17 Febbraio
Il gioco al rialzo di Biden e Putin
Crisi Ucraina. Washington: invasione imminente. Mosca: ritirare le forze dal sud-est Europa e dai Baltici. Blinken: la Russia potrebbe fabbricare un pretesto. Telefonata tra Draghi e Biden che oggi terrà un vertice virtuale con Italia, Canada, Francia, Germania, Polonia, Romania, Regno Unito, Unione Europea e Nato. Intanto a Roma la maggioranza va sotto in Parlamento, il premier ai partiti: garantire i voti o non si va avanti. Colloquio con Mattarella
Che succede? Joe Biden ha chiamato Mario Draghi, un comunicato della Casa Bianca spiega che nel colloquio telefonico i due leader hanno discusso degli "sforzi diplomatici e di deterrenza in corso in risposta al continuo rafforzamento della presenza militare russa ai confini con l'Ucraina" e ribadito il "sostegno alla sovranità e integrità territoriale dell'Ucraina" e la prontezza a imporre "severi costi economici se la Russia invade". Il presidente americano oggi terrà un vertice virtuale con i leader di Italia, Canada, Francia, Germania, Polonia, Romania, Regno Unito, Unione Europea e Nato. La notizia è stata diffusa dall'ufficio del premier canadese Justin Trudeau. C'è un'accelerazione diplomatica occidentale che corrisponde a una situazione sul campo che si sta deteriorando.
La guerra di parole sulla crisi in Ucraina tra Stati Uniti e Russia sembra fuori controllo. Le ultime ore hanno visto un'escalation incredibile di dichiarazioni, la riunione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu (nella foto che apre questo numero di List) si è svolta in un clima teso, lontano dalla pace, troppo vicino a una guerra che per gli Stati Uniti è questione di un attimo. Secondo la Casa Bianca l'invasione di Mosca è di nuovo "imminente", la risposta del Cremlino continua ad essere quella dei giorni scorsi (nessuna invasione), ma questa volta di fronte alla pressione crescente e allo stallo il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, ha detto che "la Russia dovrà reagire, anche attraverso misure tecniche e militari, in mancanza di una disponibilità degli Usa a discutere delle garanzie alla propria sicurezza". Cosa intende? Abbiamo la sensazione che lo scopriremo presto (e non è detto che sia un'invasione, ma una carta di Putin diversa da quelle attese). Lavrov a sua volta chiede "il ritiro di tutte le forze e le armi dal sud-est Europa e dai Baltici". Si gioca al rialzo.
Le...
Che succede? Joe Biden ha chiamato Mario Draghi, un comunicato della Casa Bianca spiega che nel colloquio telefonico i due leader hanno discusso degli "sforzi diplomatici e di deterrenza in corso in risposta al continuo rafforzamento della presenza militare russa ai confini con l'Ucraina" e ribadito il "sostegno alla sovranità e integrità territoriale dell'Ucraina" e la prontezza a imporre "severi costi economici se la Russia invade". Il presidente americano oggi terrà un vertice virtuale con i leader di Italia, Canada, Francia, Germania, Polonia, Romania, Regno Unito, Unione Europea e Nato. La notizia è stata diffusa dall'ufficio del premier canadese Justin Trudeau. C'è un'accelerazione diplomatica occidentale che corrisponde a una situazione sul campo che si sta deteriorando.
La guerra di parole sulla crisi in Ucraina tra Stati Uniti e Russia sembra fuori controllo. Le ultime ore hanno visto un'escalation incredibile di dichiarazioni, la riunione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu (nella foto che apre questo numero di List) si è svolta in un clima teso, lontano dalla pace, troppo vicino a una guerra che per gli Stati Uniti è questione di un attimo. Secondo la Casa Bianca l'invasione di Mosca è di nuovo "imminente", la risposta del Cremlino continua ad essere quella dei giorni scorsi (nessuna invasione), ma questa volta di fronte alla pressione crescente e allo stallo il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, ha detto che "la Russia dovrà reagire, anche attraverso misure tecniche e militari, in mancanza di una disponibilità degli Usa a discutere delle garanzie alla propria sicurezza". Cosa intende? Abbiamo la sensazione che lo scopriremo presto (e non è detto che sia un'invasione, ma una carta di Putin diversa da quelle attese). Lavrov a sua volta chiede "il ritiro di tutte le forze e le armi dal sud-est Europa e dai Baltici". Si gioca al rialzo.
Le posizioni sono lontanissime e le parole, come vedremo, sono roventi. Joe Biden dice che un attacco russo in Ucraina è possibile "nei prossimi giorni", il presidente americano pensa che la Russia stia preparando un'operazione militare sotto "falsa bandiera" in Ucraina. Sono accuse pesanti che stanno cadendo come macigni sulle prospettive di una de-escalation tra Washington e Mosca.
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Mentre soffiano venti di guerra, il premier Mario Draghi è stato ricevuto dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, l'incontro è avvenuto nel giorno di un difficile Consiglio europeo che discute di un conflitto potenziale nel cuore dell'Europa, inoltre la maggioranza che sostiene il governo dà segni di sfibramento, siamo già in un clima pre-elettorale. Facciamo il nostro giro di giostra, seguite il titolare di List.
01
Draghi ai partiti: garantire i voti in Parlamento o non si va avanti
Il governo ha problemi di tenuta in Parlamento, la notte scorsa è andato sotto quattro volte in Commissione alla Camera sul milleproroghe. Brutto segno. Draghi ha detto ai capi-delegazione della maggioranza quali saranno le conseguenze del logoramento: "Vanno garantiti i voti in Parlamento oppure non si va avanti". Traduzione: se pensate di usarmi e consumarmi per la campagna elettorale, vi lascio ai vostri giochi. Tra le misure approvate contro il parere del governo, il Parlamento ha innalzato il tetto al possesso di contanti da mille a 2mila euro. La riunione - afferma uno dei presenti a Palazzo Chigi - è stata "tutta politica". Ci sono problemi da risolvere sul piano dei rapporti tra i partiti e tra questi e il premier. Domani dovrebbe riunirsi il Consiglio dei ministri per varare un decreto legge contro il caro-bollette, il clima non è dei migliori.
02
I referendum e una Repubblica senza via d'uscita
Il quadro interno è quello di un avvio di campagna elettorale, dopo l'elezione del Presidente della Repubblica si è rotto il quadro precedente di pax e emergenza e la conferma di Mattarella e Draghi a Palazzo Chigi non sembra sufficiente per assicurare la stabilità dell'esecutivo, serve un impegno dei leader e dei gruppi parlamentari. I referendum approvati dalla Consulta - e lo scambio di colpi tra i partiti che ne è scaturito - sono un altro fattore che accelera il cambio di scena.
La Corte Costituzionale ha dato il via libera a cinque referendum e ne ha bocciati due, il no a eutanasia e cannabis non è clamoroso per le conseguenze (nulle, si continuerà a fumare e morire come prima e il tempo dirà chi aveva ragione), ma per il sotto-testo che fa emergere la tendenza conservatrice della Consulta, i giudici hanno sostanzialmente detto che il popolo non è maturo (e ci sarebbero perfino tensioni sociali) per andare a votare su temi che riguardano la sfera individuale, le più intime scelte. È un altro segnale della malattia della democrazia (che è un metodo di governo, bisogna ricordarlo) che non riesce più a garantire la libertà. Consoliamoci con Winston Churchill: "È stato detto che la democrazia è la peggior forma di governo, eccezion fatta per tutte quelle altre forme che si sono sperimentate finora". A questo dato "culturale" della Consulta (dell'intero paese, ne è in fondo lo specchio) va aggiunta la tensione politica crescente. I referendum sulla giustizia sono promossi dalla Lega, il Movimento Cinque Stelle ha anticipato il suo No, il Pd è tra due fuochi e molti nel partito sostengono i quesiti, i piccoli partiti di centro si stanno riorganizzando in vista di una legge elettorale proporzionale. Quadro magmatico, può succedere di tutto, è partita la corsa a conquistare con le unghie uno spazio di dibattito, il consenso dell'opinione pubblica.
C’è il visto si stampi per i referendum sulla giustizia, è una buona notizia: abolizione della Legge Severino, stop all’abuso della custodia cautelare, separazione delle carriere dei magistrati, elezioni del Csm, riforma dei consigli giudiziari. I referendum sono sacrosanti, la riforma Cartabia non scalfisce neanche un po’ la magistratura dunque vanno votati per dare una scossa all’albero, ma il quadro politico è da battaglia all'ultimo voto e alla fine saranno le Camere a legiferare, dunque anche la fiammella referendaria potrebbe spegnersi perché con questo Parlamento (e il prossimo sarà anche peggiore: taglio dei parlamentari, scomparsa dei partiti e nascita di clan elettorali, riforma del voto in senso proporzionale, manca solo l'invasione delle cavallette) abbiamo solo una certezza: la giustizia ha buone probabilità di continuare ad essere quella angosciante dell'innocente di Kafka: “Non c’è via d’uscita”.
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Giustizia? Abbiamo una notizia da contrappasso dantesco. Chi l'avrebbe mai detto... trent'anni fa.
03
Davigo rinviato a giudizio il giorno del trentennale di Mani Pulite
Oggi scocca il trentennale di Mani Pulite, in questo giorno, nel 1992, fu arrestato Mario Chiesa, presidente del Pio Albergo Trivulzio. Sembrava una banale storia di mazzette a Milano, niente più. Venne giù tutto. Trent'anni dopo, oggi, l'ex consigliere del Csm Piercamillo Davigo, colui che fu il "Dottor Sottile" del pool di Milano, è stato rinviato a giudizio dal gup di Brescia, Federica Brugnara, con l'accusa di rivelazioni d'atti d'ufficio. Il caso è quello della diffusione dei verbali coperti da segreto istruttorio resi dall'avvocato siciliano Piero Amara sulla presunta esistenza della loggia 'Ungheria'. Trent'anni dopo, la storia gioca a dadi, va in testacoda con un sublime contrappasso. Sempre Kafka, un aforisma definitivo per questa storia: "Una gabbia andò in cerca di un uccello".
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Tra Kafka e gabbie, riforme promesse e difficili da mantenere, cerchiamo l'evasione, siamo in fase Papillon. Ma sulla strada sempre Kafka ritroviamo, perché la crisi tra Stati Uniti e Russia sull'Ucraina sta diventando un fiammeggiante teatro dell'assurdo e quando non si capisce niente allora scatta l'istante in cui qualcuno preme il grilletto.
04
Sette fatti da allarme rosso sulla crisi tra Washington e Mosca
Scoppierà la pace? I ministri degli Esteri di Stati Uniti e Russia, Anthony Blinken e Serghei Lavrov (Foto Epa).In Ucraina sembra di assistere alla preparazione della guerra, la classica fase in cui si cerca "l'incidente", poi si troverà un colpevole. Elenco un paio di fatti:
1. Yaşar Halit Cevik, responsabile Osce, ha riferito che ci sono state 500 esplosioni nella notte, principalmente nell'Oblast di Luhansk (est dell'Ucraina). Colpi di mortaio sono caduti in alcuni villaggi vicini al Donbass occupato. Un asilo è stato colpito in pieno giorno, nel villaggio di Stanytsia Luhanska, i bambini erano presenti. Nessuna vittima, tre feriti, i bimbi erano lontani dal punto di impatto dei proiettili. Nell'area non si è mai smesso di sparare, ma oggi questo fa notizia e spinge i fatti verso terre senza mappa.
2. Il segretario di Stato Anthony Blinken alle Nazioni Unite: "La pressione militare russa sul'Ucraina è una sfida ai fondamenti dell'Onu e dell'ordine internazionale basato sulle regole". Sempre Blinken, in piena fase oracolare: "La Russia potrebbe fabbricare un pretesto per l'invasione" come "un attentato terrorista sul suolo russo, la scoperta di una fossa comune o un attacco di droni sui civili". Ancora lui, Blinken: "L'obiettivo degli Stati Uniti non è iniziare una guerra, ma evitarla". Blinken ha chiesto a Lavrov un incontro la prossima settimana. Bisognerebbe fare questo, incontrarsi e parlare seriamente, le dichiarazioni incrociate di queste ore sono come proiettili.
3. E infatti... la risposta a Blinken arriva dal vice ministro degli Esteri russo, Sergey Vershinin: gli scenari militari evocati dal segretario di Stato al Consiglio di Sicurezza dell'Onu, sono "pericolosi" e "deplorevoli".
4. Il presidente dell'Ucraina Volodymyr Zelensky in un'intervista al sito Rbk Ucraina, è laconico e in fondo realista: "Nessuno è pronto a morire per noi".
5. Il Wall Street Journal scrive che la Russia ha inviato un report al Consiglio di Sicurezza Onu in cui si afferma che nel sud-est dell'Ucraina sono stati commessi crimini di guerra, nel documento si parla di "genocidio della popolazione russofona del Donbass". Vladimir Putin ha usato la parola "genocidio" durante l'incontro con il cancelliere tedesco Olaf Scholz l'altro ieri al Cremlino. Le parole in Russia contano, Putin non parla mai a caso.
6. Il dipartimento di Stato Usa ha confermato l'espulsione da parte di Mosca del vice ambasciatore americano in Russia Bart Gorman.
7. Le Borse europee hanno chiuso in rosso:
Wall Street è andata in immersione rapida e non è più risalita in superficie:
I mercati seguono le dichiarazioni dei leader politici e virano sullo scenario della guerra. Una crisi gestita in questa maniera rischia di trasformarsi in qualcosa di altamente infiammabile.
05
Mosca: ultimatum inaccettabili
La Russia ha consegnato agli Stati Uniti le risposte alle controproposte americane sulle garanzie di sicurezza. "Gli ultimatum sul ritiro delle truppe da alcune aree del territorio russo, accompagnate dalla minaccia di sanzioni più severe, sono inaccettabili e minano le prospettive di raggiungere accordi reali", avverte Mosca nella lettera di 10 pagine consegnata all'ambasciatore americano nella Federazione russa.
La Chiesa dei Dodici Apostoli nel complesso delle Cattedrali del Cremlino (Foto Epa).Gli Stati Uniti continuano a dire che la guerra è imminente, solo che l’invasione della Russia in Ucraina doveva essere la questione di un attimo, secondo l’infallibile intelligence di Washington l’invasione era... l'altro ieri, quella del mercoledì, definita “imminente” dai vari “funzionari” che hanno dato la loro versione della storia. Sembra di stare di nuovo sulla scena del disastro di Kabul, con una serie di personaggi che comparivano in video e raccontavano una realtà parallela mentre il ritiro americano diventava una tragedia. Sappiamo com’è andata a finire. Cosa accadrà tra Mosca e Kiev? La Russia ha negato di voler agire, ma a questo punto tutto appare sospeso a mezz'aria.
06
Le bucce di banana di Biden che cola a picco nei sondaggi
La diplomazia di Biden è quella dell'annuncio preventivo, lancio la palla e vedo cosa succede. Il problema dell’amministrazione è lui, il presidente, lo scrive anche l’Economist colto da un improvviso sprazzo di lucidità su quel che sta accadendo nella rabdomantica politica americana.
The Economist e Joe Biden che scivola nello Studio Ovale sulle bucce delle banane che ha mangiato.Trump era solo il primo sintomo di una malattia degenerativa delle istituzioni americane. I sondaggi sono terrificanti, l’inflazione galoppa e la pompa di benzina per Biden è un incubo. Ecco la curva del gradimento del presidente americano, media dei sondaggi rilevata da Five Thirty Eight:
Il 53,1% degli americani non approva il lavoro del presidente. Passo e chiudo. Anzi no.
07
Joe e BoJo, la campagna di Washington e Londra
La linea dura dell'Anglosfera con la Russia. Joe Biden e Boris Johnson durante il vertice sull'ambiente a Glasgow, leader in crisi di consenso in patria (Foto Epa).Serve altro? Una soluzione, cribbio. Non c'è bisogno di alimentare teorie cospiratorie, tutto è squadernato nelle parole dei protagonisti. Il conflitto diplomatico è aperto da mesi e si è intensificato (e complicato) in queste ultime settimane. Allora c'è chi pensa che l’escamotage retorico di una guerra annunciata sia una buona leva per tirare su i sondaggi della Casa Bianca e provare a non perdere la maggioranza del Congresso alle elezioni di mid-term di novembre. Non importa quanto sia deliberata o inconscia questa condotta, il fatto è che è visibile. La campagna di comunicazione sulla Russia ha chiaramente questa intenzione - fatta in tandem con il Regno Unito, non a caso guidato da un altro leader in difficoltà con l’opinione pubblica, Boris Johnson - e non è una sorpresa, la guerra è prima di tutto informazione (e disinformazione) da sempre, ma si sta dispiegando in maniera talmente goffa da diventare pericolosa, rischia andare fuori controllo, cosa che gli alleati europei hanno capito e i russi cavalcano per alimentare le divisioni tra alleati nella Nato. Tutti stanno cercando di sminare il terreno che la Casa Bianca coltiva con i suoi errori (le banane disegnate dall'Economist) e sia chiaro, non sono tutti errori suoi, perché il non aver mai costruito dal crollo del Muro di Berlino a oggi uno spazio di sicurezza comune in Europa - con la Russia, non contro - è una colpa grave che ricade su tutto l’Occidente.
Vladimir Putin mantiene il suo schieramento di truppe ai confini con l’Ucraina e anche questo elemento denunciato come la prova di un'invasione "imminente" non può sorprendere nessuno, a meno che non si pensi che i russi nel loro territorio si facciano dettare le mosse da Washington. Queste sono cose che servono alla propaganda, la realtà del Cremlino è che deve difendere le attuali postazioni per una semplice e inesorabile (anche per Putin) ragione strategica: deve mantenere la pressione diplomatica sugli Stati Uniti e gli alleati sulla sola questione che conta in questa storia: l’allargamento della Nato a Est. La Russia chiede di fermare questo processo in corso dalla caduta dell'Urss (1991), vuole un impegno scritto in un accordo ampio sulla sicurezza in Europa (e su questo punto è difficile dire che il tema è pretestuoso, parlano i fatti), il resto è poesia con l’intermezzo di qualche colpo di cannone e movimenti di truppe che non fanno presagire nulla di buono, in giro c'è troppa polvere da sparo. E nel Donbass ci sono segnali pessimi, il fuoco si è intensificato.
La Russia ha aumentato la sua presenza sul confine ucraino con almeno "7.000 militari, alcuni dei quali sono arrivati mercoledì”, ha detto un alto funzionario della Casa Bianca e si capisce solo una cosa: gli Stati Uniti a loro volta devono mantenere alta l’attenzione sulla Russia. Dunque ecco ritornare il rischio dell’invasione "in qualsiasi momento”, il "falso pretesto" per invadere l'Ucraina. Il problema è tutto nella spirale dei fatti, la guerra di parole che è ampiamente fuori controllo. Senza una de-escalation, arriverà la pistolettata di Sarajevo, la storia non mente mai.
08
Sanzioni? Draghi cerca uno scudo Ue per le imprese
Nella fase dell’ovvio dei popoli è entrata anche la segretaria al Tesoro americano, Janet Yellen, che ha affermato che le sanzioni contro la Russia nel caso di un'invasione dell'Ucraina avrebbero delle "ripercussioni mondiali". "Noi vogliamo che queste sanzioni gravino soprattutto sulla Russia, ma dobbiamo riconoscere che avrebbero anche delle ripercussioni mondiali”, ha detto Yellen. Grandi scoperte. Il problema delle sanzioni sta preoccupando i paesi europei, nel Consiglio europeo di Bruxelles secondo Bloomberg i paesi Ue, tra cui "Germania, Francia e Italia, stanno facendo pressione per proteggere le loro economie nel caso in cui l'alleanza occidentale colpisca la Russia con sanzioni". In particolare, "il primo ministro Mario Draghi sta tenendo colloqui con i partner dell'Ue su come mitigare l'impatto che le misure punitive potrebbero avere sui settori chiave dell'economia italiana, comprese le discussioni sulle potenziali esenzioni per il settore energetico da alcune misure finanziarie in discussione". In pratica, si sta studiando uno "scudo" per le imprese europee che verrebbero colpite dalle sanzioni alla Russia. Draghi sta preparando un incontro con Putin a Mosca, il premier italiano ha esperienza, autorevolezza e doti diplomatiche che in questo momento sono merce rara.
Il premier Mario Draghi oggi al suo arrivo a Bruxelles (Foto Ansa).Nel frattempo l’economia va verso un brusco cambio di scenario, i prezzi energetici volano (il petrolio tra forti oscillazioni giornaliere corre verso i 100 dollari al barile) e l’inflazione impone alle banche centrali il rialzo dei tassi per evitare il surriscaldamento dell’economia. Le minute della Federal Reserve sulla riunione del 25 e 26 gennaio confermano l’accelerazione nella politica monetaria restrittiva: "Se l'inflazione non scende come previsto, potrebbe essere opportuno togliere la politica accomodante, più velocemente di quanto anticipato”. La linea è tracciata, resta l’incognita di un impatto del rialzo dei tassi sulla crescita. Con l’inflazione al 5% la storia dice che dopo arriva sempre la recessione. Attendiamo sulla riva del Potomac che la storia si confermi (o tiri fuori dal cilindro un'eccezione). La guerra? Sarebbe una sciagura per tutti, questo è il punto che la rende difficile, ma dove la politica è debole, anche la forza di gravità della ragione perde la presa sul terreno.
È il terreno pieno di botole nel quale passeggia Biden, il suo incubo. In uno dei suoi interventi sulla crisi in Ucraina al presidente americano è scappata una frase: "Ci potrebbe essere un impatto sui nostri prezzi dell'energia". In realtà l’inflazione è già al 7,5% - il record degli ultimi 40 anni - dunque questo passaggio serve ad altro, a spostare le cause altrove e non nella politica estera (e energetica) di questa amministrazione. Quella frase è tanto sensibile da provocare una precisazione di Jen Psaki (la portavoce della Casa Bianca impegnata ogni giorno a precisare tutti e anche se stessa): "Il presidente non ha voluto inviare un messaggio ai mercati". I quali hanno già dimostrato nel recente passato di andare dritti al punto, così quando Biden ha annunciato il rilascio delle riserve di petrolio che avrebbe dovuto abbassare il prezzo - una sfida aperta degli Stati Uniti ai paesi produttori del cartello dell'Opec (e alla Russia) - in Borsa hanno fatto esattamente il contrario e le quotazioni del petrolio e del gas hanno continuato a salire. L'economia fatta a tavolino non funziona. Mai.
***
Il quadro delle alleanze è sfilacciato, si vedono le crepe di un vecchio ordine che la pandemia ha picconato in maniera definitiva e in questo passaggio non c'è ancora un nuovo ordine, i paesi vanno in ordine sparso.
09
Dopo l'Afghanistan chi si fida dell'America?
Settembre 2021. Una famiglia afghana in attesa di essere evacuata da Kabul. I Talebani hanno cercato più volte di catturare il padre durante la "riconquista" della capitale dopo il ritiro annunciato da Biden (Foto Epa).La Russia ha l’appoggio silente della Cina (e in ogni caso Xi Jinping non vuole né la guerra né la Nato con i missili a 5 minuti dai tetti di Mosca) e di un Medio Oriente che da tempo non è più sotto l’influenza americana. La Turchia gioca un ruolo diplomatico ambiguo (partner importante della Nato e cliente dei sistemi di difesa della Russia), l’Arabia Saudita pensa alla trasformazione del suo regno (e a tenere la produzione di petrolio bassa e il prezzo del barile alto), gli Emirati Arabi Uniti sono sempre più in sintonia con Israele che a sua volta tesse relazioni indipendenti da Washington e dall’amministrazione Biden che si prepara a siglare a Vienna l’accordo sul nucleare con l’Iran. A Gerusalemme sono preoccupati per il nucleare degli Ayatollah, non è un problema di "falchi", non c'è più Bibi Netanyahu al governo, ma l'avviso di Israele è sempre lo stesso: l'Iran non può essere messo nelle condizioni di costruire la Bomba, non ci fidiamo. Il ministro degli Esteri israeliano, Yair Lapid, quando la Casa Bianca ha parlato di "invasione imminente" ha preso le distanze.
Silenzio dal Kuwait (storico alleato di Washington), così come dall'Egitto che ha ottime relazioni con la Russia che esercita oggi (altro grave errore americano, era Obama - e europeo) un'influenza decisiva al confine con la Libia. Arabia Saudita? Hanno risposto picche alle richieste di Biden di aumentare la produzione di petrolio, questo basta e avanza per capire che la corona saudita non si fida della Casa Bianca. Un'America nervosa, incalzata dalla Cina, è più sola di quanto si immagini. Dunque più esposta all'errore strategico.
Il problema è questo: dopo il voltafaccia e il disastroso ritiro dall'Afghanistan, oggi emerge l'impatto di quella fuga. Chi si fida dell'amministrazione Biden, di questa America che appare smarrita? Qualcuno dirà: e della Russia chi si fida? Due domande, poche risposte, troppi carri armati, aerei e missili nel cuore del Vecchio Continente. Dopo il 1945, sembra la sceneggiatura di un film distopico, ma è la realtà che stiamo raccontando. Sì, viviamo tempi interessanti. Forse troppo.
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2.2 L'Utente riceverà per email la conferma dell'attivazione del Servizio, con il riepilogo delle condizioni
essenziali
applicabili e il link ai termini d'uso e alla privacy policy del Fornitore; è onere dell'Utente scaricare e
conservare
su supporto durevole il testo dei termini d'uso e della privacy policy.
2.3 Una volta confermato l'acquisto, l'intero costo dell'Abbonamento, così come specificato nel pacchetto
acquistato,
sarà addebitato anticipatamente sullo strumento di pagamento indicato dall'Utente.
2.4 Effettuando la richiesta di acquisto dell'Abbonamento, l'Utente acconsente a che quest'ultimo venga
attivato
immediatamente senza aspettare il decorso del periodo di recesso previsto al successivo articolo 4.
2.5 Per effetto dell'acquisto, l'Utente avrà diritto a fruire del Servizio per l'intera durata
dell'abbonamento;
l'Utente, tuttavia, non può sospendere per alcun motivo la fruizione del Servizio durante il periodo di
validità
dell'Abbonamento.
3. DURATA, DISDETTA E RINNOVO DELL'ABBONAMENTO
3.1 L'Abbonamento avrà la durata di volta in volta indicata nel pacchetto scelto dall'Utente (per esempio,
mensile o
annuale).
3.2 L'Abbonamento si rinnoverà ciclicamente e in modo automatico per una durata eguale a quella
originariamente scelta
dall'Utente, sino a quando una delle Parti non comunichi all'altra la disdetta dell'Abbonamento almeno 24
ore prima del
momento della scadenza. In mancanza di disdetta nel termine indicato, l'Abbonamento è automaticamente
rinnovato.
3.3 L'Utente potrà esercitare la disdetta in ogni momento e senza costi attraverso una delle seguenti
modalità:
seguendo la procedura per la gestione dell'Abbonamento all'interno del proprio profilo utente sia sul Sito
che
nell'Applicazione;
inviando una mail al seguente indirizzo: help@newslist.it.
3.4 Gli effetti della disdetta si verificano automaticamente alla scadenza del periodo di abbonamento in
corso; fino a
quel momento, l'Utente ha diritto a continuare a fruire del proprio Abbonamento. La disdetta non dà invece
diritto ad
alcun rimborso per eventuali periodi non goduti per scelta dell'Utente.
3.5 In caso di mancato esercizio della disdetta, il rinnovo avverrà al medesimo costo della transazione
iniziale, salvo
che il Fornitore non comunichi all'Utente la variazione del prezzo dell'Abbonamento con un preavviso di
almeno 30 giorni
rispetto alla data di scadenza. Se, dopo aver ricevuto la comunicazione della variazione del prezzo,
l'Utente non
esercita la disdetta entro 24 ore dalla scadenza, l'Abbonamento si rinnova al nuovo prezzo comunicato dal
Fornitore.
3.6 Il Fornitore addebiterà anticipatamente l'intero prezzo dell'Abbonamento subito dopo ogni rinnovo sullo
stesso
strumento di pagamento in precedenza utilizzato dall'Utente ovvero sul diverso strumento indicato
dall'Utente attraverso
l'area riservata del proprio account personale.
4. Recesso DEL CONSUMATORE
4.1 L'Utente, ove qualificabile come consumatore – per consumatore si intende una persona fisica che agisce
per scopi
estranei all'attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta, ha
diritto di
recedere dal contratto, senza costi e senza l'onere di indicarne i motivi, entro 14 giorni dalla data di
attivazione
dell'Abbonamento acquistato.
4.2 L'Utente può comunicare la propria volontà di recedere, inviando al Fornitore una comunicazione
esplicita in questo
senso mediante una delle seguenti modalità:
mediante raccomandata a.r. indirizzata alla sede del Fornitore;
per email al seguente indirizzo help@newslist.it;
4.3 Ai fini dell'esercizio del recesso l'Utente può, a sua scelta, utilizzare questo modulo
4.4 Il termine per l'esercizio del recesso si intende rispettato se la comunicazione relativa all'esercizio
del diritto
di recesso è inviata dall'Utente prima della scadenza del periodo di recesso.
4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.