7 Dicembre
Uno, due, Trump! Guida al nuovo (dis)ordine mondiale
La mossa su Gerusalemme, l'alleanza con l'Arabia Saudita, l'azzeramento di Yalta e il ritorno delle nazioni e delle sfere d'influenza. Due anni di cambiamento, cosa ci sarà nel 2018? Il discorso di Trump integrale: "Siamo realisti e vogliamo la pace".
Trump ha scelto: Gerusalemme è capitale e l'ambasciata degli Stati Uniti a Tel Aviv sarà trasferita. La mossa diplomatica è storica, dopo 22 anni la Casa Bianca trasforma in fatto concreto una legge del 1995 che prendeva atto della realtà di Israele e della città di Gerusalemme. La mossa è hard rock, ma in realtà il discorso con cui Trump ha annunciato la decisione è ricco di sfumature che vedremo tra poco. Come sempre, il mondo si divide: la decisione è un male, no è una mossa azzeccata. Anche qui a List abbiamo opinioni differenti, divergenti, diametralmente opposte. Il titolare di List e il socio spagnolo, Maite Carpio, ne hanno discusso pubblicamente con due commenti e un dialogo serrato su RadioList.
01
Il nuovo (dis)ordine mondiale
Il tema della pace in Medio Oriente si incrocia con un ridisegno dell'ordine mondiale che ormai è visibile: l'asse del Pacifico è sempre più potente, la Russia è tornata ad occupare il suo posto e la Cina è già una grande potenza che sta cercando il takeover sugli Stati Uniti e ha fissato anche la data del sorpasso durante l'ultimo congresso del Partito comunista cinese, l'anno è il 2050. Probabilmente avverrà prima perché la crescita e la demografia s'incrociano (e la Cina domina) e la rivoluzione americana non ha un finale già scritto, la battaglia tra repubblicani e democratici è in corso, questi ultimi sono intrappolati tra il fallimento di Hillary Clinton e la retorica di Obama sono in crisi e l'unica speranza che hanno si chiama "Russiagate" un'inchiesta che per ora ha ben poco arrosto e molto fumo da curva sud democratica (l'editorial board del Wall Street Journal ha chiesto l'altro ieri le dimissioni dello special counsel Robert Mueller), un processo politico che potrebbe perfino arrivare all'impeachment di Trump, ma con il risultato netto di...
Trump ha scelto: Gerusalemme è capitale e l'ambasciata degli Stati Uniti a Tel Aviv sarà trasferita. La mossa diplomatica è storica, dopo 22 anni la Casa Bianca trasforma in fatto concreto una legge del 1995 che prendeva atto della realtà di Israele e della città di Gerusalemme. La mossa è hard rock, ma in realtà il discorso con cui Trump ha annunciato la decisione è ricco di sfumature che vedremo tra poco. Come sempre, il mondo si divide: la decisione è un male, no è una mossa azzeccata. Anche qui a List abbiamo opinioni differenti, divergenti, diametralmente opposte. Il titolare di List e il socio spagnolo, Maite Carpio, ne hanno discusso pubblicamente con due commenti e un dialogo serrato su RadioList.
01
Il nuovo (dis)ordine mondiale
Il tema della pace in Medio Oriente si incrocia con un ridisegno dell'ordine mondiale che ormai è visibile: l'asse del Pacifico è sempre più potente, la Russia è tornata ad occupare il suo posto e la Cina è già una grande potenza che sta cercando il takeover sugli Stati Uniti e ha fissato anche la data del sorpasso durante l'ultimo congresso del Partito comunista cinese, l'anno è il 2050. Probabilmente avverrà prima perché la crescita e la demografia s'incrociano (e la Cina domina) e la rivoluzione americana non ha un finale già scritto, la battaglia tra repubblicani e democratici è in corso, questi ultimi sono intrappolati tra il fallimento di Hillary Clinton e la retorica di Obama sono in crisi e l'unica speranza che hanno si chiama "Russiagate" un'inchiesta che per ora ha ben poco arrosto e molto fumo da curva sud democratica (l'editorial board del Wall Street Journal ha chiesto l'altro ieri le dimissioni dello special counsel Robert Mueller), un processo politico che potrebbe perfino arrivare all'impeachment di Trump, ma con il risultato netto di trascinare l'America in una crisi costituzionale profonda, senza probabilmente far cadere il Presidente. Quest'ultimo nel giro di pochi giorni ha centrato l'obiettivo di una storica riforma fiscale, incassato il via libera della Corte Suprema al Muslim Ban e cambiato completamente la politica estera degli Stati Uniti in Medio Oriente cementando l'alleanza con l'Arabia Saudita, dando a Gerusalemme lo status di capitale (e se lo fanno gli Stati Uniti gli altri prima o poi seguiranno) e puntando a un accordo con Putin e Xi Jinping per ricostruire le "sfere di influenza" che l'illusoria "fine della storia" sentenziata con la caduta del Muro di Berlino in realtà non ha mai cancellato perché la storia non è mai finita, si tras-forma.
In mezzo a questo scenario di titani in movimento, c'è l'Europa, la bella addormentata. Stiamo aspettando tutti la Germania, croce e delizia dell'Europa, ma è chiaro che a Berlino qualcosa è cambiato forse per sempre e la naturale tendenza della Germania a guardare a Oriente e comportarsi come un'isola al centro del Vecchio Continente sarà sempre più accentuata. Merkel ha una crisi da risolvere in casa sua, non può perdere tempo con i paesi del Club Med e tanto meno con un presidente francese che chiacchiera molto ma alla prova dei fatti per ora sta rivelando i limiti di un popolo in crisi di identità, la "nevrosi" di cui parlò con estrema e dolorosa acutezza lo scrittore Michel Houellebecq alla vigilia delle elezioni presidenziali.
E in futuro cosa ci attende? Allacciate le cinture, andiamo avanti e indietro con la macchina del tempo del titolare di List. Va a Gin Martini.
02
Il calendario della rivoluzione
Il 2016-2017 è stato un biennio di straordinario e intenso cambiamento:
- La Brexit è stato il detonatore di spostamenti di senso, ha avviato processi fino a quel momento impensabili. Gli inglesi nella primavera del 2018 saranno ufficialmente "liberi", pronti a fluttuare in un nuovo mondo, con la Sterlina, la Regina e il loro innato senso per gli affari, i contratti, il commercio, la visione di un impero che in fondo ha ancora l'impero nella mente e nel cuore.
- L'elezione di Trump l'8 novembre del 2016 ha scoperchiato il pentolone dell'obamismo con il consenso personale ma il dissenso nel paese, la fine del clintonismo, della retorica della globalizzazione senza perdenti, il ritorno del Forgotten Man, del caminetto di Roosevelt e del jacksonismo nella forma della contemporaneità: Trump. Questo Presidente sopra e sotto le righe è destinato a entrare nella storia, nel bene e nel male. Gli effetti del suo arrivo alla Casa Bianca cominciano a vedersi adesso, sono di una potenza senza pari, l'America è sempre l'America e come diceva Winston Churchill "Si può sempre contare sull'America che faccia la cosa giusta, dopo avere esaurito tutte le possibilità di fare quelle sbagliate".
- Nel 2017 l'elezione di Macron in Francia ha scattato la foto in bianco e nero del socialismo europeo, una foto ricordo e la conferma dell'ascesa degli uomini senza partito (Trump, Macron, Putin).
- Le elezioni in Germania hanno cominciato a far scorrere i titoli di coda sulla straordinaria stagione di Angela Merkel e la fine dell'eccezionalismo tedesco.
- In Cina Xi Jinping è entrato nella Costituzione del Partito comunista cinese, onore riservato solo a Mao e Deng Xiaoping, l'uomo forte è a Pechino.
- L'altro è al Cremlino, si chiama Vladimir Putin e si prepara a un nuovo mandato presidenziale dopo aver sconfitto l'Isis e messo l'ipoteca sul futuro del Medio Oriente.
- In Medio Oriente la monarchia saudita si sta preparando alla successione al trono, presto Re Salman cederà lo scettro a Mohammed Bin Salman, il principe della Corona che sta guidando un processo di profondo cambiamento interno e un ridisegno di tutte le alleanze in quell'area geopolitica dove il confronto eterno con la Grande Persia, l'Iran, si farà sempre più intenso.
- Il Sudamerica è la casa della strage dell'illusione socialista, il Venezuela ne è solo il più distopico dei frutti, altri seguiranno.
- La piccola Italia, in questo scenario degno di un racconto di Tolkien, questo paese magistralmente raccontato una volta per tutte da Manzoni con i Promessi Sposi e da Collodi con Pinocchio, galleggia con un piccolo vascello che trasporta piccole biografie di piccoli uomini, una storia priva di grandezza ma ricca come sempre di speranza.
L'anno volge al termine, List sta guardando al futuro e il 2018 s'annuncia come un periodo in cui, posate le fondamenta nei due anni precedenti, vedremo innalzare i pilastri di un nuovo (dis)ordine mondiale. Sì, viviamo tempi interessanti. Forse troppo. Ma cosa ha detto Trump? Sui giornali ci sono i soliti spezzoni di discorso, List pubblica la traduzione integrale della dichiarazione di Trump. E ognuno di voi si farà la propria idea. E un bagno di realismo nei documenti ufficiali.
03
Il discorso di Trump su Gerusalemme capitale
di Donald J. Trump
La politica estera degli Stati Uniti si fonda sui principi del realismo, che inizia con un sincero riconoscimento di fatti semplici. Per quanto riguarda lo Stato di Israele, ciò richiede il riconoscimento ufficiale di Gerusalemme come capitale e il trasferimento dell'Ambasciata degli Stati Uniti in Israele a Gerusalemme non appena possibile.
Il Congresso, dopo il Jerusalem Embassy Act del 1995 (legge pubblica 104-45) (l'"Act"), ha esortato gli Stati Uniti a riconoscere Gerusalemme come capitale di Israele e a trasferire la nostra ambasciata in Israele in quella città. Il Senato degli Stati Uniti ha riaffermato la legge all' unanimità il 5 giugno 2017.
Ora, a 22 anni dal passaggio dell'Atto, ho stabilito che è giunto il momento che gli Stati Uniti riconoscano ufficialmente Gerusalemme come capitale di Israele. Questo tanto atteso riconoscimento della realtà è nell'interesse sia degli Stati Uniti che del perseguimento della pace tra Israele e i palestinesi.
Settant'anni fa gli Stati Uniti, sotto il presidente Truman, riconoscevano lo Stato di Israele. Da allora, lo Stato di Israele ha stabilito la sua capitale a Gerusalemme - la capitale del popolo ebraico fin dai tempi antichi. Oggi, Gerusalemme è la sede del governo di Israele - la sede degli Stati Uniti d' America, sotto la guida del Presidente Truman. Da allora, lo Stato di Israele ha fatto la sua capitale a Gerusalemme - la capitale del popolo ebraico stabilito in tempi antichi. Oggi, Gerusalemme è la sede del governo di Israele - la casa del parlamento israeliano, la Knesset, la sua Corte Suprema, le residenze del suo primo ministro e del presidente, e la sede di molti ministeri del governo. Gerusalemme è il luogo in cui funzionari degli Stati Uniti, compreso il Presidente, incontrano i loro omologhi israeliani. È pertanto opportuno che gli Stati Uniti riconoscano Gerusalemme come capitale di Israele.
Ho anche deciso che gli Stati Uniti trasferiranno la nostra ambasciata in Israele da Tel Aviv a Gerusalemme. Questa azione è coerente con la volontà del Congresso, espressa nell' Atto.
Le azioni odierne - riconoscere Gerusalemme come capitale di Israele e annunciare il trasferimento della nostra ambasciata - non riflettono un allontanamento dal forte impegno degli Stati Uniti per facilitare un accordo di pace duraturo. Gli Stati Uniti continuano a non prendere posizione su questioni relative allo status definitivo. I confini specifici della sovranità israeliana a Gerusalemme sono oggetto di negoziati sullo status definitivo tra le parti. Gli Stati Uniti non stanno assumendo una posizione sui confini o le frontiere.
Soprattutto, la nostra più grande speranza è la pace, anche attraverso una soluzione fondata sulla coesistenza di due Stati, se entrambe le parti sono d' accordo. La pace non è mai al di là della portata di coloro che sono disposti a raggiungerla. Nel frattempo, gli Stati Uniti continuano a sostenere lo status quo nei luoghi santi di Gerusalemme, anche sul Monte del Tempio, noto anche come Haram al Sharif. Gerusalemme è oggi - e deve rimanere - un luogo dove gli ebrei pregano al Muro occidentale, dove i cristiani camminano per le stazioni della Croce e dove i musulmani adorano la Moschea di Al-Aqsa.
Con la decisione odierna, la mia amministrazione riafferma il suo impegno di lunga data per la costruzione di un futuro di pace e sicurezza in Medio Oriente. E' tempo che tutte le nazioni civili e le persone rispondano al disaccordo con un dibattito ragionato - violenza non insensata - e che le voci giovani e moderate in tutto il Medio Oriente si rivendichino un futuro luminoso e bello. Oggi, dedichiamoci oggi a un cammino di reciproca comprensione e rispetto, ripensando a vecchi presupposti e aprendo i nostri cuori e le nostre menti a nuove possibilità. Chiedo ai leader del Medio Oriente - politici e religiosi; israeliani e palestinesi; ebrei, cristiani e musulmani - di unirsi a noi in questa nobile ricerca di una pace duratura.
Ora, quindi, io, Donald J. Trump, Presidente degli Stati Uniti d' America, in virtù dell' autorità che mi è stata conferita dalla Costituzione e dalle leggi degli Stati Uniti d' America, proclamiamo con la presente che gli Stati Uniti riconoscono Gerusalemme come capitale dello Stato di Israele e che l' Ambasciata degli Stati Uniti d'America in Israele sarà trasferita a Gerusalemme non appena possibile.
***
Cosa c'è dietro la mossa di Trump? Qual è il disegno che si cela dietro ogni singolo pezzo della scacchiera? L'azzeramento di Yalta. E il ritorno a Vestfalia.
04
Lo scenario. Azzera Yalta e torna a Vestfalia

di Daniela Coli
Cosa sta accadendo nel mondo, quale sarà il nuovo ordine internazionale? Ci sarà una nuova Yalta tra Trump, Putin e Xi? La situazione oggi è molto diversa da quella del 1945, casomai è il reset di Yalta. Allora nascevano due grandi imperi gonfi di ideologia, quello americano e quello russo sovietico, presenti con truppe o basi militari in ogni continente, oggi l’America di Trump non crede più sia nel proprio interesse l’ordine internazionale del secondo dopoguerra.
Per questo Trump ha eliminato i trattati di libero scambio con l’Europa e il Pacifico, si è ritirato dal Trattato di Parigi sul clima, da quello sull’immigrazione delle Nazioni Unite. Ha dichiarato obsoleta la Nato e ai vari G7 e G20 ha mostrato di preferire gli incontri bilaterali con Putin e Xi Jinping. L’America di Trump vuole rapporti bilaterali con gli Stati e non vuole più "esportare la democrazia", imporre agli altri popoli i propri valori e il proprio way of life. L’America non si ritira dal mondo, tutt’altro: è America First. Azzera Yalta e torna Vestfalia, che istituì il principio di sovranità degli Stati. In questo senso Trump è sovranista. Come Putin, King Donald, come lo chiama Nial Ferguson, vive in un altro mondo, come disse a Obama la Merkel del nuovo zar della Russia.
L’Europa non è presente, perché non è una potenza politica né militare. L’Europa sempre più senile vive su Venere, chiusa nei musei a discutere di Kant.
King Donald ha ereditato un paese in crisi, a cominciare dal disastro Medio Oriente, e deve contenere l’ascesa della Cina a superpotenza economica e la rinascita della Russia. Ha messo dazi alle merci di aziende americane che producono all’estero, ma non basta. Non è una nuova Yalta, non ci si divide il mondo. Trump, Putin e Xi trattano per risolvere questioni calde come l’Ucraina, la Crimea, la situazione in Medio Oriente e la Nord Corea. L’Europa non è presente, perché non è una potenza politica né militare. L’Europa sempre più senile vive su Venere, chiusa nei musei a discutere di Kant. Come una vecchia e ricca signora che beve troppi whiskey crede che gli americani continueranno a pagarle la difesa. L’Europa non si scompone neppure di fronte a immigrazioni apocalittiche che nel giro di 50 anni renderanno residui archeologici la Venere di Botticelli e tutti i suoi gioielli “patrimonio dell’Unesco”. Sta a guardare, chiusa nell’introspezione burocratica di Bruxelles, senza una strategia politica e militare.
Sull’Ucraina e la Crimea decideranno Trump e Putin: Kissinger consiglia a Trump di fare dell’Ucraina un corridoio collegato all’Europa e di lasciare la Crimea alla Russia. In Medio Oriente, come rivelò Seymour Hersh nel 2016, Pentagono e Cia collaborano dai tempi dell’Afghanistan con i russi e lo stesso è accaduto per la Siria. Trump ha inviato soldati per combattere Isis e Isis è stata distrutta, ma per il resto a Riyad ha chiesto ai paesi arabi, soprattutto all’Arabia Saudita, di fare la Nato araba e che siano gli Stati musulmani a combattere il terrorismo musulmano. Insomma, come dice Luttwak, se gli arabi vogliono scannarsi, fatti loro, non degli americani, oggi pieni di petrolio e gas.

Trump ha anche chiesto di normalizzare i rapporti con Israele e di riconoscere Gerusalemme capitale di Israele. Arabia saudita e Iran si faranno la guerra? Vedremo. A Xi Jinping Trump chiede di contenere la Corea del Nord: se la Cina s’impegna a contenere la Kim jong-un e normalizza le relazioni col Giappone, l’Asia potrebbe diventare autosufficiente. Come informano i corrispondenti dall’Asia del Wall Street Journal, manager e accademici cinesi e giapponesi s’incontrano e collaborano insieme da tempo, e i cinesi trovano assurda la retorica ufficiale antigiapponese.
A Cina e Giappone converrebbe normalizzare le relazioni e un’Asia autosufficiente. E converrebbe agli americani, meno spese militari per l’Asia, e rafforzamento della difesa americana sul Pacifico. E se poi tra Cina e altri stati asiatici scoppia una guerra? Fatti loro se non colpiscono l’America, anzi Steve Bannon sarebbe molto felice, perché le aziende americane dovrebbero scappare dalla Cina e riportare la produzione in America, finirebbe la globalizzazione. Insomma è la logica degli israeliani di fronte alle guerre tra arabi: se si ammazzano tra loro, non ammazzano noi. Anzi, noi potremmo anche guadagnarci. Viviamo in un mondo interessante, forse troppo, come si dice a List.
Con Trump cambia l’America e cambia il mondo. È il trionfo del realismo. È la presa d’atto che la pace è fiction,
Con Trump cambia l’America e cambia il mondo. È il trionfo del realismo. È la presa d’atto che la pace è fiction, come dice il titolare di List. Gli ultimi settant’anni con l’Onu e le tante istituzioni sovranazionali non sono stati certo anni di pace e non lo saranno neppure i prossimi. Sta solo finendo “l’insopportabile secolo decimonono” – come lo chiamava Leo Strauss – che voleva dare un senso al mondo e ha fatto più danni di quando si riteneva la guerra un fenomeno naturale, come la pioggia o il terremoto.
Trump ha trovato uno stato delle relazioni internazionali dominato dall’anarchica e ne ha preso atto. Per Hobbes lo status delle relazioni internazionali è proprio l’anarchia, lo stato di natura. Non è possibile alcun Leviathan tra gli Stati: quando c’è la guerra vince solo chi ammazza più nemici e porta più distruzione nel paese nemico. Morgenthau, nel 1961, in Politics among Nations, scrisse che Hobbes era immorale e l’Onu poteva cambiare il mondo, ma aggiunse che, quando è in gioco l’interesse nazionale, questo ha il sopravvento sui “valori universali”. Pare abbia vinto l’inglesaccio, per il quale la prima regola degli essere umani è il proprio interesse. Dopo tanto idealismo, forse occorre un po’ di self-interest.
05
Erdogan non l'ha presa bene
Quel sincero democratico chiamato Recep Tayyip Erdogan non l'ha presa benissimo. Il presidente della Turchia ha già detto che chiederà l'intervento del Papa e in partenza dalla Grecia ha ribabito che parlerà della questione Gerusalemme con Papa Francesco, con il presidente russo Vladimir Putin e con i leader di paesi occidentali come Germania, Regno Unito, Francia e Spagna. Cose turche.
06
Melania ha decorato la Casa Bianca
Nel frattempo, per nulla preoccupata dalle iniziative diplomatiche di Erdogan, Melania ha decorato la Casa Bianca. Tanti auguri.
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all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.