15 Novembre
Acciaio, acqua alta e confusione ideologica
Politica industriale e economica sono colate a picco tra pregiudizi e vincoli senza crescita. Il caso dell'acciaieria di Taranto e l'alluvione di Venezia sono esemplari. Un paese in declino che ha un governo inadatto a cambiare rotta. Un'indagine di Lorenzo Castellani dal "secolo breve" a oggi
Arcelor Mittal ha comunicato i tempi di chiusura degli impianti dell'acciaieria di Taranto: ci sarà lo spegnimento dell'Altoforno 2 a metà dicembre, l'Altoforno 4 a fine dicembre e l'Altoforno 1 a metà gennaio. Saranno spente anche le cokerie e le centrali termoelettriche 2 e 3.
Lo spread tra Btp e Bund ieri è schizzato sopra quota 160 punti e ha chiuso a 178 punti base, toccando il livello più alto da fine agosto.
Prima, Seconda e Terza. Parabola delle tre Repubbliche
di Lorenzo Castellani
Lo specchio del Novecento riflette ancora i suoi spettri sul presente. Il “secolo breve” appare, in realtà, infinito a chi vive e lavora nell’Italia di oggi. Acciaio, infrastrutture, partiti. Nell’attuale politica italiana l’ombra lunga del passato è ancora influente.
Il governo è inchiodato tra il caso ILVA, l’alluvione di Venezia e la frammentazione interna, tutta parlamentare. La Seconda repubblica è stato un passo significativo, l’instaurazione della democrazia dell’alternanza, ma breve e debole. Nel 2013 quel sistema si è polverizzato. L’Italia è divenuta tripolare prima e si è poi sgretolata negli ultimi due anni.
Il governo Conte 2 è repubblicano nella forma, nato sotto influenze esterne e con una manovra tutta parlamentare, ma privo delle qualità e delle personalità della politica novecentesca. Smarrito nella politica globale, debole in quella interna. Il disordine controllato della Prima repubblica si è trasformato, passando per la falsa stabilizzazione della Seconda, nel disordine fuori controllo della Terza. In questa repubblica, per le scelte politiche non vale altra regola che quella dell’interesse personale dei leader di partito o delle sue correnti (per il Pd). Qualsiasi schema razionale nella formazione e nel disfacimento di esecutivi sempre più limitata negli scopi e nelle possibilità è saltato.
La crisi dell’acciaio mostra sia quanto l’economia sia cambiata, ma anche quanto i vecchi settori siano influenti per l’occupazione ed il prodotto interno lordo. La transizione verso...
Arcelor Mittal ha comunicato i tempi di chiusura degli impianti dell'acciaieria di Taranto: ci sarà lo spegnimento dell'Altoforno 2 a metà dicembre, l'Altoforno 4 a fine dicembre e l'Altoforno 1 a metà gennaio. Saranno spente anche le cokerie e le centrali termoelettriche 2 e 3.
Lo spread tra Btp e Bund ieri è schizzato sopra quota 160 punti e ha chiuso a 178 punti base, toccando il livello più alto da fine agosto.
Prima, Seconda e Terza. Parabola delle tre Repubbliche
di Lorenzo Castellani
Lo specchio del Novecento riflette ancora i suoi spettri sul presente. Il “secolo breve” appare, in realtà, infinito a chi vive e lavora nell’Italia di oggi. Acciaio, infrastrutture, partiti. Nell’attuale politica italiana l’ombra lunga del passato è ancora influente.
Il governo è inchiodato tra il caso ILVA, l’alluvione di Venezia e la frammentazione interna, tutta parlamentare. La Seconda repubblica è stato un passo significativo, l’instaurazione della democrazia dell’alternanza, ma breve e debole. Nel 2013 quel sistema si è polverizzato. L’Italia è divenuta tripolare prima e si è poi sgretolata negli ultimi due anni.
Il governo Conte 2 è repubblicano nella forma, nato sotto influenze esterne e con una manovra tutta parlamentare, ma privo delle qualità e delle personalità della politica novecentesca. Smarrito nella politica globale, debole in quella interna. Il disordine controllato della Prima repubblica si è trasformato, passando per la falsa stabilizzazione della Seconda, nel disordine fuori controllo della Terza. In questa repubblica, per le scelte politiche non vale altra regola che quella dell’interesse personale dei leader di partito o delle sue correnti (per il Pd). Qualsiasi schema razionale nella formazione e nel disfacimento di esecutivi sempre più limitata negli scopi e nelle possibilità è saltato.
La crisi dell’acciaio mostra sia quanto l’economia sia cambiata, ma anche quanto i vecchi settori siano influenti per l’occupazione ed il prodotto interno lordo. La transizione verso servizi e tecnologia ci sarà, è già in corso e si completerà, ma senza un piano industriale e sociale complessivo il prezzo da pagare diventerà altissimo sul piano politico. Tanto per dare una proporzione del caso specifico: il Pil prodotto dalla sola ex ILVA è pari all’1,5% di quello totale italiano, mentre quello prodotto da tutte le attività turistiche sommate in Italia (servizi e spese dei visitatori) è pari al 5,5%. Quanti musei, alberghi e ristoranti in più servono per sostituire ILVA? La scivolata del governo giallo-rosso sullo scudo penale, e la scarsa capacità nel valutare l’acquirente di quello precedente, rischiano di costare molto care. La mancanza di strategia sulla politica industriale del Paese è oramai imbarazzante, sia internamente che a livello europeo.
L'alluvione a Venezia, invece, scoperchia il vaso di Pandora delle infrastrutture. L’autostrada del Sole, costruita alla fine degli Anni Cinquanta, venne consegnata in anticipo rispetto al piano dei lavori. Il paese correva, più libero, con meno regole, con meno terrore per la corruzione (oggi una vera e propria ossessione di antipolitica e giustizialismo). Il Mose, progettato nel 1985, ha oltre venticinque anni di ritardo sul piano di marcia e costerà più del doppio di quanto preventivato. Non è la prima né l’ultima infrastruttura del Paese che si trova in queste condizioni. Nella Venezia sommersa c’è la responsabilità di due repubbliche e governi, locali e nazionali, di tutti colori. Un segno dell’impotenza dello Stato italiano: sommerso da regole amministrative e penali, incapace di bandire gare d’appalto, di approntare interventi straordinari, di trasformare i soldi dei cittadini in servizi e strutture. Una paralisi che mescola eccesso di legislazione, pavidità della classe amministrativa, pressappochismo politico, incertezza del diritto e dei tempi e protagonismo malato della magistratura (tratti in comune questi ultimi due con la vicenda ILVA).
Si può mandare avanti uno Stato privo del genio civile? Senza ingegneri, scienziati e tecnici? Si può costruire e alimentare una burocrazia esclusivamente ragionieristica e legalistica? Perché l’Italia non riesce a costruire dei corpi amministrativi d’élite? Queste sono le domande che un governante dovrebbe porsi. Invece è probabile che, ancora una volta, le nuove assunzioni nella PA promesse dal governo fungeranno soltanto da ammortizzatore sociale per giovani che non sono riusciti a trovare impiego altrove.
In queste vicende emerge la confusione ideologica del governo. Non si è scongiurata la chiusura dell’ILVA e non c’è un passo avanti su infrastrutture ed investimenti pubblici perché governano insieme il partito antipolitico dei No, animato da una cultura anti-industriale, e i progressisti senza progresso, con i bersagli sbagliati. L’apice di questo smarrimento è la questione ambientale: per il Movimento è il no all’energia e alle grandi opere, per il PD sono tasse punitive per alcuni settori. Tutto si risolve nell’arroccamento del proprio elettorato, in partite interne per garantire micro-interessi. E’ un micro-governo che litiga sui dettagli e micro-politiche, incapaci a riavviare la crescita ed allargare la base elettorale. Un suicidio per la maggioranza. Eppure la questione ambientale, fuori dal gretismo militante e dall’idealismo ingenuotto, servirebbe ad una sola cosa: rimettere in moto gli investimenti in tecnologia, ricerca e sviluppo per rilanciare l’economia e migliorare la qualità della vita. Venezia si salva con le infrastrutture e la tecnologia, non spegnendo i termosifoni o mettendo allevamenti di vongole al posto del porto, come pensano alcuni deputati della maggioranza.
Ciò è possibile solo ricorrendo a due strategie: o si contratta con l’Unione Europea un patto per maggiore spazio degli investimenti (risolvendo i problemi giuridici e organizzativi di cui si diceva) o si taglia/sposta la spesa pubblica da settori improduttivi (pensioni e sussidi) a quelli produttivi (detassazioni per investimenti, incentivi per imprese, infrastrutture). La prima strategia non è perseguibile da un governo che è stato fatto nascere con l’ausilio delle cancellerie europee e che annovera un ministro dell’economia, molto silenzioso, che è la massima espressione di un filo-europeismo che rasenta quasi l’auto-flagellazione. La seconda non è nella cultura ideologica della maggioranza, non riesce ad emergere come sintesi tra i partiti, non è nelle capacità e nel potere di un governo scarico di forza politica.
Cosa resta? Il fantasma del Novecento: l’acciaio che scivola via, l’inondazione che inabissa il declino, la debolezza e la frammentazione politica, il ritardo amministrativo, la sciatteria delle istituzioni. Un crepuscolo del sistema che fatica ad arrivare, ma inesorabilmente avanza.
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10. Limitazione di responsabilità
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o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.