26 Maggio
Appunti da una rivoluzione
Il Quirinale e lo scontro con Lega e Cinque Stelle sulla formazione del governo. Il caso Savona, il significato del voto, la lunga marcia di un cambiamento che non si arresterà con la minaccia dello spread. Tutto comincia con una telefonata: "È in corso la rivoluzione...".
Prima di tutto, ecco un flash delle frasi del giorno che sono rimaste sul taccuino:
- Matteo Salvini: "Noi siamo pronti, tempo da perdere non ce n'è. Non è questione di nomi e cognomi ma di rispetto del voto degli italiani. Speriamo che nessuno abbia niente da eccepire su nessuno di questi nomi che secondo noi rappresentano al meglio l'interesse nazionale degli italiani. Nessuno in Italia ha mai eccepito su ministro tedesco o francese, è altrettanto evidente che i ministri che rappresentano gli Italiani non devono necessariamente avere il gradimento dei tedeschi, dei francesi o di chiunque altro".
- Matteo Renzi: "Spero che sia chiaro a tutti perché ho insistito tanto perché il PD non facesse l'accordo con nessuno di questi signori. Con noi lo spread è sceso, il PIL e' ripartito, i posti di lavoro sono aumentati. Ora che tocca a loro, l'inizio è balbettante. E il conto lo pagheranno gli italiani".
- Steve Bannon: "Salvini e Di Maio sono stati bravissimi, hanno fatto un accordo di governo per il cambiamento del Paese che raccoglie il 60 per cento dei voti reali. Il mondo intero sta guardando all'Italia, è arrivato il momento di celebrare questo grande cambiamento".
- Massimo D'Alema in un fuori onda mentre chiacchiera con Pietro Grasso: "Se torniamo alle elezioni per il veto su Savona quelli prendono l'80 per cento".
Quello che segue è un lungo testo innescato da un colloquio che il titolare stamattina ha avuto con un'alta personalità.
Stanno mettendo il dito nella diga
"È in corso la rivoluzione". Sono le 7 in punto, la voce al telefono è quella di un uomo saggio, un'altissima personalità, un punto di riferimento per chi studia la politica contemporanea e cerca di capire qual è lo spirito del tempo. Il titolare ha il toscano acceso, fuori è una bella giornata di sole, ma non è...
Prima di tutto, ecco un flash delle frasi del giorno che sono rimaste sul taccuino:
- Matteo Salvini: "Noi siamo pronti, tempo da perdere non ce n'è. Non è questione di nomi e cognomi ma di rispetto del voto degli italiani. Speriamo che nessuno abbia niente da eccepire su nessuno di questi nomi che secondo noi rappresentano al meglio l'interesse nazionale degli italiani. Nessuno in Italia ha mai eccepito su ministro tedesco o francese, è altrettanto evidente che i ministri che rappresentano gli Italiani non devono necessariamente avere il gradimento dei tedeschi, dei francesi o di chiunque altro".
- Matteo Renzi: "Spero che sia chiaro a tutti perché ho insistito tanto perché il PD non facesse l'accordo con nessuno di questi signori. Con noi lo spread è sceso, il PIL e' ripartito, i posti di lavoro sono aumentati. Ora che tocca a loro, l'inizio è balbettante. E il conto lo pagheranno gli italiani".
- Steve Bannon: "Salvini e Di Maio sono stati bravissimi, hanno fatto un accordo di governo per il cambiamento del Paese che raccoglie il 60 per cento dei voti reali. Il mondo intero sta guardando all'Italia, è arrivato il momento di celebrare questo grande cambiamento".
- Massimo D'Alema in un fuori onda mentre chiacchiera con Pietro Grasso: "Se torniamo alle elezioni per il veto su Savona quelli prendono l'80 per cento".
Quello che segue è un lungo testo innescato da un colloquio che il titolare stamattina ha avuto con un'alta personalità.
Stanno mettendo il dito nella diga
"È in corso la rivoluzione". Sono le 7 in punto, la voce al telefono è quella di un uomo saggio, un'altissima personalità, un punto di riferimento per chi studia la politica contemporanea e cerca di capire qual è lo spirito del tempo. Il titolare ha il toscano acceso, fuori è una bella giornata di sole, ma non è il momento di andare a passeggiare, bisogna scrivere perché le prime ore del mattino sono le migliori per raccogliere i fatti, elaborare i pensieri e stenderli sul taccuino. Dice il saggio: "Stanno mettendo il dito in una diga, quella in corso è una rivoluzione giacobina ed è inarrestabile".
La rivoluzione in Italia, roba da non credere, le nuvole di fumo si librano in uno scherzo d'aria. "Hanno alimentato per decenni l'antipolitica, l'anticasta, hanno costruito fortune e fatturati solleticando gli istinti e ora che queste forze che loro hanno alimentato sono arrivate al potere...". L'antipolitica, sembra ormai una parola lontana, perché siamo oltre quel passaggio, si capisce che quell'idea è superata, s'è fatta politica tout court, motore e forza di un esito per ora sconosciuto ma visibile nella sua mutazione definitiva, il prossimo stadio dopo il 4 marzo. E ora... "... e ora gli stessi rivoluzionari da salotto editoriale che hanno alimentato il clima, soffiato sul fuoco, distrutto i partiti, si spaventano perché la fuori c'è la rivoluzione vera". Non siamo più all'immaginario, ma al reale, si sente un tam tam nella foresta, la rivoluzione.
In Italia sembra impossibile, un'altra nuvola di fumo fila via a zig zag verso la finestra. "Non è la rivoluzione che volevo vedere, ma almeno ne abbiamo una, finalmente". Clic. Il saggio torna nel suo silenzio, tra i libri di una vita. Lui, la rivoluzione, ora vuole vederla. Il Gran Finale.
"Stanno mettendo il dito in una diga, quella in corso è una rivoluzione giacobina ed è inarrestabile".
In fondo, era una storia già scritta: i partiti del Novecento collassano nel 1992, una rivoluzione giudiziaria si occupa di spazzare via il Patto di Yalta in Italia, i poteri vecchi vengono sostituiti dai nuovi: Berlusconi, Bossi, Di Pietro, i procuratori e gli avvocati giocano una tremenda battaglia in tribunale e in Parlamento, il Pci cambia nome mentre la sua funzione storica è già esaurita. Sergio Mattarella (quando si dice che il destino ama giocare con le biografie) firma una legge elettorale che chiude l'era del proporzionale e iniziano oltre vent'anni di bipolarismo ad alta instabilità, gli italiani, i guelfi e i ghibellini, diventano berlusconiani e anti-berlusconiani, parte la caccia al Nemico Pubblico. Energie e intelligenze si disperdono in questa guerra dove non si fanno prigionieri. Il mondo là fuori va avanti, comincia un'era del capitalismo dove la globalizzazione esporta merci, imprese e lavoro, le tigri asiatiche ruggiscono, la classe dei rentiers e dei capitani d'industria affida a una nuova figura, il manager, la gestione e la visione, il capitalismo accentua la separazione tra proprietà, responsabilità e direzione dell'azienda, l'impresa via via si sradica dal territorio e diventa ingegneria finanziaria, la politica cede a sua volta alla finanza pezzi di potere decisionale, questo spostamento di forze dall'Occidente, fa emergere nuove democrazie, apre nuovi mercati, il comunismo è morto, il capitalismo celebra la vittoria, l'Occidente trionfa, è "la fine della storia" teorizzata da Francis Fukujama.
Din don, non è la fine, ma un nuovo inizio. L'espansione della globalizzazione in Occidente lascia sul terreno milioni di persone che perdono reddito e lavoro. Sono finiti in Oriente. Duecento anni dopo la pubblicazione del reportage di Jack London sull'East End di Londra, emerge un altro "Popolo dell'abisso".
La storia fa un balzo felino, il Signor Zeitgeist sposta le lancette dell'orologio. Dagli scioperi delle fiammiferaie di Londra del 1888 ai ragazzi del 2018 che consegnano gli acquisti in app, il salto spazio-temporale è in un universo dove il reddito della middle class è sempre più incerto e il guadagno stellare dell'upper class è certissimo.
Jack London e quelle pagine intrise nel realismo letterario, scartavetrate, vibranti, scintillanti come una lama nel buio. Un viaggio avanti e indietro nel tempo:
Man mano che i giorni passavano, mi convincevo sempre più che, per il popolo dell’abisso, non è solo poco saggio sposarsi, ma è addirittura criminale. Questa gente è costruita con i mattoni scartati dal costruttore, non c’è posto per lei nella struttura della società; anzi, tutte le forze della società sono coalizzate nello spingere sempre più in basso questi disgraziati, giù giù, fino al punto in cui non possono far altro che perire. Così, al fondo dell’abisso, incontriamo i deboli, gli abbrutiti, gli inebetiti, e dato e non concesso che costoro si riproducano, la vita che si sviluppa da essi è così sfibrata e impoverita che necessariamente si estingue da sola. Sopra le loro teste, la macchina del mondo procede senza soste per proprio conto, ma ai disgraziati sul fondo non importa prender parte a questo lavorio, né d’altronde sarebbero in grado di farlo.
I mattoni scartati dal costruttore. Poco saggio sposarsi. Il reietto di ieri cambia l'abito e diventa il precario di oggi. Sono le porte girevoli della storia. E mentre un altro mondo parallelo macinava utili e quotazioni stratosferiche in borsa, improvvisamente, arriva il Big Bang, il grande bagliore bianco della crisi. Mutui subprime, crash. Chiude l'antica e venerata istituzione finanziaria d'America, la Lehman Brothers. Obama vince le elezioni, il primo presidente nero della storia americana. Il "change" disperato, l'urlo di Munch trasferito in America. È il primo passo di una mutazione in corso nell'elettore americano. Il secondo, un colpo d'ascia, arriverà otto anni dopo e avrà un cappellino rosso in testa con una scritta che rimanda alla rivolta jacksoniana: Make America Great Again.
Il 2008 sfascia il castello di carta finanziaria, innesca la recessione e l'ingranaggio si rompe in maniera violenta proiettando frammenti taglienti ovunque. Chi è senza uno scudo protettivo cade sul campo di battaglia. Chiusura del sogno della globalizzazione sempre buona, apertura della coscienza critica, fine dell'esproprio della democrazia da parte di poteri irresponsabili. Comincia una nuova fase della storia. Voilà, la rivoluzione.
Il 2008 sfascia il castello di carta finanziaria, innesca la recessione e l'ingranaggio si rompe in maniera violenta proiettando frammenti taglienti ovunque.
Cominciano gli inglesi. E dove se non a Londra? C'è un altro East End, signore signori, c'è un'altra massa informe che si muove e chiama un'altra indipendenza. L'Europa della giustizia senza diritto cade a Londra il 23 giugno del 2016. Take back control, fine del regno di Bruxelles sull'isola d'Inghilterra. Oh my God. Le classi in progress vanno in tilt come un flipper. E adesso? Era solo il primo flash della contemporaneità, un gigantesco bagliore. Il secondo flash arriva come nella sequenza di una perfetta sceneggiatura. Il Signor Zeitgeist la sta scrivendo con perfido compiacimento. Dopo l'Isola verde, è il turno del Mondo Nuovo, l'immenso continente di foreste e laghi, deserti e canyon, pianure infinite e nevi perenni, serpenti a sonagli e puma, cavalli selvaggi e strade ferrate, svettanti palazzi di vetro e acciaio, ranch dove abita il silenzio, ciminiere e comignoli, fornaci e caminetti, Winchester e la Bibbia. Dal tunnel iperveloce della storia schizza via un imprevisto da romanzo: Trump.
Londra. Washington. Capitali di rivoluzioni. Manca l'altra città all'appello di questo passaggio Sturm und Drang, il centro dei Lumi. Parigi arriva con un'altra strambata che stende la socialdemocrazia europea, qui il botto si presenta En Marche, la caduta della Bastiglia ha il nome di Macron. Giovane, enarca, banchiere di Rothschild, è l'ultima disperata carta che l'establishment francese gioca anche contro se stesso: abbattere i vecchi referenti del Partito socialista e sostituirli con un movimento nuovo di zecca. Il piano riesce, il 7 maggio del 2017 Macron diventa il nuovo Presidente della Francia, il doppio turno ferma Marine Le Pen, ma il risultato è un esperimento il cui esito è già scritto: cadrà. Perché la maggioranza del paese è a destra, è anch'essa en marche e come ha detto Michel Houellebecq un paese governato da una minoranza non può sopravvivere a lungo in preda a una "nevrosi". Impazzisce. Non a caso Trump e Macron finiscono per allearsi, sono figli della stessa contraddizione: la democrazia che cerca di riprendersi le leve del potere cedute in blocco a tecnocrazie, agenzie irresponsabili, algoritmi e finanza. Alla fine, la politica si riprende il timone.
Londra. Washington. Capitali di rivoluzioni. Manca una città all'appello di questo passaggio Sturm und Drang, il centro dei Lumi. Parigi arriva con un'altra strambata che stende la socialdemocrazia europea, qui il botto si presenta En Marche.
Nel cuore d'Europa, a Berlino, osservano la catena rovente di fatti come un sinistro presagio di sventura. Angela Merkel e Martin Schulz incrociano la spada ma hanno un nemico in comune: la destra nazionalista di Afd, i liberali e la sinistra neo-marxista della Linke. La GroKo di Cdu-Csu e Spd è minacciata. Il 24 settembre del 2017 il gong suona a Berlino. Merkel vince, Schulz perde, la destra entra nel Bundestag, i liberali fanno strike, la Linke conferma la sua forza. La Grosse Koalition è in frantumi, Cdu e Spd collezionano il peggior risultato dal dopoguerra dei due partiti. Schulz tenta la drammatica mossa di andare all'opposizione per non morire, la Merkel fallisce l'aggancio del governo con una coalizione Jamaica, lo spettro di nuove elezioni si materializza sul cielo di Berlino. Il Presidente della Germania, Frank-Walter Steinmeier convoca Schulz, lo invita a sedersi al tavolo con la Merkel, rifate la GroKo o siamo spacciati. Cinque mesi dopo, tra i tormenti di un contratto impossibile, Angela Merkel prosegue la sua avventura da Cancelliera della Germania, Martin Schulz è politicamente finito, defenestrato dal suo partito, nei sondaggi Afd è la seconda forza del paese. Fine di un'era. C'è ancora la GroKo, ma non c'è più la Germania che dall'unificazione, dagli albori degli anni Novanta, aveva dominato la politica europea. E i suoi timori per la fine della festa oggi sono impaginati nel livore dei suoi giornali contro l'Italia.
C'è ancora la GroKo, ma non c'è più la Germania che dall'unificazione, dagli albori degli anni Novanta, aveva dominato la politica europea. E i suoi timori per la fine della festa oggi sono impaginati nel livore dei suoi giornali contro l'Italia.
L'ondata partita dal Mare del Nord, si propaga nell'Atlantico, entra dallo stretto di Gibilterra nel Mediterraneo, ingrossa la piena del Reno e a un certo punto diventa uno tsunami sulle coste italiane il 4 marzo del 2018.
La storia la conoscete: la maggioranza degli italiani fa una scelta euroscettica (di varia gradazione, ma tutta critica sulla politica di Bruxelles), i cosiddetti partiti europeisti (il Pd era convintamente europeista? a rileggere le dichiarazioni di Renzi non si direbbe) perdono, il partito storico della sinistra italiana incassa il peggior risultato di sempre, gli altri sono ridotti a pura testimonianza d'aula.
Bene, di fronte a questa scelta, di grazia, che governo dovrebbe venir fuori? Un governo telecomandato da Bankitalia, dal Quirinale e soprattutto dalla Commissione europea o un esecutivo coerente con il risultato elettorale? La crisi è politica, la soluzione non può che essere politica. La domanda tocca le fondamenta della democrazia. Ridurre l'esecutivo Conte (scelta molto discutibile sul piano dell'esperienza politica, ma Mattarella l'ha avallata) a un collegio di esecutori teleguidati che non mettono in discussione nessuno dei dogmi europei è operazione che rispetta il voto? Vivere una democrazia ridotta, un sistema che alla fine ti lascia solo la libertà di fare la spesa al supermercato (se disponi del reddito sufficiente) è il sogno della nostra illuminata classe dirigente? Una società cloroformizzata, incosciente, con il solito tran tran tra Stato e contribuente dove il primo è onnipotente, il secondo un suddito e il terzo sconosciuto (l'evasore totale) se ne infischia dei primi due è il progetto del domani? Aveva ragione il grande Prezzolini: gli italiani si dividono in due categorie, i furbi e i fessi. I fessi lavorano per i furbi. Provate a immaginare da che parte state.
Vivere una democrazia ridotta, un sistema che alla fine ti lascia solo la libertà di fare la spesa al supermercato (se disponi del reddito sufficiente) è il sogno della nostra illuminata classe dirigente?
Hanno pensato questi fini analisti e pedagoghi a cosa accadrà con il fallimento del Governo Frankenstein? Hanno calcolato gli scenari elettorali? Pensano che Salvini si fermi sotto il 20 per cento? Di questo passo, finirà per avere un 3 davanti. E un altre 3 davanti avranno i Cinque Stelle. Alla fine le forze a cui oggi si vuole impedire di avere un governo un minimo coerente con il voto, avranno la maggioranza assoluta. E a quel punto nessuno potrà temperarne la forza.
Sanno questi scienziati che non hanno visto la Brexit, non hanno visto Trump e hanno trattato il fenomeno italiano di Grillo e della Lega a trazione Salvini come un pittoresco evento della politica del Belpaese che sarebbe svanito, quello che sta accadendo là fuori? Vogliono consegnare le chiavi di casa per sempre a Lega e Cinque Stelle? Sono decisamente sulla buona strada. Sul tavolo di Matteo Salvini ci sono sondaggi che fanno impressione sui temi europei, le ingerenze dall'estero sulla politica italiana. Il titolare ne ha conoscenza diretta. Ecco un paio di numeri, giusto per capire come val il mondo reale, non la sala da the con i biscottini dell'ambasciatore:
- Il 55 per cento degli italiani pensa che gli interventi dall'estero sulla politica italiana siano sbagliati, eccessivi, ingiustificati. Il numero sale al 73 per cento tra gli elettori leghisti e al 78 per cento tra gli elettori Cinque Stelle. Negli altri partiti, la quota critica è al 58 per cento in Forza Italia, al 25 per cento nel Pd;
- Il 31 per cento considera le critiche dall'estero necessarie, ma tra questi il 14 per cento dice anche che sono esagerate;
- Il leader con il maggior apprezzamento per l'operato dopo le elezioni è Matteo Salvini.
Come mai nessun esponente delle istituzioni - ah, come no, niente meno che l'ambasciata a Berlino ha protestato - risponde alle ignobili cose che pubblica la stampa tedesca sul nostro Paese? Salvini e Di Maio agitano la pancia dei loro elettori? Certo che lo fanno, sono politici non raffinati politologi con studi a Princeton. Ma queste frasi apparse sullo Spiegel che cosa sono?
Come si dovrebbe definire il comportamento di una nazione che prima chiede qualcosa per lasciarsi finanziare il suo proverbiale “dolce far niente”, e poi minaccia coloro che dovrebbero pagare se questi insistono sul regolamento dei debiti? Chiedere l’elemosina sarebbe un concetto sbagliato. I mendicanti almeno dicono grazie, quando gli si dà qualcosa. Scrocconi aggressivi si avvicina di più alla condotta dell’Italia.
In effetti si procede verso il ricatto, rispetto all’Italia la Grecia è una bazzecola. Se gli italiani decidono di non voler assolvere ai loro pagamenti, l’euro è alla fine e la Germania perderà tutti i soldi impegnati per salvarlo.
L’Italia può continuare a praticare l’evasione fiscale come sport nazionale. Trovo però incomprensibile che si vogliano addossare i costi delle proprie decisioni politiche ad altri che hanno un’altra concezione della politica.
Chi vorrebbe essere considerato uno scroccone? Gli italiani, così almeno pare, hanno superato questa forma di orgoglio nazionale.
Torniamo alla domanda: che cosa fa questo inqualificabile articolo dello Spiegel? Agita la pancia dell'elettore tedesco. E riflette quanto hanno discusso in questi giorni nel consiglio economico della Cdu di Angela Merkel. Junk food. Buon appetito.
Una delle rare cose intelligenti pubblicate dal mainstream è uscita ieri sulla Stampa. È un articolo dell'economista Mario Deaglio, dice cose che qui a List discutiamo da tempo:
Paolo Savona conosce assai bene, dentro e fuori, per lunghissima esperienza diretta, la macchina economica dello Stato, con le sue difficoltà pratiche e i suoi problemi teorici. Il suo saggio sui «Lineamenti di una riforma che tuteli il risparmio in Italia», pubblicato l’anno scorso nel Rapporto della Fondazione Cesifin, potrebbe esser preso tal quale come abbozzo, a stadio già molto avanzato, di una politica realizzabile di difesa del risparmiatore. Vale assai più delle frettolose dichiarazioni d’intenti di ieri («chi è stato truffato sarà risarcito») del presidente del Consiglio incaricato. È una delle stranezze della politica – e uno dei guai di questo Paese - che un tecnico con forte carica intellettuale venga issato sulle bandiere di una coalizione di governo che si fa vanto di trattare con disprezzo gli intellettuali e di manifestare il proprio disinteresse per le dimensioni tecniche dei problemi.
I dubbi di Savona sull’Europa sono in realtà molto diffusi. Savona li esprime spesso in forma polemica, pungente ed estrema ma questo non vuol affatto dire che nell’eventuale programma di ministro ci sarà l’attivazione di una procedura di uscita dall’euro o dall’Unione Europea. In ogni caso, tale procedura, come dimostra l’esperienza inglese, è lunga, incerta, pericolosa e costosa. Che Savona sia chiamato o no in campo, un processo di profonda revisione e rifondazione dell’Unione Europea è alle porte. Ciò che Savona dice a voce troppo alta non è molto distante da quanto mezza Europa (o più) sta dicendo in maniera più sommessa ed è chiaro che l’argomento «rifondazione» sarà ineludibile dopo le elezioni europee della prossima primavera.
Questo è un modo intelligente di porre i problemi, senza steccati, boria intellettuale, superiorità antropologica buona per i talk show ma da zero tituli nel mondo reale.
Siamo immersi in un'era di cambiamento rapidissimo, con un'intensità e pressione finora sconosciuti. La società lenta è accelerata. Il tempo è compresso. Le leadership si consumano in un flash. Fast democracy.
Abbiamo pubblicato su List i numeri strabilianti di dieci anni di debito pubblico, sono un atto d'accusa senza via d'uscita per chi ha governato dal 2000 a oggi. Uno Stato con oltre 2300 miliardi di debito (erano circa 1200 diciotto anni fa) con le attuali regole di Bruxelles ha una sola possibilità: strangolare di tasse il proprio popolo e poi consegnarlo alla sepoltura dopo una vita mediocre in un paese bello, grande, ma guidato in maniera fallimentare. Quelli di ieri che dicono a quelli di oggi che loro sono il meglio e i nuovi arrivati sono il peggio hanno un problema: non sono credibili. E per questo sono stati sconfitti nel voto. Alla fine, i rivoluzionari da salotto sono stati mangiati dalla rivoluzione che hanno foraggiato, il loro disprezzo della politica, la cessione di potere a burocrazie lontane dalla vita reale, li ha sommersi. E non saranno salvati.
Uno Stato con oltre 2300 miliardi di debito (erano circa 1200 diciottod anni fa) con le attuali regole di Bruxelles ha una sola possibilità: strangolare di tasse il proprio popolo e poi consegnarlo alla sepoltura dopo una vita mediocre.
Il suicidio collettivo della politica italiana nasce da questa indifferenza, supponenza, pregiudizio morale, che ha impedito alle classi dirigenti di vedere lo scenario. Ora agitano l'ultima arma disponibile, ma la speculazione in arrivo (Moody's con il suo warning ha già caricato la pistola ieri sera, lunedì si balla) non farà cambiare idea all'elettore. Ne aumenterà solo la convinzione che si vuole l'Italia come protettorato e non come una nazione libera e sovrana. Così nel tentativo di arginare "la rivoluzione", la si amplifica fino a farla diventare inarrestabile, un monopolio dell'immaginario, una terra promessa senza alternative. La paura come il sonno della ragione genera mostri. E il prossimo, sarà molto più grande del Governo Frankenstein. Tanti auguri.
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2.3 Una volta confermato l'acquisto, l'intero costo dell'Abbonamento, così come specificato nel pacchetto
acquistato,
sarà addebitato anticipatamente sullo strumento di pagamento indicato dall'Utente.
2.4 Effettuando la richiesta di acquisto dell'Abbonamento, l'Utente acconsente a che quest'ultimo venga
attivato
immediatamente senza aspettare il decorso del periodo di recesso previsto al successivo articolo 4.
2.5 Per effetto dell'acquisto, l'Utente avrà diritto a fruire del Servizio per l'intera durata
dell'abbonamento;
l'Utente, tuttavia, non può sospendere per alcun motivo la fruizione del Servizio durante il periodo di
validità
dell'Abbonamento.
3. DURATA, DISDETTA E RINNOVO DELL'ABBONAMENTO
3.1 L'Abbonamento avrà la durata di volta in volta indicata nel pacchetto scelto dall'Utente (per esempio,
mensile o
annuale).
3.2 L'Abbonamento si rinnoverà ciclicamente e in modo automatico per una durata eguale a quella
originariamente scelta
dall'Utente, sino a quando una delle Parti non comunichi all'altra la disdetta dell'Abbonamento almeno 24
ore prima del
momento della scadenza. In mancanza di disdetta nel termine indicato, l'Abbonamento è automaticamente
rinnovato.
3.3 L'Utente potrà esercitare la disdetta in ogni momento e senza costi attraverso una delle seguenti
modalità:
seguendo la procedura per la gestione dell'Abbonamento all'interno del proprio profilo utente sia sul Sito
che
nell'Applicazione;
inviando una mail al seguente indirizzo: help@newslist.it.
3.4 Gli effetti della disdetta si verificano automaticamente alla scadenza del periodo di abbonamento in
corso; fino a
quel momento, l'Utente ha diritto a continuare a fruire del proprio Abbonamento. La disdetta non dà invece
diritto ad
alcun rimborso per eventuali periodi non goduti per scelta dell'Utente.
3.5 In caso di mancato esercizio della disdetta, il rinnovo avverrà al medesimo costo della transazione
iniziale, salvo
che il Fornitore non comunichi all'Utente la variazione del prezzo dell'Abbonamento con un preavviso di
almeno 30 giorni
rispetto alla data di scadenza. Se, dopo aver ricevuto la comunicazione della variazione del prezzo,
l'Utente non
esercita la disdetta entro 24 ore dalla scadenza, l'Abbonamento si rinnova al nuovo prezzo comunicato dal
Fornitore.
3.6 Il Fornitore addebiterà anticipatamente l'intero prezzo dell'Abbonamento subito dopo ogni rinnovo sullo
stesso
strumento di pagamento in precedenza utilizzato dall'Utente ovvero sul diverso strumento indicato
dall'Utente attraverso
l'area riservata del proprio account personale.
4. Recesso DEL CONSUMATORE
4.1 L'Utente, ove qualificabile come consumatore – per consumatore si intende una persona fisica che agisce
per scopi
estranei all'attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta, ha
diritto di
recedere dal contratto, senza costi e senza l'onere di indicarne i motivi, entro 14 giorni dalla data di
attivazione
dell'Abbonamento acquistato.
4.2 L'Utente può comunicare la propria volontà di recedere, inviando al Fornitore una comunicazione
esplicita in questo
senso mediante una delle seguenti modalità:
mediante raccomandata a.r. indirizzata alla sede del Fornitore;
per email al seguente indirizzo help@newslist.it;
4.3 Ai fini dell'esercizio del recesso l'Utente può, a sua scelta, utilizzare questo modulo
4.4 Il termine per l'esercizio del recesso si intende rispettato se la comunicazione relativa all'esercizio
del diritto
di recesso è inviata dall'Utente prima della scadenza del periodo di recesso.
4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.