27 Giugno
AAA. Acciaio, Alitalia, Autostrade
Arcelor Mittal minaccia la chiusura dell'ex Ilva a Taranto, manca l'immunità. Autostrade e le concessioni in bilico. Alitalia senza un partner (e il migliore è Atlantia, capogruppo di Autostrade). L'Italia è un paese per l'industria? Il caso Sea Watch è un fallimento dell'Europa
Che succede? Una nave, la Seawatch 3, con 42 stranieri a bordo ha disobbedito allo stop delle autorità italiane e ora è davanti a Lampedusa. Il ministro dell'Interno parla di "atto ostile" e chiede che venga arrestata la comandante della nave, Carola Rackete, 31 anni. Sul molo sono schierati i Carabinieri. Polemica con l'Unione europea - che ancora una volta non si è mossa - e con l'Olanda visto che la nave della Ong (tedesca) batte bandiera olandese. Protesta dell'ambasciatore italiano all'Aja, grande caos mediatico, lotta tra guelfi e ghibellini. Salvini stamattina su Radio Anch'io ha ribadito la linea del governo:
C'è gente che non si ferma quando i Carabinieri alzano la paletta e dicono alt. E ne paga le conseguenze. Ci sono delle leggi, ci sono confini, diritti, doveri. La comandante della nave lo ha fatto per motivi politici. Ha tirato dritto verso l'Italia. Mi spiace che usi 42 esseri umani per fare la sua battaglia politica. In Italia chi scappa dalla guerra viene accolto. Questi pagano gli scafisti, sono viaggi organizzati a pagamento da una mafia che traffica con gli esseri umani.
È un film già visto, le parti sono "automatiche", il copione collaudato: il governo difende la sua linea sull'immigrazione e accusa l'Unione europea di immobilismo (a Bruxelles sono rapidisssimi sulla procedura d'infrazione, spariscono quando si tratta di accogliere un paio di immigrati a testa), Salvini invoca arresti e provvedimenti esemplari, la sinistra parte con il pilota automatico e accusa di ogni crimine la destra. In mezzo al mare, una ragazza che ha nobili intenzioni e legittime idee politiche, le confonde con il diritto, le leggi dello Stato, e sbaglia, perché la sua causa passa dalla parte del torto e della strumentalizzazione politica. La prova è nei titoli dei giornali. Repubblica apre la prima pagina con un "Forza Capitana", mentre...
Che succede? Una nave, la Seawatch 3, con 42 stranieri a bordo ha disobbedito allo stop delle autorità italiane e ora è davanti a Lampedusa. Il ministro dell'Interno parla di "atto ostile" e chiede che venga arrestata la comandante della nave, Carola Rackete, 31 anni. Sul molo sono schierati i Carabinieri. Polemica con l'Unione europea - che ancora una volta non si è mossa - e con l'Olanda visto che la nave della Ong (tedesca) batte bandiera olandese. Protesta dell'ambasciatore italiano all'Aja, grande caos mediatico, lotta tra guelfi e ghibellini. Salvini stamattina su Radio Anch'io ha ribadito la linea del governo:
C'è gente che non si ferma quando i Carabinieri alzano la paletta e dicono alt. E ne paga le conseguenze. Ci sono delle leggi, ci sono confini, diritti, doveri. La comandante della nave lo ha fatto per motivi politici. Ha tirato dritto verso l'Italia. Mi spiace che usi 42 esseri umani per fare la sua battaglia politica. In Italia chi scappa dalla guerra viene accolto. Questi pagano gli scafisti, sono viaggi organizzati a pagamento da una mafia che traffica con gli esseri umani.
È un film già visto, le parti sono "automatiche", il copione collaudato: il governo difende la sua linea sull'immigrazione e accusa l'Unione europea di immobilismo (a Bruxelles sono rapidisssimi sulla procedura d'infrazione, spariscono quando si tratta di accogliere un paio di immigrati a testa), Salvini invoca arresti e provvedimenti esemplari, la sinistra parte con il pilota automatico e accusa di ogni crimine la destra. In mezzo al mare, una ragazza che ha nobili intenzioni e legittime idee politiche, le confonde con il diritto, le leggi dello Stato, e sbaglia, perché la sua causa passa dalla parte del torto e della strumentalizzazione politica. La prova è nei titoli dei giornali. Repubblica apre la prima pagina con un "Forza Capitana", mentre La Verità titola "La Sea Watch infrange la legge, ma il Pd si schiera con i pirati", il Resto del Carlino impagina un "La Capitana e il Capitano", Il Fatto Quotidiano cerca una via di mezzo (e un po' di ragione) mandando in edicola un "Sea Watch 3 e la guerra delle due propagande sulla pelle dei migranti", la Stampa punta su "Il capitano Carola sfida Salvini".
01
La non politica dell'Europa sui migranti
Bastano questi titoli per capire che così non si va lontano. Il capitano Carola non lo sa, ma questa vicenda in realtà diventa un ottimo argomento politico per Salvini da portare a Bruxelles: dopo un anno di governo giallo-verde gli sbarchi sono stati ridotti in maniera netta (vedere il grafico qui sotto), ma come mai la Commissione e il Consiglio non sono riusciti in tutto questo periodo a trovare una soluzione condivisa sul soccorso, l'accoglienza e la ripartizione degli stranieri? Semplice, nessuno degli Stati dell'Unione vuole pagare il prezzo di una politica sull'immigrazione che apre all'ingresso di "migranti economici" (definizione cara al presidente francese Emmanuel Macron). Nessun governo vuole condividere questo peso politico, neppure quello della Germania - il più aperto - tanto che la Grosse Koalition ha cambiato i criteri di ammissione nel proprio territorio, con una selezione dei migranti secondo le proprie competenze e la domanda del mercato del lavoro in Germania.
La politica delle "porte aperte" non ha il consenso nel Paese per poter essere una soluzione (ed è una pericolosa utopia che mina le stesse basi dell'accoglienza), quella delle porte chiuse (e non lo sono nemmeno con questo governo) non si può fare per ragioni di diritto internazionale, umanitarie e economiche (sono aperti corridoi umanitari, anche se non se ne parla, e il decreto flussi nell'aprile scorso ha fissato in 30.850 i lavoratori stranieri che servono il sistema delle imprese e delle famiglie italiane), serve una politica europea di contrasto dei trafficanti di esseri umani, la stabilizzazione della Libia (ricordiamo ai benpensanti che a Tripoli si combatte e si muore) con una coalizione internazionale guidata dall'Italia (toc toc, ci siete?), una nuova politica internazionale per l'Africa (guardate ai cambi di regime - senza democrazia - in Sudan e in Algeria), e un minimo di condivisione delle responsabilità in mare e a terra tra i paesi europei. Realismo. Pragmatismo. Senza smarrire il senso di umanità. Senza estremismi da una parte e dall'altra. Domanda sul taccuino: è questa la vera emergenza? Seguite il titolare di List.
02
AAA. Acciaio, Alitalia, Autostrade
Siamo uno strano Paese, capace di vincere la corsa le Olimpiadi invernali del 2026, ma subito dopo incapace di dare fiducia a chi fa impresa. Nella versione del governo giallo-verde la fragile cultura industriale è assediata dai Cinque Stelle, ma il laissez-faire della Lega nei confronti dell'alleato è un problema che Salvini deve risolvere. Alla lunga, si finisce travolti tutti dalla demagogia anti-industriale. Riepilogo delle ultime 48 ore: il Movimento pensa alla revoca della concessione di Autostrade, sarebbe una botta letale per un gruppo che oltre 30 mila dipendenti in Italia e peccato che la capogruppo Atlantia sia anche l'unica grande azienda italiana che può salvare Alitalia da un crac più che certo. Mentre il ministro Toninelli fa prove tecniche di crash senza carrello, dal gruppo mondiale dell'acciaio Arcelor Mittal arriva un altolà: senza l'immunità ambientale, chiudiamo. Tanti saluti all'ex Ilva e vedremo proprio quale politico di questa maggioranza avrà mai il coraggio di andare a Taranto. Facciamo i conti: Atlantia ha 31 mila dipendenti; Alitalia ne ha oltre 12 mila, l'Ilva ne ha 14 mila. Qui non calcoliamo l'indotto, diciamo che con questa abile mossa ci sono circa 57 mila posti di lavoro che ballano la rumba. Governare con l'utopia conduce dritti all'incubo. Vediamo nel dettaglio la storia dell'ex Ilva, un film dell'orrore.
03
Arcelor Mittal, l'immunità e il lavoro che appare e scompare
Senza l'immunità chiudiamo. Questa è la sintesi delle parole dell'amministratore delegato di ArcelorMittal Europa, Geert Van Poelvoorde. Il decreto crescita prevede la rimozione il 6 settembre dell'immunità per gli amministratori, cosa che potrebbe aprire le porte a qualsiasi iniziativa giudiziaria e pregiudicherebbe il risanamento dell'azienda. Non c'è niente di sbagliato nella richiesta di Van Poelvoerde: senza immunità i manager di ArcelorMittal rischiano l'incriminazione e il processo per non rispetto delle norme ambientali dovuto a inadempienze delle passate gestioni. Così avremmo il paradosso che chi sta bonificando e migliorando la produzione sul piano ambientale, finisce alla sbarra. Troppo. Durante il negoziato per l'acquisizione dell'Ilva, "il governo votò un provvedimento che diceva che se vuoi far funzionare un impianto che non rispetta le norme e devi investire, hai bisogno di una protezione giuridica contro le azioni penali". Tutto logico, ma in Italia il buonsenso nelle leggi è una rarità e infatti la manina della demagogia ha subito inserito un provvedimento di cancellazione dell'immunità che - bisogna ricordarlo - fa parte del contratto.
Ancora una volta, siamo di fronte al dissidio tra le visioni dei Cinque Stelle e la Lega. Di Maio commenta con i suoi collaboratori: "Io non accetto ricatti. Qui la legge è uguale per tutti. Ilva resti aperta, non hanno nulla da temere, le soluzioni si trovano". Ma se si afferma che "le soluzioni si trovano", vuol dire che qualcosa non va e quel qualcosa non è un dettaglio, come abbiamo visto. Il ministro e l'azienda si incontreranno il 4 luglio. Van Poelvoorde la vede in maniera logica per un imprenditore: "Il Governo continua a dirci di non preoccuparci, che troverà una soluzione, ma finora non c'è niente. Quindi il 6 settembre l'impianto chiuderà. Abbiamo ancora due mesi, spero che il Governo trovi una soluzione, siamo aperti a discutere. Noi ci fidiamo delle dichiarazioni del Governo, stiamo andando avanti con il piano, non rallentiamo e aspettiamo che il Governo trovi una soluzione perché non c'è motivo per cui ci mandino via. Ma apparentemente non vedono questo problema grave come lo vediamo noi". Questo è il nocciolo della questione, la politica sottovaluta i problemi dell'imprenditore che opera in Italia, non sa che la magistratura può svegliarsi con il piede sbagliato la mattina e mandare in fumo un'industria di interesse nazionale, l'acciaio. Ribadiamo il numero: sono oltre 14 mila posti di lavoro diretti.
04
Golden Power. Di Maio e Samsung
Il governo che spalanca il cancello alla non proprio liberale Cina, ha deciso ieri sera di esercitare i poteri di Golden Power sui sudcoreani della Samsung che hanno siglato con Fastweb un accordo per la progettazione dei sistemi software della rete 5G nelle città di Bolzano e Biella. Decisione di Luigi Di Maio. Bene, ma dalle parti di Palazzo Chigi bisognerà pur capire che l'Oriente non è tutto uguale e Seul non è Pechino. Curioso flip flop geopolitico.
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C'è altro? Perbacco, Trump. Ha detto che vuole Mario Draghi alla Federal Reserve e che il Giappone in caso di guerra...
05
Trump, il Giappone e la guerra in tv
A pochi giorni dal G20 in Giappone a Osaka (28-29 giugno), Donald Trump fa Trump e un'intervista a Fox Business dice che "se il Giappone viene attaccato, combatteremo la terza guerra mondiale. Entreremo e li proteggeremo con le nostre vite. Combatteremo a tutti i costi..... ma se ci attaccano, il Giappone non deve aiutarci affatto. Possono guardare la tv Sony". Cosa vuol dire Trump con questa frase? Che nell'alleanza per la difesa tra Stati Uniti e Giappone non c'è reciprocità. È tutta una questione (non) di guerra, ma di finanziamento dell'allenza.
06
Trump: la Fed ha bisogno di uno come Draghi
La guerra delle Banche centrali. Il presidente americano contesta duramente la politica attendista della Federal Reserve sul taglio dei tassi. "Ho il diritto di licenziare Powell"
Divisi. Donald Trump e Jerome Powell (Foto Ansa)Qual è il solo gioco che conta? Quello delle Banche centrali. Cosa dice Trump sul tema? Che il migliore è in campo è Mario Draghi. Dopo aver detto solo pochi giorni fa che il banchiere centrale europeo fa "concorrenza sleale" agli Stati Uniti. Il presidente americano continua a fare lo spiazzista e in un'intervista a Fox Business dice la sua sulla politica monetaria della Federal Reserve: "Gli Stati Uniti avrebbero dovuto avere Mario Draghi della Bce, invece della nostra persona alla Fed". Ooooooops! Continua a leggere l'articolo su List.
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Chi sfiderà Trump nella corsa alla Casa Bianca? Bella domanda, la competizione tra i Democratici è affollata, troppo. Ieri c'è stato il primo grande duello televisivo. Com'è andata?
07
Vince la Warren (all'inizio), ma su Google è un altro film...
Miami, palco dell'Adrienne Arsht Center. Dieci candidati. Tre donne. Chi ha vinto? Secondo gli analisti nella prima ora di dibattito ha vinto una donna, quella più progressista, la senatrice Elizabeth Warren. Chiede "cambiamenti strutturali nel governo, nell'economia e nel Paese", dice che la quota di reddito disponibile per le famiglie americane è "sempre più sottile al top" e bisogna istituire una tassa sui ricchi. Punta sulla diversità della società americana, la Warren, "gli afro americani o per i latini che vedono le loro famiglie separate, le loro vite distrutte, le loro comunità rovinate". Nessuno ha citato quello che si ritiene il favorito, Joe Biden (vedremo, qui abbiamo qualche dubbio, ma mancano 496 giorni al voto) ex vicepresidente con Obama, tutti contro Trump ma poca sostanza, forte polemica contro la Corporate America (e in realtà non è un buon segno per vincere nell'Election Day). La realtà spesso non è quella dei media mainstream. Come vanno le ricerche dei candidati su Google Trends? Così:
Sulla Rete, nel search box di Google, ha vinto Tulsi Gabbard, progressista, maggiore della Guardia Nazionale, ha servito in Iraq. Come ha spiegato Nate Silver, il dibattito non cambia lo scenario, ma quello che si dirà dopo, il commento, quello può influire sulla competizione nel campo democratico. Oggi secondo dibattito, con due vecchi leoni: l'ex vice presidente Joe Biden, 76 anni, e il senatore Bernie Sanders, 77 anni. Sarà una lunga corsa, molto incerta.
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Come chiudiamo questo numero di List? Con un'immagine. Era il 20 luglio del 1969.
08
Lo sbarco sulla Luna. Comando e controllo
Ci avviciniamo alla celebrazione di una data storica per l'umanità: il 20 luglio del 1969 Neil Armstrong e Buzz Aldrin sbarcano sulla Luna. Nel centro di controllo della missione Apollo esplode la gioia:
La meravigliosa impresa di un team di scienziati, tecnici, un governo impegnato nella prima grande corsa allo spazio. La Nasa ha restaurato nella configurazione che aveva ai tempi delle missioni Apollo il centro di comando e controllo che divenne leggenda con le missioni Apollo, Gemini, Apollo/Soyuz, Skylab e Space Shuttle. Eccolo in una foto scattata durante la missione Apollo 9:
Il restauro è costato 5 milioni di dollari. Ne valeva la pena. Si vola nel passato. E nel futuro. Three, two, one...
Piantare la bandiera sulla Luna. Abbiamo davanti a noi molte ore di volo. E resteremo sulla Terra.
Casa. Bellissima. Buona giornata.
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6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
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comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.