20 Ottobre
Avviso a Paolo, sfratto a Ignazio
Renzi all'assalto di Bankitalia. Il governo non sapeva niente, Gentiloni furioso, il Quirinale alza lo scudo. Il governatore ormai è bruciato. Ma è scontro istituzionale. Cosa c'è dietro la partita del Pd e perché il film horror comincia con la gestione da crac di Banca Etruria
C'è un governatore della Banca d'Italia che era in scadenza e da ieri è con un piede fuori dal portone di via Nazionale.
C'è un Presidente del Consiglio di un governo di centrosinistra che ha ricevuto un avviso finale dal segretario del suo partito.
C'è un Parlamento che si esprime su una nomina nella quale non ha alcuna competenza.
C'è un Presidente della Repubblica che difende la Banca d'Italia dall'assalto di una fazione.
C'è un sistema bancario ancora pieno di crediti a rischio e esposto con il debito pubblico italiano.
C'è una collusione banchieri locali, soci e clienti "privilegiati" unica in Occidente.
C'è una Banca centrale europea che osserva con preoccupazione il caos italiano.
Il titolare di List stamattina ha fatto il suo "giro" di fonti finanziarie e politiche e il quadro che ne viene fuori è devastante. Vediamo insieme le note che sono rimaste sul taccuino, punto per punto.
La mozione del Pd. Non è il frutto del caso, ci lavoravano da settimane, la mozione era nel cassetto. Ma come dice una fonte del titolare "fino a due ore prima non ci doveva essere nessuna mozione del Pd su Visco". Poi è saltata fuori, "il solito colpo di Renzi che crede di essere il più furbo di tutti e invece...".
Il Quirinale. E invece è successo che Sergio Mattarella non l'ha presa benissimo e ha fatto partire un missile terra-aria contro la sortita del segretario del Pd attraverso un lancio esclusivo dell'agenzia Reuters, quella che scorre sugli schermi della comunità finanziaria mondiale: "Al Quirinale si esprime l'avviso che le prese di posizione riguardanti la Banca d'Italia debbano essere ispirate ad esclusivi criteri di salvaguardia dell'autonomia e dell'indipendenza dell'Istituto, nell'interesse della situazione economica del nostro Paese e della tutela del...
C'è un governatore della Banca d'Italia che era in scadenza e da ieri è con un piede fuori dal portone di via Nazionale.
C'è un Presidente del Consiglio di un governo di centrosinistra che ha ricevuto un avviso finale dal segretario del suo partito.
C'è un Parlamento che si esprime su una nomina nella quale non ha alcuna competenza.
C'è un Presidente della Repubblica che difende la Banca d'Italia dall'assalto di una fazione.
C'è un sistema bancario ancora pieno di crediti a rischio e esposto con il debito pubblico italiano.
C'è una collusione banchieri locali, soci e clienti "privilegiati" unica in Occidente.
C'è una Banca centrale europea che osserva con preoccupazione il caos italiano.
Il titolare di List stamattina ha fatto il suo "giro" di fonti finanziarie e politiche e il quadro che ne viene fuori è devastante. Vediamo insieme le note che sono rimaste sul taccuino, punto per punto.
La mozione del Pd. Non è il frutto del caso, ci lavoravano da settimane, la mozione era nel cassetto. Ma come dice una fonte del titolare "fino a due ore prima non ci doveva essere nessuna mozione del Pd su Visco". Poi è saltata fuori, "il solito colpo di Renzi che crede di essere il più furbo di tutti e invece...".
Il Quirinale. E invece è successo che Sergio Mattarella non l'ha presa benissimo e ha fatto partire un missile terra-aria contro la sortita del segretario del Pd attraverso un lancio esclusivo dell'agenzia Reuters, quella che scorre sugli schermi della comunità finanziaria mondiale: "Al Quirinale si esprime l'avviso che le prese di posizione riguardanti la Banca d'Italia debbano essere ispirate ad esclusivi criteri di salvaguardia dell'autonomia e dell'indipendenza dell'Istituto, nell'interesse della situazione economica del nostro Paese e della tutela del risparmio degli italiani, e che a questi principi debba attenersi l'azione di tutti gli organi della Repubblica, ciascuno nel rispetto del proprio ruolo". Mattarella alza la diga, traccia una riga, Renzi non gioca a poker da solo e se ha contro il Colle perde la mano e anche la partita.
Il Governo. Quando a Palazzo Chigi hanno saputo del colpo di mano in corso (il premier lo ha appreso dagli alleati di Alternativa Popolare), i telefoni del ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan e quello del Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni sono diventati contatori Geiger. Padoan incredulo. Gentiloni furioso. "Dimmi che non è vero" è la frase attribuita al ministro dell'Economia nella cronaca perfetta di Francesco Verderami per il Corriere della Sera. Il problema è che è tutto vero e dal fortino di Palazzo Chigi piove sul taccuino del titolare questo scenario: "Ci ha chiesto di mettere la fiducia sulla legge elettorale e ora arriva la sfiducia a Visco. È troppo anche per uno abituato a smussare gli angoli come Paolo". Paolo è Gentiloni, al quale Renzi nel giro di una settimana ha spedito un sinistro "stai sereno". Dopo questi due colpi, la sua candidatura alternativa alla premiership (dopo il voto, non prima) è semi-affondata. Resta l'asse di ferro con Mattarella. Durerà? Lo vedremo presto.
Il Parlamento. Non ha nessuna competenza sulla nomina del governatore di Bankitalia e proprio questo aspetto "tecnico" indica la forzatura, il desiderio di rovesciare il tavolo da parte di Renzi. La mozione è un avviso ai naviganti: si fa come dico io. Renzi ha la sua maggioranza, ma chi lo segue? La maggioranza è con lui? Fabrizio Cicchitto, deputato di Ap e presidente della Commissione Esteri, fa una dichiarazione che non è quella del pretoriano di Renzi, ma dell'alleato di governo di Gentiloni: "La storia rischia di ripetersi. Sulla nomina del governatore di Banca d'Italia mi sembra che siamo tornati ai tempi di quando Berlusconi e Tremonti si scontravano su Saccomanni e Grilli. Ovviamente i nomi sono cambiati, ma non il tipo di dialettica. La Banca d'Italia è una struttura fondamentale per la tenuta del paese e la sua classe dirigente è di altissimo livello. L'ultima cosa che va fatta è destabilizzare la Banca d'Italia". L'ultima cosa ora è la prima in pista nel finale di legislatura e fa quasi sorridere sentire Walter Veltroni bacchettare quel Pd il cui decennale lui ha celebrato con grande enfasi al Teatro Eliseo qualche giorno fa: "Da sempre la Banca d'Italia è un patrimonio di indipendenza e di autonomia per l'intero paese. Per questo mi appare un atto incomprensibile e ingiustificabile". Dalle celebrazioni alle flagellazioni.
Berlusconi. Non è stato avvisato, non è favorevole ad alcun sottosopra, era favorevole e lo è ancora alla riconferma di Visco. Il capogruppo alla Camera, Renato Brunetta, stamattina ha centrato il punto più delicato, quello che Renzi e i suoi non capiscono (o non vogliono capire) perché non leggono i numeri, i report della finanza, non stanno attenti a cosa li circonda oltre Firenze: "La Banca d'Italia appartiene all'Eurosistema e la sua indipendenza è sancita nei trattati che hanno istituito la Banca centrale europea. Trovo straordinario che debba essere Weidmann a ricordarci (sul ‘Corriere della Sera’ di ieri) le caratteristiche del sistema europeo di banche centrali. Con il mandato di Draghi in scadenza fra un paio d'anni, i difensori della indipendenza della Bce dovremmo essere noi. Fra due anni avremo disperatamente bisogno di una Bce indipendente. Conseguentemente, la mozione di ieri del Partito democratico di Renzi ci spinge ancora più ai margini dell'Europa. E contribuisce ad accrescere l'opinione che l'Italia sia e rimanga oggi il principale rischio sistemico (non solo per i problemi strutturali che ancora presenta ma per la imperizia e superficialità con cui li maneggia)”. Questo è il centro del maelstroem, questo è il punto che ha prodotto la reazione immediata del Quirinale, questa è la vera partita del Paese, non le estemporanee e improvvisate pulsioni del Partito democratico e del suo segretario. In gioco non c'è la poltrona di Visco - i governatori vanno e vengono - ma l'istituzione e la credibilità del Paese presso gli investitori.
Ecco una tabella che dovrebbe convincere anche chi è intriso di pregiudizio, ma forse ha un vago ricordo delle tabelline:
Questo è il tema: oltre 300 miliardi di euro di titoli di Stato italiani nel forziere della Bce. E il quantitative easing, come vedremo tra qualche riga, sta per finire.
Banca centrale europea. A Francoforte quando sugli schermi è comparso il lancio esclusivo di Reuters con le frasi del Quirinale hanno tirato un sospiro di sollievo (momentaneo). Una fonte del titolare di List da Francoforte commenta: "Abbiamo fatto una figuraccia di fronte a tutti, i banchieri centrali si chiedevano: ma l'autonomia della vostra Banca centrale è a rischio? Perché il Parlamento vota su un fatto sul quale non ha alcuna competenza?".
La Vigilanza di Bankitalia. Il sottosopra, il mondo a rovescio, è sempre in agguato. Il Pd (tutto il Pd?) accusa Visco di non aver vigilato sulle banche (cosa sulla quale si può aprire un dibattito, ma non nei termini da bar della stazione con cui viene esposta) e come dice una fonte che conosce bene il traffico delle stanze di Bankitalia "il risultato di una defenestrazione di Visco potrebbe essere la nomina a governatore del suo vice, Fabio Panetta, cioè del vicedirettore generale che ha la delega sulle banche ed è membro del Consiglio di vigilanza della Bce". Non ci sono dubbi: sarebbe un sottosopra.
Le banche. Sono i vigilati, hanno un'associazione non all'altezza della situazione (l'Abi ebbe come presidente Giuseppe Mussari, già dominus di Mps, basta e avanza per capirne i meccanismi di selezione), hanno appena protestato contro le nuove norme per il 2018 della Bce sui crediti a rischio (il passato non insegna nulla a quanto pare) e non si curano troppo di quanto ha messo nero su bianco Moody's l'altro ieri che ha mantenuto l'outlook negativo "sul sistema bancario italiano, come riflesso della continua pressione sulle banche nazionali per ridurre il grande quantitativo di crediti problematici nel contesto di un mercato che offre limitate opportunità di raccolta di capitali, redditività persistentemente debole e una significativa esposizione di credito nei confronti del governo italiano". Bankitalia deve occuparsi di questo (con la vigilanza diretta della Bce sui grandi istituti), cercare di limitare le esposizioni a rischio, assicurare una corretta gestione del credito e fare pressioni per avere nelle banche il miglior management possibile.
Il caso Etruria. È il caso - tutto in negativo - di Banca Etruria, il vero epicentro dello scontro tra il Pd e Bankitalia. Qui c'è lo scenario, il non-detto, il sotto-testo della storia: il Pd sul tema banche è finito in una spirale negativa, c'è poco da girarci intorno. Il caso del padre di Maria Elena Boschi brucia. Il problema è che è andata a fuoco anche la banca e il governo Renzi è stato costretto in extremis a inventare una risoluzione all'italiana, senza bail-in, ma dai costi enormi. Bankitalia non ha vigilato? Riportiamo i fatti:
- Tra il 2012 e il 2013 le ispezioni di Bankitalia fanno emergere una situazione contabile così: maggiori sofferenze per 187,4 milioni, maggiori incagli per 85,5 milioni, maggiori perdite su crediti per 136,7 milioni. Scrive Bankitalia: "Le maggiori perdite andavano ad aggiungersi ad analoghe svalutazioni per 205 milioni, rilevate nel corso dell’ispezione immediatamente precedente (dicembre 2012-marzo 2013) e recepite dalla banca nel bilancio 2012, per un ammontare complessivo quindi di 342 milioni, pari a oltre il 60% di quanto la Banca segnalava prima dell’inizio del ciclo ispettivo. In sostanza, la banca aveva presentato alla Vigilanza un quadro non veritiero delle proprie condizioni". Le qualità del management toscano.
- Tra novembre 2014 e febbraio 2015 gli ispettori tornano per verificare se i dirigenti hanno messo a posto il bilancio, come raccomandato da Bankitalia. La risposta è questa: "Gli elementi di marcata anomalia già evidenziati negli accertamenti ispettivi conclusisi il 6.9.2013” e la sostanziale inerzia degli Organi di governo nell’attivare, come richiesto dalla Vigilanza, adeguate misure correttive per risanare la gestione, “si sono riflessi nell’ulteriore peggioramento della situazione tecnica, già gravemente deteriorata”. Banca Etruria nel febbraio del 2015 viene commissariata, il 22 novembre viene aperta la procedura di risoluzione. Appunto sul taccuino del titolare di List, parla una fonte che conosce bene il mercato delle vacche finanziarie in Toscana: "Perfino di fronte alle azioni di Bankitalia, i soci della banca hanno continuato a nominare amministratori incapaci. È un meccanismo di collusione locale in cui i soci nominano gli amministratori e gli amministratori concedono prestiti ai soci". Visco colpevole? Sulla Vigilanza si possono fare contestazioni, precisazioni, rivoluzioni, ma il problema è che prima del Governatore c'è una bella lista di persone a cui chiedere conto di quello che è successo.
Ignazio Visco. È amareggiato, non si è dimesso solo perché ha il dovere di sostenere l'indipendenza dell'istituzione, ha parlato con Mattarella, si attende una sua visita al Quirinale. Deve restare, ma è stato azzoppato dalla mozione del Pd, deve essere difeso, ma non può più essere lui il governatore. Un banchiere che lo conosce bene commenta con il titolare di List: "Non è giusto che una persona che ha servito le istituzioni, sia trattato in questa maniera, si può discutere sulla Vigilanza, sul suo operato, si può sostituire, ma non ci si spara addosso. Non fanno male solo a Visco, fanno male al paese". La ragion di Stato, questa sconosciuta.
Effetto tana libera tutti. Altro aspetto del tutto ignorato della vicenda, parla sempre una fonte dell'alta finanza: "Se Visco viene delegittimato, il manager disonesto della banca dirà: questo non conta più niente. E continuerà a pensare di gestire allegramente il credito, scaricandone i costi sul sistema. L'intreccio della finanza locale d'Italia da ieri pensa questo".
Scaricabarile. Ciliegina sulla torta, quanto ha detto Francesco Greco, procuratore della Repubblica di Milano, stamattina in una audizione davanti alla (inutile) Commissione parlamentare d'inchiesta sulle banche: "In Italia tra un po' ci vorrà il TomTom per districarsi tra le diverse autorità di vigilanza nel sistema bancario. Occorre decidere chi fa certe cose, chi ha la responsabilità di certe cose, perché con l'accavallamento della Bce oltre alle authority italiane c'é spesso una sorta di scaricabarile e queste sovrapposizioni e lacune hanno determinato un sistema non del tutto efficiente e soprattutto non chiaro". È sempre colpa di qualcun altro, si sa.
Sintesi finale. Paolo è avvisato, Ignazio è sfrattato. Gentiloni non può resistere al suo partito che sia diviso o no, per lui sono finiti i sogni di gloria; Visco non potrà restare a lungo al suo posto. Renzi gioca una partita a poker di quelle sue, da all-in e vediamo che succede (e chi se ne importa delle istituzioni) e lo fa mentre è in discussione al Senato la legge elettorale (warning). Il Presidente Mattarella ha il ruolo decisivo, Berlusconi è quello che può spostare la dinamica attuale verso una soluzione concordata, ma a questo punto o si congela tutto a dopo le elezioni o si fa il cambio al volo nelle prossime settimane.
Benvenuti in Italia, preparate i sacchi di sabbia alla finestra. Anche perché lo scudo di protezione della Bce in futuro si abbasserà. Come? Seguite il titolare di List.
01
L'atterraggio morbido di Mario Draghi
L'appuntamento di Draghi è per il 26 ottobre, quando si riunirà il board della Bce e si comincerà a discutere la strategia per il soft landing del programma di acquisto di titoli a parte della Bce. La partita è di enorme importanza, quella fondamentale, per l'economia europea. Non ci sarà un taglio netto, un'uscita che potrebbe essere traumatica, ma qualcosa cambierà per forza perché a Berlino la posizione sul tema è variegata e alle Finanze sta per arrivare un ministro di FDP, liberali che vedono le politiche ultra-espansive in periodi di crescita come il fumo negli occhi. Il Financial Times stamattina pubblica un'analisi che suggerisce uno scenario di lungo periodo: per tutto il 2018 la Bce continuerà a acquistare titoli e sostenere l'economia, ma con un rallentamento, si chiama slower taper. A che ritmo e quantità verranno acquistati i titoli? Non lo sappiamo, ci sono varie ipotesi in campo: i 60 miliardi di euro mensili di oggi dovrebbero scendere a 20 miliardi, nei primi sei soltanto gli acquisti sarebbero di circa 40 miliardi al mese. Qualunque sia la mossa, per l'Italia significa fare una politica economica che tenga conto del nuovo scenario. Quello che stiamo vedendo va in direzione contrario, siamo alle istituzioni messe nello shaker e vediamo che cocktail viene fuori. No, non proprio come un buon Gin Martini.
02
Trump e il nuovo presidente della Fed
Nel frattempo, Donald Trump si sta avvicinando al Fed Day, il giorno in cui sceglierà il nuovo governatore della Federal Reserve. La Casa Bianca ha cinque candidati, Trump l'altro ieri sul tema si è espresso come Trump: "Onestamente, mi piacciono tutti". La decisione arriverà dopo il suo viaggio in Asia, dal 3 novembre in poi ogni giorno è quello buono. Janet Yellen potrebbe anche essere riconfermata (incontrerà Trump domani), nella liturgia di un presidente americano al primo mandato questa è diventata una consuetudine, ma Trump ha idee diverse su come condurre la Casa Bianca e ha in mente una politica monetaria ancora più aggressiva. Vedremo. Gli altri quattro candidati sono ; il governatore della Fed Jerome Powell, l'ex Kevin Warsh; il direttore del National Economic Council, Gary Cohn e l'economista della Stanford University John Taylor. Che si fa? Taccuino squadernato e wait and see. Basta con le banche centrali, cambiamo gioco. Dove andiamo? È obbligatorio un salto a Wall Street.
03
Wall Street macina record
Non c'è molto da dire in realtà, basta un numero: 23.000. Sono i punti dell'indice Dow Jones che ieri ha superato per la prima volta quota 23.000 per fermarsi a fine seduta poco sotto. Che fine ha fatto l'Armageddon dei mercati che tutti i fini analisti dell'apocalisse prevedevano? Eccola, questo è l'andamento del Dow Jones dall'elezione del Presidente americano a oggi. Se avete comprato e venduto seguendo i consigli di chi vedeva la fine di Wall Street e l'arrivo dei barbari, avete fatto un errore:
Come diceva Winston Churchill? "Ci sono tre cose che possono rovinare un uomo: il gioco, le donne e gli esperti". Se l'esperto fa analisi con il pregiudizio politico, gli uomini i rovinati si moltiplicano. Gordon Gekko se la ride, d'altronde lui è specialista nello scartavetramento dell'avversario. La sua battuta più fulminante su quelli che non ne azzeccano mai una sul mercato? Eccola: "Se vendesse bare, non morirebbe più nessuno". Abbandoniamo Winston e Gordon e passiamo ad altro. Cosa? Catalogna, la sfida a distanza tra Rajoy e Puigdemont continua e...
04
Rajoy e l'ultima offerta a Puigdemont
Si sono scambiati lettere evasive e invasive, Puigdemont non ha detto nulla, Rajoy ha detto che è pronto a tutto, poi stamattina... un lampo improvviso. El Pais scrive che il governo è pronto a non premere il pulsante dell'articolo 155 della Costituzione - quello che leverebbe l'autonomia alla Catalogna - se Puigdemont convoca nuove elezioni. Sembra una telenovela, non finisce mai: "Pedro, bevi qualcosa?".
05
I curdi e la geopolitica del tubo
Com'era facile prevedere, la minaccia della chiusura del rubinetto di Erdogan ha innescato l'intervento dell'esercito dell'Iraq nel Kurdistan indipendentista (si è votato il 25 settembre scorso) e il risultato è un bagno di sangue. Il Kurdistan è petrolio e il petrolio è geopolitico al massimo livello possibile. Il Council On Foreign Relations ha pubblicato un articolo che fa il punto, un utile giro d'orizzonte. Le forze irachene avanzano rapidamente nel territorio curdo, ecco una mappa:
La battaglia è durissima. Il controllo dei pozzi di petrolio è fondamentale per il governo iracheno. E soprattutto per Erdogan che non ha nessuna intenzione di avere al confine uno stato curdo indipendente. Il rubinetto. Il tubo. Erdogan. E come sempre i russi, abilissimi a infilarsi in situazioni di crisi dove nessuno sa che fare. La forza di Putin.
06
18 ottobre. Alaska
Nel 1867 gli Stati Uniti acquistano l'Alaska dalla Russia. La trattativa per Mosca è condotta dal principe della diplomazia, il ministro degli esteri Alexander Gorchakov, che trattò duramente sul prezzo e alla fine spuntò un assegno da 7.2 milioni di dollari. Che meraviglia, la storia e il denaro. Gordon Gekko a Mosca, Adam Smith a Pechino e Marx a Detroit.
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l'area riservata del proprio account personale.
4. Recesso DEL CONSUMATORE
4.1 L'Utente, ove qualificabile come consumatore – per consumatore si intende una persona fisica che agisce
per scopi
estranei all'attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta, ha
diritto di
recedere dal contratto, senza costi e senza l'onere di indicarne i motivi, entro 14 giorni dalla data di
attivazione
dell'Abbonamento acquistato.
4.2 L'Utente può comunicare la propria volontà di recedere, inviando al Fornitore una comunicazione
esplicita in questo
senso mediante una delle seguenti modalità:
mediante raccomandata a.r. indirizzata alla sede del Fornitore;
per email al seguente indirizzo help@newslist.it;
4.3 Ai fini dell'esercizio del recesso l'Utente può, a sua scelta, utilizzare questo modulo
4.4 Il termine per l'esercizio del recesso si intende rispettato se la comunicazione relativa all'esercizio
del diritto
di recesso è inviata dall'Utente prima della scadenza del periodo di recesso.
4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.