25 Aprile

È partito il Risiko dei fondi europei

La battaglia tra le nazioni per il budget dell'Unione europea. Angela Merkel divisa tra il contenimento del gruppo di Visegrad e quelli del Mediterraneo. Lorenzo Castellani racconta una partita vitale per l'Italia ipnotizzata dalla trattativa per il non governo.

di Lorenzo Castellani

Si aprono i forzieri di Bruxelles e l’Unione Europea si mostra per quello che è: terreno di scontro tra Stati e regioni. Mentre in Italia si è ipnotizzati dalla formazione del nuovo governo, in Europa il mese prossimo verrà svelato il budget della Commissione per gli anni 2021-2027 e ciò che emerge è una guerra sotterranea tra il gruppo di Visegrad e l’asse franco-tedesco. Sono in ballo 350 miliardi di euro da distribuire sul territorio europeo attraverso i fondi di coesione e sotto la pressione di Macron e Merkel diverse decine di miliardi si sposteranno dai paesi dell’Est Europa a quelli del centro e del meridione. Perché? Andiamo con ordine.

Negli ultimi anni i fondi di coesione, destinati alle aree meno sviluppate dell’Unione, sono stati prevalentemente dirottati verso paesi come Ungheria, Repubblica Ceca, Polonia e Repubblica Slovacca. Un esempio? Nel budget 2014-2020 la Polonia si è assicurata 77 miliardi di euro, l’Ungheria 22, la Slovacchia 14. Un’enormità se paragoniamo la popolazione di questi Stati al totale dei cittadini dell’Unione Europea. La strategia politica sottostante, orchestrata prevalentemente dalla Germania, era quella di fidelizzare il più possibile i paesi del blocco di Visegrad che, in cambio dei fondi europei, esprimevano una politica di bilancio in linea con gli obiettivi della cancelleria tedesca. Tuttavia, in quattro anni gli equilibri europei sono cambiati: l’immigrazione ha mandato al governo in questi Paesi partiti con posizioni ostili all’accoglienza; quest’assonanza tra esecutivi si è trasformata in una alleanza interna all’Unione Europea, Visegrad appunto, che si caratterizza per posizioni di chiusura tanto sulla mutualizzazione dei debiti pubblici che sull’immigrazione; a livello costituzionale Polonia e Ungheria hanno mostrato la fragilità delle loro giovani democrazie post-sovietiche e oscillano, pericolosamente, verso forme di democrazia cesarista; in Francia, inoltre, è stato eletto un Presidente iperattivo sul fronte europee e...


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