12 Novembre

Si guarda a sinistra, si guarda a destra e vince l’Italia!

La scomparsa di Giampiero Galeazzi, "The Voice" dello sport italiano. Ritratto di un protagonista del racconto sportivo. Fu una corazzata video-galleggiante, uno scafo da corsa, mentre gli altri remavano, lui scatenava la furia degli elementi della cronaca, una turbina. Fu il fondatore (in)consapevole di un canone inverso, una forma di fuga dall'ordinario

Per noi fu “giampierogaleazzi”, tutto attaccato, un nome e un cognome che significavano uno stile e una presenza scenica, la velatura e stazza di una barca da regata no limits. Fu quello dell’impresa memorabile, se c’era lui al microfono, tutto era possibile, il miracolo diventava cronaca, la vittoria azzurra. 

Galeazzi fu l’epica, il poema eroico, il furore della battaglia. Fu il nostro immaginario di sudore e fatica, una gioia contagiosa, lo spettacolo di un decollo verticale, il sogno di una medaglia strappata quando scorrono i titoli di coda ma nessuno osa uscire dal cinema perché la voce di Galeazzi sta rombando e quando fa quel rumore di biella e pistone, olio bollente e benzina che brucia, la sinfonia dei muscoli che si piegano e delle parole che si spiegano, significa che sta per succedere qualcosa di grande. Fu la nostra adolescenza spensierata, il meglio della nostra vita, il miele che cola lentamente sulle seadas, l’illusione di essere un campione domani, l’estate più dolce sulla sabbia di quarzo, fu la canoa che correva sul fiume, il canneto pieno di meraviglie e la radio accesa, il pallone che rimbalzava su campetti dove non c’era l’erba, la polvere d’estate e il fango scartavetrato in inverno, la racchetta di legno, la terra e il cemento. Fu la pioggia del gol, il tuono del lancio, il fulmine della corsa. Il bollettino meteo della sfida totale.

Il canottaggio nel cuore. Galeazzi e Spingardi nel 1968.

Nacque a Roma, 75 anni fa, si laureò in statistica, fu impiegato a Torino, all’ufficio marketing e pubblicità della Fiat, per dovere e per caso. Non durò a lungo, troppo freddo, mancava il sole, la trattoria, il Circolo Canottieri, il Tevere. Il destino gli riservò altre strade, soprattutto fiumi, si specchiò sempre nell’acqua e vedendosi con tutto quell’ingombro...


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