l'anidride carbonica e il metano, hanno continuato a crescere. Sono dati del Noaa, la media globale dell'anidride carbonica (CO2) è stata di 412,5 parti per milione (ppm) nel 2020, un aumento di 2,6 ppm durante l'anno. Il tasso di aumento globale è stato il quinto più alto nei 63 anni di misurazioni del Noaa, dopo gli anni 1987, 1998, 2015 e 2016.
Ieri e oggi sono distanti paralleli. Secondo il Noaa "la presenza di anidride carbonica del presente è paragonabile a quello del periodo caldo del Medio Pliocene, circa 3,6 milioni di anni fa, quando le concentrazioni di anidride carbonica variavano da circa 380 a 450 parti per milione. Durante quel periodo il livello del mare era circa 78 piedi più alto di oggi, la temperatura media era di 7 gradi Fahrenheit più alta rispetto ai tempi preindustriali, e gli studi indicano che grandi foreste occupavano aree dell'Artico che ora sono tundra". Dettaglio: non c'erano industrie, perché non c'era l'uomo. Gli effetti dell'anidride carbonica nell'atmosfera sono persistenti, sono frutto di un accumulo, dunque pur in presenza di un collasso dell'attività economica non ci sono apprezzabili variazioni. Ci vuole tempo. E tecnologia a costi accessibili. C'è molto da fare, senza alcun dubbio, e bisogna fare. Ma con qualche prudenza e molta umiltà rispetto alla grandezza dei problemi che desideriamo risolvere.
06
Prometeo e la fine del mondo
Mitologia e storia sono di grande aiuto. Prendo dalla libreria il primo dei due volumi dei Meridiani Mondatori dedicati al "Mito Greco", quello sugli "Eroi", capitolo su "I titani sconfitti":
Prometeo fu punito perché aveva rubato il fuoco agli dèi e l'aveva donato agli uomini; ma non fu solo questa la sua colpa: egli osava sfidare Zeus nella sfera che più gli era propria, quella dell'intelligenza. Lo ingannò un giorno nella divisione delle parti di un animale sacrificato, e fu questo l'atto che fondò la distinzione alimentare tra uomini e dèi, agli dèi il fumo che si leva dagli altari. In conseguenza di ciò, Zeus nascose il fuoco agli uomini - in tal modo non avrebbero più potuto bruciare le vittime e sarebbero stati relegati alla sfera del crudo -; ma Prometeo nuovamente lo sfidò rubando agli dèi una scintilla e portandola ai mortali nascosta dentro una canna: perciò fu incatenato a una rupe (o a una colonna) tra le rocce del Caucaso; ogni giorno il suo fegato veniva roso da un'aquila, ma la pena non aveva fine perché, quanto ne mangiava l'aquila di giorno, altrettanto ne ricresceva di notte. La sofferenza di un immortale può essere infinita, come la sua gloria.
Credersi Prometeo conduce alla fine di Prometeo. La Terra è un sistema complesso, un pianeta delicato, che fa parte di un luogo in espansione chiamato universo. A questo proposito, vado nella mia libreria digitale Kindle, c'è un altro libro che consiglio, "The End of Everything", l'autrice è Katie Mack:
Il libro, un meraviglioso viaggio fino alla fine del mondo, si apre in epigrafe con una poesia di Robert Frost:
Dicono alcuni che finirà nel fuoco
Il mondo; altri, nel ghiaccio.
Del desiderio ho gustato quel poco
Che mi fa scegliere il fuoco.
Ma se dovesse due volte finire,
So pure che cosa è odiare,
E per la distruzione posso dire
Che anche il ghiaccio è terribile
E può bastare.
Può bastare, ma non finisce.
07
Un po' di storia della Terra (e piedi per terra)
Perché il nostro pianeta ha attraversato dalla sua nascita a oggi varie fasi, con specie dominanti che di volta in volta sono comparse e poi si sono estinte. Ecco un video che fa un'efficace sintesi:
Estinzione. Perché no? È già successo, l'universo ha un suo inizio e un giorno ci sarà una fine, un collasso. Ma anche perché sì? Potrebbe non accadere per i motivi che abbiamo elencato e, restando con i piedi per terra, sulla Terra, non si può sottovalutare la resistenza (stavo per scrivere "resilienza", ma è parola che insieme a "iconico" ho bandito dal mio dizionario di stile) del fattore umano, la sua capacità di adattamento, la marcia nella storia della scoperta scientifica, e perfino l'esodo dell'umanità verso altri mondi e la rigenerazione del pianeta o la "terraformazione" su altri pianeti. Non c'è il solo cambiamento climatico a cui dà un contributo la presenza dell'uomo, l'estinzione è un lampo di un istante in un processo che s'allunga in milioni e miliardi di anni. Un asteroide? Flash, possibilissimo anche per noi, non solo per i dinosauri del clima che mostrano i denti all'Onu.
08
Made in America? La trasformazione della fabbrica
La Casa Bianca ha pubblicato il piano della presidenza Biden per il cambiamento climatico. Gli Stati Uniti sono di gran lunga il paese a economia avanzata che in questi decenni ha fatto di più. Questo risultato, un cammino lungo che prosegue e sta accelerando, è stato possibile per una ragione fondamentale: le aziende hanno tutto l'interesse a ricercare l'efficienza energetica. Guardate questo grafico, una curva che non è un bla bla bla (oh, Greta), ma la storia di un sistema di produzione che cambia su impulso dell'industria:
Gli Stati Uniti hanno l'obiettivo Net-Zero emissioni entro il 2050. È un tempo relativamente "lungo", ma implica profonde trasformazioni che sono in corso solo in parte. E non tutte sono possibili senza creare disordine. Il problema dell'agenda di Biden è quello di un piano che nel discorso retorico appare "nunc et nunc", ora e adesso, ma in realtà sta rallentando di fronte all'evidenza, alla realtà, al caos generato da politiche che peggiorano le condizioni di vita ("nunc et nunc") nell'immediato (guardate la reazione a razzo dei prezzi del gas, del petrolio e del carbone all'annuncio dello stop agli investimenti), uno scenario che nessuna democrazia può sopportare. Ecco dunque Biden chiedere all'Opec di produrre più petrolio, ecco il Commander in Chief chiedere alla Russia di aumentare l'export di gas verso l'Europa.
Alla Casa Bianca sono finiti in testacoda, una contraddizione vivente, una tragedia, perché Biden dovrebbe rivendicare invece con forza il percorso fatto dagli Stati Uniti prima della sua presidenza e (si spera in maniera ragionata) con il suo mandato. Attenzione: dall'obiettivo Net-Zero degli Stati Uniti sono esclusi l'aviazione e lo shipping internazionale, gli americani sanno che il loro futuro è nel funzionamento del commercio mondiale, non possono creare shock oggi e domani nella catena di distribuzione globale.
Dov'è il punto critico? Nei prossimi dieci anni, da qui al 2030, occhio alla discesa della curva delle emissioni:
Arrivare a questo punto della curva significa trasformare l'America in cinque punti:
1. Produzione di elettricità. Espansione accelerata di energia solare, eolica onshore e offshore, sviluppo della capacità delle batterie. Questo è il contributo delle materie prime nella produzione di elettricità in America:
Guardate l'ascesa dell'utilizzo del gas, è la materia prima perfetta per la transizione, ma l'ecologismo insostenibile pensa di sbarazzarsene in breve tempo senza pensare alle conseguenze (avviso ai denuclearizzati europei: l'energia atomica qui conta per il 20%, riflettere);
2. Trasporto (la principale fonte di emissioni in America). Cambiare tutto il parco mezzi americano, un obiettivo che punta a modificare per sempre la struttura della manifattura del paese. Traduzione: auto, truck, pickup saranno elettrici o alimentati da biocarburanti e idrogeno. Pensate a Detroit e avrete il quadro chiaro della posta in gioco: il cambio radicale della fabbrica dell'automotive. Appunto a futura memoria: quando l'industria automobilistica americana finì sull'orlo del fallimento, di fronte al caos sociale, Barack Obama varò un piano di salvataggio perché nessuno poteva permettersi la chiusura e la perdita di decine e decine di migliaia di posti di lavoro;
3. Edifici. La casa americana, quella delle città e delle campagne, dovrà essere alimentata - e costruita - con tecnologie diverse da quelle attuali. Trasformazione dunque degli edifici pubblici e privati. Pensate al condizionamento, riscaldamento, agli elettrodomestici più comuni (frigorifero, lavastoviglie, etc.), siamo di fronte a un altro gigantesco obiettivo: cambiare lo stile di vita degli americani;
4. Industria. Va alimentata con energia pulita, ripetono alla Casa Bianca. Viene il sospetto che nella villetta al numero 1600 di Pennsylvania Avenue parecchi non abbiano mai visto una fabbrica. È un mantra, realizzarlo significa pompare nel sistema industriale centinaia di miliardi di dollari all'anno (e l'America già naviga nel debito), ma nella transizione - in cui ci saranno vincenti e perdenti - ci sono altri attori esterni che continueranno a fare concorrenza alla Corporate America usando fonti (e fondi) disponibili subito, a costi inferiori. Il mercato sarà invaso da prodotti di qualità e più convenienti. Si chiama competizione globale, si torna di nuovo a guardare a Cina e India, all'Oriente, il cuore di oltre la metà della manifattura mondiale, il 60% della popolazione della Terra;
5. Agricoltura, uso del suolo, allevamento. Forestazione, agricoltura biologica, nuove tecnologie nell'allevamento di animali (la bistecca americana che produce metano). Tutto è possibile, ma il cibo è consumato sulla tavola della gente comune che lo cerca a prezzi accessibili. Siamo di nuovo al punto: quanto è sostenibile tutto questo non solo per i farmers, ma per la tasca dell'americano medio che ha un pickup diesel, non ha il passaporto e non ha mai visto in vita sua un jet executive?
***
Tutto questo è possibile? Costa traumi e shock, apre un mondo di inattese conseguenze. In teoria, è possibile. Il piano della Casa Bianca non è ambizioso, è prometeico. Vedremo nei prossimi anni cosa resterà di questo quaderno. Speriamo in un gigantesco balzo tecnologico, uno di quei colpi che l'umanità riesce a dare quando tutto sembra perduto. Sì, viviamo tempi interessanti. Forse troppo.
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dell'Abbonamento.
3. DURATA, DISDETTA E RINNOVO DELL'ABBONAMENTO
3.1 L'Abbonamento avrà la durata di volta in volta indicata nel pacchetto scelto dall'Utente (per esempio,
mensile o
annuale).
3.2 L'Abbonamento si rinnoverà ciclicamente e in modo automatico per una durata eguale a quella
originariamente scelta
dall'Utente, sino a quando una delle Parti non comunichi all'altra la disdetta dell'Abbonamento almeno 24
ore prima del
momento della scadenza. In mancanza di disdetta nel termine indicato, l'Abbonamento è automaticamente
rinnovato.
3.3 L'Utente potrà esercitare la disdetta in ogni momento e senza costi attraverso una delle seguenti
modalità:
seguendo la procedura per la gestione dell'Abbonamento all'interno del proprio profilo utente sia sul Sito
che
nell'Applicazione;
inviando una mail al seguente indirizzo: help@newslist.it.
3.4 Gli effetti della disdetta si verificano automaticamente alla scadenza del periodo di abbonamento in
corso; fino a
quel momento, l'Utente ha diritto a continuare a fruire del proprio Abbonamento. La disdetta non dà invece
diritto ad
alcun rimborso per eventuali periodi non goduti per scelta dell'Utente.
3.5 In caso di mancato esercizio della disdetta, il rinnovo avverrà al medesimo costo della transazione
iniziale, salvo
che il Fornitore non comunichi all'Utente la variazione del prezzo dell'Abbonamento con un preavviso di
almeno 30 giorni
rispetto alla data di scadenza. Se, dopo aver ricevuto la comunicazione della variazione del prezzo,
l'Utente non
esercita la disdetta entro 24 ore dalla scadenza, l'Abbonamento si rinnova al nuovo prezzo comunicato dal
Fornitore.
3.6 Il Fornitore addebiterà anticipatamente l'intero prezzo dell'Abbonamento subito dopo ogni rinnovo sullo
stesso
strumento di pagamento in precedenza utilizzato dall'Utente ovvero sul diverso strumento indicato
dall'Utente attraverso
l'area riservata del proprio account personale.
4. Recesso DEL CONSUMATORE
4.1 L'Utente, ove qualificabile come consumatore – per consumatore si intende una persona fisica che agisce
per scopi
estranei all'attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta, ha
diritto di
recedere dal contratto, senza costi e senza l'onere di indicarne i motivi, entro 14 giorni dalla data di
attivazione
dell'Abbonamento acquistato.
4.2 L'Utente può comunicare la propria volontà di recedere, inviando al Fornitore una comunicazione
esplicita in questo
senso mediante una delle seguenti modalità:
mediante raccomandata a.r. indirizzata alla sede del Fornitore;
per email al seguente indirizzo help@newslist.it;
4.3 Ai fini dell'esercizio del recesso l'Utente può, a sua scelta, utilizzare questo modulo
4.4 Il termine per l'esercizio del recesso si intende rispettato se la comunicazione relativa all'esercizio
del diritto
di recesso è inviata dall'Utente prima della scadenza del periodo di recesso.
4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.