15 Febbraio

Ripiego e rilancio, il gioco di Putin

La Russia fa arretrare le truppe ai confini con l'Ucraina, ma Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia chiedono le prove del ritiro. Scholz cerca di rassicurare l'uomo del Cremlino che replica: "La questione dell'allargamento Nato va risolta subito". Putin ha a disposizione due risultati buoni su tre, ma non può permettersi di combattere una guerra che pure vincerebbe facile. La lezione della storia e la "Piccola Russia"

A che ora è la guerra? Facciamo un rapido punto nave della giornata:  Vladimir Putin ha colto in contropiede gli Stati Uniti e il Regno Unito e ordinato il ritiro delle truppe dalle postazioni al confine con l'Ucraina (in mattinata la Difesa russa ha comunicato il rientro delle truppe del distretto militare meridionale russo dalla Crimea alle loro basi in Dagestan e Ossezia del Nord). La mossa è arrivata nel giorno dell'incontro con la Germania (il paese più esposto alla crisi, tutta una questione di gas, vedere alla voce Nord Stream 2). Il cancelliere Olaf Scholz al Cremlino aveva una gran voglia di chiudere la crisi, ha detto che le differenze restano ma l'importante è parlarsi (Putin aveva il sorriso del gatto che gioca con il topo) e mentre si svolgeva una conferenza stampa dove la Russia mostrava la sua capacità di manovra diplomatica (e militare), a Washington e Londra è partita un'altra sceneggiatura: Mosca dimostri che il ritiro delle truppe è reale. Traduzione: non crediamo a Putin, il ripiego è solo un arretramento, ma le truppe restano pronte all'azione. Il fatto dal punto di vista strategico, vista da Mosca, ha una logica di ferro: arretri, ma non lasci il campo completamente visto che non hai ancora ottenuto l'obiettivo finale.

Il tavolone di Putin. Mosca, Cremlino, l'incontro tra il presidente russo e il cancelliere tedesco Olaf Scholz (Foto Epa).

Quale obiettivo? Lo ha chiarito Putin: "La questione dell'allargamento della Nato va risolta subito". E così ha gelato Scholz il quale cercava di rassicurare il presidente russo in tutti i modi, prima dicendo che "anche Kiev deve rispettare gli accordi" e poi sottolineando che l'adesione di altri paesi all'Alleanza "non è in agenda". C'è solo un dettaglio, l'agenda di Putin è più lunga di quella di Scholz. Alla posizione guardinga di...


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