26 Giugno
AAA. Autonomia, Autostrade (e Alitalia)
Governo in stallo. Blocco dei Cinque Stelle Il progetto di Autonomia non andrà oggi in Consiglio dei ministri. La Lega aspetta (ma non troppo). I grillini vogliono la revoca della concessione di Autostrade, ma sono di fronte a un triplice problema: politico, legale e industriale
Che succede? Viviamo tempi interessanti (forse troppo), ma abbiamo di fronte un mix di elementi sparsi che hanno bisogno di essere messi in fila. C'è l'agenda che detta i temi, il ritmo, la corsa; ci sono fatti internazionali che cambiano la curvatura del dibattito (e delle cose da fare) dell'Italia, il suo posizionamento nel mondo; ci sono conflitti in apparenza remoti che sono in realtà vicinissimi e impattano sul nostro vivere quotidiano, la minaccia di uno shock energetico (l'Iran, le tensioni con gli Stati Uniti e la partita a scacchi nello Stretto di Hormuz); ci muoviamo in un mondi di vecchi giganti (gli Stati) e nuovi titani (le multinazionali dell'industria digitale). I primi hanno l'uso della forza, ma i secondi hanno il controllo dei dati e si apprestano a battere moneta. Per gli Stati nazionali si tratta della minaccia più grande. Mentre accade tutto questo, ieri sera a Palazzo Chigi i leader della maggioranza si sono incontrati. In agenda c'era il tema dell'Autonomia differenziata. E quello della revoca della concessione a Autostrade. Non hanno deciso niente (per ora), ma il quadro è molto interessante. Forse troppo. Partiamo da qui. Seguite il titolare di List.
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AAA. Autonomia, Autostrade (e Alitalia)
A Palazzo Chigi ieri sera c'è stato un vertice di maggioranza il vertice sul tema dell'Autonomia differenziata. Schieramento: il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, i due vicepremier, Matteo Salvini e Luigi Di Maio, il ministro per gli Affari regionali, Erika Stefani, il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Riccardo Fraccaro, il viceministro all'Economia Massimo Garavaglia e il sottosegretario agli Affari regionali Stefano Buffagni. Hanno deciso di non decidere, cioè di rinviare ancora il provvedimento, non sarà in Consiglio dei ministri oggi (la riunione del governo non è stata per il momento formalmente convocata). I Cinque Stelle hanno fatto muro opponendo questioni tecniche....
Che succede? Viviamo tempi interessanti (forse troppo), ma abbiamo di fronte un mix di elementi sparsi che hanno bisogno di essere messi in fila. C'è l'agenda che detta i temi, il ritmo, la corsa; ci sono fatti internazionali che cambiano la curvatura del dibattito (e delle cose da fare) dell'Italia, il suo posizionamento nel mondo; ci sono conflitti in apparenza remoti che sono in realtà vicinissimi e impattano sul nostro vivere quotidiano, la minaccia di uno shock energetico (l'Iran, le tensioni con gli Stati Uniti e la partita a scacchi nello Stretto di Hormuz); ci muoviamo in un mondi di vecchi giganti (gli Stati) e nuovi titani (le multinazionali dell'industria digitale). I primi hanno l'uso della forza, ma i secondi hanno il controllo dei dati e si apprestano a battere moneta. Per gli Stati nazionali si tratta della minaccia più grande. Mentre accade tutto questo, ieri sera a Palazzo Chigi i leader della maggioranza si sono incontrati. In agenda c'era il tema dell'Autonomia differenziata. E quello della revoca della concessione a Autostrade. Non hanno deciso niente (per ora), ma il quadro è molto interessante. Forse troppo. Partiamo da qui. Seguite il titolare di List.
01
AAA. Autonomia, Autostrade (e Alitalia)
A Palazzo Chigi ieri sera c'è stato un vertice di maggioranza il vertice sul tema dell'Autonomia differenziata. Schieramento: il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, i due vicepremier, Matteo Salvini e Luigi Di Maio, il ministro per gli Affari regionali, Erika Stefani, il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Riccardo Fraccaro, il viceministro all'Economia Massimo Garavaglia e il sottosegretario agli Affari regionali Stefano Buffagni. Hanno deciso di non decidere, cioè di rinviare ancora il provvedimento, non sarà in Consiglio dei ministri oggi (la riunione del governo non è stata per il momento formalmente convocata). I Cinque Stelle hanno fatto muro opponendo questioni tecniche. Salvini a un certo punto della riunione è andato in tv e si è dato il cambio con Giancarlo Giorgetti ("Mi ha dato il cambio Giorgetti, che è come se fossi io"). Voci leghiste: "Ennesima riunione a vuoto, i Cinque Stelle si nascondono dietro i burocrati". Voci pentastellate: "Nessun blocco. Quando si governa in due le cose si fanno in due". In questo caso non si fanno, quindi il problema esiste.
Il capitolo Autostrade. È dal crollo del Ponte Morandi a Genova che la disputa va avanti. La tragedia scosse gli animi, il governo era in carica da poco più di due mesi, parlarono le emozioni, ma poi c'è il diritto, ci sono i contratti. E la politica. I Cinque Stelle premono per la revoca della concessione a Autostrade, ma l'idea di Danilo Toninelli è un problema triplice: politico, legale e industriale.
Problema politico. Autostrade è un gigante del trasporto, fa capo a Atlantia. Parliamo di un gruppo che ha oltre 30 mila dipendenti nel paese, i cui risultati di bilancio sono eccellenti. Dare un colpo di maglio a tutto questo non è solo una questione economica, ma politica. Ricordiamo che il gruppo fa capo alla famiglia veneta dei Benetton, che il veicolo finanziario che controlla tutto si chiama Edizione Srl e ha sede in piazza del Duomo a Treviso, in quel Veneto esportatore (e in cerca di autonomia rafforzata) che è governato da Luca Zaia. Questo è il problema politico. Tagliare la testa a un pezzo della storia del Nord-Est, il cuore della Lega.
Problema legale. La revoca non si fa con un colpo di bacchetta magica del ministro Toninelli. Il contenzioso legale tra Autostrade e Stato italiano rischia di essere uno dei più grandi della storia. E le probabilità di perderlo sono consistenti. Perché in tribunale valgono i contratti, non le opinioni di questo o di quello, nemmeno i galloni del ministro valgono qualcosa in più rispetto alla legge e ai patti sottoscritti. È una questione di diritto. Il contribuente dovrebbe essere preventivamente informato sui costi potenziali di questa decisione del governo, come ricordava sempre Margaret Thatcher "non esiste il denaro pubblico, esiste il denaro dei contribuenti".
Problema industriale. Lo Stato potrebbe gestire direttamente la rete autostradale? Certamente, ma a che costo? Con quali influenze politiche sul business? Torniamo al punto, la delicatezza del sistema Atlantia nel sistema industriale italiano. Edizione, la holding finanziaria, controlla un universo di aziende presenti in tutto il mondo con 67 mila dipendenti, i settori sono: infrastrutture di trasporto (Atlantia), infrastrutture digitali (Cellnex), ristorazione (Autogrill) e la manifattura con il marchio storico Benetton. È presente nel settore immobiliare, agricolo e turistico. Ha partecipazioni in Generali e Mediobanca, cioè la cassaforte dell'industria italiana.
Atlantia ha in gestione 14 mila chilometri di autostrade, è presente in 23 paesi nel mondo, è leader mondiale nel telepedaggio, ha la gestione di cinque aeroporti in Europa, il più importante è quello di Roma Fiumicino, i passeggeri sono 60 milioni all'anno in tutti gli scali gestiti. Risultati finanziari: oltre 11 miliardi di euro di ricavi, utile prima degli interessi e tasse pari a 7.3 miliardi di euro, investimenti per 1.7 miliardi di euro. Siamo di fronte a un gigante dell'industria italiana, l'unico tra l'altro che potrebbe salvare Alitalia dal crash fallimentare, l'unico che ha un'attività industriale coerente con quello della compagnia aerea, l'unico che ha forza finanziaria per fare decollare e volare stabilmente Alitalia. Tagliare la testa a Autostrade significa probabilmente mandare presto o tardi al patibolo anche Alitalia. È la politica delle conseguenze inattese.
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Alla fine, comanda l'agenda, com'è giusto. Ne abbiamo una da seguire per i prossimi giorni.
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La corsa a tappe dell'Italia
L'agenda è squadernata, abbiamo due appuntamenti: il vertice straordinario del Consiglio europeo il 30 giugno, preceduto dal vertice del G20 in Giappone, a Osaka (28 e 29 giugno), seguito dall'appuntamento dell'Eurogruppo (8 luglio) e dell'Ecofin (9 luglio), in mezzo un paio di Consigli dei ministri in Italia che ci diranno qual è lo stato di salute del governo. E già stasera c'è un vertice di maggioranza che s'annuncia pirotecnico (vedere alla voce Autostrade).
Temi dell'agenda: il Consiglio europeo si occuperà di nomine e questa tornata dovrebbe limare le distanze per arrivare a un nome per la presidenza della Commissione Ue e poi a un candidato per la presidenza della Banca Centrale europea, le posizioni di Francia e Germania sono lontane, i gruppi liberali e socialisti nel Parlamento europeo sono contro il candidato tedesco alla Commissione, Manfred Weber, e c'è un veto di Macron sul nome di Jens Weidman, capo della Bundesbank, per la guida della Bce; il vertice dei grandi a Osaka deve riavvicinare le posizioni di Stati Uniti e Cina sul commercio, ma nel frattempo la tensione tra America e Iran è in cima all'agenda, Trump e Xi Jinping devono trovare un accordo sul container, Trump e Putin (e molti altri) devono fare un passo avanti nel containment di Teheran che, come vedremo, si prepara a arricchire uranio oltre i limiti degli accordi del 2015; l'Eurogruppo e l'Ecofin sono due riunioni a mezz'aria tra la vecchia e la nuova legislatura europea e qui, purtroppo, l'Italia è tra i temi chiave dell'agenda, rischiamo una procedura d'infrazione che non fa bene a noi e non fa bene all'Unione per motivi che sono facili da intuire. Mario Draghi ci ha dato una mano aprendo la porta di un nuovo quantitative easing, il governo italiano non deve chiuderla con mosse imprudenti. Ci presentiamo a questi appuntamenti con una grande prova corale delle istituzioni nella conquista delle Olimpiadi invernali, non è un fatto di "colore", c'è molta più fiducia nelle potenzialità del nostro paese di quanto spesso immaginiamo. Ma bisogna costruire il consenso, serve un po' di patriottismo e senso della politica bipartisan, anche quando si parla di finanza e economia, di politica. È in gioco l'interesse nazionale.
In questo quadro, la lezione di Losanna è davvero grande. Vedere Zaia e Sala urlare di gioia, abbracciarsi, Giorgetti esultare con Malagò, il Presidente della Repubblica dare una prova di orgoglio nazionale, è stato bellissimo. E ha delle conseguenze immediate. Lo sport è politica. E le Olimpiadi sono da sempre il grande gioco geopolitico. Abbiamo vinto, possiamo farlo ancora. E c'è chi ha perso. E non è svedese. È la storia dei Cinque cerchi olimpici e dei Cinque Stelle.
03
Cinque cerchi e Cinque Stelle
Il destino gioca sempre a dadi e sa farlo meglio di tutti, con perfida e tagliente ironia. Ben prima che il governo giallo-verde fosse in pista, avvertimmo il croupier e il proprietario del casinò: la vita di questo governo è appesa alla sua contraddizione più grande, la divergenza tra il mondo produttivo, la cultura del "fare" del Nord a trazione leghista, e l'idea dei grillini di un Paese con l'industria in retromarcia e un rabdomantico futuro. Un governo che tiene insieme sviluppisti e pauperisti digital è un'impresa da funamboli, ma questo è anche l'unico format disponibile e dopo un anno si sono invertiti i numeri (tra Lega e Cinque Stelle), mentre la natura dei due partiti è rimasta la stessa.
Quando il Movimento Cinque Stelle ha conquistato la guida di Roma e Torino, quando è entrato nella stanza dei bottoni, a Palazzo Chigi, è apparso subito chiaro che questa dissociazione era il vero problema dell'esecutivo. Il primo appuntamento con la realtà è arrivato con la discussione tra le due forze della maggioranza sull'Alta Velocità, la linea Torino-Lione. "Risolto" con un rinvio il problema, ora il buco nero del tunnel si sta materializzando nuovamente. Nel frattempo, il lancio di dadi del fato ha dato all'Italia i Giochi Olimpici invernali e ta-dà, si è sentito un rumore sinistro, il cedimento strutturale di un'altra trave dell'edificio grillino. Avevano detto no alle Olimpiadi del 2024 a Roma, la città che amministrano, bisognosa come non mai di un rilancio, avevano detto no alle Olimpiadi invernali che, ovviamente, erano state dipinte come business speculativo.
La Capitale ha alzato la bandiera bianca, ma proprio sulla scia di quella triste esperienza, sui Giochi invernali si è tracciata una rotta pragmatica: isolare il Movimento, lasciare al proprio destino chi rifiuta la contemporaneità, provare a vincere con le altre del forze del Paese unite. Scelta saggia. Ieri da Losanna è arrivata la prova che "sì può fare". E i Cinque Stelle sono rimasti spiazzati, con l'imbarazzo dentro e fuori per aver sposato il cospirazionismo edilizio, a caccia di una Spectre della sciolina che non esiste. Un caso esemplare di corte vedute e scarsa lettura della realtà. La prima candidatura, quella di Roma, è andata a carte quarantotto, nella Capitale sono rimasti gli ormai epici Giochi della Spazzatura (e la stazione della metropolitana di piazza Repubblica riaperta a razzo, dopo 246 giorni), ma la seconda, quella di Milano-Cortina, è arrivata in porto e si è trasformata in un colossale boomerang contro i pentastellati che, in pieno stato confusionale, hanno perfino cercato di coprire il patatrac olimpico festeggiando la vittoria. Troppo.
Così quando il Movimento Cinque Stelle della Lombardia ha pubblicato online un'eruzione di gioia - "Abbiamo le Olimpiadi!!! Milano-Cortina 2026 è una grandissima vittoria, la nostra montagna torna ad essere protagonista!!! Una vittoria del Movimento Cinque stelle, dei lombardi e degli italiani" - si è vista una giravolta spaziale che ha fatto infuriare chi per le Olimpiadi si era battuto incontrando l'ostacolo pentastellato. Risultato, il post è stato rimosso. Ma il problema politico resta. È un dilemma che i pentastellati devono risolvere: possono scegliere l'Arcadia che non c'è oppure la realtà di una potenza industriale come l'Italia.
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A proposito di potenza, la cryptomoneta di Facebook ha svegliato le banche centrali.
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Le banche centrali hanno un problema: Facebook
Un uomo solo al comando. Mark Zuckerber, fondatore, azionista di maggioranza, amministratore di Facebook (Foto Ansa)La moneta digitale di Facebook si chiama Libra, su List ne anticipammo i contenuti distopici, stiamo arrivando rapidamente al nocciolo della questione, visto che i banchieri centrali si sono improvvisamente svegliati. Jerome Powell, governatore della Federal Reserve ha detto che la Fed monitorerà "molto attentamente" Libra, la nuova moneta digitale di Facebook. È la notizia del giorno. Tutte le banche centrali si stanno svegliando dal letargo. Il Financial Stability Board europeo e la Financial Conduct Authority inglese chiedono lumi, intravedono un pericolo di destabilizzazione dei mercati valutari, un problema di trasparenza. E siamo solo all'inizio dell'elenco di problemi aperti, visto che Facebook ha più di un miliardo di utenti attivi nel mondo. Andrew Bailey, amministratore delegato della Financial Conduct Authority, l'autorità finanziaria di controllo britannica, è stato netto: "Senza informazioni, non avranno alcuna autorizzazione". Si stanno muovendo tutti, Bankitalia, la Banque de France, i tedeschi della Bundesbank, la Banca d'Inghilterra. Chi batte moneta ha il potere. Qualcuno vuole Mark Zuckerberg nelle vesti del banchiere del mondo?
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Il progetto Libra
Nel libro bianco su Libra si discetta di libertà (sono degli eroi, i miliardari della Silicon Valley, si sa) e naturalmente "Libra is for the World" e già in questo modesto proposito s'annida la volontà di potenza e dominio, la minaccia che ha il velo del bene comune, tipico messaggio del marketing della società tecnologiche, il nuovo totem dei tecnoentusiasti.
Ritroviamo qui tutti i concetti della filosofia della cryptovaluta, ma siamo lontani dalla leggenda (nessuno sa chi sia) di Satoshi Nakamoto. Chi vuole approfondire questi temi, può fiondarsi qui e leggere tutto. Quando a Facebook dichiarano che vogliono creare "un più inclusivo sistema finanziario", stanno pensando al loro sistema, non siamo di fronte a un club di filantropi. Cryptovaluta coperta da riserve reali, progetto che ha come punto d'arrivo filosofico "the internet of money" e come esito pratico la creazione di un flusso parallelo di moneta dove gli Stati sono letteralmente "cangurati" dal sistema di Libra. I promotori di Libra sono privati, attenzione alla fiction: Facebook sarà un membro come gli altri, con lo stesso peso, gli stessi diritti e doveri, avvisano nel Libro Bianco. C'è solo un dettaglio: Libra è una portaerei, ma i caccia da far volare (gli utenti, il Big Data, l'essere profilato, il bersaglio del marketing) sono nella pancia di Facebook. Quello che sembra il bene comune è inesorabilmente interesse privato. L'elenco dei soci fondatori parla da solo, una spruzzata di no profit copre il super profit futuro. E al di là delle considerazioni sull'utile (e perfino il dilettevole) di questa storia, resta sul tappeto il problema politico: far battere moneta ai titani della Rete è il modo più veloce per dissolvere gli Stati nazionali. Dal cash al crash.
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Stati nazionali, forze transnazionali. Là fuori le tigri ruggiscono. Andiamo a vedere come procede il gioco della Grande Persia e quello dell'America.
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La Bomba dell'Iran e il pedaggio a Hormuz
La sabbia nella clessidra scorre veloce. L'Iran dal prossimo 7 luglio "avvierà la seconda fase della riduzione degli impegni presi nell'accordo sul nucleare". Traduzione: arricchirà l'uranio oltre i limiti consentiti dall'accordo del 2015 disdetto dagli americani. L'annuncio di Teheran arriva dopo le nuove sanzioni varate dagli Stati Uniti lunedì scorso, il provvedimento colpisce la Guida Suprema, l'ayatollah Ali Khamenei, il ministro degli Esteri, Mohammad Javad Zarif, e otto comandanti dei Pasdaran.
Posizioni in campo? La Russia contesta la decisione degli Stati Uniti: "Le autorità americane dovrebbero chiedersi dove li porta la loro politica imprudente contro l'Iran. Implica non solo la destabilizzazione della regione mediorientale ma mina anche il sistema di sicurezza internazionale". La Francia continua la sua pressione diplomatica su Teheran e il ministro degli Esteri francese, Jean-Yves Le Drian, avvisa: una violazione dell'accordo nucleare sarebbe un "grave errore" e una "risposta sbagliata alla pressione esercitata dagli Usa. Le diplomazie francese, tedesca e britannica sono completamente mobilitate per far comprendere all'Iran che non sarebbe nel suo interesse", dice Le Drian. A Teheran tirano dritto. Tanto che il parlamento iraniano ha proposto un disegno di legge per riscuotere il pedaggio dalle navi - tutte, mercantili e militari - che attraversano lo Stretto di Hormuz, per proteggere la loro sicurezza. Lo Stretto di Hormuz è uno dei principali punti di passaggio del petrolio e del gas nel mondo.
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Servirebbe uno come Winston Churchill, ma il Leone d'Inghilterra non c'è. Abbiamo un tal Boris Johnson che è un appassionato di Churchill e lo insegue negli eccessi, soprattutto alcolici. Come vanno le cose nella corsa alla leadership dei Tories?
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La corsa di BoJo finirà il 23 luglio
A un passo da Downing Street. Boris Johnson, il favorito nella corsa per la leadership dei Tories (Foto Ansa)Il 23 luglio i Conservatori britannici annunceranno il nuovo leader e primo ministro. Tra meno di un mese la porta del numero 10 di Downing Street potrebbe aprirsi per far entrare Boris Johnson. Del nostro abbiamo scritto un breve ritratto di spirito e scriveremo ancora parecchio. Johnson deve battere - e per ora la cosa gli riesce benissimo - il ministro degli Esteri Jeremy Hunt, un tipetto serio e ordinato, tutto il contrario dell'arruffato, scapigliato, rutilante BoJo. I duellanti avranno 15 incontri con la base, 160 mila membri del partito sceglieranno chi votare tra i due, il voto si chiuderà alle 17.00 di lunedì 22 luglio. E poi? Comincia un'altra storia della Brexit. Che storia.
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Come chiudiamo questo numero di List? Abbiamo corso tanto. Con un respiro.
08
La lieta distanza della poesia
Siamo travolti dall'istante, i momenti per pensare, per riflettere, per giocare con la nostra perduta innocenza, sono sempre più rari. Come i libri di poesia, là in fondo, nella libreria. Jacques Prévert, la lettura di quanto il titolare aveva appena raggiunto l'età maggiore; Giorgio Caproni, scoperto più in là, nelle vie di Genova, sulle alture che guardano il Mar Ligure.
Visto il nostro viaggio in questo numero di List, ecco una poesia fulminante di Prévert:
Guerra dei Cent'anni
Guerra dei Trent'anni
Guerra dei Sette anni
Dei quattro anni
Dei cinque anni
Guerra del mezzo minuto vinta al centimillesimo di secondo.
Geniale. La velocità del conflitto. La fine. E poi c'è Caproni, aspro e dolce, un incanto che inizia con un richiamo di conchiglia e un bagliore candido:
Sei donna di marine,
donna che apre riviere.
L'aria delle mattine
bianche è la tua aria
di sale - e sono vele
al vento, sono bandiere
spiegate a bordo l'ampie
vesti tue così chiare.
Ecco, con questi versi abbiamo rimesso la Chiesa al centro del paese, quello che conta quando tutto sembra essere perduto: la letteratura, l'amore. Buona giornata.
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esercita la disdetta entro 24 ore dalla scadenza, l'Abbonamento si rinnova al nuovo prezzo comunicato dal
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3.6 Il Fornitore addebiterà anticipatamente l'intero prezzo dell'Abbonamento subito dopo ogni rinnovo sullo
stesso
strumento di pagamento in precedenza utilizzato dall'Utente ovvero sul diverso strumento indicato
dall'Utente attraverso
l'area riservata del proprio account personale.
4. Recesso DEL CONSUMATORE
4.1 L'Utente, ove qualificabile come consumatore – per consumatore si intende una persona fisica che agisce
per scopi
estranei all'attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta, ha
diritto di
recedere dal contratto, senza costi e senza l'onere di indicarne i motivi, entro 14 giorni dalla data di
attivazione
dell'Abbonamento acquistato.
4.2 L'Utente può comunicare la propria volontà di recedere, inviando al Fornitore una comunicazione
esplicita in questo
senso mediante una delle seguenti modalità:
mediante raccomandata a.r. indirizzata alla sede del Fornitore;
per email al seguente indirizzo help@newslist.it;
4.3 Ai fini dell'esercizio del recesso l'Utente può, a sua scelta, utilizzare questo modulo
4.4 Il termine per l'esercizio del recesso si intende rispettato se la comunicazione relativa all'esercizio
del diritto
di recesso è inviata dall'Utente prima della scadenza del periodo di recesso.
4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.