8 Dicembre
Il sonnambulismo del Pd sulla solitudine del Pd
Renzi non è solo. Il Partito democratico ha dirigenti che hanno condiviso tutta la linea che ha condotto all'isolamento del partito. Con il Rosatellum (scritto e votato dal Pd) tutto questo è letale. Un'indagine del titolare di List sulle prime e seconde linee democratiche.
Ultime notizie dal fortino del Pd. "Preferisco la chiarezza di dire che ognuno si presenta agli elettori con sua linea che fare ammucchiate come fanno altri". Lo ha detto oggi Matteo Renzi e a questo punto bisogna chiedersi: cosa sta succedendo nel Pd? La domanda non è di quelle fondamentali del nostro tempo, tuttavia per la piccola Italia 0ggi questa è la domanda che bisogna porsi, senza moral bias, liberi dal pregiudizio morale che appiattisce il libero dibattito. Il Partito democratico governa il paese, dovrebbe rappresentare la sinistra riformista, moderata, europea, dell'opinione pubblica e dovrebbe essere la forza maggioritaria in Parlamento. Il Pd è scisso in due: il governo Gentiloni è (a fasi alterne, ma ci prova) quello che dovrebbe essere il partito, ma il partito non vuole essere il governo, insegue l'uomo qualunque grillino. Tutto bene? Vediamo.
01
Zero alleati
Questa separazione ha prodotto l'equivoco di una formazione politica senza un'identità - cosa è oggi il Pd? - e nello stesso tempo lo ha isolato. Il risultato finale di questa scissione psico-politica è un partito che oggi non ha alleati e questo fatto dovrebbe far girare qualche neurone: Pisapia ha gettato la spugna, Alfano non esiste (e infatti non si candida), i Radicali di Emma Bonino sono una testimonianza, i centristi di Pier Ferdinando Casini un residuato bellico di una stagione finita. Alla luce del Rosatellum, con questo scenario, il Pd è destinato alla sconfitta alle elezioni politiche. Tutto può cambiare, ci sono ancora un paio di mesi prima del voto, ma perché tutto cambi (e non rimanga gattopardescamente uguale a prima) serve altro. Cosa? Ci arriviamo, prima continuiamo a mettere in fila le premesse dell'altro che serve.
02
Rosatellum figlio di nessuno
La riforma elettorale scritta, votata (con due fiducie) e salutata come la soluzione del problema istituzionale...
Ultime notizie dal fortino del Pd. "Preferisco la chiarezza di dire che ognuno si presenta agli elettori con sua linea che fare ammucchiate come fanno altri". Lo ha detto oggi Matteo Renzi e a questo punto bisogna chiedersi: cosa sta succedendo nel Pd? La domanda non è di quelle fondamentali del nostro tempo, tuttavia per la piccola Italia 0ggi questa è la domanda che bisogna porsi, senza moral bias, liberi dal pregiudizio morale che appiattisce il libero dibattito. Il Partito democratico governa il paese, dovrebbe rappresentare la sinistra riformista, moderata, europea, dell'opinione pubblica e dovrebbe essere la forza maggioritaria in Parlamento. Il Pd è scisso in due: il governo Gentiloni è (a fasi alterne, ma ci prova) quello che dovrebbe essere il partito, ma il partito non vuole essere il governo, insegue l'uomo qualunque grillino. Tutto bene? Vediamo.
01
Zero alleati
Questa separazione ha prodotto l'equivoco di una formazione politica senza un'identità - cosa è oggi il Pd? - e nello stesso tempo lo ha isolato. Il risultato finale di questa scissione psico-politica è un partito che oggi non ha alleati e questo fatto dovrebbe far girare qualche neurone: Pisapia ha gettato la spugna, Alfano non esiste (e infatti non si candida), i Radicali di Emma Bonino sono una testimonianza, i centristi di Pier Ferdinando Casini un residuato bellico di una stagione finita. Alla luce del Rosatellum, con questo scenario, il Pd è destinato alla sconfitta alle elezioni politiche. Tutto può cambiare, ci sono ancora un paio di mesi prima del voto, ma perché tutto cambi (e non rimanga gattopardescamente uguale a prima) serve altro. Cosa? Ci arriviamo, prima continuiamo a mettere in fila le premesse dell'altro che serve.
02
Rosatellum figlio di nessuno
La riforma elettorale scritta, votata (con due fiducie) e salutata come la soluzione del problema istituzionale italiano è diventata il problema del Pd. Abbiamo già spiegato su List come funziona, in estrema sintesi così: il Pd ha bisogno di alleati per vincere nei collegi e trainare la lista sul proporzionale. Gli alleati non ci sono. Questo è il nocciolo radioattivo della legge elettorale. Il Rosatellum si chiama così perché il suo autore (individuale e collettivo) è Ettore Rosato, capogruppo del Pd alla Camera. Oggi quella legge nelle cronache ispirate dalle veline democratiche è diventata figlia di nessuno. Tanto che Arturo Parisi, uno dei fondatori della stagione dell'Ulivo, un prodiano senza pregiudizi che cercò - inutilmente - di dare una mano al Pd e a Renzi, ieri ha sintetizzato la paradossale situazione con questo tweet:
Si attendono informazioni. Nell'attesa, la situazione è diventata da clear and present danger, pericolo immediato. Oggi il Corriere della Sera giunge finalmente questa conclusione:
Il Messaggero arriva alla stessa conclusione, ma aggiunge la spinta di Prodi, non si sa mai:
Citiamo i giornali perché l'impaginato racconta che la crisi del Pd è arrivata allo stadio del bancone del bar: ora la vedono tutti. E naturalmente, secondo la vulgata tutto ruota intorno a Renzi. La sua figura è stata già esplorata, se ne conoscono le non poche potenzialità, ma si sono visti anche i suoi enormi limiti e una certa vocazione al solipsismo suicida. Il problema, paradossalmente, non è più Renzi, davanti e dietro la crisi del Pd c'è ben altro: il sonnambulismo della classe dirigente del quasi (di)partito.
03
Il sonnambulismo
I sonnambuli è il titolo di una trilogia letteraria di Hermann Broch, racconta il declino della Germania guglielmina, lo smarrimento dell'uomo di fronte alla disgregazione dei valori, la fine di un impero:
Nella dissoluzione di ogni forma, nel crepuscolo di una torpida incertezza sopra un mondo spettrale, l'uomo, come un bimbo smarrito, avanza a tentoni, tenendosi al filo di una qualche logica di corto respiro, attraverso un paese chimerico, che chiama realtà sebbene non sia per lui che un incubo.
Spacchettiamo questa frase chiave del romanzo e proiettiamola verso i giorni nostri, ecco le note sul taccuino del titolare di List:
- Nella dissoluzione di ogni forma (la fine dei partiti);
- Un mondo spettrale (la politica al tempo dei social media, la Fast Democracy);
- L'uomo, come un bimbo smarrito (Renzi e soprattutto la classe dirigente del Pd);
- Avanza a tentoni (che cosa è il Pd?);
- Tenendosi al filo di una qualche logica di corto respiro (la candidatura e il seggio);
- Attraverso un paese chimerico (l'Italia);
- Che chiama realtà sebbene non sia per lui che un incubo (la campagna elettorale).
Questa frase "esplosa" de "I sonnambuli" ci aiuta a capire dove sono finiti i dirigenti del Pd: sono lost in space.
04
Dove sono i dirigenti del Pd?
Ciò che a questo punto della storia è diventata interessante non è la solitudine di Renzi, ma il silenzio - o il rumore senza conseguente azione - dell'intero gruppo dirigente del partito. Se la linea del segretario ha condotto alla costruzione di un partito monolitico che non ha nessun potere di attrazione ma addirittura ha sviluppato repulsione nei partiti che naturalmente dovrebbero gravitare intorno al suo spazio politico, bisogna non solo interrogarsi ma mettersi in discussione tutti. Perché quelle scelte di Renzi sono state condivise da tutti.
Non basta che la cosiddetta minoranza ogni tanto dica delle cose che sono da minoranza - dunque del tutto irrilevanti - per fare di un partito un soggetto plurale, occorre che anche gli altri, cioè quelli che stanno nella maggioranza e - ripetiamo - hanno condiviso la linea del segretario, dicano e facciano qualcosa che superi quella posizione oggi chiaramente perdente, la correggano e trovino un'alternativa. Non solo al programma politico, ma alla leadership e alla premiership. I passaggi sono chiarissimi, bisogna solo trovare il coraggio di dire e soprattutto fare. Attendere le elezioni politiche, stare silenti per ragioni di opportunità (leggere alla voce candidatura), vedere come va la faccenda e poi svegliarsi all'improvviso intorno a uno scenario di rovine e magari uscire allo scoperto dicendo "è tutta colpa di Renzi" non è intelligente, è solo un'operazione di opportunismo che non nasconde agli occhi dell'elettore il chiaro fatto che "non è solo colpa di Renzi" ma di chi con ignavia ne ha accettato la rotta verso gli scogli.
05
La parabola dei lemming
Non c'è in gioco la loro poltrona - di cui francamente non importa niente agli elettori del Pd - ma il destino di un partito che in ogni caso - comunque la si pensi - è necessario alla democrazia italiana. Tengono tutti famiglia? Anche gli italiani. E il Pd per molti sinceri e appassionati elettori e militanti è qualcosa che va ben oltre gli individui che ieri, oggi e domani lo incarnano. L'enigmatico Dario Franceschini non ha niente da dire (e da fare) di fronte a un quadro così drammatico? Si gratta la barba e pensa di lasciare a Piero Fassino e Romano Prodi la responsabilità di un fallimento ulteriore dei colloqui con gli altri partiti? Maurizio Martina pensa di fare il numero due che recita il copione del numero uno o ha una sua indipendenza e personalità? Il saggio Lorenzo Guerini vuole continuare a coordinare un partito che rischia di saltare per aria o ha intenzione di fare politica? Debora Serracchiani vuole arrivare a Roma a raccogliere le macerie o pensa di dare un contributo che non sia la mera rappresentazione del più che transeunte segretario Renzi? Andrea Orlando ha intenzione di restare ancora nella comoda fascia protettiva della minoranza con il diritto di tribuna e un ministero oppure pensa di mettersi a costruire una vera alternativa a Renzi che non sia il volatile se stesso ma una figura nuova, non già sconfitta dalle primarie? Michele Emiliano ha intenzione di uscire dal fortino alle cime di rapa e fare anch'egli un lavoro che vada oltre la sua corpulenta e simpatica figura? Gianni Cuperlo vuole continuare a citare i classici della filosofia politica, pensa di chiudere la sua esperienza politica con un "io l'avevo detto" da intellò semi-dissidente o per una volta ha un'idea pratica sul come si va alle elezioni e con chi? Walter Veltroni vuole deliziare a lungo gli elettori del Pd con le sue lamentazioni o ha una vaga idea sul da farsi senza comodamente restare fuori dal gioco del cerino che lui ha aperto quando lasciò la guida del partito dopo aver preso il 33 per cento dei voti?
Nessuno degli aspiranti candidati al Parlamento ha intenzione di rinunciare al seggio (lo decide Renzi) e magari dire che preferisce vivere e non fare la fine dei lemming, i roditori della Tundra che non dotati di una vista eccellente finiscono per suicidarsi... lasciandoci la pelliccia. Tutti lemming nel Pd? Tutti miopi? Nessuno ci tiene alla pelliccia? Meglio un posto in Parlamento e poi si vedrà? Che nobiltà d'animo. Nessuno che faccia almeno il beau geste di dire "non mi candido perché non voglio partecipare a questo massacro?". Tutti superati perfino dallo statista Angelino Alfano che ha annunciato di non ricandidarsi e dal fenomeno Alessandro Di Battista che ha scelto di fare il papà globe trotter? Il paradosso, cari dirigenti del Pd, è che il rottamato Massimo D'Alema è vivo e lotta contro di voi con l'energia e il cattivismo divertito di uno che ce la sta mettendo tutta ma può contare sul vostro aiuto (vogliamo parlare del come è nato il caso Pietro Grasso?), mentre della vostra presenza non s'accorge nessuno o meglio, se ne accorgono finché avete qualche leva del potere da muovere. Ma domani? Quale leva? La stanza dei bottoni condivisa con Berlusconi, nella migliore (o peggiore, dipende) delle ipotesi? La politica è gestione ministeriale? L'elenco è lungo, bastano questi esempi per capire che chi pensa di salvarsi dall'incendio, di cui già si vede il fumo in lontananza, poi finirà lo stesso nel rogo. Tanti auguri.
06
Lenin disse: che fare?
Il compagno Lenin si sarebbe chiesto: che fare? Tre modesti consigli pratici:
- Si vota in marzo, bisogna separare subito, chiaramente, la premiership dalla leadership e dire che Paolo Gentiloni è il candidato a Palazzo Chigi;
- Se il segretario dice "non mi fermo" qualcuno gli dica che davanti c'è un muro di titanio e lo faccia a viso aperto in un'assemblea del partito prima del voto, si devono vedere e contare i nomi di chi è favorevole e di chi è contrario alla linea del segretario;
- Pronunciare una parola definitiva - sì o no, con un voto che esponga onestamente agli elettori del Pd la linea futura - sulla prospettiva di larghe intese con Berlusconi che forse salverebbero Renzi ma non il partito, ci sono gli organismi per farlo.
È un programma minimo, non c'è tempo per fare molto altro, forse non eviterà la sconfitta del Pd, ma certamente lo salverà da una cosa ben peggiore e letale: il ridicolo.
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il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.