23 Giugno
Antistoria degli italiani
WeekList. Storia di un grande popolo che vive nell'eccezionalità e nel mito permanente. Roma, il Rinascimento, il Boom che non c'è più. Un viaggio nel tempo da Romolo a Grillo. Il titolare di List racconta il libro di Giordano Bruno Guerri. Con un finale conteso tra Arlecchino e Pinocchio.
Questo numero di List è stato pubblicato il 23 giugno 2018.
Cominciare con un prefisso conduce inevitabilmente al suffisso e a un pensiero fisso: perché Giordano Bruno Guerri ha intitolato un suo tomo Antistoria degli italiani ? Riscrivere un libro poi, mettersi in testa di aggiornare la storia dispiegando le vele della Nave di Teseo.
Porsi domande, giocare con i dilemmi, intrecciare rebus è un esercizio che scioglie e aggroviglia la mente, ma il titolare di List ama sciaradare sui dettagli e quell'Anti davanti cela un sopra e un sotto troppo intrigante per essere ignorato. La storia chiama. La storia palpita. La storia attrae. La storia non è donna e uomo, è maschio e femmina. La storia è sensuale.
Questo funambolo del tempo, Giordano Bruno Guerri, con quel nome che oscilla sfrontato tra scienza, filosofia e il mestiere delle armi, con un acronimo da sigillo reale, GBG, questa sagoma densa come un buco nero nello spazio che inghiotte cultura e vita, inchiostra niente meno che l'Antistoria e non potete capire l'invidia per quella dichiarazione da ventocontrarismo esplicito, uno sberleffo alla "storia accademica", ai poeti laureati di Montale, perché sì, la storia è come gli ossi di seppia spiaggiati al sole, è come i limoni turgidi e irradianti del poeta ligure:
Ascoltami, i poeti laureati
si muovono soltanto fra le piante
dai nomi poco usati: bossi ligustri o acanti.
Io, per me, amo le strade che riescono agli erbosi
fossi dove in pozzanghere
mezzo seccate agguantano i ragazzi
qualche sparuta anguilla:
le viuzze che seguono i ciglioni,
discendono tra i ciuffi delle canne
e mettono negli orti, tra gli alberi dei limoni.
Giordano ha ricamato nelle sue insegne questo piano immaginario, raccontare la grande storia con il registro stilistico e la speziata rivelazione dell'Italia delle "pozzanghere meno seccate", il paese delle "viuzze che seguono...
Questo numero di List è stato pubblicato il 23 giugno 2018.
Cominciare con un prefisso conduce inevitabilmente al suffisso e a un pensiero fisso: perché Giordano Bruno Guerri ha intitolato un suo tomo Antistoria degli italiani ? Riscrivere un libro poi, mettersi in testa di aggiornare la storia dispiegando le vele della Nave di Teseo.
Porsi domande, giocare con i dilemmi, intrecciare rebus è un esercizio che scioglie e aggroviglia la mente, ma il titolare di List ama sciaradare sui dettagli e quell'Anti davanti cela un sopra e un sotto troppo intrigante per essere ignorato. La storia chiama. La storia palpita. La storia attrae. La storia non è donna e uomo, è maschio e femmina. La storia è sensuale.
Questo funambolo del tempo, Giordano Bruno Guerri, con quel nome che oscilla sfrontato tra scienza, filosofia e il mestiere delle armi, con un acronimo da sigillo reale, GBG, questa sagoma densa come un buco nero nello spazio che inghiotte cultura e vita, inchiostra niente meno che l'Antistoria e non potete capire l'invidia per quella dichiarazione da ventocontrarismo esplicito, uno sberleffo alla "storia accademica", ai poeti laureati di Montale, perché sì, la storia è come gli ossi di seppia spiaggiati al sole, è come i limoni turgidi e irradianti del poeta ligure:
Ascoltami, i poeti laureati
si muovono soltanto fra le piante
dai nomi poco usati: bossi ligustri o acanti.
Io, per me, amo le strade che riescono agli erbosi
fossi dove in pozzanghere
mezzo seccate agguantano i ragazzi
qualche sparuta anguilla:
le viuzze che seguono i ciglioni,
discendono tra i ciuffi delle canne
e mettono negli orti, tra gli alberi dei limoni.
Giordano ha ricamato nelle sue insegne questo piano immaginario, raccontare la grande storia con il registro stilistico e la speziata rivelazione dell'Italia delle "pozzanghere meno seccate", il paese delle "viuzze che seguono i ciglioni", dove non ci sono "bossi ligustri o acanti", ma guerreschi rovi zuccherosi e tentatrici mele amare. L'epifania arriva lesta, l'Antistoria ti chiama, ti esorta, ti spinge verso l'ignoto tentacolare del racconto, ha il profumo intenso sprigionato dagli "alberi dei limoni". E tu, lettore, sei come la monaca di Monza e dunque "la sventurata rispose", perché Guerri fin dalle prime righe fa il bricoleur con i cocci del misfatto storico - l'italianità - e sottrarsi all'incrocio danzante del nostro fatto e disfatto è impresa impossibile.
L'epifania arriva lesta, l'Antistoria ti chiama, ti esorta, ti spinge verso l'ignoto tentacolare del racconto, ha il profumo intenso sprigionato dagli "alberi dei limoni".
Guerri ama l'Italia, non è un dato scontato perché tutti pensano di odiarla, e dirlo fa guadagnare il biglietto d'ingresso nella società dei colti. Ma amarla... ci vuole coraggio, una dichiarazione kantiana del dentro di me e sopra di me, un impegno disperato. Che folle impresa da stunt man, ribaltare il pessimismo cosmico di Leopardi e ritrovarsi tra i lampi di Walt Whitman.
La poesia filosofica di Leopardi:
O patria mia, vedo le mura e gli archi
E le colonne e i simulacri e l'erme
Torri degli avi nostri,
Ma la gloria non vedo,
Non vedo il lauro e il ferro ond'eran carchi.
Il moderno saettante di Whitman:
Io canto l'individuo, la singola persona,
Al tempo stesso canto la Democrazia, la massa.
L'organismo, da capo a piedi, canto,
La semplice fisionomia, il cervello da soli non sono degni
della Musa: la Forma integrale ne è ben più degna,
E la Femmina canto parimenti che il Maschio.
Canto la vita immensa in passione, pulsazioni e forza,
Lieto, per le più libere azioni che sotto leggi divine si attuano,
Canto l'Uomo Moderno.
Guerri fa della storia un fertile deserto, una spianata dove cercare acqua e piantare rose, la sua Antistoria è un'opera di bonifica e forestazione che parte da lontano, dal 476 dopo Cristo, la fine dell'impero di Romolo Augustolo e l'arrivo di Odoacre, i barbari al potere. Le date fissano, sono un segnaposto a tavola (dove o siete invitati al pranzo o siete nel menù), ma il treno della storia è sempre in anticipo, il calendario è un artificio che ordina in cronologia il già avvenuto. Lo storico vede prima e ricostruisce dopo.
Il vedere prima di questi tempi è un incidente, una pericolosa deviazione, la curva della strada cantata da Fernando Pessoa:
La morte è la curva della strada,
morire è solo non essere visto.
Se ascolto, sento i tuoi passi
esistere come io esisto.
La terra è fatta di cielo.
Non ha nido la menzogna.
Mai nessuno s’è smarrito.
Tutto è verità e passaggio.
Se vedete prima, non ditelo, non scrivetelo, non raccontatelo: in questo mondo fatto di messaggi istantanei e dirette social, vedere prima vi porterà sfortuna, incomprensione, una ciclopica solitudine. E morire è come dice Pessoa, è non essere visto.
Ricostruire dopo significa levarsi ogni idealizzazione pre- e post- (che impertinenti, i prefissi e i suffissi) mettersi all'opera, avvisa Guerri, nel "giudicare il passato con gli occhi del presente è il modo più sbagliato per capire cosa è avvenuto; se vogliamo comprendere gli italiani e il loro sviluppo storico, dobbiamo sforzarci di compiere un cammino retrospettivo e assumere come guida un principio fondamentale: nella storia "bene" e "male", "positivo" e "negativo", "giusto" e "sbagliato" non esistono, rappresentano solo semplificazioni beatificanti e demonizzanti applicate dalle generazioni successive". Questo è il rigoglioso deserto attraversato da Guerri, la sua officina è un battere ribattere sul ferro, freddarlo, lisciarlo con la pietra e l'acqua, il suo metodo è la spada di un Samurai. Ecco il Mishima di Lezioni spirituali per giovani samurai, anno 1970:
La situazione politica moderna ha introdotto nella sua sfera d'azione l'irresponsabilità dell'arte, riducendo la vita a un concetto assolutamente fittizio; ha trasformato la società in un teatro, il popolo in una massa di spettatori televisivi, e in definitiva ha prodotto la politicizzazione dell'arte: ormai l'azione politica non assurge più all'antico rigore della concretezza e della responsabilità.
Mishima è il balzo nel moderno che conduce al contemporaneo dell'Antistoria di Guerri. Ma prima... Catturato il vento dell'anno 476 dopo Cristo, lasciato Odoacre, dato a Cesare quel che è di Cesare a Dio ciò che è di Dio - "per capire la genesi storica degli italiani, non ci può fermare ai romani e ai barbari, bisogna considerare un'altra componente, il catalizzatore di tutti i processi formativi e evolutivi del nostro popolo: la chiesa", scrive Guerri - la storia degli italiani assume le forme del "miracolo chiamato Rinascimento", che non fu un lungo periodo come molti pensano, ma "un breve, eccezionale momento di luce", la nascita di un "mito di fondazione" (quello che fu e continua ad essere, in quanto mito, la città e la (s)fortuna di Roma) che Giordano subito fa scendere dalle nuvole e posa con gaglioffesco piacere per terra usando le parole di un gigante, Giuseppe Prezzolini:
Invece di diventare il modello e la guida del carattere nazionale, fu semplicemente la consolazione delle batoste militari, delle divisioni intestine, delle invasioni straniere che l'Italia subì (...) un motivo di compiacenza letteraria che servì di scusa e di attenzione ai fallimenti degli italiani.
Qui c'è il legno storto (Berlin) del nostro essere e non essere, del totem senza tabù (Freud), del pressapoco che non diventa mai universo della precisione (Koyré): si prende un periodo fortunato (ancora Machiavelli) e lo si fa diventare il fulgido ed eterno esempio di un'intera nazione che fuori dal mito nel frattempo (cinquecento anni, che volete che siano) è diventata un'altra cosa e dunque, scrive il sulfureo Guerri, "ancora oggi, a distanza di oltre cinque secoli, troppi nostri connazionali si sentono "artisti", non perché abbiano frequentato scuole e accademie, ricercato il consenso della critica o del pubblico, ma solo in quanto italiani, vale a dire possessori del genio, che più pudicamente chiamano "vocazione".
Si prende un periodo fortunato e lo si fa diventare il fulgido ed eterno esempio di un'intera nazione che fuori dal mito nel frattempo (cinquecento anni, che volete che siano) è diventata un'altra cosa.
Con il mito della fondazione di Roma, il mito del suo impero, il non-mito di un Medioevo che invece proprio del tutto buio non fu, con la chiesa che esercitava tutto il potere - spirituale e soprattutto temporale - facendo del divide et impera la sua regola liturgica per un'espressione geografica (quel perfido del principe Metternich) polverizzata in staterelli, tutto scivolò via tra pestilenze e preghiere, oro e incenso, confessioni e assassini, "gioco di forza e inganni", i Normanni al Sud e i comuni al Centro-Nord (vi ricorda qualcosa?), mercanti e feudatari, questa unica, magnifica Antistoria segue la rotta di Marco Polo, fa ruggire i leoni della Serenissima, ci fa riscoprire la grandezza di Francesco Petrarca, e va dritto al cuore del problema che comincia ad essere bozzolo del presente: "la spagnolizzazione, il vero medioevo italiano". Qui si compie non la rivoluzione ma l'involuzione della storia e del carattere nazionale, quello che Guerri fotografa con il colpo di genio di un Cartier-Bresson a bordo della macchina del tempo: "Capire cosa successe nei sessant'anni che seguirono al sacco di Roma è indispensabile per comprendere perché siamo chi siamo, più somiglianti cioè agli italiani reali e regolari, del Seicento piuttosto che a quelli del tutto ideali, eccezionali del Trecento e del Quattrocento".
Giordano Bruno Guerri.Quel prefisso, l'Antistoria, è un continuo bagliore nelle pagine scritte da Guerri, egli ci avverte facendo zampillare dalla penna (e dal cuore) che la storia non è il progresso ma il vai e vieni dello spirito del tempo e la "spagnolizzazione" del nostro reale e immaginario fu un crac colossale. Non fu una questione materiale, il regresso fu quello dell'anima, il sacro corrotto. Così, mentre in Italia si vendevano indulgenze, nel cuore dell'Europa arrivò una rivoluzione davvero permanente: Martin Lutero. Da quel momento la storia d'Europa si spacca, il Nord e il Sud diventano soggetti che arriveranno fino ai discorsi di Jens Weidmann, capo della Bundesbank, sulla creazione di moneta e il diavolo (Faust, Goethe). Il Seicento è tra noi, emerge come un fiume carsico nel dibattito sui paesi virtuosi del Nord e i gaudenti a debito del Club Med, è in quel tempo che comincia la battaglia tra l'austerità e la finanza creativa. Passato. Presente. Germania. Achtung.
La "spagnolizzazione" del nostro reale e immaginario fu un crac colossale. Non fu una questione materiale, il regresso fu quello dell'anima, il sacro corrotto. Così, mentre in Italia si vendevano indulgenze, nel cuore dell'Europa arrivò una rivoluzione davvero permanente: Martin Lutero.
Il contemporaneo, eccolo, luccica di monete nazionali che oscillano nel mercato dei cambi d'Europa, quella dell'Italia si chiama Lira, unisce il popolo insieme alla cambiale, Totò e Alberto Sordi, Fellini e i vitelloni, il dottore è fuori stanza un preludio di tran tran ministeriale che fa presagire il peggio dell'oggi, ecco, la moneta, dicevamo, diventa automobile, frigorifero, villeggiatura, consumo. L'unità instabile e le guerre, il Ventennio e il Duce, tutta questa tragedia e rinascita (anch'essa breve ma di fulminea e rutilante crescita) sono nell'opera di Guerri un'Italietta che fece "un'immensa rivoluzione" con il Boom, ma tutto questo fu vissuto "come evento privato, al massimo familiare, e negli anni sessanta anche la famiglia si trasformò, anzitutto come dimensione: nel 1951 era composta in media da 4 membri, nel 1971 da 3.3". Erano i segni del declino demografico di cui oggi vediamo le conseguenze: un paese senza bambini.
La storia italiana è grande come la tragedia, fa battere forte il cuore, versare lacrime e urlare di gioia come poche altre. Ci sono luoghi dove gli eventi scorrono come acqua sulla pietra, mentre altri pulsano di delitto e castigo (oh, Dostoevskij). Noi abbiamo vissuto nel Castello di Kafka senza mai vederne le torri merlate, solo lampi nel buio, ponti levatoi, catapulte, coccodrilli nel fossato. E sangue. Abbiamo visto Aldo Moro fotografato prima e dopo la morte, icona e autobiografia di una nazione. Una guerra civile in un mondo parallelo. Chi conserva la memoria degli altri 53 caduti sotto i colpi di pistola delle Brigate Rosse solo due anni dopo l'assassinio di Aldo Moro?
La storia italiana è grande come la tragedia, fa battere forte il cuore, versare lacrime e urlare di gioia come poche altre. Ci sono luoghi dove gli eventi scorrono come acqua sulla pietra, mentre altri pulsano di delitto e castigo.
Non conta quanto ne parlino i giornali (che non legge più nessuno) o la televisione (che da tempo non è veicolo di educazione ma deformazione) ma conterebbe moltissimo insegnare la storia con il metodo dell'Antistoria di Guerri, restituendo a questo incredibile racconto l'anima, l'amore, lo spirito dell'avventura di essere italiani, senza mai volerlo ammettere perché ami talmente le sue forme, i suoi occhi, le sue parole, la sua presenza nell'assenza che l'unico modo per sopravviverle è negarla e odiarla. C'è un componimento del poeta turco Nazim Hikmet che si può dedicare all'Italia, così amata, bramata e cantata, mentre lei si culla sulla sedia a dondolo, languida, immersa in una disperata indifferenza:
Amo in te
l’avventura della nave che va verso il polo
amo in te
l’audacia dei giocatori delle grandi scoperte
amo in te le cose lontane
amo in te l’impossibile
entro nei tuoi occhi come in un bosco
pieno di sole
e sudato affamato infuriato
ho la passione del cacciatore
per mordere nella tua carne.
amo in te l’impossibile
ma non la disperazione.
L'Anstistoria degli italiani ha un sottotitolo che ha il sapore dell'iperbole, una felice e ricercata bouffonnerie che si risolve in un minaccioso "da Romolo a Grillo", dove il primo e l'ultimo sono miti di fondazione con lo stesso epicentro sismico: Roma. È nella Capitale che possiamo osservare che il brutto è bello e il bello è brutto (Shakespeare, le tre streghe in Macbeth), è in Campidoglio che vediamo la prima fondazione, la lupa che allatta Romolo e Remo, e il primo esperimento dei figli di Grillo nel cuore tachicardico, smagato, ubriaco, una festa delle porte girevoli del paese. Cantiamo, balliamo e domattina tutti a Fregene, mi raccomando. Tutto questo Anti- (ah, il prefisso) con uno spettacolare colpo d'ascia decapita l'ovvio dei popoli e diventa Governo Frankenstein. L'esperimento ad alto voltaggio del laboratorio ultra-pop, pamphlet elettorale contro i sonnambuli d'Europa, distopia collettiva e santi numi, basta ragazzi, siamo nel giugno del 2018, l'Argentina di Messi è quasi fuori e ai mondiali di calcio in Russia non c'è la nazionale, Guerri, smettila di scrivere e passami una birra.
È nella Capitale che possiamo osservare che il brutto è bello e il bello è brutto (Shakespeare, le tre streghe in Macbeth), è in Campidoglio che vediamo la prima fondazione, la lupa che allatta Romolo e Remo, e il primo esperimento dei figli di Grillo.
Siamo alla fine, che per Guerri e per chi scrive è sempre un nuovo inizio, siamo a Gardone Riviera, è il 31 maggio di quest'anno, l'autore del libro deve chiudere la sua fatica, l'Italia ha cominciato una nuova avventura, i protagonisti di ieri sono archiviati, quelli di oggi recitano un copione avanti pop, lo storico dell'Antistoria degli italiani fruga nella memoria, emerge una penna sublime, quella del Goldoni, e una maschera: "Rimane Arlecchino, sintesi dell'italiano che deve correre da un padrone all'altro, che si ritiene più furbo di tutti e riesce sempre a cavarsela, sempre fintamente pentito, lamentoso e arrogante, protagonista di melodrammi e dominato da un profondo scetticismo, superficiale e abituato a dissimulare. Speriamo faccia ancora sorridere e non ridere, alla fine dell'ennesima commedia".
Non sappiamo leggere il futuro, ma se ci voltiamo indietro, la nostra rappresentazione è come il carro di Mangiafoco pieno di burattini tra i quali compare a un certo punto lui, Pinocchio, il personaggio letterario che Collodi trasformò in autobiografia dell'italiano. Anche qui, caro Giordano, compare il tuo Arlecchino.
Pinocchio entra nel teatrino, Arlecchino e Pulcinella stanno come al solito litigando sul palcoscenico. I burattini di legno si accorgono che il loro fratello, Pinocchio, è là e lo invitano a salire con loro.
Pinocchio, vieni quassù da me! — grida Arlecchino — vieni a gettarti fra le braccia dei tuoi fratelli di legno! — A questo affettuoso invito, Pinocchio spicca un salto, e di fondo alla platea va nei posti distinti; poi con un altro salto, dai posti distinti monta sulla testa del direttore d’orchestra, e di lì schizza sul palcoscenico. È impossibile figurarsi gli abbracciamenti, gli strizzoni di collo, i pizzicotti dell’amicizia e le zuccate della vera e sincera fratellanza, che Pinocchio ricevé in mezzo a tanto arruffìo dagli attori e dalle attrici di quella compagnia drammatico-vegetale. Questo spettacolo era commovente, non c’è che dire: ma il pubblico della platea, vedendo che la commedia non andava più avanti, s’impazientì e prese a gridare: — Vogliamo la commedia, vogliamo la commedia!
Entra in scena Mangiafoco, gustate con noi l'arte della penna del Collodi nel descriverlo:
Allora uscì fuori il burattinaio, un omone così brutto, che metteva paura soltanto a guardarlo. Aveva una barbaccia nera come uno scarabocchio d’inchiostro, e tanto lunga che gli scendeva dal mento fino a terra: basta dire che, quando camminava, se la pestava coi piedi. La sua bocca era larga come un forno, i suoi occhi parevano due lanterne di vetro rosso, col lume acceso di dietro; e con le mani schioccava una grossa frusta, fatta di serpenti e di code di volpe attorcigliate insieme.
E cosa pensa di fare del Pinocchio il Mangiafoco? Buttarlo nel fuoco per arrostire il suo montone! Ma Pinocchio commuove il burattinaio con la sua arte affabulatoria. Mangiafoco a quel punto, decide di bruciare un altro burattino:
Pigliatemi lì quell’Arlecchino, legatelo ben bene, e poi gettatelo a bruciare sul fuoco. Io voglio che il mio montone sia arrostito bene!
All'udir quelle parole, Pinocchio si lancia a salvare Arlecchino, chiese disperatamente la grazia e di fronte al no di Mangiafoco chiede di bruciare al posto del fratello burattino. Mangiafoco si commuove e chiede a Pinocchio:
Tu sei un gran bravo ragazzo! Vieni qua da me e dammi un bacio. — Pinocchio corse subito, e arrampicandosi come uno scoiattolo su per la barba del burattinaio, andò a posargli un bellissimo bacio sulla punta del naso.
Caro Giordano, chi concederà la grazia all'Italia, al tuo Arlecchino? E se il nostro personaggio, il nostro carattere fosse in quel ciocco di legno dal cuore grande, Pinocchio? Lo scopriremo insieme, in un altro aggiornamento della tua meravigliosa Antistoria degli italiani. È cominciato un altro spettacolo. Sipario. Applausi.
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ore prima del
momento della scadenza. In mancanza di disdetta nel termine indicato, l'Abbonamento è automaticamente
rinnovato.
3.3 L'Utente potrà esercitare la disdetta in ogni momento e senza costi attraverso una delle seguenti
modalità:
seguendo la procedura per la gestione dell'Abbonamento all'interno del proprio profilo utente sia sul Sito
che
nell'Applicazione;
inviando una mail al seguente indirizzo: help@newslist.it.
3.4 Gli effetti della disdetta si verificano automaticamente alla scadenza del periodo di abbonamento in
corso; fino a
quel momento, l'Utente ha diritto a continuare a fruire del proprio Abbonamento. La disdetta non dà invece
diritto ad
alcun rimborso per eventuali periodi non goduti per scelta dell'Utente.
3.5 In caso di mancato esercizio della disdetta, il rinnovo avverrà al medesimo costo della transazione
iniziale, salvo
che il Fornitore non comunichi all'Utente la variazione del prezzo dell'Abbonamento con un preavviso di
almeno 30 giorni
rispetto alla data di scadenza. Se, dopo aver ricevuto la comunicazione della variazione del prezzo,
l'Utente non
esercita la disdetta entro 24 ore dalla scadenza, l'Abbonamento si rinnova al nuovo prezzo comunicato dal
Fornitore.
3.6 Il Fornitore addebiterà anticipatamente l'intero prezzo dell'Abbonamento subito dopo ogni rinnovo sullo
stesso
strumento di pagamento in precedenza utilizzato dall'Utente ovvero sul diverso strumento indicato
dall'Utente attraverso
l'area riservata del proprio account personale.
4. Recesso DEL CONSUMATORE
4.1 L'Utente, ove qualificabile come consumatore – per consumatore si intende una persona fisica che agisce
per scopi
estranei all'attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta, ha
diritto di
recedere dal contratto, senza costi e senza l'onere di indicarne i motivi, entro 14 giorni dalla data di
attivazione
dell'Abbonamento acquistato.
4.2 L'Utente può comunicare la propria volontà di recedere, inviando al Fornitore una comunicazione
esplicita in questo
senso mediante una delle seguenti modalità:
mediante raccomandata a.r. indirizzata alla sede del Fornitore;
per email al seguente indirizzo help@newslist.it;
4.3 Ai fini dell'esercizio del recesso l'Utente può, a sua scelta, utilizzare questo modulo
4.4 Il termine per l'esercizio del recesso si intende rispettato se la comunicazione relativa all'esercizio
del diritto
di recesso è inviata dall'Utente prima della scadenza del periodo di recesso.
4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.