24 Ottobre
La caldaia e la matrioska
Speciale. Il discorso di Trump a Varsavia preoccupa il Cremlino. Accoglienza trionfale in Polonia (e Patriot in arrivo). Due ore di scontro e incontro con Putin ieri. E il protezionismo? Sorpresa, il G20 dice che si può fare
Com'è andato il G20 di Donald Trump? Questa è la prima domanda, quella che alla vigilia aveva una risposta sottintesa: "Andrà male perché tutti sono contro l'uomo nero a prescindere". Come sempre, la realtà si incarica di rimettere a posto i pezzi della scacchiera e il risultato - anticipato dall'agenzia tedesca Dpa - è di segno ben diverso. Nella dichiarazione conclusiva del vertice c'è un punto - enorme - a favore di Trump: i venti capi di Stato hanno ribadito l'impegno per il libero commercio, ma hanno anche ammesso che le pratiche di difesa sono legittime. Il protezionismo di tutti. Fine dei giochi. Gli Stati Uniti continueranno a usare i dazi come una leva, l'Europa potrà fare altrettanto nella sua partita d'acciaio con la Cina, Pechino dovrà tenerne conto e rispondere con la sua potenza di fuoco. E' una dichiarazione di compromesso, ma in quell'incontro di interessi c'è tutta la forza dell'America. Non c'è invece alcun accordo sul clima, ma nessuno si aspettava un dietrofront di Trump su un tema che era il cuore della sua campagna presidenziale. L'Armageddon per Trump è rinviato a data da destinarsi, lo scenario di fuoco non c'è, The Donal ora potrà andare a Parigi a festeggiare il 14 luglio con Macron, la caldaia degli Stati Uniti è sempre accesa (220 mila nuovi posti di lavoro in maggio), la matrioska di Putin resta un enigma, la Cina scopre che non basta diventare l'idolo dell'Homo Davos per conquistare il mondo, i missili della Corea del Nord troveranno una risposta in un'altra sede (citofonare il Pentagono), sulla Siria c'è una tregua fino al prossimo cecchino, il telefono rosso tra Washington e Mosca ha ripreso a squillare. Drin! Chi e? Make America Great Again, Vladimir.
"L'incontro con Putin è stato straordinario" ha commentato Trump stamattina. Può darsi,...
Com'è andato il G20 di Donald Trump? Questa è la prima domanda, quella che alla vigilia aveva una risposta sottintesa: "Andrà male perché tutti sono contro l'uomo nero a prescindere". Come sempre, la realtà si incarica di rimettere a posto i pezzi della scacchiera e il risultato - anticipato dall'agenzia tedesca Dpa - è di segno ben diverso. Nella dichiarazione conclusiva del vertice c'è un punto - enorme - a favore di Trump: i venti capi di Stato hanno ribadito l'impegno per il libero commercio, ma hanno anche ammesso che le pratiche di difesa sono legittime. Il protezionismo di tutti. Fine dei giochi. Gli Stati Uniti continueranno a usare i dazi come una leva, l'Europa potrà fare altrettanto nella sua partita d'acciaio con la Cina, Pechino dovrà tenerne conto e rispondere con la sua potenza di fuoco. E' una dichiarazione di compromesso, ma in quell'incontro di interessi c'è tutta la forza dell'America. Non c'è invece alcun accordo sul clima, ma nessuno si aspettava un dietrofront di Trump su un tema che era il cuore della sua campagna presidenziale. L'Armageddon per Trump è rinviato a data da destinarsi, lo scenario di fuoco non c'è, The Donal ora potrà andare a Parigi a festeggiare il 14 luglio con Macron, la caldaia degli Stati Uniti è sempre accesa (220 mila nuovi posti di lavoro in maggio), la matrioska di Putin resta un enigma, la Cina scopre che non basta diventare l'idolo dell'Homo Davos per conquistare il mondo, i missili della Corea del Nord troveranno una risposta in un'altra sede (citofonare il Pentagono), sulla Siria c'è una tregua fino al prossimo cecchino, il telefono rosso tra Washington e Mosca ha ripreso a squillare. Drin! Chi e? Make America Great Again, Vladimir.
"L'incontro con Putin è stato straordinario" ha commentato Trump stamattina. Può darsi, la stretta di mano tra Trump e Putin (nella foto Ansa pubblicata sopra) è stata vigorosa, Stati Uniti e Russia hanno ripreso a parlarsi, l'era del dialogo interrotto è finita, comincia un'altra storia. Quale? Quella di un duro confronto tra la Casa Bianca e il Cremlino sui dossier del presente. L'isolazionismo attaccato come una spilla radioattiva sulla giacca di The Donald è una costruzione retorica, la realtà non è solo America First, ma è anche America is back. E a Varsavia, in un discorso scientemente sottovalutato dai media tradizionali, Trump ha mostrato anche quello che dice il generale McMaster: America First non vuol dire America Alone. Significa nuove alleanze, nuovi equilibri, vecchi nemici e nuovi amici. Nella piazza della Rivolta di Varsavia Trump ha fatto un grande discorso di politica estera che rimette la chiesa America al centro della piazza del paese. Quale paese? E' in una parola che troviamo ripetuta dodici volte nel discorso del presidente americano, West. La piazza è l'Occidente, la chiesa è la nazione che dalla seconda guerra mondiale in poi ne ha portato la bandiera, gli Stati Uniti. A Varsavia Trump ha mostrato i pilastri della sua dottrina di politica estera: difesa dello spazio occidentale, un richiamo continuo alla volontà e identità del popolo, la costruzione di una sfera in cui libertà, democrazia e rule of law non sono una dichiarazione ma la costruzione di ogni giorno. La Polonia è uno spazio di eterno incontro e scontro, stretta a Ovest dalla Germania e a Est dalla maglia di ferro della Russia, è una terra di mezzo che ha subito invasioni a destra e a sinistra, dominazioni di segno diverso e con un denominatore comune: il totalitarismo. La storia di questo paese è l'eredità della Seconda guerra mondiale e poi della Guerra Fredda. La mappa racconta questo destino, il passato e il futuro:
Trump si piazza in questa terra di mezzo con le batterie dei missili Patriot schierate al confine e i radar puntati su Mosca e non a caso il contratto è stato siglato poche ore prima l'incontro tra Trump e il presidente polacco Andrzej Duda. L'accordo per la vendita del sistema missilistico americano alla Polonia è una mossa che il Cremlino non può lasciar passare come un fatto ineludibile. E' il segno che l'amministrazione Trump e il Pentagono non lasceranno più la mano libera a Putin. Non male, per un presidente che è sotto la lente dell'Fbi e del Congresso nel Russiagate. Se Trump è un amico, allora Putin avrà vita più facile con i nemici.
Il discorso di Trump a Varsavia è anche la fine della mitologica idea che agli americani della Nato non importa un fico secco. Era ed è una forzatura con una partita doppia: Trump non considera la Nato finita, ma chiede più soldi agli alleati (che saranno costretti a mettere mano al portafoglio, proprio per non restare con il fianco scoperto) e una ridefinizione della missione dell'Alleanza. Nella piazza della Rivolta di Varsavia Trump è stato chiaro: "Gli americani sanno che una forte alleanza di nazioni libere, sovrane e indipendenti è la migliore difesa per le nostre libertà e per i nostri interessi. Per questo motivo la mia amministrazione ha chiesto che tutti i membri della Nato soddisfino definitivamente il proprio obbligo finanziario in modo pieno e giusto". La Nato è lo strumento militare, ma è il popolo il centro del suo intervento, la parola "people" compare nel discorso trentadue volte. E' un'iterazione che ha una scopo preciso, affermare una visione della contemporaneità.
La sortita di Trump in Polonia è stata completamente "bucata" nel suo significato dai media italiani (poco male, non sono fondamentali per capire cosa accade nel mondo) ma anche altri outlet dell'informazione europea hanno lasciato scorrere le parole come se non fosse successo niente. La ragione si capisce, Trump ha scritto una sceneggiatura che è completamente opposta a quella obamiana. David French, sulla National Review, con la sua solita acutezza coglie il nocciolo del discorso: "Le sue parole, secondo me, incapsulano la differenza tra le idee Trump articolate ieri e le idee fondamentali di molti dei suoi critici liberali". Ma attenzione, French - che ha una capacità di analisi e visione non comuni - mette nel mazzo degli universalisti senza terra sotto i piedi non solo Obama, ma anche il presidente repubblicano George W. Bush. Bingo. I valori a cui facevano riferimento Obama e Bush sono sospesi in aria, sono frutto delle idee dell'establishment politico e intellettuale, mentre quelli citati da Trump sono incastonati nell'esperienza dell'Occidente. Vedremo quanto tutto questo sarà in sintonia con la realtà e la storia. Ma siamo di fronte a un fatto nuovo. Il passaggio chiave del discorso del presidente è questo: "Dobbiamo ricordare che la nostra difesa non è solo un impegno di denaro, è un impegno di volontà. Perché, come ci ricorda l'esperienza polacca, la difesa dell'Ovest si basa in ultima analisi non solo sui mezzi, ma anche sulla volontà del suo popolo di prevalere e di avere successo e ottenere ciò che si deve avere. La questione fondamentale del nostro tempo è se l'Occidente abbia la volontà di sopravvivere. Abbiamo la fiducia nei nostri valori per difenderli a qualsiasi costo? Abbiamo abbastanza rispetto per i nostri cittadini per proteggere le nostre frontiere? Abbiamo il desiderio e il coraggio di preservare la nostra civiltà di fronte a coloro che vogliono rovesciarla e distruggerla?". Per Trump non esiste l'uomo buono in sé, non ha paura di evocare il nemico, non imbelletta lo scenario contemporaneo di utopia universalista. Forse troppo duro, per le anime belle tutto questo è inconcepibile, finché la minaccia, il cattivo, non bussa alla porta di casa. Le cose spiacevoli succedono sempre agli altri, questo è il pensiero dell'Homo Davos quando gli fanno notare che i perdenti della globalizzazione esistono, questa è la reazione dell'Homo Europeus di fronte allo smarrimento di chi non ha lavoro e si sente perduto. E' il mantra delle presunte classi colte in carrozza non vedono, non sentono, ma dopo aver sbagliato ogni previsione spiegano agli altri la loro superiorità antropologica che tutto spiega e tutto vede. Mettersi in discussione mai, impartire lezioni al prossimo sempre.
E' lo scontro dei due mondi e se stai in mezzo al campo di battaglia con le lenti del moral bias, il pregiudizio morale, hai due strade e un esito certo: le due strade sono facili, non capisci oppure capisci e non riporti quello che disturba i tuoi desideri; l'esito è inesorabile: finisci per fare analisi sbagliate. E' un film già visto: sul palcoscenico si agitano le stesse sagome che non avevano visti i traccianti della Brexit e davano Hillary Clinton vincente senza bisogno neppure di fare campagna elettorale. Poi è arrivata la realtà, onesta, puntuale, inesorabile. Come a Varsavia. Obama è stato un presidente del Pacifico, ma nel frattempo nell'Anglosfera stava succedendo qualcosa che avrebbe impresso una svolta (vedremo in seguito se positiva o negativa) alla storia d'Europa e degli Stati Uniti. Lo stesso macronismo è figlio di questo racconto, è l'emersione di un altro capitolo del romanzo che la storia sta scrivendo davanti ai nostri occhi: un giovane di belle speranze, un uomo senza partito, fonda la sua start-up politica e in sei mesi spazza via i partiti del Novecento francese. En Marche! Aux Armes! Le parole dell'inno nazionale. E la presa della Bastiglia. Non a caso Macron ha invitato Trump alle prossime celebrazioni del 14 luglio a Parigi: la rivoluzione di Parigi e Washington, la corrente della Senna e del Potomac, hanno ripreso il cammino in una nuova forma.
Varsavia è uno snodo di quest'opera in fieri. La stretta di mano di Amburgo tra Putin e Trump ne è la conseguenza: guerra e pace, armistizio, tregua e offensiva sono nelle mani di queste due figure. Le prove tecniche di questo confronto passano per la via di Damasco. Qualcuno resterà folgorato? Può darsi. Il titolare di List fa il suo mestiere: prende nota delle mosse sulla scacchiera, unisce i punti di un discorso solo in apparenza senza un percorso finale, raccoglie le tessere del mosaico. I fatti esistono, sono là, brillano come sassolini nel bosco. Sono la spesa militare in crescita esponenziale di Russia e Cina, per esempio:
L'era obamiana aveva lasciato a Putin uno spazio di manovra enorme, la dottrina della red line senza conseguenze in Siria, il ritiro senza strategia in Iraq hanno dato allo stratega russo l'occasione per catapultarsi là dove gli americani non c'erano più. Obama ha consentito alla Cina di manovrare liberamente nell'area dell'Asia-Pacifico, ha lasciato che Kim Jong-un proseguisse indisturbato lo sviluppo del suo programma nucleare e balistico, ha aperto al nucleare dell'Iran ma senza preoccuparsi dell'attivismo delle milizie (regolari e non) sciite in Medio Oriente, il risultato ieri è stato un incontro tra Trump e Putin che doveva durare trenta minuti e si è protratto per due ore. Gli spifferi della cronaca raccontano di un Trump che ha chiesto spiegazioni sulle interferenze dei russi nella campagna presidenziale (che Putin ha negato), di una complicata e fragile tregua in Siria (Trump vuole la caduta di Assad, Putin una transizione lunga), di una crisi dei missili con la Corea del Nord che sta andando verso l'escalation militare (Trump chiede alla Cina e alla Russia azioni forti, Putin e Xi pensano che la pazienza con Kim abbia un senso), di un problema alla nitroglicerina in Ucraina (Trump vuole la fine delle ostilità a Est, Putin le alimenta perché vede a Kiev un governo che opprime le popolazioni russofone). In mezzo a questo scambio, il reticolo di gasdotti e oleodotti della Russia verso l'Europa, lo shake Oil e shale gas degli Stati Uniti, le navi americane che trasportano gas liquido in tutto il mondo (e qui Trump ha evocato la dipendenza energetica della Polonia da Gazprom), le truppe che marciano, i caccia che bombardano, gli hacker che fanno la guerra cibernetica, la disinformatia dell'intelligence, la cavalleria corazzata che galoppa, il mestiere delle armi, l'arsenale dell'indicibile, la potenza nucleare di Washington e Mosca
Non era l'incontro di due esponenti del circolo di ricamo e cucito, ma il vertice tra due uomini che hanno in mano la valigetta con i codici di lancio delle testate atomiche. In Germania, ancora una volta la storia gioca a dadi, le due superpotenze hanno cominciato un'altra partita. America e Russia. Trump e Putin. La caldaia è sempre accesa, la matrioska è sempre una sorpresa.
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che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.