20 Marzo

Aria, terra, mare. Putin alza il tiro

La guerra in Ucraina fa un ulteriore balzo, la diplomazia è all'angolo. La Russia lancia i missili ipersonici Kinzhal e i Kalibr dalle navi schierate nel Mar Nero. Un messaggio alla Nato. Crisi del grano: l'Egitto fissa il prezzo del pane non sussidiato, il Kuwait blocca l'export dei cereali per tre mesi. Biden fallisce l'aggancio con Xi, alta tensione su Taiwan. Il Medio Oriente si sta sganciando da Washington. Il conflitto e il dilemma dell'uomo del Cremlino, la sua durata

A che punto è la guerra? Va avanti, l'orologio della diplomazia è lento, le lancette dei cannoni e dei missili sono veloci, abbiamo una serie di nuovi fatti, ma ancora non è arrivato il momento di voltare pagina. Nessuna delle parti in campo è pronta a stare al tavolo del negoziato, la pace è ancora lontana.

Putin alza il tiro, sta schierando tutte le armi di ultima generazione, missili che i radar della Nato non possono intercettare (Kinzhal), missili che vengono lanciati dalle navi e dai sommergibili (Kalibr), missili cruise a lungo raggio, mentre le brigate meccanizzate (fonte intelligence britannica) stanno circondando le città, in attesa di un ordine. La guerra di Mosca sta salendo di livello, mentre l'Ucraina cerca di tenere le posizioni (Kiev soprattutto) e attende l'arrivo di nuove armi dall'Occidente. I contraccolpi globali sono enormi, l'intero sistema della catena di produzione e distribuzione è in crisi, il problema degli approvvigionamenti di grano sta cambiando il mercato, i paesi del Medio Oriente e del Nord Africa bloccano l'export, vanno a caccia di cereali e fanno politiche di prezzo nuove sul pane. Facciamo il punto nave, seguite il titolare di List.

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Il problema dell'exit che non c'è

Il lancio di un missile Kalibr da una nave al largo della Siria il 19 agosto del 2016, il primo utilizzo di questo missile (Foto Epa).

In Russia un funzionario del governo ha detto che l’Italia la pagherà cara per le sanzioni e ha accusato il ministro Lorenzo Guerini di essere un “falco anti-russo”. Si chiama propaganda, lo scopo è quello di intimorire, minare la fiducia, far sentire bersaglio un popolo, una nazione. Sono velate minacce, messaggi obliqui, ricatti (chiudere il rubinetto del gas russo, dal quale dipendiamo) che fanno parte dello scenario della guerra. Le istituzioni hanno reagito con...


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