26 Giugno
2013-2021. I nove anni che hanno sconvolto l'Italia
Dallo sbarco in Parlamento dei Cinque Stelle alla spaccatura tra il fondatore e Giuseppe Conte. La battaglia finale per il controllo del Movimento. Il fattore Renzi, la parabola del Pd fino alla segreteria di Enrico Letta. Cinque governi nel vuoto e poi l'esecutivo d'emergenza guidato da Mario Draghi. Pandemia, stato d'eccezione, il sottosopra della politica
Il Movimento Cinque Stelle arrivò in massa in Parlamento nel 2013. Deputati e senatori cominciarono subito a litigare per i rimborsi spese, gli scontrini, cose che in Parlamento non si erano viste fino allo sbarco degli alieni delle scie chimiche. Era quello il segno della fine e dell'inizio di un'epoca, la certificazione che anche nelle Camere s'era finalmente materializzato l'elemento dominante della società italiana, quello raccontato da Fruttero e Lucentini nel libro "La prevalenza del cretino". Correva l'anno 1985, quel volume veniva presentato come "un organico manuale di difesa e offesa contro il peggiore nemico della nostra società: il post-fesso". Siamo arrivati al post-tutto.
Quando i grillini sbarcarono a Montecitorio con una campagna elettorale dirompente, molti furono sorpresi, non i più navigati del Palazzo, quelli che avevano saggiato nel corso dei decenni la volubilità dell'elettore italiano. Beppe Pisanu, che fu il potente capo della segreteria della Dc ai tempi di Benigno Zaccagnini, mi disse: "Sono andato a vedere una loro manifestazione a Sassari, vinceranno". E così fu per ragioni che erano valide, temi che pure esistevano (e esistono) e poi sono stati sfiammati per il semplice e inesorabile fatto che farsi eleggere se hai il vento in poppa è sempre la parte più facile. Il difficile arriva quando ti devi confrontare con le istituzioni, esercitare l'intelligenza, mostrare la competenza e l'esperienza delle cose del mondo. Gran parte di loro non aveva mai lavorato, esercitato una professione, fatto qualcosa nella vita reale, a parte i meet up con Beppe Grillo. Alcuni il talento per la politica lo avevano e lo hanno, sia chiaro, tra loro ci sono degli "incidenti di percorso", eccezioni che però confermano la regola del rasoterra.
Terzo V-Day del Movimento, 1° dicembre 2013, Genova. Gianroberto Casaleggio e Beppe Grillo (Foto Ansa).Nel 2013 quel risultato elettorale - preludio del grande...
Il Movimento Cinque Stelle arrivò in massa in Parlamento nel 2013. Deputati e senatori cominciarono subito a litigare per i rimborsi spese, gli scontrini, cose che in Parlamento non si erano viste fino allo sbarco degli alieni delle scie chimiche. Era quello il segno della fine e dell'inizio di un'epoca, la certificazione che anche nelle Camere s'era finalmente materializzato l'elemento dominante della società italiana, quello raccontato da Fruttero e Lucentini nel libro "La prevalenza del cretino". Correva l'anno 1985, quel volume veniva presentato come "un organico manuale di difesa e offesa contro il peggiore nemico della nostra società: il post-fesso". Siamo arrivati al post-tutto.
Quando i grillini sbarcarono a Montecitorio con una campagna elettorale dirompente, molti furono sorpresi, non i più navigati del Palazzo, quelli che avevano saggiato nel corso dei decenni la volubilità dell'elettore italiano. Beppe Pisanu, che fu il potente capo della segreteria della Dc ai tempi di Benigno Zaccagnini, mi disse: "Sono andato a vedere una loro manifestazione a Sassari, vinceranno". E così fu per ragioni che erano valide, temi che pure esistevano (e esistono) e poi sono stati sfiammati per il semplice e inesorabile fatto che farsi eleggere se hai il vento in poppa è sempre la parte più facile. Il difficile arriva quando ti devi confrontare con le istituzioni, esercitare l'intelligenza, mostrare la competenza e l'esperienza delle cose del mondo. Gran parte di loro non aveva mai lavorato, esercitato una professione, fatto qualcosa nella vita reale, a parte i meet up con Beppe Grillo. Alcuni il talento per la politica lo avevano e lo hanno, sia chiaro, tra loro ci sono degli "incidenti di percorso", eccezioni che però confermano la regola del rasoterra.
Terzo V-Day del Movimento, 1° dicembre 2013, Genova. Gianroberto Casaleggio e Beppe Grillo (Foto Ansa).Nel 2013 quel risultato elettorale - preludio del grande casino che sarebbe poi arrivato con il voto del 2018 - condusse ad ardite sperimentazioni di governo. Se i grillini stanno all'opposizione senza se e senza ma, se restano appesi alla loro balzana teoria che non si fanno alleanze e prenderemo il 51%, allora qualcosa bisogna inventare, alambiccavano gli alchimisti del Palazzo. L'Italia era appena uscita (con un piede e l'altro no) da una crisi finanziaria devastante, un governo tecnico (Monti) aveva fatto quello che imponeva una stagione di austerità che allora guidava la politica europea, la recessione aveva colpito i non garantiti (ieri e oggi, siamo sempre là), gli stipendiati di sempre continuavano ad essere stipendiati, i ministeriali a ministerializzarsi, lo spread passò da 575 punti a 120 punti e tutti pensarono è finita, riprendiamo il nostro dissipatorio tran tran, come prima più di prima. E così fu.
Il voto del 2013 mise insieme i cocci di un'Italia in immersione rapida, un sommergibile che non riusciva più a tornare in superficie, circondato dai cacciatorpedinieri, senza un siluro da sparare e l'equipaggio che canta l'inno sovietico. Fu una campagna pazza e i Cinque Stelle non erano gli unici populisti, lo erano tutti. Silvio Berlusconi prometteva di pagare lui - di tasca sua - la tassa sugli immobili degli italiani, di cancellare le cartelle esattoriali, inventò la doppia circolazione della moneta (Lira e Euro) e altri manicaretti del suo repertorio da Master Chef; Matteo Salvini era nella fase euroscettica, cavalcava ogni malcontento, l'importante per lui in quel momento era essere contro per recuperare i rottami di un partito che Bossi aveva lasciato in mutande; Giorgia Meloni aveva appena fondato Fratelli d'Italia, era in marcia con la guida a destra, ma era ancora un piccolo partito con l'opposizione in vena e il motto primum vivere in testa; il Partito democratico s'era illuso di poter vincere le elezioni stando fermo, strategia surplace mai vista prima, una faccenda da velodromo, così Pierluigi Bersani - ottima persona, pessimo stratega politico - riuscì nel capolavoro di farsi sfuggire i seggi necessari per la vittoria proprio nell'anno in cui il Cavaliere sembrava (s)finito, inseguito dalla magistratura, "rubizzato", inviso alle leadership moderate europee; Mario Monti provò invano a fare il movimento liberale che in Italia non c'è mai stato e le varie rifondazioni comuniste raccolsero i granelli di sabbia del passato. Tra questi campioni, comparve un uragano tropicale, il Movimento Cinque Stelle. E niente fu come prima.
Renzi vince le primarie e diventa segretario del Partito democratico, siamo nel dicembre 2013 e tutto sta per cambiare di nuovo (Foto Ansa)Lo squasso fu totale. Non potendo costruire una maggioranza di centrosinistra, la segreteria di Pierluigi Bersani ne uscì a pezzi, si aprì la crisi interna e il risultato fu l'arrivo di Matteo Renzi al vertice del partito. Nel frattempo, dovendo inventare un governo, Enrico Letta prese l'incarico di formare un esecutivo di larghe intese, il presidente Giorgio Napolitano (giunto al secondo giro di giostra al Quirinale, pregato in ginocchio dai partiti per un suo bis sul Colle, implorato da un Parlamento incapace di eleggere un altro presidente della Repubblica) con pragmatismo e senso della realtà lo definì la "sola prospettiva possibile, quella cioè di una larga convergenza tra le forze politiche che possono assicurare al governo la maggioranza in entrambe le camere". Fu il primo governo della XVII legislatura. Guidato dal Pd. Con Berlusconi alleato. Era una rivoluzione, i dem mollavano (per sempre, oggi considerano il Cav uno statista, come cambiano le cose) l'idea che con il Silvio, l'arcinemico, non si potesse governare, era il preludio di una stagione complicata e di un futuro che qualche anno dopo avrebbe condotto inesorabilmente alla formazione (il 13 febbraio di quest'anno) del governo d'emergenza nazionale di Mario Draghi. L'elezione sturm und drang del 2013, quella ultra-populista del 2018 con lo sfarinamento del quadro politico in vita dal 1994 e la pandemia sono stati l'acceleratore drammatico per la soluzione (forse) di una crisi profondissima - l'Italia in declino - che durava da decenni.
22 febbraio 2014. La glaciale cerimonia del passaggio della campanella tra Enrico Letta e Matteo Renzi (Foto Ansa).Matteo Renzi fu un altro fattore di accelerazione. Sulla parabola di questo talento politico, s'è scritto molto, ma la parola definitiva non c'è ancora. Sembra giunto alla fine, spento dal suo caratteraccio, dedito all'arabesco, ma acceso continuamente dalle sue intuizioni. Renzi giunto alla segreteria del Pd, acclamato dal popolo dem, inaugurò una stagione riformista in un partito irriformabile. Salì al potere, decise di andare a guidare il governo, disse a Letta "stai sereno", si scambiarono la campanella senza mai guardarsi in faccia, pensò lungo e storto e non resistette all'ultima tentazione, sgambettò Berlusconi piazzando - contro il volere del Cavaliere - Sergio Mattarella al Quirinale. Fu un colpo da gambler, una magnifica stangata, ma Renzi così ruppe il patto del Nazareno e favorì la scissione degli "alfaniani" (altra mirabile sparizione dal firmamento politico, chi se lo ricorda, Angelino Alfano) e andò avanti a Palazzo Chigi pensando di poter orchestrare l'esecutivo e domare la Famiglia Addams del Pd. Ma in quella casa c'erano troppi zio Fester e svariate copie del maggiordomo Lurch per poter andare avanti con manine che escono dalle scatole magiche per manipolare un programma politico blairista senza Blair, obamiano senza Obama. Un'utopia corretta, ma sempre un sogno. Ogni direzione del Pd era diventata una seduta di autocoscienza collettiva, mancava solo la proiezione fantozziana della Corazzata Potëmkin (che in un momento di rivolta proletaria, sulle labbra di Paolo Villaggio divenne "una cagata pazzesca", la reazione avanti-pop contro l'intellettualismo à gauche). Il segretario fiorentino cadde sulle sue illusioni e pulsioni. L'idea di riformare il Parlamento con un referendum costituzionale era giusta, ma pensare di trasformarlo in un plebiscito su se stesso era l'errore capitale da non commettere. Renzi lo commise. Dimissioni, uscita dal Partito democratico, fondazione di Italia Viva e "domani è un altro giorno" disse Rossella O'Hara. C'è sempre un Via col vento e "francamente me ne infischio" da qualche parte nella sceneggiatura della storia.
Dopo Renzi, venne il turno di Paolo Gentiloni. Terzo governo della legislatura a guida dem. Tre governi varati, avariati e auto-affondati dal Pd in perfetto grigior mortis. Questa faida è tutt'ora in corso, il prossimo destinato a lasciarci le penne è (di nuovo) Enrico Letta. Ma torniamo al cardinalizio Gentiloni. Egli fece il suo onesto lavoro di travet della legislatura, doveva portare il paese alle elezioni e il domani lo scopriremo solo (sopra)vivendo. Il governo del mite Paolo fu continuamente messo sotto pressione da Renzi (ancora dentro il Pd), assediato dalle emergenze continue, fece l'umile e necessario lavoro che era previsto dal copione, nessuno aveva chiesto a sor Paolo di fare miracoli, non erano previsti e un colpo d'ala avrebbe fatto esplodere tutta la cristalleria del Palazzo. Bisognava solo assicurare la navigazione in carrozza per un pezzo dell'eterna classe dirigente del Pd, non mettere a rischio la contabilità, tenere lontane "le destre" dalla stanza dei bottoni e arrivare al voto nell'orario previsto dal treno istituzionale, il 2018. Missione compiuta.
Il Big Bang del 2018 è quello dei nostri giorni, ma la Storia lo ha già macinato, liofilizzato e archiviato. Grande vittoria dei Cinque Stelle, sorpasso della Lega su Forza Italia, tramonto della stagione del dominio berlusconiano nel centrodestra, apertura di una fase ultra-populista. Renzi, ancora lui, blocca ogni tentativo di alleanza tra Pd e Cinque Stelle (e visto cosa sta accadendo in queste ore, aveva le sue buoni ragioni), il rischio di un nuovo voto si fa concreto, passano mesi, Mattarella chiama Cottarelli al Quirinale, il prof resta in parcheggio con il suo zainetto nero, alla fine dal cilindro di Luigi Di Maio e Matteo Salvini esce il governo Frankenstein, l'unico format possibile, perfino coerente con i programmi di due partiti euroscettici, populisti, sganciati dall'establishment. Solo che nel cilindro c'era anche un coniglio mannaro: Giuseppe Conte. Dopo qualche settimana di governo, comparvero gli inconciliabili motivi per cui quella maggioranza era destinata a saltare come i fagioli in padella, l'anti-industrialismo dei pentastellati, le balzane idee sullo sviluppo del paese, gli stop del Movimento alle infrastrutture, i dibattistismi mischiati con i grillismi. Troppo.
20 marzo 2019. Matteo Salvini e Giuseppe Conte, ministro dell'Interno e Presidente del Consiglio (Foto Ansa).La Lega vince quasi tutti i turni elettorali nelle Regioni, Salvini miete voti e riempie piazze, stringe mani e fa il Capitano, è all'apice della sua ascesa, mentre i penstastellati perdono voti e pedine parlamentari. Un anno dopo quel voto bombastico, la geopolitica del Movimento è sconvolta: in calo nei sondaggi, in crisi di leadership, con il presidente del Consiglio Conte che piano piano e poi sempre più velocemente non fa più l'elemento terzo tra i due leader della coalizione, ma diventa soggetto politico con l'ascia. Un'altra illusione è ai cancelli del governo. Conte si mette in testa di fare il capo politico di qualcosa che va oltre la creatura di Grillo e Casaleggio, pensa di essere un leader destinato a splendere nel cielo della politica italiana, un nuovo De Gasperi. Non c'è limite alla vanità, ma come insegna Tom Wolfe, tutto finisce in un falò. Salvini legge bene questo scenario contiano, cerca di anticiparne le mosse, ma gioca d'azzardo, senza aver calcolato tutte le combinazioni, è giovane e cede all'impulso di fare il sottosopra: apre la crisi di governo in pieno agosto 2019, una crisi al buio, pensa di poter andare facilmente a elezioni anticipate. Ma la storia insegna che una volta aperta, a comandare è la crisi non chi la innesca. Si apre la botola vietnamita nella giungla. E Salvini ci casca in pieno. Il capo della Lega sottovaluta Conte-Zelig già pronto alla piroetta, la brama di segretaria e auto blu dei ministerialisti del Pd, il non posso di Nicola Zingaretti, il ruolo del Quirinale che correttamente non può sciogliere le Camere in presenza di una maggioranza alternativa, il quadro europeo che vira verso la "formula Ursula" per isolare le destre nel Parlamento europeo e mantenere in sella i partiti delle antiche famiglie politiche dell'Unione. Il fatto accade a Strasburgo (i grillini europei diventano governisti) e poi si materializza anche in Italia. Il 24-26 agosto del 2019, durante il vertice del G7 in Francia, a Biarritz, "Giuseppi" riceve il battesimo di un non consapevole Trump e delle cancellerie del Vecchio Continente per avviare l'operazione trasformista. Risultato: ribaltonissimo, esce la Lega, entra il Pd, resta Conte che nel frattempo si è decapottato, da "avvocato del popolo" a "sono sempre stato di sinistra". Spettacolare.
Vertice del G7 a Biarritz, 24 agosto 2019. Giuseppe Conte e il presidente degli Stati Uniti Donald Trump (Foto Ansa).Il governo giallo-rosso è favorito da Matteo Renzi (rieccolo) per due ragioni: intestarsi l'uscita di Salvini dalla maggioranza (elemento retorico necessario, io sono di sinistra) e non andare a elezioni anticipate (che sarebbero state un problema per un'Italia Viva ma non troppo), così si gioca a calcio fiorentino e Renzi va dritto in porta con il pallone in mano, facilmente, fratturando un po' di costole agli avversari, perché nella manovra parlamentare resta imbattibile. Una potenza. Senza i voti dei senatori di Italia Viva il governo Conte II non sarebbe mai nato. Ma il Conte ha un ego immenso, parla al plurale di se stesso, "noi" è la sua dimensione naturale, si guarda allo specchio e vede Napoleone che esce dall'avamposto di Vulturara Appula, cavallo bianco e mantello, egli è troppo superiore per considerare anche la sola idea di aver bisogno di chiunque, tanto meno di una sagoma non malleabile come Renzi. Dunque l'avvocato-del-popolo-ora-progressista, dopo il primo Matteo (Salvini) va in rotta di collisione con l'altro Matteo (Renzi) e commette l'errore capitale. Nel silenzio notturno di Piazza Colonna, si sente un rumore sordo di legno che si consuma, un allegro vai e vieni rapsodico, è Renzi che sta segando la poltrona del premier.
Il metodo di governo, dpcm e lockdown. Il premier Giuseppe Conte in diretta tv il 13 maggio del 2020 (Foto Ansa).Tra dicembre e gennaio 2020, a legge di Bilancio approvata, il leader di Italia Viva ha già sguainato la spada, è pronto a far cadere il governo Conte II e apparecchiare un nuovo esecutivo. Non ci saranno elezioni anticipate, lo sanno tutti, perché tutti hanno il seggio che balla la rumba e la destra nei sondaggi è vincente. Il piano c'è, le truppe sono pronte ma... Nessuno sa cosa sta accadendo a Wuhan, in Cina. Coronavirus. Pipistrelli e pangolini, laboratorio e lockdown. Risultato, lo Zelig di Palazzo Chigi viene salvato dalla pandemia. In febbraio il virus viene scoperto a Roma, "tutto è sotto controllo", dice Conte con il petto in fuori. Regolare, arriva l'emergenza nazionale. Tutto è fuori controllo.
Conte, destinato a cadere, non solo sta in piedi, ma inaugura la stagione dello "stato d'eccezione": piazza al comando delle operazioni pandemiche un commissario all'emergenza chiamato Arcuri, esautorando de facto quasi tutti i ministri; seguono l'ordinazione di mascherine e siringhe inutili, ventilatori del socialismo europeo, banchi a rotelle per gran premi studenteschi, miliardi di euro spendi e spandi; il premier assume decisioni via dpcm che comprimono le libertà costituzionali, governa d'imperio, ha il vento della paura in poppa; chiude l'Italia con provvedimenti decisi la notte, farfuglia su ciò che "è consentito" e non agli italiani smarriti da un agente letale inatteso, si occupa degli affetti stabili, di baci e abbracci; sgoverna contro le Regioni che hanno la competenza sanitaria; Vincenzo De Luca diventa una serie tv permanente, mentre il premier trasforma Palazzo Chigi in una succursale dei social, colleziona like e cuoricini di masse cloroformizzate, con Casalino che fa avanzare la disinformatia; vara lockdown senza un reale criterio, promette ristori agli imprenditori che non arrivano mai, accumula tutti i record mondiali negativi della pandemia, parla di "modello Italia" mentre sta per sprofondare in una seconda ondata più letale della prima; finanzia un vaccino italiano che non vedrà mai la luce e vara un'applicazione online per tracciare il virus che diventa subito irrintracciabile; si vanta di aver preso il record dei finanziamenti del Recovery Fund ma dimentica di dire che quei soldi arrivano perché siamo precipitati in fondo alla classifica della produzione e stiamo raschiando il fondo del barile con un rapporto tra debito e pil degno di un film di Dario Argento; accumula oltre 120 miliardi di debito pubblico senza una sola idea di investimento, sviluppo, crescita; tratta con il fido Speranza (mai nomen non fu omen e mai best seller fu così intempestivo, un libro sulla fine della pandemia con l'epidemia che galoppava, ritirato lestamente dalle librerie) per il vaccino con l'Unione europea, disegna gazebo e primule con il fido Arcuri senza che vi sia un reale piano di immunizzazione e ancor prima le dosi dei vaccini da somministrare agli italiani che, nel caos dell'apri e chiudi, si dividono in tre mondi, quelli che scoprono le virtù dello smartworking senza controllo, quelli che sgobbano più di prima per mantenere gli indivanados e quelli che rischiano tutto il lavoro di una vita nell'indifferenza.
Amarcord, 25 ottobre 2019. Da sinistra, Roberto Speranza, Nicola Zingaretti, il candidato alla Regione Umbria Vincenzo Bianconi, Luigi Di Maio, Giuseppe Conte (Foto Ansa).Un disastro, un treno del Far West che corre verso il binario morto. E il Pd? Segue a occhi aperti il film, in piena ipnosi, c0me un sonnambulo di un mondo parallelo, venera, ammira il presidente del Consiglio, Nicola Zingaretti e Goffredo Bettini apparecchiano il tavolo di una formidabile alleanza, Conte è il nuovo leader della sinistra. Parte la musica degli Inti-Illimani: El pueblo, unido, jamàs serà vencido. È la via accelerata di un suicidio politico. Alla fine, un governo senza capo né coda, intriso di autolesionismo, da lettino freudiano, s'inabissa di fronte alla realtà. Entra in scena ancora lui, Matteo Renzi, che fa il lavoro pronta consegna con la motosega. Conte finisce gambe all'aria per superbia, inadeguatezza, un politico unfit. Il Presidente Mattarella osserva con pazienza l'ennesimo scherzo della legislatura, dispone i pezzi sulla scacchiera, prepara un governo del presidente, un esecutivo d'emergenza "aperto a tutti". Conte rinchiuso con Casalino nello studio di Palazzo Chigi prova a resistere, fino al punto da dipingere l'arrivo di Mario Draghi come una minaccia per i parlamentari, all'ultimo minuto prova a ribaltare il tavolo, accarezza l'idea del voto anticipato (pensando che i consensi via social siano voti reali e dunque bisogna catturarli tutti, maledetti e subito), fa la sua ultima sceneggiata populista piazzando i banchetti fuori da Palazzo Chigi. Sul ponte sventola bandiera bianca.
Il banchetto di Conte. 4 febbraio 2021, Giuseppe Conte (a sinistra), parla alla stampa (Foto Ansa).Conte non cade tremando, ma tramando. Arriva Mario Draghi, un elemento straordinario, quello che il Pd diceva che "non c'è", è "un bluff di Renzi" e via così con le supercazzole. Le pre-visioni del Pd, un genere letterario. Renzi esulta, ha il sorriso di chi ha preso il fagiano con un colpo solo, Salvini ha imparato la lezione e la Lega entra nella maggioranza, il Pd va in cortocircuito, seduta di autocoscienza aperta senza limiti d'orario, cineclub su "what is left", auscultazione delle note di Jovanotti, Nic Zingaretti ha una crisi di nervi, si "vergogna del partito" e oplà! si dimette, Grillo diventa improvvisamente draghista e informa il popolo che Draghi è grillino, penstastellati e dem nel vedere le cravatte verdi avanzare alle consultazioni con l'ex banchiere centrale chiedono l'attivazione del "perimetro", ancora una volta non hanno capito un fico secco di quello che sta accadendo. Sta cambiando tutto. Salvini vota il Recovery Fund in Europa, dice che le regole europee sul contrasto all'immigrazione gli vanno benissimo, che con Draghi si può fare e non ci sono condizioni. Draghi vara il governo in piena autonomia, non negozia i nomi dei ministri con i leader e cribbio, "non mi ha chiamato!", i grillini s'accodano e giurano fedeltà, il Pd s'adegua e chiama Letta da Parigi perché nessuno sa che fare e tanto vale prenderne uno dall'estero, Giorgia Meloni resta all'opposizione sognando il sorpasso su Matteo. Nel frattempo, Draghi va al negozio di ricambi e in officina rimette a posto il motore fuso del governo: Borrelli va a casa (Protezione civile), Arcuri va casa (Commissario straordinario per il coronavirus), Vecchione va a casa (Servizi segreti), pistone, cinghia di trasmissione e cruscotto nuovi con Fabrizio Curcio, il generale Francesco Paolo Figliuolo e la diplomatica Elisabetta Belloni. Vrooom, senti come gira il motore... Il cerchio magico del Conte viene smantellato per manifesta incapacità. Arrivano i vaccini, Draghi blocca l'export delle partite prodotte in Italia, traccia la linea, l'Unione europea su impulso del premier italiano si sveglia dallo stordimento, la campagna vaccinale decolla, l'Italia riapre e da lunedì via le mascherine all'aperto. Che incredibile cambio di marcia.
E Conte che fa? Ripete lo schema collaudato con il governo giallo-verde e quello giallo-rosso. Cerca di fregare tutti gli altri. Beppe Grillo, di gran lunga il più sveglio di tutti in quel mondo, traghetta i Cinque Stelle nella maggioranza, sa bene che là fuori per il Movimento tira un'ariaccia, perde tempo e prende tempo, prova a immaginare un partito che trova un equilibrio con Conte. Ma sottovaluta il felpatissimo avvocato. Il quale, come certi personaggi che nei racconti si attivano con la rottura di un incantesimo, ricevuta l'investitura, riprende a tessere la ragnatela. Stavolta la preda è Grillo, deve intrappolare niente meno che il fondatore del Movimento. L'avvocato è in piena operazione (ri)trasformista. Uscito dall'auto-ibernazione, fa mormorare ai suoi che è pronto a staccare la spina a Draghi (e poi assicura che no, giammai lo farà), solleva nuvole d'opposizione, i giornali scrivono di due scazzi telefonici con Draghi e mentre assesta la pochette alla kriptonite prepara un nuovo statuto dei Cinque Stelle dove il fondatore viene destinato al ruolo di reliquia storica. Beppe Grillo un bel mattino si sveglia, scende dal letto con il balzo di un felino, arriva a Roma e di fronte ai parlamentari in stato di catalessi pronuncia la frase destinata a entrare nella storia degli epigrammi politici: "Sono il fondatore, non un coglione". Craaaaaaaac.
24 giugno 2021. Grillo con i parlamentari del Movimento mostra il nuovo simbolo dei Cinque Stelle (Foto Ansa).A che punto è la notte? Oh, perbacco, si evoca una scissione, l'avvocato-condottiero che fonda un partito (lo scrive Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano), i grillini che restano con Grillo, i contisti che vanno con Conte, il divorzio è già consumato, anzi no ci sono 48 ore, lunedì si dimette, preparate i fazzoletti, ordinate il popcorn, sono pronto all'addio, aspetta no, Grillo mi deve chiedere scusa pubblicamente, eh, non ci sono le condizioni. Ci manca che si sfidino a duello in un prato della campagna laziale, con i cinghiali che interrompono il banchetto metropolitano made in Raggi per assistere allo spettacolo, con i testimoni scelti tra i fedelissimi, Di Battista in Vespa che ascolta Manu Chao, le pistole ben oliate, i fazzoletti pronti a segnare il momento dello sparo, i passi contati nel silenzio tombale, i cerusici con i ferri per estrarre i proiettili, Sarabande con il volume a palla, il sottofondo della musica di Barry Lindon. Bang. Ossignore, sta per intervenire Fedez. Inginocchiatevi! Che Dio ci conservi a lungo Mario Draghi.
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l'"Abbonamento") a List nelle diverse formule di volta in volta disponibili. Il Servizio è fornito da List
S.r.l., con
sede in Via Ferdinando di Savoia, 3 - 00196 Roma P. IVA 14403801005, iscritta al registro delle imprese di
Roma, numero
di iscrizione RM/1518421 (di seguito, il "Fornitore").
Il Servizio è rivolto esclusivamente a utenti maggiorenni. (di seguito, l'"Utente" o gli "Utenti").
List è il servizio digitale che fornisce agli Utenti contenuti editoriali, giornalistici e informativi di
qualità;
maggiori informazioni su List sono disponibili navigando sul sito internet https://newslist.it/ (di seguito,
il "Sito").
Il Servizio è disponibile in abbonamento via web a partire dal Sito, nonché attraverso l'applicazione List
(di seguito,
l'"Applicazione") per dispositivi mobili con sistema operativo IOS 11.0 o successivi e Android 6.0 o
successivi.
Il costo dei dispositivi, delle apparecchiature e della connessione internet necessari per la fruizione del
Servizio non
è ricompreso nel Servizio e si intende a carico dell'Utente.
1. Caratteristiche del Servizio
1.1 Il Servizio ha ad oggetto la fruizione in abbonamento dei contenuti editoriali della testata List.
L'Abbonamento è
disponibile esclusivamente in formato digitale; resta quindi espressamente esclusa dal Servizio la fornitura
dei
contenuti in formato cartaceo.
1.2 Il Servizio è a pagamento e comporta il pagamento di un corrispettivo a carico dell'Utente (con le
modalità previste
nel successivo articolo 5).
1.3 L'Utente può scegliere tra diverse formule a pagamento per la fruizione del Servizio; il costo, la
durata, le
modalità di erogazione e gli specifici contenuti di ciascun pacchetto sono specificati nella pagina di
offerta
pubblicata su https://newslist.it/fe/#!/register ovvero all'interno dell'Applicazione. Il contenuto
dell'offerta deve
intendersi parte integrante dei presenti termini d'uso e del connesso contratto tra il Fornitore e l'Utente.
2. Acquisto dell'abbonamento
2.1 Ai fini dell'acquisto di un Abbonamento è necessario (i) aprire un account List; (ii) selezionare un
pacchetto tra
quelli disponibili; (iii) seguire la procedura di acquisto all'interno del Sito o dell'Applicazione,
confermando la
volontà di acquistare l'Abbonamento mediante l'apposito tasto virtuale. L'Abbonamento si intende acquistato
al momento
della conferma della volontà di acquisto da parte dell'Utente; a tal fine, l'Utente accetta che faranno fede
le
risultanze dei sistemi informatici del Fornitore. La conferma vale come espressa accettazione dei presenti
termini
d'uso.
2.2 L'Utente riceverà per email la conferma dell'attivazione del Servizio, con il riepilogo delle condizioni
essenziali
applicabili e il link ai termini d'uso e alla privacy policy del Fornitore; è onere dell'Utente scaricare e
conservare
su supporto durevole il testo dei termini d'uso e della privacy policy.
2.3 Una volta confermato l'acquisto, l'intero costo dell'Abbonamento, così come specificato nel pacchetto
acquistato,
sarà addebitato anticipatamente sullo strumento di pagamento indicato dall'Utente.
2.4 Effettuando la richiesta di acquisto dell'Abbonamento, l'Utente acconsente a che quest'ultimo venga
attivato
immediatamente senza aspettare il decorso del periodo di recesso previsto al successivo articolo 4.
2.5 Per effetto dell'acquisto, l'Utente avrà diritto a fruire del Servizio per l'intera durata
dell'abbonamento;
l'Utente, tuttavia, non può sospendere per alcun motivo la fruizione del Servizio durante il periodo di
validità
dell'Abbonamento.
3. DURATA, DISDETTA E RINNOVO DELL'ABBONAMENTO
3.1 L'Abbonamento avrà la durata di volta in volta indicata nel pacchetto scelto dall'Utente (per esempio,
mensile o
annuale).
3.2 L'Abbonamento si rinnoverà ciclicamente e in modo automatico per una durata eguale a quella
originariamente scelta
dall'Utente, sino a quando una delle Parti non comunichi all'altra la disdetta dell'Abbonamento almeno 24
ore prima del
momento della scadenza. In mancanza di disdetta nel termine indicato, l'Abbonamento è automaticamente
rinnovato.
3.3 L'Utente potrà esercitare la disdetta in ogni momento e senza costi attraverso una delle seguenti
modalità:
seguendo la procedura per la gestione dell'Abbonamento all'interno del proprio profilo utente sia sul Sito
che
nell'Applicazione;
inviando una mail al seguente indirizzo: help@newslist.it.
3.4 Gli effetti della disdetta si verificano automaticamente alla scadenza del periodo di abbonamento in
corso; fino a
quel momento, l'Utente ha diritto a continuare a fruire del proprio Abbonamento. La disdetta non dà invece
diritto ad
alcun rimborso per eventuali periodi non goduti per scelta dell'Utente.
3.5 In caso di mancato esercizio della disdetta, il rinnovo avverrà al medesimo costo della transazione
iniziale, salvo
che il Fornitore non comunichi all'Utente la variazione del prezzo dell'Abbonamento con un preavviso di
almeno 30 giorni
rispetto alla data di scadenza. Se, dopo aver ricevuto la comunicazione della variazione del prezzo,
l'Utente non
esercita la disdetta entro 24 ore dalla scadenza, l'Abbonamento si rinnova al nuovo prezzo comunicato dal
Fornitore.
3.6 Il Fornitore addebiterà anticipatamente l'intero prezzo dell'Abbonamento subito dopo ogni rinnovo sullo
stesso
strumento di pagamento in precedenza utilizzato dall'Utente ovvero sul diverso strumento indicato
dall'Utente attraverso
l'area riservata del proprio account personale.
4. Recesso DEL CONSUMATORE
4.1 L'Utente, ove qualificabile come consumatore – per consumatore si intende una persona fisica che agisce
per scopi
estranei all'attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta, ha
diritto di
recedere dal contratto, senza costi e senza l'onere di indicarne i motivi, entro 14 giorni dalla data di
attivazione
dell'Abbonamento acquistato.
4.2 L'Utente può comunicare la propria volontà di recedere, inviando al Fornitore una comunicazione
esplicita in questo
senso mediante una delle seguenti modalità:
mediante raccomandata a.r. indirizzata alla sede del Fornitore;
per email al seguente indirizzo help@newslist.it;
4.3 Ai fini dell'esercizio del recesso l'Utente può, a sua scelta, utilizzare questo modulo
4.4 Il termine per l'esercizio del recesso si intende rispettato se la comunicazione relativa all'esercizio
del diritto
di recesso è inviata dall'Utente prima della scadenza del periodo di recesso.
4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.