23 Luglio
Assalto alla diligenza (e nella cassa c'è solo debito)
È partita la corsa alle risorse del Recovery Fund, mentre il governo con uno scostamento di bilancio da 25 miliardi, aumenta di 100 miliardi in pochi mesi il debito pubblico. La parola dimenticata: rimborso. Crescita? Il governo incerotta, ma non cura. Attenzione ai dati americani sul lavoro
Che succede? La notte porta ancora debito, "col favore delle tenebre" (Conte dixit) tutto "c'est plus facile". Una manovra di altri 25 miliardi di euro, altro deficit, altra spesa, altro giro, altra corsa. Siamo nel luna park, in piena vertigine, tra dischi volanti e autoscontro, con il castello delle streghe che ci aspetta, una porta aperta, una luce lacerante nel buio. Risate sinistre, il ghigno di Vincent Price in Thriller (sì, Michael Jackson).
Ok, abbiamo "chiamato" l'intermezzo e lo impaginiamo, perché si tratta di una performance eccezionale di Price, eccola:
Piaciuto? In fondo, è la colonna sonora perfetta per il nostro caso. Facciamo notare sommessamente che il dibattito italiano è unico nel suo genere, in nessun altro paese si prende il Recovery Fund come il pozzo di San Patrizio, il genio della lampada. Il nuovo miracolo italiano è questo, facciamo grandi dibattiti e poi... puf! la bolla si sgonfia.
Andiamo avanti, brrrr... Nel buio sono usciti dal cilindro magico del Conte 5 miliardi di scostamento di bilancio in più del previsto, perché in un governo di uomini e donne così colti, competenti, esperti, il detto latino "melius est abundare quam deficere" è declamato a memoria. Non come il "De rerum natura" di Tito Lucrezio Caro, di cui i signori ministri e le signore ministre dovrebbero custodire un verso istruttivo: "Stilicidi casus lapidem cavat", la goccia scava la pietra. E la goccia della spesa sta scavando la pietra, aprendo la voragine del debito nella quale cadremo, chiedendo ai nostri figli di portare la croce e cantare.
01
Debito, ancora tu. Caccia ai voti dell'opposizione
Così il Consiglio dei ministri, ancora in fase di digestione entusiastica dei cavoletti di Bruxelles, ieri notte ha deliberato un altro scostamento di bilancio, la parola passerà alle Camere, serve la maggioranza assoluta e...
Che succede? La notte porta ancora debito, "col favore delle tenebre" (Conte dixit) tutto "c'est plus facile". Una manovra di altri 25 miliardi di euro, altro deficit, altra spesa, altro giro, altra corsa. Siamo nel luna park, in piena vertigine, tra dischi volanti e autoscontro, con il castello delle streghe che ci aspetta, una porta aperta, una luce lacerante nel buio. Risate sinistre, il ghigno di Vincent Price in Thriller (sì, Michael Jackson).
Ok, abbiamo "chiamato" l'intermezzo e lo impaginiamo, perché si tratta di una performance eccezionale di Price, eccola:
Piaciuto? In fondo, è la colonna sonora perfetta per il nostro caso. Facciamo notare sommessamente che il dibattito italiano è unico nel suo genere, in nessun altro paese si prende il Recovery Fund come il pozzo di San Patrizio, il genio della lampada. Il nuovo miracolo italiano è questo, facciamo grandi dibattiti e poi... puf! la bolla si sgonfia.
Andiamo avanti, brrrr... Nel buio sono usciti dal cilindro magico del Conte 5 miliardi di scostamento di bilancio in più del previsto, perché in un governo di uomini e donne così colti, competenti, esperti, il detto latino "melius est abundare quam deficere" è declamato a memoria. Non come il "De rerum natura" di Tito Lucrezio Caro, di cui i signori ministri e le signore ministre dovrebbero custodire un verso istruttivo: "Stilicidi casus lapidem cavat", la goccia scava la pietra. E la goccia della spesa sta scavando la pietra, aprendo la voragine del debito nella quale cadremo, chiedendo ai nostri figli di portare la croce e cantare.
01
Debito, ancora tu. Caccia ai voti dell'opposizione
Così il Consiglio dei ministri, ancora in fase di digestione entusiastica dei cavoletti di Bruxelles, ieri notte ha deliberato un altro scostamento di bilancio, la parola passerà alle Camere, serve la maggioranza assoluta e la caccia ai voti è aperta, prima pagina del Corriere della Sera:
La maggioranza troverà i voti aggiuntivi in Parlamento, tutti, da Forza Italia alla Lega, dicono che servono garanzia etc. ma nessuno ha il coraggio di mollare l'esecutivo in mezzo al guado (non sarebbe auspicabile e non ci sono alternative), ma soprattutto nessuno sembra in grado di fare un'attenta disamina dell'operato reale del governo, una valutazione d'impatto delle norme finora approvate e di quelle future. Si procede alla cieca, tra i banchi di nebbia, da qualche parte si sbarcherà. Occhio agli scogli.
02
Cento miliardi in pochi mesi (e 200 in un anno)
Il governo Conte sfonderà il tetto dei 100 miliardi di nuovo debito in pochi mesi e dei 200 miliardi in un anno. Miliardi che sono finora serviti a tenerci all'ultimo posto, là in fondo, nella classifica della crescita tra le economie avanzate (-12,8% secondo l'aggiornamento del World Economic Outlook del Fondo monetario internazionale). I benefici delle manovre finora varate sono a dir poco volatili. Bisogna attendere, si dirà, dunque attendiamo sulla riva del fiume con il taccuino squadernato, nel frattempo, riepiloghiamo la nostra lista del supermercato della spesa: l'esecutivo dei miracoli ha approvato il decreto legge Cura Italia da 20 miliardi, poi il decreto legge Rilancio da 55 miliardi, ora arriva il terzo botto d'agosto da 25 miliardi.
L'appuntamento per il voto delle Camere arriverà mercoledì 29, insieme all'approvazione del Piano nazionale di riforma che ancora non è stato trasmesso a Bruxelles perché in attesa del Parlamento. Ultimi in Europa a dare i numeri. Sempre ultimi, una giocata fissa. Conseguenze sui conti pubblici? Con questa terza manovra l'indebitamento netto salirà dal 10,4% all'11,9% mentre il debito passerà dal 155,7% al 157,6%. Considerata la dinamica del debito pubblico nei prossimi mesi, quota 160% è a un passo dall'esser raggiunta. Il governo presenterà un piano di ulteriore indebitamento così strutturato: 25 miliardi di euro per il 2020, 6,1 miliardi nel 2021, 1 miliardo nel 2022, 6,2 miliardi nel 2023, 5 miliardi nel 2024, 3,3 miliardi nel 2025, e 1,7 miliardi dal 2026. Sono numeri che servono a evitare la caduta verticale (forse), ma di certo non ci porteranno a toccare i livelli del Pil in zona pre-Covid, siamo lontani perfino dai numeri di un 2019 che ci vedeva già arrancare. Anche allora eravamo sempre ultimi. Con la destra e con la sinistra, invertendo l'ordine dei fattori, il risultato non cambia.
03
La parola dimenticata: rimborso
I 209 miliardi del Recovery Fund, va ricordato, sono in gran parte prestiti, andranno restituiti a partire dal 2027, saranno disponibili dal 2021, arriveranno a rate e il loro uso sarà vincolato e monitorato. Per fortuna c'è un controllo, ma non siamo certi che questo basti a mitigare le italiche furbizie di sopra, di sotto, di destra, di sinistra, di centro, di dritto e di rovescio. Merkel ci ha salvato (too big to fail è il paradosso della nostra sopravvivenza da attaccati alla canna del gas) ma bisogna vedere quanto gli italiani si salveranno dalla minaccia più grande: gli italiani.
No, non è la festa che abbiamo visto ieri in Parlamento, non sono gli applausi a Conte. Sarà un percorso duro, dovremo rimborsare e pagare gli interessi sul nuovo debito emesso, usare i fondi europei per creare un moltiplicatore della crescita economica e rispettare il piano di ammortamento dei 209 miliardi. Se si sprecano quei fondi, affonderemo. Bastano questi pochi elementi per capire che stiamo viaggiando su una nave piena di zavorra, con le vele sbrindellate, mentre infuria la tempesta. Solo che siamo al centro del Maelstrom, tutto è calmo, non ci accorgiamo di quello che sta accadendo nell'abisso, stiamo scivolando verso il fondo in allegria, percorrendo cerchi concentrici, inebriati, ubriachi. Suona l'orchestrina di Palazzo Chigi, l'iceberg s'è sciolto, tranquilli, la nazione trionferà funiculì funiculà, la povertà è stata abolita, i navigator hanno trovato un lavoro agli incassatori di redditi di cittadinanza a sbafo, questo suono dolce del pifferaio agli italiani basta e avanza. I produttori? Che si fottano, evasori. I precari eterni? Che si accontentino, sono già fortunati. I giovani? Sono giovani. I disoccupati? Che attendano il prossimo bonus e stiano buoni al loro posto, in fila, silenti e con la scodella in mano. I malati? No Mes.
04
In un paese poco istruito tutto è possibile
E la scuola? Tutto a posto, abbiamo ordinato i banchi. E poi basta dare un'occhiata ai dati Istat sull'istruzione in Italia pubblicati ieri, siamo anche qui agli ultimi posti:
Commento dell'Istat: "La quota di popolazione tra i 25e i 64 anni in possesso di almeno un titolo di studio secondario superiore è il principale indicatore del livello di istruzione di un Paese.Il diploma è considerato, infatti, il livello di formazione indispensabile per partecipare con potenziale di crescita individuale al mercato del lavoro. In Italia, nel 2019, tale quota è pari a 62,2% (+0,5 punti rispetto al 2018), un valore decisamente inferiore a quello medio europeo (78,7% nell’Ue a 28) e a quello di alcuni tra i più grandi paesi dell’Unione: 86,6% in Germania, 80,4% in Francia e 81,1% nel Regno Unito. Solo Spagna, Malta e Portogallo hanno valori inferiori all’Italia". Toh, quelli che sono un modello. Abbiamo grande genio, falliamo miseramente nel medio. E il medio alla fine fa la differenza tra chi va avanti e chi resta indietro.
05
Liste, progetti, visto si spenda
In queste condizioni, nella generale incomprensione di quello che sta accadendo, l'assalto alla diligenza è già partito, sui giornali compaiono liste, progetti, supercazzole, dotte opinioni di auto-candidati a far parte della task force per la spesa che farà da guardiano e dispensatore di fortune, sotto l'occhio vigile del Conte. È il preludio della notte di Salem della spesa, dell'imminente apertura della grande mangiatoia medievale. I docili subito al tavolo, gli addomesticabili vedranno luccicare le posate d'oro da lontano e si placheranno, i critici con giudizio e chi non ha ancora venduto la coscienza saranno messi al bando. Basta aspettare in posizione Zen. Tutto questo accadrà.
Il festival parolaio è partito come un treno giapponese (senza i giapponesi). Dicono che ora "bisogna abbassare le tasse (con i soldi del Recovery Fund? sicuri? Qualcuno sa che si tratta di "una tantum" e le riforme fiscali per essere efficaci devono essere strutturali?), che "bisogna spendere bene" (si accende la spia rossa nella sala comando del sommergibile), che servono investimenti "green" (parola che oggi serve a coprire di foglie tutto e niente). Quell'auto-confessione da lettino freudiano, da sogno infantile represso, da trauma del portafoglio a rate, quello "spendere bene", rivela l'inconfessabile: finora hanno speso male. Ieri e oggi, sia chiaro. Abbiamo già il taccuino pieno di incentivi che hanno incentivato lo scazzo a fondo perduto del paese, lo sbraco della spesa, il festino dell'inutile che si fa dilettevole, la prosecuzione del balletto sul balcone declinato in versione mancia per i gonzi e prebenda per gli amici degli amici. Quale sarà mai l'impulso all'economia dato dal bonus per il monopattino? (hardware made in China, software made in United States). E quale portentosa iniezione di crescita ha dato l'altro bonus, quello per il turismo? Chiedete alle agenzie di viaggi, sarà una rivelazione. La polverizzazione della spesa è fatta per soddisfare i clientes, non per rimettere in piedi il sistema economico. Sono scelte che si pagano.
06
L'ideologia igienista e l'eterna paura
La riapertura dell'economia è continuamente minacciata dall'ideologia degli "igienisti" (leggere Bernard-Henri Lévy, "Il virus rende folli") che dettano regole e spiccano diktat che quella riapertura la negano, fin dalle premesse. Il contorcimento del governo tra il primo e il secondo virus è palese: devo riaprire le attività economiche, mantenere il consenso, alimentare la paura che serve a tenere alto lo stato di tensione psicologica, nessuno deve desiderare un cambio di scena, questo è il meglio possibile. Privo di bilanciamenti, questo potere s'è fatto naturalmente dispotico (e distopico in tanti suoi aspetti), una democratura, come abbiamo avvisato con largo anticipo. Qualcuno ci ha seguito nell'analisi, non siamo soli, ma siamo pochi.
07
Crescita globale (lenta) e disoccupazione americana
Siamo in una terra di mezzo, niente è scontato, non ci sono mappe. Ecco le ultime stime di scenario del Fondo monetario internazionale:
Nell'ottobre del 2019 eravamo in uno scenario di crescita, nel giugno del 2020 siamo sotto un treno. E se guardiamo la linea rossa, potrebbe andare ancora peggio, con una ripresa faticosa e lentissima.
Attenzione ai dati americani. Sono usciti i numeri delle iscrizioni alle liste di disoccupazione, sono di nuovo in aumento, a quota 1 milione 416 mila nel fine settimana del 18 luglio, dopo una costante discesa sono di nuovo aumentati di 109 mila unità rispetto alla settimana precedente, fissata a quota 1 milione 307 mila unità. E il segnale che il piano di riapertura dell'economia in vari Stati americani sta rallentando e l'opportunità di una ripresa rapida (già in bilico) si sta allontanando. Non è un buon segnale per Trump sul piano politico, la corsa presidenziale è stata ribaltata dal coronavirus, ma su questo punto avremo tempo e spazio per tornarci.
08
Il nostro dirigismo senza classe dirigente
Il lavoro del governo è ancora nel quadro dell'emergenza, dell'affanno, dell'inseguimento, dell'improvvisazione. Non c'è un piano di crescita - qualcuno ricorda a cosa sono serviti gli Stati Generali? tutto perdonato, tutto dimenticato - ma siamo dentro il pronto soccorso con i cerotti dei bonus e la morfina dei social, mentre i pazienti aspettano in sala operatoria, dissanguati. Dunque si proroga la cassa integrazione, ma non può essere infinita, quindi avremo un passaggio di legislazione creativa in materia di lavoro, mentre i dati Inps dell'Osservatorio del precariato pubblicati oggi confermano lo scenario devastante:
Le assunzioni nel settore privato nei primi quattro mesi del 2020 sono state 1 milione e 493 mila. Rispetto allo stesso periodo del 2019 la contrazione è stata molto forte (-39%) ed è risultata particolarmente rilevante nel mese di aprile (-83%), ancor più del mese di marzo (-45%) per effetto dell'emergenza legata alla pandemia Covid-19 e le conseguenti restrizioni (obbligo di chiusura delle attività non essenziali) nonché la più generale caduta della produzione e dei consumi.
Chi ha perso il lavoro in buona parte non lo ritroverà, perché parliamo di una crisi strutturale, di una ripresa nel migliore dei casi a U (proiezione lenta, confermata ieri da Bankitalia), di una rottura profonda della fiducia e di conseguenza un crollo della domanda.
È un lavoro difficile, sia chiaro, qualunque governo avrebbe problemi a orientarsi, ma qui assistiamo a una fiera delle vanità imbarazzante, è come se di fronte alla Grande Depressione ci fosse non Franklin Delano Roosevelt e la teoria economica di John Maynard Keynes, ma un manipolo di parvenu che non ha mai lavorato in vita sua. E infatti così è. E così si spiega la spesa pazza fatta per conquistare il consenso di una platea di elettori, con la disattenzione costante per quello che accade tra i ceti produttivi, nella realtà. Un terzo delle piccole imprese italiane è a rischio, ha problemi di liquidità, ma nel dibattito pubblico trova spazio solo l'applauso al premier, l'elogio automatizzato per il potente di turno. Si pensa - ora, con i cavalli che sono scappati dal ranch, dopo aver imposto la scadenza del 20 luglio! - a una rimodulazione delle scadenze fiscali per le partite Iva, si studia un rinvio a settembre per le imprese più colpite, ma siamo sempre là, ai rinvii, al maquillage contabile. Il governo assicura che gli aiuti non verranno meno, ma sarebbe già tanto avere puntualmente quanto promesso e non mantenuto. Rimodulare le scadenze fiscali in assenza di stimoli alla domanda è propaganda, perché diluisci e non guarisci, se interi settori dell'economia crollano, le tasse le stai mettendo sulle macerie.
Siamo ai grandi proclami, ai piani quinquennali da neo Soviet (e i dipendenti di Autostrade hanno dichiarato oggi lo sciopero per il 9-10 agosto), a uno sgangherato dirigismo senza classe dirigente, ma l'economia è un'altra cosa, non è su un pezzo di carta che si fa impresa e si creano posti di lavoro. In Italia inoltre bisognerebbe sempre ricordare che l'economia non si misura sulle grandi aziende, ma sui piccoli e medi imprenditori, la crescita non nasce con i decreti (soprattutto se scritti con i piedi), ma si alimenta con una strategia industriale, con il supporto al commercio che in molti settori sta morendo (chiedere lumi a Confcommercio). I dati delle grandi aree economiche mondiali (Stati Uniti e Cina) cominciano a lumeggiare il futuro: ci sarà una catena di fallimenti e un effetto domino sull'economia reale, quindi come dice il governo, "ricondurre verso la media dell'area euro il rapporto debito/Pil nel prossimo decennio" e assicurare che ci sarà il "rilancio degli investimenti, pubblici e privati" è più che condivisibile, ma se misuriamo gli effetti dei primi interventi, quelli di oggi e non quelli di un lontano domani (perché come diceva Keynes "nel lungo periodo siamo tutti morti"), allora c'è da non dormire la notte.
09
Cassa integrazione, Fisco. Siamo in cerca di Fortuna
La cassa integrazione Covid, durata 18 mesi, sarà finanziata con un impegno tra i 6 e gli 8 miliardi, ma è già iniziato il rally, la corsa a ostacoli, i limiti del calo di fatturato, gli incentivi per assumere (in assenza di domanda, ripetiamo per chi ha voglia di ascoltare) e stoppare la cassa integrazione, la pia illusione che il blocco delle assunzioni funzioni (è innaturale e dunque destinato a produrre conseguenze inattese, vedere alla voce ondate di licenziamenti futuri), la proroga ancora dello smart working in un'amministrazione pubblica dove prosperano legioni di nullafacenti e in un privato che solo in alcuni settori può diventare efficiente con il lavoro digitale. Il "restate a casa" che diventa un mantra economico, buono per i titani della Silicon Valley, ma non per noi, per il nostro sistema produttivo, la manifattura dimenticata.
Sembra che queste figure al governo - e i loro consiglieri con il cervello asettico - non abbiano mai visto una catena di montaggio, un tornio, una saldatrice, una colata d'acciaio, una macchina piegatrice, un quadro di controllo energetico, un pastificio, una turbina, un pozzo di petrolio, una trivella, una cartiera, una miniera, un idraulico, un elettricista, un camionista, un marinaio, un trapano, un cacciavite, una zappa, un trattore, un taglialegna, un mobilificio, un sarto, un tessitore, un ceramista, la cucina di un ristorante, un addetto alle pulizie, un lavapiatti, un cameriere, una guida turistica, una nave e il suo equipaggio tirato a lucido, un barman con il cocktail in mano, un martello pneumatico che ti sfonda i timpani, una colata d'asfalto bollente, un colpo di vanga, un colpo di piccone, un getto di vapore, un uomo e una donna che sudano, faticano, guadagnano il pane quotidiano, il forno di un panettiere, un pasticciere, un frigorista, un orologiaio, un antennista, un salumiere, un bagnino, perfino l'arrotino che ancora esiste e tutte le estati puntuale, declama in una Roma deserta e affumicata dalla canicola: "È arrivato l'arrotino".
Sono i mestieri d'Italia (e mille altri ne abbbiamo dimenticato), la nostra economia è questa e non tutto è digitale, green per bocche raffinate, fico per la gente che gode sempre su quella che giace, a portata di app per tipi che l'ormeggio di un giorno sfama un villaggio, smaterializzato e smart per gli intartinati in terrazza che non hanno un un fico secco da dire ma solo e sempre da prendere. Che ve lo dico a fare (Donnie Brasko), la realtà è concreta, spietata, benvenuta quando porta un po' di giustizia, quando arriva la carestia che finalmente schiarisce lo sguardo, lo rende fiammeggiante e, finalmente, quello che fino a ieri era lobotomizzato, se ne fotte di TikTok e dei suoi fratelli. La realtà improvvisamente diventa una cosa tangibile, meravigliosa, infuocata. Si vede, si sente, si tocca. Sta arrivando. TikTok, chi è? Il tuo vicino che ha fame, idiota.
Tutto rotola a valle. Ecco perché si sta aprendo una voragine nelle Entrate dello Stato centrale e nelle amministrazioni locali (ecco perché non hanno rinviato le scadenze del 20 luglio, c'erano in ballo 8 miliardi e questo dice tutto sullo stato della finanza pubblica, non potevano rinunciarvi, altro che alloro). È il tango della domanda fantasma che si abbraccia voluttuosamente con il debito pubblico. L'effetto spirale è chiaro, rischiamo di avvitarci e dobbiamo sperare che il governo abbia successo perché siamo dentro una crisi acuta, profonda, letale. Per rialzarsi non basta la promessa del Recovery Fund, perché va trasformata in azione reale. Può darsi che ci assista la machiavellica Fortuna, ma bisogna cercarla nel deserto e rimboccarsi le maniche. Nel paese del reddito di cittadinanza, di voglia di lavorare ce n'è poca. Viviamo tempi interessanti. Forse troppo.
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3.3 L'Utente potrà esercitare la disdetta in ogni momento e senza costi attraverso una delle seguenti
modalità:
seguendo la procedura per la gestione dell'Abbonamento all'interno del proprio profilo utente sia sul Sito
che
nell'Applicazione;
inviando una mail al seguente indirizzo: help@newslist.it.
3.4 Gli effetti della disdetta si verificano automaticamente alla scadenza del periodo di abbonamento in
corso; fino a
quel momento, l'Utente ha diritto a continuare a fruire del proprio Abbonamento. La disdetta non dà invece
diritto ad
alcun rimborso per eventuali periodi non goduti per scelta dell'Utente.
3.5 In caso di mancato esercizio della disdetta, il rinnovo avverrà al medesimo costo della transazione
iniziale, salvo
che il Fornitore non comunichi all'Utente la variazione del prezzo dell'Abbonamento con un preavviso di
almeno 30 giorni
rispetto alla data di scadenza. Se, dopo aver ricevuto la comunicazione della variazione del prezzo,
l'Utente non
esercita la disdetta entro 24 ore dalla scadenza, l'Abbonamento si rinnova al nuovo prezzo comunicato dal
Fornitore.
3.6 Il Fornitore addebiterà anticipatamente l'intero prezzo dell'Abbonamento subito dopo ogni rinnovo sullo
stesso
strumento di pagamento in precedenza utilizzato dall'Utente ovvero sul diverso strumento indicato
dall'Utente attraverso
l'area riservata del proprio account personale.
4. Recesso DEL CONSUMATORE
4.1 L'Utente, ove qualificabile come consumatore – per consumatore si intende una persona fisica che agisce
per scopi
estranei all'attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta, ha
diritto di
recedere dal contratto, senza costi e senza l'onere di indicarne i motivi, entro 14 giorni dalla data di
attivazione
dell'Abbonamento acquistato.
4.2 L'Utente può comunicare la propria volontà di recedere, inviando al Fornitore una comunicazione
esplicita in questo
senso mediante una delle seguenti modalità:
mediante raccomandata a.r. indirizzata alla sede del Fornitore;
per email al seguente indirizzo help@newslist.it;
4.3 Ai fini dell'esercizio del recesso l'Utente può, a sua scelta, utilizzare questo modulo
4.4 Il termine per l'esercizio del recesso si intende rispettato se la comunicazione relativa all'esercizio
del diritto
di recesso è inviata dall'Utente prima della scadenza del periodo di recesso.
4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.