2 Dicembre
La variante numero uno: leadership deboli
Omicron fa emergere incertezza, paura e confusione. I messaggi (e le decisioni) contrastanti dei governi. Una società con il mito delle "zero perdite" immersa in uno scenario di sfida totale delle autocrazie all'Occidente. Dall'utopia Green a Mad Max con i social pieni, le urne vuote e l'algoritmo al tavolo sindacale. Chi ci salverà? Dante e Philip K. Dick
Che succede? La foto che apre List è la desolazione di un centro commerciale in Germania, ieri. Che dire? Buon Natale. Primo caso di variante Omicron negli Stati Uniti (California) e in Giappone, il virus corre, in Sudafrica è presente in 5 province su 9, è già la principale variante del virus e tanti saluti a Delta, probabile che accada anche altrove, finora è andata sempre così. Nessuna sorpresa. I suoi effetti sembrano limitati, non ci sono situazioni più gravi rispetto alla variante Delta, i vaccini offrono adeguata protezione (questo emerge dalle indagini sanitarie in Sudafrica) ma la sola presenza per ora basta a creare confusione e ansia. Pessima reazione, nessuna freddezza, un condottiero in battaglia sarebbe già caduto al primo colpo di lancia. Sono omicronizzati. Si sveglieranno? Facciamo il nostro giro di giostra, seguite il titolare di List.
01
La Borsa e la vita. Omini, ominicchi e Omicron
Ieri Wall Street ha sbandato di fronte a un mix di notizie (Omicron, inflazione, catena spezzata delle materie prime) ma siamo nel campionato dell'irregolare da molto tempo.
La Borsa americana va di nuovo in picchiata (vedere le chiusure degli indici, qui sopra) e in questo momento, mentre scrivo, i future sono positivi. Luce e buio, su e giù, montagne russe, prospettive rosse. I trader sono tutti matti? No, anche in questo caso siamo di fronte a una non notizia. Perché? Come sempre, mi aggrappo alla zattera della letteratura.
Mi viene in mente un grandioso passaggio de Il giorno della civetta, la penna di Leonardo Sciascia (l'ultimo nostro grande scrittore europeo) quando fa parlare il padrino mafioso, don Mariano Arena, di fronte il capitano Bellodi:
Io ho una certa pratica del mondo; e quella che diciamo l'umanità, e ci riempiamo la bocca a dire umanità, bella parola piena di vento, la...
Che succede? La foto che apre List è la desolazione di un centro commerciale in Germania, ieri. Che dire? Buon Natale. Primo caso di variante Omicron negli Stati Uniti (California) e in Giappone, il virus corre, in Sudafrica è presente in 5 province su 9, è già la principale variante del virus e tanti saluti a Delta, probabile che accada anche altrove, finora è andata sempre così. Nessuna sorpresa. I suoi effetti sembrano limitati, non ci sono situazioni più gravi rispetto alla variante Delta, i vaccini offrono adeguata protezione (questo emerge dalle indagini sanitarie in Sudafrica) ma la sola presenza per ora basta a creare confusione e ansia. Pessima reazione, nessuna freddezza, un condottiero in battaglia sarebbe già caduto al primo colpo di lancia. Sono omicronizzati. Si sveglieranno? Facciamo il nostro giro di giostra, seguite il titolare di List.
01
La Borsa e la vita. Omini, ominicchi e Omicron
Ieri Wall Street ha sbandato di fronte a un mix di notizie (Omicron, inflazione, catena spezzata delle materie prime) ma siamo nel campionato dell'irregolare da molto tempo.
La Borsa americana va di nuovo in picchiata (vedere le chiusure degli indici, qui sopra) e in questo momento, mentre scrivo, i future sono positivi. Luce e buio, su e giù, montagne russe, prospettive rosse. I trader sono tutti matti? No, anche in questo caso siamo di fronte a una non notizia. Perché? Come sempre, mi aggrappo alla zattera della letteratura.
Mi viene in mente un grandioso passaggio de Il giorno della civetta, la penna di Leonardo Sciascia (l'ultimo nostro grande scrittore europeo) quando fa parlare il padrino mafioso, don Mariano Arena, di fronte il capitano Bellodi:
Io ho una certa pratica del mondo; e quella che diciamo l'umanità, e ci riempiamo la bocca a dire umanità, bella parola piena di vento, la divido in cinque categorie: gli uomini, i mezz'uomini, gli ominicchi, i (con rispetto parlando) pigliainculo e i quaquaraquà. Pochissimi gli uomini; i mezz'uomini pochi, ché mi contenterei l'umanità si fermasse ai mezz'uomini. E invece no, scende ancor più giù, agli ominicchi: che sono come i bambini che si credono grandi, scimmie che fanno le stesse mosse dei grandi. E ancora più giù: i pigliainculo, che vanno diventando un esercito. E infine i quaquaraquà: che dovrebbero vivere come le anatre nelle pozzanghere, ché la loro vita non ha più senso e più espressione di quella delle anatre. Lei, anche se mi inchioderà su queste carte come un Cristo, lei è un uomo.
Siamo qui, senza Sciascia, tra omini, ominicchi e Omicron.
02
La variante numero uno: la debolezza delle leadership
La corsa pazza di Wall Street che va su e giù, segue l'onda delle notizie e soprattutto l'incertezza dei governi che prendono decisioni affrettate, poco sagge, surreali (prima via le mascherine all'aperto, ora di nuovo obbligatorie, anche a Roma dove il sindaco Roberto Gualtieri non riesce a ripulire le strade da montagne di spazzatura e i sorci festeggiano, paradossi dell'igienismo "intelligente") in assenza di dati scientifici certi sugli effetti di Omicron e l'efficacia del vaccino (dichiarata da aziende e istituzioni serie, ma a quanto pare i governi sono paralizzati dalla paura). Siamo di fronte alla variante della debolezza delle leadership.
La realtà drammatica è che le classi dirigenti contemporanee sono in buona parte unfit, mancano di coraggio e leadership (se fossimo in una vera guerra, ci sarebbe da preoccuparsi per l'inadeguatezza) faticano ad accettare la realtà: con il coronavirus bisogna conviverci, accettare il fatto che esiste, sembra destinato a restare a lungo e soprattutto... si può morire. E questo inesorabile fatto non potrà impedirci nello stesso tempo di continuare a vivere. Non si può coltivare ancora l'illusione che il Covid si possa eliminare in un periodo di tempo limitato e che nel frattempo l'umanità finisca in un'era di carestia che condurrebbe inevitabilmente al caos (già visibilissimo) e alla guerra (già in atto in varie forme), per queste semplici ragioni l'economia deve restare aperta, la popolazione deve essere vaccinata e chi non lo è andrà incontro al proprio destino.
Tra i peggiori, c'è la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, che ha già dato ampia prova di non essere all'altezza di un ruolo così importante e ora senza grande riflessione apre il portone della discussione sull’obbligo vaccinale, non c’è nessuna decisione, le opinioni sono le più varie (e qui il titolare di List va al galoppo verso il terzo vaccino il 10 dicembre, giusto per fare chiarezza), ma la diffusione del virus e la quota alta di non vaccinati in molti paesi (dove i governi dovrebbero chiedersi dove hanno sbagliato e fare un bel bagno d'umiltà) ora spaventa e la risposta diventa parossistica: mascherine via, mascherine obbligatorie, in centro sì e in periferia no, Omicron nuova peste, anzi no. Un disastro della comunicazione. L'obbligo vaccinale funziona? Servirà a alzare la quota di vaccinati, ovvio, ma ci sarà sempre un gruppo di persone che non lo farà e in ogni caso non eliminerà il coronavirus che va trattato come una malattia che resta sul campo da gioco della vita, bisogna essere consapevoli del fatto che si può guarire e si può morire. E non sempre questo ultimo evento può essere evitato. La nostra unicità ci può rendere forti e/o fragili e questa condizione non è permanente, perché nel corso della vita cambia: il vostro cronista da ragazzo correva, saltava, calciava, aveva un corpo elastico e ricco di potenza. Oggi è diverso, ha i suoi casini, come tutti noi che passiamo in un'altra fase dell'esistenza, è consapevole di... essere un altro essere. Che combatte.
03
Dal campo di battaglia al virus. Il mito delle zero perdite
Va detto chiaramente che le "zero perdite" in questo conflitto non esistono, come in qualsiasi guerra. Uno dei grandi problemi dell'Occidente, il segno più chiaro del suo declino (insieme all'inverno demografico) è proprio questo mito delle "zero perdite": se nessuno pensa che si possa morire in una battaglia, allora semplicemente non si va in guerra. È quello che sta succedendo alle democrazie. Nate dalla guerra, fondate sul sacrificio di uomini e donne che hanno combattuto per la pace e la libertà, arretrano paurosamente in un'era dove le autocrazie schierano eserciti e usano la deterrenza della morte. "Tu non avrai mai il coraggio di mandare i tuoi soldati a morire per una causa, io sì", dice in silenzio il dittatore di turno mentre impone all'Occidente i suoi diktat. Questo è un elemento filosofico importante, la presenza di una chimera - le zero perdite - che condiziona tutta la nostra esistenza, fino a condurre all'immobilità, all'inazione, all'isolamento e, naturalmente, all'indifferenza verso la morte degli altri.
Nella battaglia con il coronavirus assistiamo alla replica di questo scenario: il vaccino è un ottimo scudo, ma non fa svanire miracolosamente gravi patologie, dunque, come accade nella vita di tutti i giorni, inesorabilmente, si nasce e si muore. Non c'è alcun cinismo in questo, si tratta di un fatto che l'Occidente nell'era contemporanea cerca di nascondere a se stesso: la fragilità dell'essere umano, la sua fine, la presenza della morte come atto finale dell'esistenza. Bisogna in realtà essere pronti ad affrontarla. Tutta la narrazione del coronavirus è il tentativo di cancellare l'epilogo della nostra storia, la cosa è surreale, perché nel frattempo ogni giorno migliaia di persone continuano a morire di cancro, di problemi respiratori, cerebrali, circolatori e così via in un concerto di decadenza del corpo, di usura biologica, di frantumazione della sua unità. È un normale processo di ascesa e caduta che spaventa l'uomo e la donna che, nel frattempo, sono stati indottrinati all'efficienza, all'eterna giovinezza, al piacere senza fine, condotti per mano, per pillola, per bisturi, per iniezione, verso un'illusoria eternità. Che noia.
***
La guerra vera? C'è si combatte con le parole e gli schieramenti di truppe, è una partita a scacchi e come sempre, si gioca a Mosca.
04
Le armi del compagno Putin e noi
Una guerra con la Russia? L'Occidente non ne ha il coraggio. Potrebbe scappare l'incidente che innesca il disastro, ma quello è un altro film. Siamo al mostrare i muscoli, tirare qualche colpo di mortaio, l'Europa che spara un missile contro un obiettivo di Mosca, figuriamoci. Siamo e restiamo nel campo dello show of force, si mostrano i muscoli, fanno volare le parole, anche perché Putin le truppe le truppe al confine con l'Ucraina le ha già schierate, dunque... La riunione dei ministri degli Esteri della Nato a Riga fa emergere che l’alleanza sta valutando un rafforzamento a Est per dare una risposta a Putin che gioca a scacchi. Tony Blinken, il segretario di Stato americano, ha confermato: “La Nato è pronta a rafforzare le sue difese sul fianco orientale. Nelle ultime settimane, la Russia ha intensificato la pianificazione di potenziali azioni militari in Ucraina, incluso il posizionamento di decine di migliaia di ulteriori forze di combattimento vicino al confine ucraino”. Blinken incontrerà il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov a margine dei lavori del consiglio ministeriale dell'Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa, che si terrà a Stoccolma oggi e domani, e lo inviterà alla de-escalation, ritirare almeno parte delle truppe. Vladimir accetterà?
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Dove stiamo andando? Dobbiamo dare un'occhiata alle ultime proiezioni economiche, fase megatrend.
05
Lo scenario Ocse e un futuro da Mad Max
Scenario dei prossimi mesi? Sul piano economico arriva dall'outlook di dicembre pubblicato dall’Ocse che confermato il rimbalzo dell’economia italiana, ma segnalato che ogni previsione sulla crescita deve tenere presente almeno tre fattori: l’andamento dei contagi Covid, la corsa dell’inflazione e la carenza di materie prime. L’azione combinata di queste tre forze è più che sufficiente per innescare una brusca frenata della crescita.
La riapertura e la velocità della ripresa sono un fatto ormai consolidato per quest'anno, quattro dati sono sufficienti: il trend di Google sulla mobilità (A), la produzione globale misurata dagli indici Pmi della manifattura e dei servizi (B), la produzione industriale (C) e le vendite al dettaglio (D):
Quindi tutto bene? Attenzione, il rimbalzo deve tenere conto della caduta precedente, il problema numero uno (sottolineato dal premier Mario Draghi a più riprese) è quello di rendere duratura e stabile la crescita. Quali sono gli ostacoli? Guardate la produzione e vendita di automobili:
La rottura della catena di approvvigionamento delle materie prime nel settore dell'auto quanto vale? Ancora un grafico del rapporto Ocse:
Guardate la colonna verde a sinistra, è l'impatto sul Pil della Germania, impressionante. E osservate le conseguenze disastrose sulla produzione (linea rossa continua). Non è solo una questione di microchip, ma dell'intera componentistica ad alto valore aggiunto. Abbiamo visto l'effetto sui prezzi delle auto nuove e usate negli Stati Uniti, indice dei prezzi elaborato dalla Federal Reserve di St. Louis:
L'inflazione è un problema serio, divora il reddito, guardate l'evoluzione dei prezzi e le buste paga:
Un'inflazione persistente - come ha sottolineato ieri il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell - crea disagio sociale. E fa colare a picco il gradimento di Joe Biden e chiunque altro sia al governo in Occidente. Ecco la parabola del presidente americano, dati Gallup:
La media del tasso di approvazione di Trump era del 41%, ecco i dati storici dei presidenti nei sondaggi di Gallup:
Siamo in una scena di Mad Max, colonne di auto e guerrieri assetati di benzina (e vedrete cosa accadrà presto con l'acqua, l'oro blu), mentre profeti vestiti di bianco predicano il futuro "green": "I'm just here for the gasoline", sono qui solo per la benzina, dice il protagonista del film.
George Miller con Mad Max (un pilastro della fantascienza) non ha visto il futuro, ha messo in ordine il presente.
***
Come chiudiamo questo numero di List? Con il faticoso e entusiasmante studio.
06
Social pieni e urne vuote. L'algoritmo, Philip Dick e noi
I social? Ieri da Comin & Partners ho partecipato a un seminario/dibattito/cazzeggio libero su informazione e social media. Sul mio taccuino sono rimaste un paio di pagine di note (ho il vizio di scrivere, serve per il "dopo", quando gli anni passano e vedi il bello e il brutto, le illusioni, i fatti centrati e soprattutto quelli sbagliati):
I social hanno curvato il dibattito pubblico, certo, che banalità, ma lo hanno più che altro degradato. Penso che i social non abbiano affatto contribuito a far crescere istruzione e consapevolezza, ma l'abbiano polverizzata, ridotta a hashtag (e siamo già al colto nell'incolto generale). La più grande arma in mano a una persona oggi si chiama istruzione, competenza, capacità di visione, forza delle idee, costruzione e chiarezza dell'esposizione. La reputazione dei colossi della Rete è al minimo, in America sono sotto processo (e non li condanneranno, troppo denaro e potenza di fuoco). Ah, che bella notizia: il fondatore di Twitter, Jack Dorsey è stato defenestrato. Sono ai materassi. Il "metaverso" di Zuckerberg? La cosa stupefacente è che c'è chi scambia queste supercazzole digitali per la realtà dove invece dominano ben altri elementi: microchip, benzina, cemento, legno, acciaio, petrolio, gas. Il ferro e il fuoco del Novecento non se ne sono mai andati. Un politico come Mario Draghi, quello più affidabile per gli elettori italiani, non ha un account Twitter o Facebook (grazie al cielo) e se "oggi il cretino è pieno di idee", figuriamoci quando si mette a twittare. Ah, la "popolarità di Conte", pure questa, perbacco che cosa notevole, da non dormirci sopra per il dilemma esistenziale, ebbene, questo signor nessuno che ha guidato due governi per un caso tra il comico e il distopico della storia italiana (a proposito della lezione di Sciascia) guardate che fine ha fatto a forza di farsi "cuoricinare" sui social: non ha i voti (vedere risultati alle amministrative). Così si realizza in altra splendida forma la battuta di Pietro Nenni: da piazze piene urne vuote, a social pieni e urne vuote.
Quando l'acuto Pierpaolo Baretta ha evocato la presenza dell'algoritmo al tavolo del negoziato sindacale ho realizzato che eravamo in un romanzo involontario di Philip K. Dick che, tra l'altro, ai tempi in cui frequentavo l'Executive Program di Singularity University (undici anni fa, il tempo passa e siamo andati ben oltre le visioni futuristiche di quella stagione in California - pure il peso-forma è andato, ma questa è un'altra storia in pieno svolgimento) fu il protagonista (Dick, sia chiaro) di una mia specie di conferenza improvvisata (il format si chiama unconference) sul "Perché Dante e Philip K. Dick ci salveranno dai Singularitarians" (ebbe un certo successo, tanto che ho pensato volessero espellermi su un seggiolino eiettabile dal Nasa Ames Center, la sede del campus, un luogo mitico della ricerca aerospaziale nel quale mi aggiravo mentre sul taccuino colava la domanda di Bruce Chatwin: che ci faccio qui?). E ora? Si va in gondola, altro che razzi lanciati nel cosmo.
Ossignore, quando torna la realtà? Domani, a Venezia, all'università Ca' Foscari, appuntamento con il gruppo di ricerca (gente che trasforma lo studio in azione) di Strategy Innovation, dove ho in programma questo titolo da Armageddon: "Sostenibile e insostenibile. Ordine e disordine del mondo post-pandemico". Iscrivetevi qui. E nell'attesa provate a immaginare lo svolgimento... Sarà molto divertente. Sì, viviamo tempi interessanti. Forse troppo.
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5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.