8 Dicembre

Applausi, ascolti, l'ora è fuggita. Come la musica in Italia

Il successo in tv, il tributo che è il rito della prima alla Scala. Oltre la retorica, c'è la disastrosa situazione dell'educazione musicale, il declino della lingua italiana e del "recitar cantando". Un'indagine di Marco Patricelli tra arie e note stonate

di Marco Patricelli

Italia, terra di santi, poeti e navigatori. E di musicisti. Sembrerebbe proprio, stando a rulli di tamburo, squilli di bùccine e rutilante tamtam mediatico che neanche Igor Stravinskij  avrebbe potuto immaginare in orchestra, che hanno salutato lo strepitoso risultato della prima di “Tosca” di Giacomo Puccini in diretta tv dal Teatro alla Scala di Milano. Quasi tre milioni di spettatori davanti agli schermi al led, spacciati come cartina di tornasole per la (ri)trovata popolarità di un genere che appartiene alla storia, di un pubblico che però è anagraficamente più avviato alla pensione che al primo posto di lavoro, di una forma d’arte costosissima e sempre sotto tiro quando si tratta di allargare – o, meglio  stringere – i cordoni della borsa dei finanziamenti pubblici.

Gratta gratta, secondo la più genuina tradizione del teatro lirico in cui la finzione è più finzione che altrove, tranne voci e orchestra, poco oro riluce sotto la vernice brillante degli osanna e dei Te Deum intonati per salutare la “visibilità” dell’opera di Giacomo Puccini. Il tuffo di Tosca da Castel Sant’Angelo ha fatto alzare al cielo gli spruzzi esagerati di una vocazione al bello e alla cultura che, oltre a essere una semplificazione giornalistica, non rispecchia minimamente lo stato dell’arte. L’Italia è il Paese della musica, che ha dato il nome alle note (per quanto da versi in latino: do-ut, re, mi, fa sol, la), che ha codificato la scrittura, che ha inventato il "recitar cantando" (La Camerata de’ Bardi, grazie a un tal Vincenzo Galilei padre del più noto Galileo) e i conservatori per dare un’occupazione sicura agli orfani, dove è nata l’orchestra e da dove l’italiano che non veniva parlato dagli italiani era diventato la lingua della cultura in tutto il mondo.

Altri tempi. Oggi anche i musicisti parlano...


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