22 Dicembre

Ansiosi, smarriti, ribelli. Il vortice della politica

La Biblioteca della Cittadella di Marco Gervasoni. Che male, il capitalismo. Che ansia, le idee sembrano tutte uguali. Che smarrimento, scegliere la Prius o il pickup? Meglio rileggere Schmitt con Miglio e poi immergersi nella vita del genio ribelle di Wyndham Lewis

di Marco Gervasoni

Vi sentite spesso ansiosi? E altrettanto spesso smarriti? Nulla di preoccupante, o meglio sì, ma considerate che è malessere diffuso, diffusissimo. E che c’è stato un altro periodo in cui le due patologie, acute fino a diventare materia da psicologi, psicanalisti e psichiatri, furono intensamente accoppiate, come ebbe a notare qualcuno che se ne intendeva, cioè Sigmund Freud: l’immediato primo dopoguerra e gli anni Venti. Altro che il paragone con gli anni Trenta, come ama ripetere il semi colto dell’ex ceto medio riflessivo e il Commissario Europeo Collettivo: la nostra epoca, ammesso somigli a qualcuna passata, ricorda quella uscita dalla Grande guerra. 

A generare l’intensificarsi dell’ansia è certamente il nuovo capitalismo, come lo chiama Paul Collier, professore di economia a Oxford, tra i massimi studiosi dei fenomeni migratori (con conclusioni poco gradite al mainstream open society), che qui (The future of Capitalism. Facing the new Anxietis, Penguin, 23 euro, 256 pagine) si trasforma però in sociologo e ci descrive la nuova società prodotta dalla globalizzazione post 2008: le ansie del turbo capitalismo pre Lehman Brothers si intrecciano con nuove e al tempo stesso antichissime, che si chiamano ritorno della miseria e della povertà nell’un tempo chiamato Primo Mondo. Immigrazione che sconvolge la comunità, divario radicale tra i «cittadini del mondo» post nazionali e maggioranza della popolazione che ai confini tiene più di prima, sinistra e destra mainstream sulla strada del tramonto perché entrambe soffocate dall’ubriacatura individualistica. Collier è notevole nel cogliere i fenomeni, un po’ meno convincente nelle soluzioni: vagonate di tasse, alla Piketty? No grazie.

Se in Collier l’ansia è più che altro una metafora, lo smarrimento di cui parla Christopher Bollas è invece una malattia reale dei nostri giorni (L’età dello smarrimento, Cortina 12,55 euro, 275 pagine) E pour cause,...


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