5 Novembre
Coronavirus, clima, energia. Il lungo inverno
Aumentano i contagi, la quarta ondata è arrivata in Europa. Il calendario elettorale preme su Italia, Francia e Stati Uniti. La politica italiana è auto-commissariata, quella degli altri non si sente tanto bene. Biden ha un problema alla pompa di benzina dell'Opec. Il carbone? Mai finito, rileggere i documenti del G7 di Tokyo del 1979
Che succede? Siamo nella fase di caricamento della catapulta, stanno succedendo parecchie cose che preparano eventi potenti. Ci sarà un altro inverno con il coronavirus, i governi dovranno prendere altre decisioni, quote rilevanti di non vaccinati in Europa sono un problema sanitario ed economico. A Glasgow si sta consumando una conferenza di buoni propositi e scarsi risultati sul clima, senza realismo. Coronavirus, ambiente, energia, questi sono i temi da seguire con attenzione, il 2022 sarà un anno molto complicato per le relazioni internazionali, siamo in pieno disordine e il lungo inverno è iniziato.
Il calendario elettorale preme e il Covid con tutte le sue conseguenze (psicologiche prima di tutto) è il fattore chiave dello scenario. In Italia l’appuntamento è a febbraio, con l’elezione del Presidente della Repubblica (e il più importante esperimento tecnocratico in Occidente), altrove c’è un denso calendario: la formazione del nuovo governo in Germania (che sta incontrando difficoltà, i Verdi hanno chiesto una pausa nel negoziato), le elezioni presidenziali in Francia (attenzione al fenomeno Zemmour), quelle di medio-termine negli Stati Uniti (con Biden nei guai). Roma, Parigi, Berlino, Washington, un tempo centro del mondo, oggi periferia di un impero in decadenza, prigioniero dell’inverno demografico, in stato di senescenza e smarrimento dell'Occidente.
Questi sono gli hotspot da seguire, perché in ognuno di essi è visibile il problema della democrazia in crisi. Dall’altra parte del mondo, l’Asia domina la scena: il G20 a Roma e la Cop26 a Glasgow sono la prova netta della forza della Cina, dell’India e della Russia, senza questi tre paesi non si possono fare politiche globali. Il gigante del gas, le due potenze mondiali della manifattura, in stretta relazione con la petromonarchia dell’Arabia Saudita che domina l’Opec, sono i titani del nostro tempo. Petrolio, gas, carbone e acciaio, mentre l’Occidente si compiace del suo...
Che succede? Siamo nella fase di caricamento della catapulta, stanno succedendo parecchie cose che preparano eventi potenti. Ci sarà un altro inverno con il coronavirus, i governi dovranno prendere altre decisioni, quote rilevanti di non vaccinati in Europa sono un problema sanitario ed economico. A Glasgow si sta consumando una conferenza di buoni propositi e scarsi risultati sul clima, senza realismo. Coronavirus, ambiente, energia, questi sono i temi da seguire con attenzione, il 2022 sarà un anno molto complicato per le relazioni internazionali, siamo in pieno disordine e il lungo inverno è iniziato.
Il calendario elettorale preme e il Covid con tutte le sue conseguenze (psicologiche prima di tutto) è il fattore chiave dello scenario. In Italia l’appuntamento è a febbraio, con l’elezione del Presidente della Repubblica (e il più importante esperimento tecnocratico in Occidente), altrove c’è un denso calendario: la formazione del nuovo governo in Germania (che sta incontrando difficoltà, i Verdi hanno chiesto una pausa nel negoziato), le elezioni presidenziali in Francia (attenzione al fenomeno Zemmour), quelle di medio-termine negli Stati Uniti (con Biden nei guai). Roma, Parigi, Berlino, Washington, un tempo centro del mondo, oggi periferia di un impero in decadenza, prigioniero dell’inverno demografico, in stato di senescenza e smarrimento dell'Occidente.
Questi sono gli hotspot da seguire, perché in ognuno di essi è visibile il problema della democrazia in crisi. Dall’altra parte del mondo, l’Asia domina la scena: il G20 a Roma e la Cop26 a Glasgow sono la prova netta della forza della Cina, dell’India e della Russia, senza questi tre paesi non si possono fare politiche globali. Il gigante del gas, le due potenze mondiali della manifattura, in stretta relazione con la petromonarchia dell’Arabia Saudita che domina l’Opec, sono i titani del nostro tempo. Petrolio, gas, carbone e acciaio, mentre l’Occidente si compiace del suo racconto “green”, il nuovo -ismo per la distrazione di massa, le potenze che progettano un nuovo ordine si impongono con il ferro e il fuoco del Novecento. Sono i paradossi terminali della storia e chi domina il ferro e il fuoco, di solito vince.
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L'inverno dunque porta una grande novità: la quarta ondata del coronavirus, l'anno si chiude in bellezza.
01
La quarta ondata
Avviso per i naviganti: chi è vaccinato può stare tranquillo, nella stragrande maggioranza dei casi osservati i sintomi sono lievi e non si finisce in ospedale. Discorso ben diverso per i non vaccinati, gli elementi ad alto rischio sono tra loro. Come vanno le cose? Come previsto, i casi sono in aumento. Nota sul monitoraggio dell'epidemia, Istituto Superiore di Sanità: "L'incidenza settimanale a livello nazionale è in aumento per la seconda settimana consecutiva e al di sopra della soglia di 50 casi settimanali per 100.000 abitanti. La trasmissibilità stimata sui casi sintomatici è in aumento e sopra la soglia epidemica; la trasmissibilità stimata sui casi con ricovero ospedaliero è stabile e sopra la soglia epidemica. Questo andamento va monitorato con estrema attenzione e, se confermato, potrebbe preludere ad una recrudescenza epidemica". Prepariamoci per un ampio dibattito, talk show e fiera dei no vax.
Situazione in Europa? Si sta mettendo male, troppi non vaccinati e virus pronto a colpire con il freddo, ecco la mappa:
S'accumulano le zone rosse. Secondo la classificazione di Ecdc, il Centro europeo per la prevenzione e la cura delle malattie, nove Paesi dell'Ue e dello Spazio economico europeo sono in una situazione estremamente preoccupante: Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Estonia, Grecia, Ungheria, Lettonia, Paesi Bassi e Slovenia. Dodici Paesi invece sono segnalati per alta preoccupazione: Austria, Belgio, Danimarca, Germania, Islanda, Irlanda, Lituania, Lussemburgo, Norvegia, Polonia, Romania e Slovacchia; cinque a preoccupazione moderata (Finlandia, Francia, Liechtenstein, Portogallo e Svezia); due Paesi (Cipro e Italia) a bassa preoccupazione e due (Malta e Spagna) sono a preoccupazione molto bassa. Rispetto alla settimana precedente, otto Paesi (Austria, Repubblica Ceca, Danimarca, Grecia, Ungheria, Islanda, Paesi Bassi e Polonia) sono passati a una categoria superiore, sei (Cipro, Italia, Liechtenstein, Lituania, Malta e Spagna) sono passati a una categoria inferiore e 16 Paesi sono rimasti nella stessa categoria. Attendiamo il prossimo bollettino con (s)fiducia. Il contagio è destinato a salire. Istruzioni per l'uso: calma e gesso, non torneremo in lockdown.
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Ora che facciamo? Quattro passi nella politica italiana. Succede tutto, non succede niente.
02
L'auto-commissariamento della politica italiana
Nella politica italiana siamo ai tremori pre-Quirinale, ogni sussulto va letto su due piani: il primo, quello dell’elezione del Presidente della Repubblica; il secondo quello dei leader di partito che non possono muoversi in nessuna direzione e quindi fanno solo molto rumore. Questo sistema politico dovrà dare un nome e un volto al nuovo capo dello Stato, vengono i brividi a pensarci, ma questo è il fatto. Dopo Conte e un enorme sfascio è arrivato Draghi, ma sotto Draghi c’è il vuoto e con Draghi c’è una politica di un’élite (soprattutto fuori dall’Italia) ma è completamente assente la politica dei partiti (perché sono assenti i partiti). Le ragioni di questa profonda crisi culturale le abbiamo scritte tante volte, non è il caso di ripetersi, la conseguenza è che in questa fase del gioco l’unico pezzo che sulla scacchiera non si può levare è quello del premier, o di dritto (Palazzo Chigi) o di rovescio (Quirinale), Draghi è destinato a restare. Quello che rimane è sempre più transeunte, i partiti sono friabili, in molti casi inesistenti e ridotti a clan, le coalizioni sono un esercizio teorico. Al confronto, lo sfascio di cui scriveva Giampaolo Pansa nella Prima Repubblica è il paese delle meraviglie.
L’Italia sta scrivendo un’altra storia di auto-commissariamento dei partiti. Draghi è una soluzione d’alta classe, fa rivoluzioni silenziose (il disegno di legge sulla concorrenza licenziato ieri dal Consiglio dei ministri) che i partiti non potrebbero fare, ma la sua preziosa presenza è anche il segnale di una tragica assenza, quella della classe politica. L’epilogo di questa storia è un sentiero che si biforca: prima strada, l’assuefazione alla soluzione tecnocratica e lo sviluppo (soprattutto in un post-Draghi) di forme di governo svincolate dalle elezioni e prive di un sistema efficace di check and balance, la “soluzione cinese”; seconda strada, un caotico nazional-populismo (di destra e di sinistra) che porta l’Italia in una crisi finanziaria senza ritorno. Tutto questo (forse) verrà evitato dalla presenza di Draghi, ma l’Italia potrebbe perfino farlo sparire di scena e tentare la via dell’avventura in terre senza mappe.
03
La Lega ha un problema in famiglia
La Lega ieri ha fatto un’allegra riunione di partito, è stata siglata una tregua tra i “giorgettiani” e “salviniani”. Nessuno dei due può fare uno strappo: Giorgetti ha l’impegno nel governo e con Draghi (che non può lasciare), Salvini persevera negli errori (e non può strappare). Il risultato è quello di una gran confusione, con il segretario leghista che dice di non voler entrare nel Partito popolare europeo (dettaglio: nessuno lo vuole), mentre il ministro si preoccupa di un futuro che in queste condizioni non può essere quello di una forza di governo. Salvini ha ragione quando dice “siamo alternativi alla sinistra”, ma sbaglia quando conclude che la sua famiglia sta da un’altra parte, perché i suoi alleati non possono essere i polacchi e gli ungheresi, nessuno di quei paesi guarda al Sud dell’Europa, non confinano con il Mediterraneo, fanno politiche che sono in pieno contrasto con l’interesse nazionale dell’Italia. La Lega di Salvini è un partito d’opposizione, quella di Giorgetti è di governo. Farne una sintesi sarebbe possibile, ma non se si scelgono le compagnie sbagliate in Europa. Il risultato della riunione di ieri è che Salvini ha la fiducia di tutti, in attesa di elezioni politiche che per il segretario leghista sono un giro di boa: se perde, esce di scena.
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Mentre prosegue la cavalcata donchisciottesca dell'Italia, altrove si muovono forze che curvano lo spazio in cui viviamo. Un esempio? Occhio alla pompa di benzina negli Stati Uniti.
04
La benzina della Casa Bianca e il crollo della fiducia
Questo è il prezzo della benzina al gallone in America negli ultimi cinque anni:
Siamo a livelli che il contribuente americano ritiene insostenibili. Ecco perché Biden parla di politiche "verdi" ma s'incarta nel suo racconto fiabesco quando chiede all'Opec un intervento sulla produzione (e quindi sul prezzo). Il presidente è in difficoltà, in palese contraddizione, in crisi. Questo è il gradimento di Biden, media dei sondaggi elaborata da Five Thirty Eight:
Confronto con Trump nello stesso periodo? Grafico di Rasmussen:
Siamo agli stessi livelli, segno che governare l'America è diventato un mestiere complicato per tutti, non ci sono formule magiche, c'è un paese in declino e in crisi d'identità. Altri elementi di scenario? L'indice Gallup sulla fiducia nell'economia:
Nel febbraio 2020 (presidenza Trump) era quota +41, il miglior dato dal 2000. A metà marzo, quando si è diffuso il Covid, la fiducia è scesa a +22 e poi è crollata a -33 nella seconda metà di aprile. Da quello sprofondo l'indice della fiducia non si è più rialzato in maniera netta, si è sollevato poco sopra lo zero un anno dopo, nell'aprile del 2021 (primi vagiti della presidenza Biden), ma ora è a quota -25, l'indice è in calo da quattro mesi consecutivi. Gli americani non hanno più fiducia in Biden, l'hanno già bruciato. E il voto in Virginia è il chiaro segnale di una crisi profonda, un tema che non è solo una questione di economia, ma di una battaglia culturale che i dem stanno perdendo perché non in sintonia con la middle class del paese, fuori registro, dominata dall'eccesso, una deriva totalitaria che probabilmente condurrà Biden alla sconfitta nelle elezioni di midterm del 2022.
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Benzina? Petrolio. Ieri si è riunita a Vienna l'Opec+ e non ci sono buone notizie per Biden.
05
La guerra geopolitica del petrolio tra America e Opec
Gli Stati Uniti hanno chiesto un aumento della produzione, l'Arabia Saudita (principale produttore del mondo) ha detto no e tanti saluti Joe. La Casa Bianca teme due conseguenze: l'aumento del prezzo della benzina e l'impatto dei prezzi delle materie prime energetiche sull'inflazione che potrebbe far deragliare (sta succedendo) i piani economici dell'amministrazione Biden. L'Opec non ha alcuna intenzione di aumentare la produzione, ecco la curva della produzione totale dal 2016 a oggi:
La produzione resta a quota 400 mila barili al giorno, poi si vedrà. I sauditi hanno respinto le richieste della Casa Bianca, il crollo dei ricavi nei mesi più intensi della pandemia con i lockdown hanno aperto buchi nei loro bilanci, aumentare la produzione significa tenere più basso il prezzo, cosa che i produttori ovviamente non vogliono. Da Washington ieri è arrivata una velata minaccia che evoca tutti gli strumenti a disposizione per rendere il prezzo dell'energia più basso, ma se tu affermi di fronte al mondo che l'era degli idrocarburi deve finire, chi ha gas e petrolio chiude il rubinetto e pretende un prezzo più alto nel presente, visto che in futuro dovrà contare su introiti minori.
06
Il carbone e quel vertice del G7 a Tokyo nel 1979
Così va per anche per il carbone, una cosa è dichiarare la sua fine oggi, un'altra è fare i conti con l'impatto di scelte del passato che si fanno ancora sentire oggi. Quali? Dichiarazione del G7 di Tokyo del 1979 dove si incoraggia l'uso del carbone:
"Impegniamo i nostri paesi ad aumentare il più possibile l'uso, la produzione e il commercio del carbone, senza danni per l'ambiente. Ci sforzeremo di sostituire il carbone al petrolio nei settori industriale ed elettrico, incoraggeremo il miglioramento del trasporto del carbone, manterremo atteggiamenti positivi nei confronti degli investimenti per progetti a carbone, ci impegniamo a non interrompere il commercio del carbone con contratti a lungo termine, a meno che non lo richieda un'emergenza nazionale, e a mantenere, con misure che non ostacolino le importazioni di carbone, quei livelli di produzione interna di carbone che sono desiderabili per ragioni di politica energetica, regionale e sociale". Quarant'anni fa, era del carbone. Un tempo corto per la storia, ma del tutto logico e necessario nel gioco dell'energia che ha regole dalle quali non si sfugge: si fanno investimenti, si mette in piedi la struttura di produzione e approvvigionamento, i soldi spesi si ammortizzano dopo molti anni e cambiare questo assetto un domani costa altri enormi investimenti, nel frattempo chi ha il carbone lo usa e addirittura - visto lo scenario dei prezzi in ascesa - si attrezza per continuare a farlo per i prossimi decenni come fonte alternativa al petrolio e al gas. Cina e India fanno questo, con loro altri paesi, costruiscono centrali a carbone e nello stesso tempo promettono di dismetterlo tra molti decenni.
***
Che facciamo ora? Con tutti i casini che ci sono, una cosa facile: andiamo a deviare l'orbita di un asteroide.
07
Missione Dart
Si chiama Dart (Double Asteroid Redirection Test) è una sonda spaziale che verrà lanciata contro un asteroide per vedere... l'effetto che fa. Siamo pieni di sassi volanti che minacciano la Terra, vengono tenuti costantemente d'occhio dai telescopi della Nasa, monitoraggio costante degli scienziati del Planetary Defence. Dart decollerà il 23 novembre, il suo obiettivo è un piccolo asteroide, Didymos, a 11 milioni di chilometri dalla Terra. Impatto previsto per la fine di settembre del 2022. Quanti sono gli asteroidi considerati "vicini" alla Terra?
Non manca il materiale per giocare a carambola nello spazio. Viviamo tempi interessanti. Forse troppo.
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gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.