6 Dicembre
Casini cammina sui Ghizzoni ardenti
Stasera la Commissione d'inchiesta sulle banche deve decidere sull'audizione di Federico Ghizzoni, ex numero uno di Unicredit. È il banchiere citato da De Bortoli sul caso Boschi. Ieri c'è stata battaglia tra le opposizioni e il Pd in commissione sulla sua testimonianza. Sarà decisivo il ruolo del presidente Casini
La legislatura sta esalando in un modo surreale: provvedimenti che avrebbero dovuto essere meditati e discussi stanno finendo nel votificio finale, uno sprint che serve solo a tessere alleanze future in base allo scambio del tu dai oggi una legge a me e io forse do un voto domani a te. Lo Ius Soli è finito in fondo alla lista, al primo posto è salito il bio-testamento e in mezzo c'è una furiosa battaglia sulle banche. Lo scenario è quello di una guerra che è partita subito con le mitragliatrici che sparano contro tutto quello che si muove al di sopra della trincea. Partiamo dalle banche, tutti hanno la testa nel caveau e ieri la riunione dell'ufficio di presidenza della commissione d'inchiesta è stata infuocata.
01
Banca Etruria. Ghizzoni ardenti
Sette gruppi politici - tutta l'opposizione - ieri sera hanno chiesto l'audizione in Commissione d'inchiesta sulle banche di Federico Ghizzoni, ex numero di Unicredit. La sua testimonianza è fondamentale per capire un paio di cose:
- Qual era la sua conoscenza sullo stato dei conti di Banca Etruria;
- Se ha mai avuto contatti con Maria Elena Boschi per salvare la banca di cui il padre era vicepresidente;
I due punti sono ovviamente coordinati. Il secondo è di estremo interesse e urgenza perché Maria Elena Boschi l'altro ieri ha annunciato una causa civile contro Ferruccio De Bortoli che nel suo libro presenta questo passaggio:
L’allora ministra delle Riforme, nel 2015, non ebbe problemi a rivolgersi direttamente all’amministratore delegato di Unicredit. Maria Elena Boschi chiese quindi a Federico Ghizzoni di valutare una possibile acquisizione di Banca Etruria. La domanda era inusuale da parte di un membro del governo all’amministratore delegato di una banca quotata. Ghizzoni, comunque, incaricò un suo collaboratore di fare le opportune valutazioni patrimoniali, poi decise di lasciar perdere.
La Boschi ha sempre negato. Ma...
La legislatura sta esalando in un modo surreale: provvedimenti che avrebbero dovuto essere meditati e discussi stanno finendo nel votificio finale, uno sprint che serve solo a tessere alleanze future in base allo scambio del tu dai oggi una legge a me e io forse do un voto domani a te. Lo Ius Soli è finito in fondo alla lista, al primo posto è salito il bio-testamento e in mezzo c'è una furiosa battaglia sulle banche. Lo scenario è quello di una guerra che è partita subito con le mitragliatrici che sparano contro tutto quello che si muove al di sopra della trincea. Partiamo dalle banche, tutti hanno la testa nel caveau e ieri la riunione dell'ufficio di presidenza della commissione d'inchiesta è stata infuocata.
01
Banca Etruria. Ghizzoni ardenti
Sette gruppi politici - tutta l'opposizione - ieri sera hanno chiesto l'audizione in Commissione d'inchiesta sulle banche di Federico Ghizzoni, ex numero di Unicredit. La sua testimonianza è fondamentale per capire un paio di cose:
- Qual era la sua conoscenza sullo stato dei conti di Banca Etruria;
- Se ha mai avuto contatti con Maria Elena Boschi per salvare la banca di cui il padre era vicepresidente;
I due punti sono ovviamente coordinati. Il secondo è di estremo interesse e urgenza perché Maria Elena Boschi l'altro ieri ha annunciato una causa civile contro Ferruccio De Bortoli che nel suo libro presenta questo passaggio:
L’allora ministra delle Riforme, nel 2015, non ebbe problemi a rivolgersi direttamente all’amministratore delegato di Unicredit. Maria Elena Boschi chiese quindi a Federico Ghizzoni di valutare una possibile acquisizione di Banca Etruria. La domanda era inusuale da parte di un membro del governo all’amministratore delegato di una banca quotata. Ghizzoni, comunque, incaricò un suo collaboratore di fare le opportune valutazioni patrimoniali, poi decise di lasciar perdere.
La Boschi ha sempre negato. Ma fino all'altro ieri non aveva mai presentato una querela per diffamazione. Sette mesi dopo, l'annucio di un'azione civile contro De Bortoli. Sette mesi.
La riunione di ieri dell'ufficio di presidenza è finita a carte quarantotto, non è stato deciso niente sulle prossime audizioni, tutto è rinviato a una riunione di stasera alle 18. Il nome su cui si è arenato tutto è stato quello di Federico Ghizzoni. Matteo Orfini, presidente del Pd e componente della commissione, non potendo più opporsi alla richiesta di ascoltare Ghizzoni, ha sferrato un contrattacco proponendo a sua volta una serie di testimoni considerati "scomodi" dall'altra parte: il presidente della Regione Veneto Luca Zaia (per la crisi delle due banche venete), l'ex ministro dell'Economia Giulio Tremonti e la sorella di Niccolò Ghedini, Ippolita, avvocato che ha ricevuto a suo tempo un incarico da Veneto Banca. A questi bisogna aggiungere Vincenzo Consoli, ex direttore generale di Veneto Banca. Quest'ultimo nome è importante quanto quello di Ghizzoni perché secondo un articolo pubblicato mesi da dal Fatto Quotidiano Consoli avrebbe partecipato a un vertice in casa Boschi, a Laterina, e all'appuntamento sarebbe stata presente anche Maria Elena. Anche qui, fatto sempre smentito.
La lista Orfini dovrebbe servire a scoraggiare le richieste dell'opposizione su Ghizzoni. Renato Brunetta ha concentrato il suo lavoro sulla crisi finanziaria del 2011 e messo in lista le audizioni di Consob, Deutsche Bank, l'ex dg del Tesoro Vittorio Grilli, la "signora del debito pubblico" Maria Cannata e altri, in più Forza Italia ha appoggiato la richiesta di ascoltare Ghizzoni o, meglio, ha fatto sapere di non essere contraria e di voler proseguire con il metodo adottato fino all'altro ieri dalla commissione: rosa di nomi da parte dei gruppi, unanimità.
Ieri questo schema è saltato perché il Pd non vuole Ghizzoni in Parlamento ma non può nemmeno impedire ai gruppi di fare tale richiesta, ecco dunque il contro-menù orfiniano con chiamata di testimoni che dovrebbero mettere in difficoltà il centrodestra. Una battaglia politica enorme, colpi sotto la cintola a raffica. Funzionerà la tattica di Orfini? Lo vedremo stasera, il voto è sul filo e nel frattempo la palla è passata nelle mani di Pier Ferdinando Casini che dovrà fare un proposta finale da sottoporre ai partiti per evitare lo scontro. Il Pd lo ha bombardato, non vuole Ghizzoni, ma sette gruppi che chiedono di ascoltare l'ex ad di Unicredit sono un fatto che non si può né ignorare né archiviare con un no. Sarebbe uno straordinario carburante per l'opposizione.
Ghizzoni è dunque il nome sul quale si gioca un pezzo della campagna elettorale. La sua testimonianza potrebbe confermare la versione di De Bortoli e smentire quella della Boschi. Oppure avere esattamente l'esito contrario: smentire De Bortoli e confermare la Boschi. In ogni caso, non siamo di fronte a un'audizione irrilevante come ha cercato di sostenere il Pd, ma essenziale e resa ancora più urgente dalla mossa della Boschi su De Bortoli. E se Ghizzoni salta? Le opposizioni grideranno al golpe democratico in commissione. Francamente, non si sa cosa possa essere peggio per il Pd. Che finale di legislatura.
02
Fine legislatura. E fine vita
Siamo allo sprint finale, poi scioglimento delle Camere e caccia al voto. I due casi sul tavolo del Pd si chiamano Ius Soli e bio-testamento. Sul primo la situazione si è arenata (traduzione: non ci sono i voti e il contesto politico è da sprofondo nei sondaggi in caso di approvazione), sul secondo invece ci sono i voti anche se l'utilità è minore perché Pisapia chiedeva lo Ius Soli e il suo gruppo sulla retromarcia e inversione dei lavori si sta spaccando. Oggi in aula al Senato prosegue la discussione sul bio-testamento. Cosa dice la legge? Il dossier del Servizio Studi del Senato ci guida, ecco i punti chiave:
- Il consenso informato costituisce la base della relazione di cura e di fiducia tra paziente e medico;
- Il paziente capace di agire ha il diritto di rifiutare qualsiasi accertamento diagnostico o trattamento sanitario indicato dal medico per la sua patologia o singoli atti del trattamento stesso, nonché il diritto di revocare in qualsiasi momento il consenso prestato, anche qualora la revoca comporti l’interruzione del trattamento;
- Il medico è tenuto a rispettare la volontà espressa dal paziente di rifiuto del trattamento sanitario o di rinuncia al medesimo e, di conseguenza, è esente da responsabilità civile e penale;
- Nei casi di paziente con prognosi infausta a breve termine o di imminenza di morte, il medico deve astenersi da ogni ostinazione irragionevole nella somministrazione delle cure e dal ricorso a trattamenti inutili o sproporzionati. In presenza di sofferenze refrattarie ai trattamenti sanitari, il medico può ricorrere alla sedazione palliativa profonda continua, in associazione con la terapia del dolore, con il consenso del paziente;
- Introduce l'istituto delle disposizioni anticipate di trattamento (DAT), concernenti le proprie volontà in materia di trattamenti sanitari, accertamenti diagnostici e scelte terapeutiche, espresse per l'ipotesi di una futura incapacità di autodeterminarsi.
Non occorre essere medici per capire che siamo di fronte a una legge delicatissima, fondamentale, controversa. Siamo in quel confine fragilissimo tra la vita e la morte, addirittura con disposizioni del paziente per il futuro, si aprono scenari dagli esiti imprevedibili. Tutto discusso con il cronometro in mano e il calcolo dei voti dell'alleanza. Triste epilogo di una legislatura a fine vita. Il problema è che votano sulla vita che è nostra. E di quelli che ci amano. Che facciamo? Andiamo a Washington. E poi a Gerusalemme, capitale di Israele. Seguite il titolare di List.
03
Il realismo di Trump su Gerusalemme
Trump riconoscerà Gerusalemme capitale d'Israele. Riconoscerà la realtà, la storia che alla fine si impone sulla volontà degli uomini. I paesi arabi non hanno mai riconosciuto questo dato di fatto, ma ciò non vuol dire che non esista: Gerusalemme è capitale al di là della stessa dichiarazione che oggi farà Trump. Lo è perché esiste lo Stato d'Israele, lo è per fondamento giuridico posto da chi ha edificato quello Stato e lo è perché da tremila anni è il centro della preghiera degli ebrei.
Città sacra per tre religioni, giudaismo, ebraismo e cattolicesimo, Gerusalemme come scrive Shmuel Rosner sul New York Times "è naturalmente la capitale d'Israele". Naturalmente.
La decisione di Trump su Gerusalemme capitale - e lo spostamento dell'ambasciata degli Stati Uniti tra qualche anno - è contestata da chi non accetta la realtà della storia. Cento anni fa, il 2 novembre del 1917, l'ambasciatore britannico Arthur James Balfour scrisse una lettera pubblica a Lord Walter Rothschild, esponente di spicco del movimento sionista, in cui dava la notizia che Sua Maestà era favorevole all'istituzione di uno Stato israeliano in Palestina. Ecco la lettera originale:
Questo fu il primo atto di legittimazione internazionale dello Stato di Israele. Trent'anni dopo, il 29 novembre del 1947, una risoluzione delle Nazioni Unite tornò a incontrare quella realtà che ancora oggi si fa fatica ad accettare: la Palestina sarebbe stata il territorio di uno Stato palestinese e di uno Stato ebraico. Nessun paese arabo fu contento di quella soluzione che avrebbe seguito la fine del mandato britannico su quel territorio, ma era appunto la realtà.
Nella risoluzione 181 la questione di Gerusalemme venne risolta con uno speciale regime internazionale, ma si trattava ovviamente solo di una questione di tempo, Gerusalemme era destinata naturalmente a diventare la capitale d'Israele.
Fu la "Guerra dei sei giorni" nel giugno del 1967 a dare a Israele il controllo totale di Gerusalemme, una vittoria militare che fu innescata dai calcoli sbagliati del presidente egiziano Nasser, dall'occupazione della penisola del Sinai, dai piani per impedire allo stato israeliano di progredire, bonificare, costruire. Quando Nasser chiuse l'accesso allo stretto di Tiran alle navi israeliane segnò la sua fine. Gli israeliani sferrarono un attacco preventivo e vinsero la guerra in un lampo.
La mossa di Nasser fu un disastro, il presidente egiziano costruì una coalizione militare per preparare l'offensiva, ma peccò di eccesso di confidenza e sottovalutò le capacità militari di Israele, segnando così la sua fine e quella dei suoi alleati. Fu in quei giorni che Gerusalemme venne conquistata completamente dagli israeliani. Ci fu una guerra, ci fu un vincitore e ci furono dei vinti. Anche a Gerusalemme, non solo nella penisola del Sinai. Questo è il "dettaglio" storico che si tende a dimenticare, la realtà.
L'altro passaggio di questo processo ineludibile - la Storia ha una sua forza, una cinghia di trasmissione che non smette mai di produrre conseguenze - è altrettanto naturale: nel 1980 il parlamento israeliano proclama la città "completa e unita" capitale di Israele. Completa e unita. Non un frammento, ma tutta intera. Il fatto che l'Onu non abbia mai accettato questo passaggio, non significa che non sia una realtà. Gerusalemme è in ogni caso nauturalmente la capitale d'Israele. E lo sarebbe stata anche se il presidente americano Harry Truman nel 1947 non avesse appoggiato la nascita dello Stato di Israele sancita dalla risoluzione 181 delle Nazioni Unite. Truman ebbe il coraggio allora di guardare in faccia la realtà, accettarla e andare avanti. È esattamente quello che sta facendo Trump: accettare il dato di fatto e andare avanti.
Gli oppositori di Trump dicono che questa decisione innescherà disordini e minerà il processo di pace. Vera la prima (i disordini, ma la violenza non è mai cessata, anzi), falsa la seconda (il processo di pace). Siamo in presenza di una mistificazione perché la storia del conflitto israelo-palestinese e in generale l'equilibrio di forze in Medio Oriente in realtà non dipende dalla giurisdizione su Gerusalemme che dal 1967 è sotto il controllo totale di Israele. Un dato di fatto, ancora. La pace di cui si parla con retorica, senza i piedi per terra, si costruisce se Hamas smette di lanciare razzi sulle città israeliane, se i paesi arabi accettano la sovranità di Israele, se l'Iran chiude per sempre l'era del cancelliamo Israele dalla mappa, se Hezbollah fa altrettanto, se la Turchia non islamizza le istituzioni e termina l'era del doppio-giochismo di Erdogan, se, se, se... La soluzione dei due Stati, la cosiddetta pace, non è in bilico perché Gerusalemme è capitale, ma semplicemente perché al di là delle dichiarazioni ufficiali e non, in Medio Oriente settant'anni dopo il pensiero detto e non detto è ancora questo: Israele non deve esistere.
Nel ridisegno totale delle alleanze in Medio Oriente, la mossa di Trump ha una logica stringente: avvisare i rutilanti nuovi leader arabi che Washington non lascerà mai lo stato israeliano in balìa degli eventi. Quello che sta accadendo in quell'area è un riequilibrio di forze in cui la rivalità tra Arabia Saudita e Iran è destinata a crescere. I sauditi hanno un piano di ridisegno del loro Stato - pensate all'ondata di arresti di qualche settimana fa - e un piano di sviluppo economico che supera quello della petro-monarchia di Re Salman. Restare monarchia, ma senza il prefisso "petro" davanti. Israele ha una posizione fondamentale in questo Grande Gioco. È l'unico avamposto dell'Occidente in quell'area e la sua difesa è il primo punto del manuale di geopolitica: cade Israele, cade l'Occidente.
La decisione di Trump è inserita in un contesto di grandissimo cambiamento. Gli Emirati Arabi Uniti e l'Arabia Saudita l'altro ieri hanno firmato un accordo di cooperazione economica e militare che de facto supera l'assetto del Consiglio di cooperazione del Golfo, un forum che con questo accordo bilaterale è scavalcato, l'obiettivo è quello di isolare ancor di più il Qatar. I protagonisti di questo accordo sono due giovani leader a cui non manca il cervello ma potrebbe mancare la saggezza per evitare l'escalation dei conflitti, il principe della Corona saudita Mohammed Bin Salman, e il principe di Abu Dhabi, Mohammed bin Zayed al-Nahyan, sono i loro nomi quelli da seguire per oggi e gli anni che verranno, rappresentano le due principali economie del Golfo.
Queste sono le vere partite in corso. Il ridisegno di alleanze che non reggono più di fronte all'ondata della Storia. Quando Truman nel 1947 appoggiò con forza la risoluzione 181 che sanciva la nascita di Israele, la Cia gli raccomandò di non farlo perché ci sarebbero state violenze. Truman lo fece lo stesso, schierò gli Stati Uniti nella direzione del giusto e del reale, non si fece intimorire e alla fine fu vincitore. Trump come Truman? Non esageriamo, The Donald va controvento, ma quelli di Harry erano altri tempi. Molto interessanti. Senza forse troppo. Restiamo in America, c'è chi gode per la riforma fiscale e toh! è perfino il nemico di Trump.
04
Apple risparmierà 47 miliardi di tasse
Gli intelligenti a prescindere della Silicon Valley continueranno a odiarlo, ma una cosa è certa: la riforma fiscale di Trump per i titani dell'economia americana è un'occasione unica. Secondo il Financial Times il rientro della cassa detenuta all'estero con le nuove norme comporterà per la sola Apple un risparmio di 47 miliardi di dollari. Apple ha 250 miliardi di dollari di cassa all'estero, un quinto del totale delle aziende americanel, pari a circa 1300 miliardi di dollari. La corporate tax in America è pari al 35 per cento, nel nuovo regime per la cassa all'estero non eccederà il 14.5 per cento. Soldi, soldi, soldi. Quelli con la felpa fuori e il forziere dentro sanno come si fa ad avere un'immagine in progress e un conto da Wallstreeter: never Trump.
05
La buoncostume e Balthus
La presenza massiccia e ingombrante del cretino è un dato storico della società di cui abbiamo prove continue ogni giorno. Un libro di Fruttero e Lucentini intitolato "La prevalenza del cretino" si propose negli anni Ottanta di dare un po' di buoni consigli per difendersi dal problema della società contemporanea: il post-fesso. Nonostante il piano di difesa, il cretino è proliferato come i missili di Kim jong-un sotto l'amministrazione Obama e oggi ci troviamo in presenza dell'evoluzione del post-fesso in social-kretino che ha una morale e un'etica antropologicamente superiore.
Così la buoncostume americana ha colpito ancora e nel mirino dei perbenisti in servizio permanente effettivo è finito questo sublime quadro di Balthus (foto in alto) intitolato "Thérèse dreaming". Per gli iconoclasti armati di mutandoni di ghisa il quadro sarebbe niente meno che un'istigazione alla pedofilia. Notevole, i sottoscrittori della petizione online dovranno darsi parecchio da fare sulla storia dell'arte, è pieno di nudi, soggetti equivoci, richiami erotici, reificazioni varie di donne e uomini. E in quel dipinto di Balthus, in effetti, a pensarci bene, il gatto in quella posizione da micione ha qualcosa di disturbante, di sensuale, mon dieu, di conturbante. Via! Che venga spedito in cantina! L'opera di Balthus è esposta al Metropolitan Museum of Art di New York, la cosa stupefacente è che il portavoce del museo ha tentato perfino di articolare un discorso intelligente di fronte alla richiesta della buoncostume digitale con una serie di riferimenti ai "cambiamenti culturali", alla "discussione informata" e naturalmente al "rispetto per l'espressione creativa". Il politicamente corretto fa danni colossali, siamo giunti al giustificarsi di fronte all'idiozia.
Suggerimenti per la buoncostume in servizio, capolavori da catalogare come sconcezze che alimentano sogni proibiti. Il primo, un lavoretto del tutto sopravvalutato di Francisco Goya, La Maya Desnuda, circondare subito il Museo del Prado, a Madrid:
Il secondo dipinto sul quale occorre far riflettere la massa e agire prima che venga traumatizzata in maniera indelebile è un quadro di Diego Velàzquez, Venere e Cupido:
Benvenuti nell'era del proibizionismo pittorico. E dei social media dove invece tutto è permesso. Il sottosopra del contemporaneo.
05
YouTube non è Carosello 2
I lettori di List sanno che YouTube ha un problema: la piattaforma è piena di video dai contenuti "problematici". L'azienda a dire il vero prova a arginare la valanga di spazzatura e dopo l'ultimo episodio che ha causato l'interruzione dei contratti pubblicitari di alcuni grandi investitori, la risposta dell'amministratore delegato di YouTube, Susan Wojcicki, è stata questa:
Stiamo intraprendendo queste azioni perché è la cosa giusta da fare [...] Con l’evolvere e il modificarsi delle sfide per la nostra piattaforma, i metodi di intervento dovranno evolvere per rispondere nel migliore dei modi. Qualunque sia la sfida, il nostro impegno a contrastarla sarà costante e senza esitazioni. Prenderemo tutte le misure necessarie per proteggere la nostra community e assicurarci che YouTube continui a essere un luogo in cui i creator, gli inserzionisti e gli utenti possano crescere.
Bene. Il problema di YouTube e in generale di tutti i social network è che continuano a sfuggire al tema numero uno: hanno responsabilità editoriali si o no? La risposta del titolare è sì, quella delle aziende è sempre no. Nel caso di YouTube è palese che se non controlli il contenuto nella piattaforma video comincia a circolare il peggio dell'umanità. È la stessa YouTube a dire che "i revisori umani rimangono essenziali sia per rimuovere i contenuti sia per addestrare i sistemi di machine learning, perché il giudizio umano è fondamentale per prendere decisioni che tengano conto del contesto di ciascun contenuto". Resta l'eccessiva confidenza nella macchina, nell'intelligenza artificiale. Cosa dice YouTube sul tema? Questo:
Useremo le nostre tecnologie di machine learning all'avanguardia per rimuovere in modo rapido ed efficiente i contenuti che violano le nostre linee guida. A giugno abbiamo implementato questa tecnologia per segnalare i contenuti violenti ed estremisti per la revisione umana e abbiamo registrato enormi progressi.
Quali progressi? Eccoli:
- Dal mese di giugno ad oggi abbiamo rimosso oltre 150.000 video per estremismo violento.
- Il machine learning sta aiutando i team di revisori a rimuovere cinque volte più video di prima.
- Oggi, il 98 per cento dei video che rimuoviamo per estremismo violento sono flaggati dai nostri algoritmi di machine learning.
- I nostri progressi nel machine learning ci consentono oggi di rimuovere circa il 70 per cento dei video di estremismo violento entro 8 ore da quando vengono caricati e circa la metà in 2 ore. E la nostra rapidità continua a crescere.
- Da quando abbiamo cominciato ad utilizzare il machine learning per flaggare contenuti violenti ed estremisti a giugno, la tecnologia ha rivisto e flaggato una quantità di contenuti la cui valutazione avrebbe richiesto il lavoro di 180.000 persone, 40 ore a settimana.
Algoritmi, machine learning, sarà tutto certamente perfetto. Domani. Oggi no (suggerimento: inserite nel search box le parole "Syria" e "torture" e vedrete che bel mondo c'è online) e gli unici sulla faccia della terra che possono ancora fare un credibile lavoro di selezione, editing e pubblicazione sono i giornalisti. Certo, possiamo anche aprire un dibattito sulla qualità del giornalismo e delle redazioni, la capacità degli editori di fare il loro mestiere. Noi quel dibattito lo abbiamo superato, abbiamo fatto List.
06
Base lunare Alpha
Vi piaceva Spazio 1999? Non vi siete mai persi una puntata con il comandante Koenig? Allora questa notizia fa per voi (e il titolare di List). Da ieri l'Agenzia spaziale europea, l'Esa, sta discutendo in uno specifico workshop di due giorni una serie di contributi indipendenti per il progetto "Deep Space Gateway", la realizzazione di una stazione spaziale orbitante intorno alla luna. Il progetto partirà nel 2020 e servirà come base per il lancio di missioni umane nel sistema solare e nello spazio profondo. La stazione sarà integrata con il razzo SLS e la navicella Orion. Funzionano così:
Buon viaggio.
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2.3 Una volta confermato l'acquisto, l'intero costo dell'Abbonamento, così come specificato nel pacchetto
acquistato,
sarà addebitato anticipatamente sullo strumento di pagamento indicato dall'Utente.
2.4 Effettuando la richiesta di acquisto dell'Abbonamento, l'Utente acconsente a che quest'ultimo venga
attivato
immediatamente senza aspettare il decorso del periodo di recesso previsto al successivo articolo 4.
2.5 Per effetto dell'acquisto, l'Utente avrà diritto a fruire del Servizio per l'intera durata
dell'abbonamento;
l'Utente, tuttavia, non può sospendere per alcun motivo la fruizione del Servizio durante il periodo di
validità
dell'Abbonamento.
3. DURATA, DISDETTA E RINNOVO DELL'ABBONAMENTO
3.1 L'Abbonamento avrà la durata di volta in volta indicata nel pacchetto scelto dall'Utente (per esempio,
mensile o
annuale).
3.2 L'Abbonamento si rinnoverà ciclicamente e in modo automatico per una durata eguale a quella
originariamente scelta
dall'Utente, sino a quando una delle Parti non comunichi all'altra la disdetta dell'Abbonamento almeno 24
ore prima del
momento della scadenza. In mancanza di disdetta nel termine indicato, l'Abbonamento è automaticamente
rinnovato.
3.3 L'Utente potrà esercitare la disdetta in ogni momento e senza costi attraverso una delle seguenti
modalità:
seguendo la procedura per la gestione dell'Abbonamento all'interno del proprio profilo utente sia sul Sito
che
nell'Applicazione;
inviando una mail al seguente indirizzo: help@newslist.it.
3.4 Gli effetti della disdetta si verificano automaticamente alla scadenza del periodo di abbonamento in
corso; fino a
quel momento, l'Utente ha diritto a continuare a fruire del proprio Abbonamento. La disdetta non dà invece
diritto ad
alcun rimborso per eventuali periodi non goduti per scelta dell'Utente.
3.5 In caso di mancato esercizio della disdetta, il rinnovo avverrà al medesimo costo della transazione
iniziale, salvo
che il Fornitore non comunichi all'Utente la variazione del prezzo dell'Abbonamento con un preavviso di
almeno 30 giorni
rispetto alla data di scadenza. Se, dopo aver ricevuto la comunicazione della variazione del prezzo,
l'Utente non
esercita la disdetta entro 24 ore dalla scadenza, l'Abbonamento si rinnova al nuovo prezzo comunicato dal
Fornitore.
3.6 Il Fornitore addebiterà anticipatamente l'intero prezzo dell'Abbonamento subito dopo ogni rinnovo sullo
stesso
strumento di pagamento in precedenza utilizzato dall'Utente ovvero sul diverso strumento indicato
dall'Utente attraverso
l'area riservata del proprio account personale.
4. Recesso DEL CONSUMATORE
4.1 L'Utente, ove qualificabile come consumatore – per consumatore si intende una persona fisica che agisce
per scopi
estranei all'attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta, ha
diritto di
recedere dal contratto, senza costi e senza l'onere di indicarne i motivi, entro 14 giorni dalla data di
attivazione
dell'Abbonamento acquistato.
4.2 L'Utente può comunicare la propria volontà di recedere, inviando al Fornitore una comunicazione
esplicita in questo
senso mediante una delle seguenti modalità:
mediante raccomandata a.r. indirizzata alla sede del Fornitore;
per email al seguente indirizzo help@newslist.it;
4.3 Ai fini dell'esercizio del recesso l'Utente può, a sua scelta, utilizzare questo modulo
4.4 Il termine per l'esercizio del recesso si intende rispettato se la comunicazione relativa all'esercizio
del diritto
di recesso è inviata dall'Utente prima della scadenza del periodo di recesso.
4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.