1 Ottobre
Annessione e disconnessione. La guerra di Putin
La Russia estende i suoi confini ai territori occupati in Ucraina. Gazprom ferma l'invio di gas all'Italia dal Tarvisio per "problemi" con l'Austria. I limiti dell'esercito di Mosca nella guerra convenzionale e la carta della deterrenza nucleare che il Cremlino mostra agli Stati Uniti. Il Generale Inverno e la fuga in avanti della Germania sul piano contro il caro-energia
Che succede? Vladimir Putin ha celebrato l'annessione dei territori occupati, ha ammonito gli Stati Uniti, evocato l'uso dell'arma nucleare. Va preso sul serio. Lo hanno capito anche gli americani i quali, a loro volta, vanno presi sul serio. La storia sta rotolando su un terreno radioattivo. E sul monitor lampeggia una notizia, fonte Eni: "Gazprom ha comunicato che non è in grado di confermare i volumi di gas richiesti per oggi, considerato che non è possibile fornire gas attraverso l'Austria". Eccolo qua, lo shock energetico. Zero.
Gazprom non sta consegnando il gas perché ha problemi a ottenere il dispacciamento dall'Austria, si tratterebbe di una questione regolatoria. Ma a quanto risulta a Eni, l'Austria sta continuando a ricevere gas al punto di consegna al confine Slovacchia/Austria. Eni spiega: "Stiamo lavorando per verificare con Gazprom se sia possibile riattivare i flussi verso l'Italia". Gazprom conferma che sta cercando la soluzione con Eni e gli austriaci. Un dettaglio. E tutto si ferma.
Giorgia Meloni, a Milano per un incontro con Coldiretti (e per una messa a punto del governo con Silvio Berlusconi) ha confermato che "a partire dal caro energia, sono in costante contatto con il governo che è impegnato in una trattativa molto complessa per cercare soluzioni a livello europeo". Meloni ha ribadito: "Se pensiamo a livello nazionale di poter continuare a compensare i costi di bollette per regalare soldi alla speculazione facciamo un errore". Infine, un passaggio sul caso del piano della Germania contro il caro-energia: "Quelli che oggi hanno letto i giornali avranno dovuto fare i conti con il fatto che quando qualcuno in questa nazione segnalava che 'in Europa si parte dalla difesa degli interessi nazionali per arrivare a soluzioni comuni' non lo facevamo perché eravamo populisti, ma lucidi".
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Non avremo problemi oggi e non saremo noi...
Che succede? Vladimir Putin ha celebrato l'annessione dei territori occupati, ha ammonito gli Stati Uniti, evocato l'uso dell'arma nucleare. Va preso sul serio. Lo hanno capito anche gli americani i quali, a loro volta, vanno presi sul serio. La storia sta rotolando su un terreno radioattivo. E sul monitor lampeggia una notizia, fonte Eni: "Gazprom ha comunicato che non è in grado di confermare i volumi di gas richiesti per oggi, considerato che non è possibile fornire gas attraverso l'Austria". Eccolo qua, lo shock energetico. Zero.
Gazprom non sta consegnando il gas perché ha problemi a ottenere il dispacciamento dall'Austria, si tratterebbe di una questione regolatoria. Ma a quanto risulta a Eni, l'Austria sta continuando a ricevere gas al punto di consegna al confine Slovacchia/Austria. Eni spiega: "Stiamo lavorando per verificare con Gazprom se sia possibile riattivare i flussi verso l'Italia". Gazprom conferma che sta cercando la soluzione con Eni e gli austriaci. Un dettaglio. E tutto si ferma.
Giorgia Meloni, a Milano per un incontro con Coldiretti (e per una messa a punto del governo con Silvio Berlusconi) ha confermato che "a partire dal caro energia, sono in costante contatto con il governo che è impegnato in una trattativa molto complessa per cercare soluzioni a livello europeo". Meloni ha ribadito: "Se pensiamo a livello nazionale di poter continuare a compensare i costi di bollette per regalare soldi alla speculazione facciamo un errore". Infine, un passaggio sul caso del piano della Germania contro il caro-energia: "Quelli che oggi hanno letto i giornali avranno dovuto fare i conti con il fatto che quando qualcuno in questa nazione segnalava che 'in Europa si parte dalla difesa degli interessi nazionali per arrivare a soluzioni comuni' non lo facevamo perché eravamo populisti, ma lucidi".
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Non avremo problemi oggi e non saremo noi italiani a soffrire di più la crisi del gas (il governo e l'Eni hanno fatto un lavoro eccezionale sulle scorte), ma il rubinetto di Putin è chiuso-aperto-chiuso, un ballo in maschera, è il capitolo di una guerra che esce dai confini dell'Ucraina, è un confronto tra l'Occidente e quel 'resto del mondo' che punta a cambiare l'ordine mondiale. Facciamo un'immersione nella partita a scacchi con la Russia, seguite il titolare di List.
01
Lo schema di gioco di Putin
I festeggiamenti a Mosca per l'annessione dei territori occupati in Ucraina (Foto Epa).Lo schema di gioco usato da Putin è quello collaudato con la Crimea: intervento militare, referendum, estensione dei confini della Russia, sovranità e fucile. Ma tra quello che è successo con la Crimea nel 2014 e i fatti del 2022 corrono grandi differenze:
1. L'intervento in Crimea fu rapido, senza nessuna conseguenza per l'esercito russo che non incontrò resistenza. Allora l'invasione finì con i fuochi d'artificio, oggi si combatte furiosamente negli spazi aperti e nei piccoli centri di un immenso spazio.
2. Il consenso popolare per la Russia in Crimea era palese, le rivolte di Kiev del 2014 nel Sud dell'Ucraina erano 'un altro mondo' (e il massacro di Odessa è un memento sul confine mobile tra i 'buoni' e i 'cattivi' di questa storia tragica).
3. La Crimea fu ceduta all'Ucraina da Nikita Krusciov il 19 febbraio del 1954, ma rimase de facto parte integrante del dominio di Mosca, espresso dalla presenza della base della Flotta del Mar Nero nel porto di Sebastopoli.
02
La guerra convenzionale e i limiti di Mosca
Un carro armato russo abbandonato nella zona di Kharkiv (Foto Epa).Putin sapeva che nel Donbass la storia sarebbe stata diversa, che per l'esercito russo non sarebbe stata una passeggiata, ma la campagna militare ha rivelato grandi limiti nella difesa russa, vediamoli:
1. Il lavoro dei consiglieri militari (e dell'intelligence) non è stato accurato, hanno sottovalutato la motivazione dei soldati ucraini, la loro preparazione al combattimento, la rapidità dell'addestramento e l'integrazione con il sistema di armamenti della Nato;
2. L'obiettivo di Putin fin dall'inizio era quello di annettere le repubbliche del Donbass, allargarsi fino a Khershon (per assicurare l'acqua alla Crimea), conquistare Zaporizhzhia (l'energia nucleare) e poi mettersi a negoziare. Ma nell'inseguire il traguardo la dispersione di forze è stata grande, impegnando le truppe a Nord e tentando un'offensiva verso Kiev, i generali di Putin hanno perso tempo, materiali, uomini, tutto questo ha 'allungato' il conflitto e le guerre di logoramento non sono a senso unico, consumano anche chi conduce la guerra. Perfino assumendo che la marcia su Kiev sia stata un'operazione per distrarre gli ucraini e tenerli lontani dal fronte del Sud-Est, il problema della dissipazione di forze è evidente;
3. Nella guerra convenzionale i comandanti russi hanno mostrato deficit che hanno smitizzato l'Armata Rossa: senza il libero movimento di massa, con i carri esposti al tiro dei missili ucraini, con una copertura aerea insufficiente, sono andati incontro a periodiche imboscate che hanno causato perdite pesanti e demoralizzato le truppe. La rotazione dei comandanti testimonia tutte le difficoltà della strategia a terra;
4. Sull'acqua, la Russia avrebbe dovuto vincere questa guerra, ma nel Mar Nero si è replicato lo scenario di terra (i carri esposti al tiro dei razzi anti-tank) e cielo (gli elicotteri e gli aerei 'agganciati' dalle batterie di missili di Kiev), il clamoroso affondamento dell'incrociatore Moskva ha mostrato le falle difensive della Marina russa e le navi di Mosca (vecchie e prive di uno scudo efficace) si sono allontanate dalla costa. Presidiano le acque, ma non sono impiegate intensamente nella fase offensiva e continuano a rappresentare un bersaglio 'facile' nel caso di un allargamento della guerra.
Putin non ha perso la guerra, ma non l'ha neppure vinta. È vero che le guerre si vincono (e perdono) sul tavolo della pace, ma sul campo di battaglia è finito in un limbo. In queste condizioni la via d'uscita è quella di una escalation del conflitto e infatti la minaccia. Cerca la via d'uscita. Siamo di fronte al tema vitale che George F. Kennan, l'ideatore della dottrina del containment, aveva mirabilmente riassunto così:
È una conditio sine qua non per trattare con successo con la Russia che il governo straniero in questione debba mantenere in ogni momento il sangue freddo e la calma e che le sue richieste sulla politica russa debbano essere presentate in modo tale da lasciare la strada aperta per una risposta non troppo lesiva del prestigio russo.
Il fattore tempo va incrociato con la scacchiera del presidente russo.
03
Il Generale Inverno e la fuga della Germania
Putin spera nell'implosione della volontà dell'Occidente di continuare a sostenere Kiev, sulle nostre sofferenze per l'inflazione e lo shock energetico, sull'esplosione del dissenso e del conflitto sociale, sulla crisi della democrazia tout court. Egli conta sulle truppe del Generale Inverno. La vera arma che può dispiegare è il gas. E la sta usando, ovviamente. Sono le illusioni di un dittatore? Che questo sia il vero punto debole dell'Occidente, la sua 'stanchezza', non ci sono dubbi (leggere i capitoli de La società della stanchezza di Byung-Chul Han sul non-fare che non diventa neppure contemplazione, ma ripiegamento e distruzione del noi, un mai con gli altri inattivo).
Noi? La fuga solitaria della Germania sul piano contro il rialzo dei prezzi e lo shock energetico è un potentissimo Io, un pessimo segnale per l'Unione europea, l'evasione dei tedeschi verso la soluzione per se stessi. Sono elementi di crisi, ma da qui a immaginare uno sfaldamento totale dell'Unione, della Nato, il passo è lungo. C'è un nemico esterno e poi c'è la competizione interna, per Berlino si traduce tutto in un mix di controllata gestione dell'interesse nazionale, dunque la Corte di Karlsruhe esercita il ruolo di custode del primato del diritto tedesco (consiglio di leggere con attenzione la sentenza della Corte costituzionale tedesca del 2020 sul quantitative easing della Bce guidata da Mario Draghi) , ma anche quando lo afferma trova il modo gentile di farlo apparire come una altruistica concessione al resto del mondo. La Germania è l'epicentro della crisi europea, le sue divergenze sono solo all'inizio. Quanto alla Nato, nelle complesse relazioni tra Washington e gli altri, è la posizione della Turchia, il secondo esercito dell'Alleanza, quella più ambigua (e nello stesso tempo ricca di soluzioni possibili), ma in fondo a Putin basterebbe anche una spaccatura a Bruxelles, il tumulto nel rovente scenario della democrazia americana per uscire dall'angolo e aprire un negoziato per ora lontanissimo.
04
Il mestiere delle armi. Occupazione e pazienza
Kennan, sempre lui, sottolineava continuamente l'elemento della 'pazienza' che fa della Russia un avversario difficile, unico, c'è da chiedersi se Putin abbia davvero la stessa pazienza dei leader sovietici (e dell'apparato che li sosteneva), perché questo significa avere tempo e i fatti invece raccontano un'accelerazione, un taglio dei tempi, l'accorciamento della distanza. L'annessione serve a Putin per fissare confini non riconosciuti dalla comunità internazionale. Servono al presidente russo per alzare il livello della deterrenza. Perché? L'Ucraina costa.
Un po' di storia ci aiuta a capire che cosa è successo, sta succedendo (e non) sul terreno:
La coalizione guidata dagli Stati Uniti che invase l'Iraq nel 2003 impiegò oltre 300 mila uomini, il numero di aerei impiegati contro il regime di Baghdad al 30 aprile del 2003 era pari a 1.801 aerei, di cui 863 caccia bombardieri, tanker, aerei per operazioni speciali e di soccorso, aerei da trasporto, sorveglianza, comando e controllo dell'Air Force. Nelle prime sei settimane, le sortite delle forze aeree della coalizione furono più di 41.000, di cui l'Air Force ne effettuò più di 24.000. Quando finì la campagna aerea e l'invasione di terra fu dichiarata chiusa, gli alleati non controllavano l'Iraq e si ritrovarono nel pieno di una guerra asimmetrica che costò la vita a 5.000 soldati americani.
Sono lezioni della storia, il manuale del mestiere delle armi. L'invasione dell'Unione sovietica in Afghanistan è un memento. Finì male, i mujaheddin furono aiutati dagli Stati Uniti e l'Armata Rossa fu costretta al ritiro.
È il racconto di una campagna fallita (dei sovietici), frutto dell'intuizione di un politico americano che inventò una guerra per procura (un successo), la storia eroica di Charlie Wilson raccontata nel libro straordinario di George Crile il cui epilogo è il paradosso della vittoria che diventa insuccesso, la trasformazione dei Talebani in nemico e la nascita di Al Qaeda, la falange terroristica guidata da Bin Laden. La storia ha sempre conseguenze inattese che bussano alla porta.
05
Dall'Armata Rossa a quella rotta
Fin dall'inizio Putin non ha impiegato in questa guerra i mezzi più moderni e gli uomini migliori, ha usato materiali vecchi, soldati spesso mal addestrati, mercenari di ogni risma, soldati di ventura senza divisa e privi dell'etica del combattente, più che l'Armata Rossa ha utilizzato un'Armata Rotta che ha messo in luce il suo cinismo, la sua continuità con la crudele tradizione dei sovietici a usare 'carne da cannone' dove capita, anche quando non serve. Un po' di storia, per sapere, per capire.
Stalin ordinò l'avanzata dell'Armata Rossa in Ungheria, assedio di Budapest, 1945, pagina 605 di All Hell Let Loose, libro di Max Hastings sulla storia della Seconda guerra mondiale:
La cattura di Budapest costò ai russi circa 80 mila morti e 250 mila feriti. Circa 38 mila civili morirono nell'assedio, decine di migliaia furono deportati nell'Unione Sovietica e mandati ai lavori forzati, molti di loro non tornarono mai. Le forze tedesche e ungheresi persero circa 40 mila uomini, i prigionieri furono 63 mila.
La battaglia di Budapest non fu un passaggio decisivo della guerra, Stalin probabilmente si aspettava meno resistenza, ma andò avanti. Questa è la storia della Russia.
Putin gioca una partita altrettanto spregiudicata e crudele, ma sta centellinando i mezzi (fa avanzare prima le parole), sta cercando di ottenere il suo obiettivo con il minor dispendio di forze. Il risultato è un'operazione militare che sta a mezz'aria: alla conquista estesa di territorio non corrisponde il pieno controllo (perché il numero di soldati impiegati è insufficiente) e dove l'esercito di Kiev muove la controffensiva, Mosca perde chilometri quadrati, mezzi e uomini. E questo avviene nel momento in cui l'uomo del Cremlino pensa alla fine della guerra. Naturalmente alle sue condizioni. Dunque una mission impossible (per ora). E uno degli elementi a suo sfavore - e non si tratta paradossalmente di una buona notizia, l'Orso russo all'angolo è un grande pericolo - è costituito dal fatto che nella guerra convenzionale la Russia vista in campo in questi sette mesi potrebbe perdere. Dunque Kiev pensa: possiamo vincere. Siamo di fronte a due campi di forze che vanno in rotta di collisione: la Russia non può perdere, l'Ucraina pensa di vincere. E così pare pensino anche gli Stati Uniti, perché la Nato in questa dimensione non può fare un passo avanti (l'effetto della deterrenza nucleare), ma non può fare neppure un passo indietro (il vantaggio netto nello scontro convenzionale allargato).
Putin fin dall'inizio del conflitto in Ucraina evoca l'arma nucleare e l'ha 'usata' con efficacia, la deterrenza, questa è l'unica 'vittoria' che finora ha ottenuto. Attaccare una potenza nucleare è un azzardo troppo grande. Il suo scenario migliore è questo: la Nato non può entrare in guerra direttamente con la Russia, il conflitto nucleare spaventa tutti, la guerra in Ucraina si trasforma in uno scontro a bassa intensità, lungo, dimenticato, alla fine l'Occidente si stancherà e chiederà di aprire un negoziato sulla base dei confini che nel frattempo si sono consolidati.
06
Ultima schermata del videogame: non vince nessuno
Andrà così? Non è detto, perché l'esercito russo ha mostrato grandi limiti di organizzazione e tenuta, perché l'Ucraina sa combattere (con ogni mezzo, la guerra è sporca per tutti), perché la Nato ha una forza più grande e più efficace (resta la grande incognita della forza nucleare dei sommergibili russi) perché le immagini dei coscritti russi che partono sono un colpo di lancia al cuore, raccontano un dolore immenso che si propaga nel paese, nelle famiglie, non rafforza il Cremlino ma lo indebolisce, lo fa odiare come uomo della guerra e non come colui che ha promesso ai russi il benessere in un mondo diverso (non troppo), la Grande Madre Patria Russia.
Il problema di Putin è la perdita della pace in casa. La sconfitta in Ucraina sarebbe niente rispetto all'ombra che s'allunga sulla sua figura di 'regnante', la partenza degli uomini russi al fronte, le lacrime delle donne, dei bambini, un 'distacco' degli affetti (e il presagio della loro fine in battaglia) che allunga un'ombra sinistra sulla sua leadership.
L'attesa, l'ultimo saluto, la partenza al fronte. L'ufficio di reclutamento dei riservisti a Mosca (Foto Epa).La Russia di Putin non è l'Unione Sovietica di Stalin, è un paese dove non c'è la 'fede' nel partito, resta sul terreno la paura, un mondo di spie, delatori, criminali a contratto, la diffidenza nei confronti dell'Occidente, ma un leader carismatico che vuole vincere questa partita a scacchi con la morte deve dare una prospettiva di pace che nelle parole pronunciate ieri da Putin non c'è, il suo disegno di un nuovo ordine mondiale ha bisogno di muovere i cannoni, trovare alleati che vedono una possibile egemonia, ma la guerra resta un azzardo per tutti. Lo zar potrà mai uscire dal suo sogno che è un incubo? E l'Europa continuerà ad essere quella dei Sonnambuli?
Ecco perché Putin ha fissato un limite territoriale e contemporaneamente ha spalancato il cancello di una guerra senza limiti. Il limite sono i confini delle province annesse, quella è Russia sovrana, dunque un attacco in quelle zone apre alla possibilità dello strumento per la guerra no limits: l'arma nucleare. In realtà prima di questa, Mosca potrebbe usare il suo arsenale più evoluto, ma Putin sta cercando di preservare la sua capacità di difesa, le armi più moderne, gli uomini migliori, perché tutto questo gli servirà altrove, in un altro tempo, forse subito, ha qualcosa in mente, vedremo.
Chi vincerà la guerra? La risposta di fronte all'ultima schermata di questo sanguinoso videogame, il conflitto nucleare, è solo una: nessuno.
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5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.