7 Settembre
AliRyan? Allacciate le cinture
La cessione sta per atterrare in pista. La compagnia low cost vuole comprare il lungo raggio Alitalia. È la soluzione migliore? Il problema Alitalia non è il costo del personale. Il mercato c'è, via la politica e dentro bravi manager
Troppo grande per essere piccola, troppo piccola per essere grande.L'Italia e Alitalia hanno lo stesso destino. Essere una media potenza carica di debiti e con un futuro in rosso fisso. L'Italia ha il terzo debito pubblico del mondo, nel 2011 ha sfiorato il fallimento, Alitalia è una compagnia aerea bella, inefficiente e fallita che cerca un compratore. L'Italia è già in vendita da qualche decennio e i raid delle imprese estere nel sistema industriale e finanziario lo dimostrano.
Dei due destini, oggi ci interessa quello più piccolo ma interessantissimo: Alitalia. La compagnia di bandiera (stracciata) è in vendita e ci sono almeno tre compagnie interessate all'acquisto: Easyjet, Lufthansa e Ryanair. Quest'ultima è la sola ad aver manifestato con chiarezza il suo piano, a grandi linee. L'amministratore delegato Michael O' Leary ieri ha detto che Alitalia avrà un "futuro luminoso" solo se sarà "appetibile e in crescita", ma "le persone in Alitalia dovranno cambiare modo di lavorare nel futuro. Non tollereremmo scioperi frequenti o persone nullafacenti". E cosa sarebbe Alitalia nel sistema Ryanair? La compagnia a lungo raggio: "Abbiamo inviato la manifestazione di interesse e parteciperemo alla proposta vincolante per il lungo raggio". O' Leary è un personaggio bombastico del mondo dell'aviazione, un uomo ricco di fantasia, estroso, tenace e concentrato sul modello di business come pochi. Il suo discorso è proiettato nel futuro: "Saranno necessarie riforme significative nella compagnia ci saranno perdite di lavoro indipendentemente da chi compra Alitalia, ci saranno riforme delle inefficienze e nuove relazioni con gli aeroporti". Sui concorrenti nell'offerta, l'ad di Ryanair ha un'idea precisa che in effetti ha una sua logica: "Non vogliono che cresca come compagnia italiana forte, la vogliono solo usare come vettore di passeggeri per Francoforte o Parigi, Ryanair invece vuole farla diventare grande, aumentare i voli a lungo raggio verso Nordamerica, Africa,...
Troppo grande per essere piccola, troppo piccola per essere grande.L'Italia e Alitalia hanno lo stesso destino. Essere una media potenza carica di debiti e con un futuro in rosso fisso. L'Italia ha il terzo debito pubblico del mondo, nel 2011 ha sfiorato il fallimento, Alitalia è una compagnia aerea bella, inefficiente e fallita che cerca un compratore. L'Italia è già in vendita da qualche decennio e i raid delle imprese estere nel sistema industriale e finanziario lo dimostrano.
Dei due destini, oggi ci interessa quello più piccolo ma interessantissimo: Alitalia. La compagnia di bandiera (stracciata) è in vendita e ci sono almeno tre compagnie interessate all'acquisto: Easyjet, Lufthansa e Ryanair. Quest'ultima è la sola ad aver manifestato con chiarezza il suo piano, a grandi linee. L'amministratore delegato Michael O' Leary ieri ha detto che Alitalia avrà un "futuro luminoso" solo se sarà "appetibile e in crescita", ma "le persone in Alitalia dovranno cambiare modo di lavorare nel futuro. Non tollereremmo scioperi frequenti o persone nullafacenti". E cosa sarebbe Alitalia nel sistema Ryanair? La compagnia a lungo raggio: "Abbiamo inviato la manifestazione di interesse e parteciperemo alla proposta vincolante per il lungo raggio". O' Leary è un personaggio bombastico del mondo dell'aviazione, un uomo ricco di fantasia, estroso, tenace e concentrato sul modello di business come pochi. Il suo discorso è proiettato nel futuro: "Saranno necessarie riforme significative nella compagnia ci saranno perdite di lavoro indipendentemente da chi compra Alitalia, ci saranno riforme delle inefficienze e nuove relazioni con gli aeroporti". Sui concorrenti nell'offerta, l'ad di Ryanair ha un'idea precisa che in effetti ha una sua logica: "Non vogliono che cresca come compagnia italiana forte, la vogliono solo usare come vettore di passeggeri per Francoforte o Parigi, Ryanair invece vuole farla diventare grande, aumentare i voli a lungo raggio verso Nordamerica, Africa, Cina, India. Saremmo le persone giuste. Ryanair resterebbe low cost e Alitalia dovrebbe avere lungo raggio, aumentando le rotte e diventando più grande. Noi vogliamo usare Alitalia per il trasporto a lungo raggio. Ci sarebbero cambiamenti di personale e nuove assunzioni, ma poi tutti dovremmo rimboccarci le maniche. Le persone in Alitalia dovranno cambiare modo di lavorare. Se vogliono lavorare per Alitalia con Ryanair, devono lavorare duro. Ma avranno sicurezza di lavoro, promozioni, nuovi aerei e nuove rotte".
È il partner giusto? Davvero Ryanair è un modello vincente per Alitalia? I numeri della compagnia sono senza dubbio stellari, ecco i dati dell'ultimo report di bilancio:
- I profitti sono saliti del 6 per cento a 1.316 miliardi di euro;
- Il traffico è crescito del 13 per cento a 120 milioni di passeggeri
- La tariffa media è scesa del 13 per cento a 41 euro
- I costi unitari sono stati tagliati dell'11 per cento
- Sono state lanciate 206 nuove rotte e aperte 10 basi operative
- Il website di Ryanair è il numero uno del mondo nel settore
I numeri ci sono tutti. Ma sono quelli di un vettore low cost, cioè di un mercato che è già occupato benissimo proprio da Ryanair. Il tema di Alitalia è un altro: come si salva e si fa crescere una compagnia che deve puntare sul lungo raggio? La complessità del dossier Alitalia è tra le più alte nel mondo industriale. Guardate questo grafico di Stratego:
Il numero uno di Ryanair conosce il suo business, ma quello di Alitalia è un altro film. Può darsi che O' Leary sappia scrivere una sceneggiatura perfetta, ma il suo accento sul personale e il suo costo - che non è il primo problema di Alitalia - ci dice che l'approccio potrebbe essere quello sbagliato o che in realtà il suo interesse reale non è così grande o che si sta divertendo, gioca a fare il gatto con il topo. Alitalia prima di tutto ha bisogno di un piano industriale per volare di più, più lungo e meglio. Le prospettive del mercato del volo sono buone, ecco il business confindence Index elaborato da IATA. Cominciamo dal futuro dei profitti:
C'è grande fiducia nello sviluppo del traffico aereo, nell'andamento dei ricavi e dei guadagni. Il dossier Alitalia è aperto in un momento favorevole del mercato. Non è un dettaglio, ma uno dei fattori decisivi nella gara aperta dai commissari Alitalia. Traffico passeggeri? Ecco le previsioni dei manager:
Altro punto a favore di una trattativa che non vada verso la svendita, ma la valorizzazione dell'azienda. Il titolare di List ricorda che parliamo non tanto del destino dei soci privati e delle banche (che hanno dimostrato un'assoluta incapacità di gestione e meritano di perdere i loro soldi) ma dei soldi dei contribuenti italiani che sono stati impegnati nell'operazione di salvataggio. Andiamo avanti. È previsto uno scenario con l'aumento dei costi unitari nel settore? No, guardate qui:
Ultimo grafico, quello del personale. Non c'è pressione sui costi (carburante, etc.) ma in questo caso abbiamo un mix di risposte dettate in parte dallo scenario di aggregazione in corso tra le compagnie:
È uno scenario comunque in gran parte positivo anche sul piano della forza lavoro impiegata. Torniamo al punto, Alitalia. I dipendenti sono il problema? Non quello principale se andiamo a vedere i costi di bilancio.
Su 3.5 miliardi di costi operativi del bilancio ordinario del 2015 i costi per il personale sono pari a 592 milioni, mentre quelli riguardanti i consumi di materie prime sono pari a 811 milioni e quelli per i servizi raggiungono la stratosferica cifra di 2 miliardi. I ricavi del traffico di Alitalia in quell'esercizio si sono fermati a quota 2.8 miliardi. C'è qualcosa che non va nel settore dei servizi, è chiaro e il personale è la voce di costo minore, ma per un manager quella più facile da tagliare senza doversi sforzare troppo a reinventare il modello di business. Questo non significa che non si debba intervenire anche sui dipendenti, ma c'è un "buco nero" nel racconto di Alitalia. Le parole di O' Leary invece hanno puntato subito sul personale e si capisce lontano un miglio perché: il modello di business di Ryanair è quello di una compagnia low cost che ha 13 mila dipendenti così suddivisi:
I ricavi complessivi di Ryanair sono pari a 7 miliardi di sterline. Quelli di Alitalia nel 2015 sono pari a 2.8 miliardi e la forza lavoro media retribuita nel 2015 era di 10.134 unità. Vista così, la partita si giocherebbe sul numero dei dipendenti, ma stiamo parlando di due compagnie diverse: Ryanair è low cost, Alitalia no e il bilancio dimostra che ci sono costi fuori controllo ben più ampi di quelli del personale.
I dubbi del titolare di List aumentano quando al telefono parla Gaetano Intrieri, uno dei pochi che in questo paese conosce i segreti del volo e della gestione economica delle compagnie aere, consulente aeronautico e docente a Tor Vergata di modelli avanzati di controllo di gestione. Intrieri è sulfureo fin dalla prima battuta: "Ma cosa si stanno comprando? Degli slot, degli aerei, dei leasing? Cosa?". Secondo Intrieri il primo punto da chiarire è la questione di Alitalia Loyalty: "Non è mai fallita, il controllo è degli arabi di Etihad. Chi si compra Alitalia, non si compra il vero plus di Alitalia, l'avviamento, cioè le Mille Miglia, in pratica il mercato dei passeggeri". E se non ti compri la fedeltà dei passeggeri che fai? Buio. Intrieri è scettico sulle reali intenzioni d Ryanair: "Ryanair è una macchina perfetta, O' Leary è un genio, sa sa benissimo che comprando Alitalia creerebbe un serio problema a Ryanair e se vuole fare il lungo raggio non ha certo bisogno di Alitalia. Non comprerebbe mai una società con quei contratti di leasing e di manutenzione. Come lei dice, in Alitalia non sono i dipendenti il problema". Ryanair ha altri problemi: per esempio la rivolta degli azionisti contro i compensi del suo presidente.
Futuro? Per Intrieri "Alitalia dovrebbe rimanere italiana, la compagnia va riorganizzata, potrebbe produrre utili. Per perdere dei soldi con quelle dimensioni ti devi impegnare". E torniamo al punto che balena da una rapida lettura dei bilanci, i costi. Intrieri nella sua analisi è lapidario: "Tra i costi evidenziati gli unici che per incidenza si trovano ad essere in linea con gli standard europei sono quelli relativi al personale ai diritti di sorvolo e ai diritti aeroportuali, tutto il resto è palesemente lontano da ogni logica reddituale. Su alcune voci, Alitalia arriva a spendere anche il 35 per cento in più rispetto ai “market price". Inoltre l’incidenza di 18 punti percentuali degli overheads (ovvero i costi non imputabili alla gestione caratteristica) sul totale dei costi, sono un dato allarmante ed inquietante". Inquietante.
Come vedete, la situazione è ben diversa da quella infiocchettata per l'occasione: i fattori che hanno messo a terra Alitalia sono di incapacità di gestione del business. Se non fai profitti, la colpa non è per forza del tuo dipendente. Alitalia è un caso esemplare di scarsa conoscenza del mercato e del settore, d'altronde ricorda Intrieri "sono vent'anni che in Alitalia non c'è un manager del trasporto aereo". C'è il mercato, ci sono i capitali, c'è perfino un'azienda che potrebbe fare utili e invece sono vent'anni che realizza perdite volanti. Strano paese, l'Italia di Alitalia.
È Alitalia Story, qui il primo lungo articolo di qualche settimana fa. Potete scaricarlo dalla libreria del titolare di List.
Che si fa? Voliamo! Andiamo prima in Corea del Nord e poi in Florida. In entrambi i casi stiamo a distanza di sicurezza e in alto quota, vicini per vedere ma lontani quanto basta per non essere colpiti da missili o travolti da uragani. Andiamo. Seguite il titolare di List.
01
La Cina: no allo scudo anti-missile
La partita a scacchi in Corea del Nord è nella fase del vedo non vedo. C'è una data sul calendario da tenere d'occhio, il 9 settembre, anniversario della fondazione della Corea del Nord. Kim jong-un potrebbe decidere di sparare un missile quel giorno. E non sarebbe proprio una cosa utile al cosiddetto dialogo per la pace. Nel frattempo, Russia e Cina hanno preso in mano il gioco diplomatico e le ultime posizioni in camp sono queste:
- Stati Uniti. Alla domanda se ci sarà un'azione militare contro la Corea del Nord, Donald Trump ha risposto: "Vedremo";
- La Cina ha fatto la cosa più importante: ha protestato "vigorosamente contro lo schieramento dello scudo anti-missile, Thaad, della Corea del Sud ma nello stesso tempo ribadito che insegue la de-nuclearizzazione della Corea del Nord. Xi Jinping si sta muovendo. Il problema è che Kim potrebbe rimanere fermo nella sua posizione di sparo;
- Tagliare le forniture di petrolio alla Corea del Nord? Uhm, la Cina non è convinta che sia una buona idea, Vladimir Putin ancora meno. Quindi non si fa;
- La Corea del Nord ha festeggiato gli scienziati che hanno realizzato con successo il test della bomba atomica dello scorso 3 settembre;
È chiaramente una fase di stallo diplomatico. Siamo nella fase dell'attesa. Ma di cosa? Non si sa. C'è chi attende l'arrivo di un uragano.
02
Irma verso la Florida
L'uragano Irma si sta dirigendo verso la Florida, continua ad essere categoria 5 e dove è passato finora ha lasciato macerie. Ecco un'animazione in 3D dell'uragano, consente di capirne la struttura interna:
Nove morti finora e venti a trecento chilometri orari, la Florida si sta preparando all'impatto. Nell'isola di Saint Martin Irma si è presentata così:
Che fare? Niente, non resta che attendere. E calcolare la velocità del vento. Siamo piccoli, puntini nell'universo. Ma pensiamo di dominare tutto, poi arrivano i venti, le maree, la terra che trema e improvvisamente ti ricordi di essere una cosa vulnerabile: umano. Che facciamo? Ci mettiamo al riparo, andiamo in pista, si decolla per andare nell'isola d'Inghilterra. Seguite il titolare di List.
03
Brexit e immigrazione
Cosa c'è al primo posto tra le ragioni della Brexit? L'immigrazione. Guardate l'ultimo sondaggio EuroTrack realizzato da YouGov:
Se parlate con gli stranieri che vivono e lavorano a Londra, vi diranno che la Brexit non c'è, che gli inglesi si sono pentiti e naturalmente che in America Hillary Clinton vince le elezioni presidenziali. Ah, no, quelle ci sono già state. La realtà è un'altra, i sondaggi sono ancora a favore del Leave e la ragione è che gli inglesi vivono in un'isola e le isole idealmente si sentono sempre a rischio di invasione. Ecco perché l'immigrazione è al primo posto. Siamo di fronte non a una dimensione economica, ma culturale. Come diceva il poeta Novalis: "Ogni inglese è un'isola". Ma le isole vanno comprese nella loro singolarità, così come gli inglesi che gli italiani (e non solo loro) non capiscono. Daniela Coli, studiosa della storia del Regno Unito, ci racconta perché la divisione è grande, profonda e viene da una prima Brexit, uno scisma religioso.
04
Perfida Albione. L'Italia non capisce gli inglesi
di Daniela Coli
Perché l’Italia non sopporta l’idea di essere un satellite britannico, mentre non ha problemi a essere un satellite americano e/o russo? Si va da Benedetto Croce che definì un “mostruoso accozzo di civiltà e interessi disparati” la Triplice Intesa (la coalizione nata dall’accordo anglo-francese e anglo-russo contro l’espansionismo tedesco e austro-ungarico, a cui l’Italia aderisce per ottenere territori ancora in mano all’Austria) fino all’operazione Prunas-Vyšinskij con cui il Regno del Sud, all’inizio del 1944, alle spalle degli anglo-americani, offre ai russi sovietici la chance insperata di avere un ruolo in Italia e nel Mediterraneo.
Gli storici del Risorgimento in genere non amano ricordare che l’Italia fu sostenuta dal Regno Unito, nella campagna contro il Regno delle Due Sicilie, e anche quelli che lo riconoscono, come Eugenio Di Rienzo, lo considerano soltanto funzionale agli interessi geopolitici dell’impero britannico nel Mediterraneo. Non vi è dubbio che gli inglesi abbiano combattuto contro Napoleone per riportare i Borboni a Napoli ( come Nelson sbarrò il passo a Napoleone in Egitto) per i propri interessi e poi abbiano sostenuto l’impresa dei Mille per avere uno stato italiano amico, diciamo pure “un volenteroso secondo”, che non avrebbe parteggiato per i francesi, ma questo dipende dai rapporti di forza tra gli stati, sempre esistenti nella storia. In ogni caso, per l’Italia fu una grande opportunità l’unificazione nazionale e la vittoria nella Prima guerra mondiale. Il Giappone, costretto ad aprirsi al commercio americano dal Commodoro Perry nel 1853, e occupato da inglesi e americani per alcuni anni dopo il 1945, è la terza potenza economica mondiale.
Da cosa nasce quindi l’ostilità alla perfida Albione, ancora più acuta oggi dopo Brexit? Nasce dalla prima Brexit, lo scisma di Enrico VIII, che nel 1534 con l’Act of Supremacy si attribuì il potere di un imperatore romano: distrusse monasteri, abbazie e chiese cattoliche, le espropriò delle terre vendendole alla piccola nobiltà con voglia di arricchirsi e darsi da fare, si fece giurare fedeltà da ecclesiastici, accademici, studenti, come da ogni altro suddito, e fondò una religione nazionale, dove il sovrano nomina i vescovi e decide quali testi sacri leggere. Il conflitto inglese con Roma cattolica non è religioso, ma politico e nazionale.
La rivolta contro Roma cattolica e la nascita delle religioni nazionali nel Nord Europa, nelle isole britanniche, in parte anche in Francia col gallicanesimo, è in relazione alla nascita e al consolidamento degli stati nazionali, che realizzavano l’unificazione territoriale di antiche nationes, che non parlavano neppure la stessa lingua, né avevano tradizioni simili, e per questo era necessario controllare la religione. Per lo storico americano James J. Sheeahn gli stati nazionali nati nel Cinquecento hanno come rivale principale Roma cattolica perché devono controllare territori diversi per lingua e costumi e per questo creano religioni nazionali, mentre l’ordine della legge sostituirà gradualmente quello della religione. È quindi un processo storico relativo alla nascita degli stati nazionali. Al disprezzo per Roma cattolica si contrappone sempre nel mondo inglese l’ammirazione per Roma antica e imperiale. La tesi ricorrente di Hobbes, seguendo Valla, è che siano stati i papi a esautorare gli imperatori e a provocare la fine dell’impero romano, mentre per Rousseau è lo stesso cristianesimo a essere incompatibile con lo stato e la rivoluzione francese, come ricorderà Foucault, sarà fatta in toga romana, prendendo a modello Roma repubblicana.
Per l’Inghilterra, che dal 1662 al 1910 considerò la storia romana l’unica degna di essere studiata, Roma antica fu un modello fondamentale anche per l’organizzazione dell’impero britannico.
La differenza principale tra l’Italia e il Regno Unito è che il nostro paese non visse la fine dell’impero romano come la Gran Bretagna, perché Roma cattolica e il Papa rappresentarono una difesa per la penisola, la Chiesa di Roma esercitò per secoli un’egemonia culturale e politica sull’Europa medievale, e l’Italia non subì invasioni e occupazioni devastanti come l’Inghilterra. Quando l’imperatore Onorio comunicò ai britanni di non essere più in grado di difenderli e ritirò le legioni, fu uno shock per gli abitanti della Britannia. Le tante invasioni e occupazioni subite da parte di vichinghi, danesi, e soprattutto dei normanni, particolarmente duri, centralizzatori, repressivi, cimentarono la forza dell’Inghilterra. Le lotte dinastiche tra i Lancaster e gli York, finirono quando Enrico VII Tudor sconfisse Riccardo III, l’ultimo York e l’ultimo dei Plantageneti, ponendo fine al Medioevo inglese.
Le lotte durissime e feroci sia contro gli invasori, sia tra feudatari, sia dinastiche, sono alla base di quella prima killer app che per Niall Ferguson è alla base del successo inglese. È anche chiaro che la rappresentazione di Roma cattolica come irrimediabilmente corrotta, con una religione che produce superstizione, povertà nel popolo e arretratezza nelle classi dirigenti, è uno stereotipo diffuso in Inghilterra e produce risentimento e sdegno negli italiani colti, anche quando sono laici e rigorosi come Benedetto Croce. Da qui l’ammirazione per la cultura tedesca da Burckhardt a Hegel e Marx propria della cultura italiana di destra e di sinistra.
Senza dimenticare il fantasma del Sacro Romano Impero, cioè l’idea che al centro dell’Europa continentale vi sia un bastione che protegge dai barbari dell’Europa del Nord come dalla perfida Albione. In fondo, uno dei più celebrati padri del Risorgimento è Dante Alighieri, la cui intera opera intendeva restituire un Sacro Romano Imperatore ai comuni italiani. E questo può farci comprendere perché abbiamo problemi con una nazione come la Gran Bretagna e anche le nostre difficoltà a essere una nazione.
***
Daniela Coli ha la sua macchina del tempo. La storia, questa maestra alla quale gli uomini non danno retta ma che alla fine in qualche maniera seguono. C'è altro? La città di Amazon. Che cosa è? Seguite il titolare di List.
05
Amazon City
Jeff Bezos costruirà un secondo quartier generale di Amazon nel Nord America: investimento di 5 miliardi di dollari, 50 mila posti di lavoro. Che dire? È la forza dei titani della Rete, hanno uno spazio di manovra senza limiti, fanno il business di tutti, godono di libertà fiscale senza pari (in Italia Facebook, Google e gli altri hanno versato all'Agenzia delle Entrate poco più di 11 milioni di euro) e hanno de facto costruito un oligopolio incontrastato dai governi. Hanno anche cambiato l'economia e il dibattito pubblico. In peggio. Ma di questo List scriverà domani. C'è altro? Gli appuntamenti del giorno, quelli che contano.
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che il Fornitore non comunichi all'Utente la variazione del prezzo dell'Abbonamento con un preavviso di
almeno 30 giorni
rispetto alla data di scadenza. Se, dopo aver ricevuto la comunicazione della variazione del prezzo,
l'Utente non
esercita la disdetta entro 24 ore dalla scadenza, l'Abbonamento si rinnova al nuovo prezzo comunicato dal
Fornitore.
3.6 Il Fornitore addebiterà anticipatamente l'intero prezzo dell'Abbonamento subito dopo ogni rinnovo sullo
stesso
strumento di pagamento in precedenza utilizzato dall'Utente ovvero sul diverso strumento indicato
dall'Utente attraverso
l'area riservata del proprio account personale.
4. Recesso DEL CONSUMATORE
4.1 L'Utente, ove qualificabile come consumatore – per consumatore si intende una persona fisica che agisce
per scopi
estranei all'attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta, ha
diritto di
recedere dal contratto, senza costi e senza l'onere di indicarne i motivi, entro 14 giorni dalla data di
attivazione
dell'Abbonamento acquistato.
4.2 L'Utente può comunicare la propria volontà di recedere, inviando al Fornitore una comunicazione
esplicita in questo
senso mediante una delle seguenti modalità:
mediante raccomandata a.r. indirizzata alla sede del Fornitore;
per email al seguente indirizzo help@newslist.it;
4.3 Ai fini dell'esercizio del recesso l'Utente può, a sua scelta, utilizzare questo modulo
4.4 Il termine per l'esercizio del recesso si intende rispettato se la comunicazione relativa all'esercizio
del diritto
di recesso è inviata dall'Utente prima della scadenza del periodo di recesso.
4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.