16 Dicembre
Banca Etruria. La guerra dell'oro
Il presidente della Consob, Giuseppe Vegas, in Parlamento ha raccontato delle preoccupazioni della Boschi per il mercato dell'oro. Dietro c'è la battaglia per il primato tra Arezzo e Vicenza. Il caso Etruria e l'eterna era italiana delle lotte tra i Comuni.
di Lorenzo Castellani
Siamo abituati a pensare che nella truculenta lotta politica scorra il sangue. Invece, spesso, a monte della battaglia c'è un metallo che nella storia ha determinato proprio lo scorrere di immensi rivoli di sangue: l'oro. E di oro ne scorre anche nell'affaire bancario più controverso degli ultimi anni, la vicenda Boschi - Banca Etruria. Cosa c'entra il metallo prezioso, quello che nei secoli ha mosso guerre, impreziosito corone, ornato spade con il ministro e l'inchiesta della Commissione Banche? Giuseppe Vegas, Presidente della Consob, ha dichiarato in audizione di aver parlato con la Boschi in merito alla crisi di Banca Etruria. Il ministro avrebbe espresso al Presidente della Consob la sua preoccupazione per l'acquisizione dell'istituto di credito aretino da parte della Banca Popolare di Vicenza perché questo sconvolgimento degli assetti societari avrebbe potuto penalizzare i servizi della banca agli orefici di Arezzo.
È qui che scorre l'oro, tra le dolci colline toscane e le imponenti montagne venete. Perché Arezzo, sede di Banca Etruria, è il primo polo dell'oreficeria d'Italia. Indovinate qual è il secondo? Vicenza. La preoccupazione della Boschi, dunque, non è bancaria, almeno non soltanto, ma è legata al mantenimento del primato del suo territorio nell'oreficeria.
Andiamo ai numeri e vediamo questo duopolio tra Arezzo e Vicenza nella lavorazione del prezioso metallo. La provincia toscana nel 2016 impiegava nel distretto orafo 1298 imprese con un impiego di 7500 addetti, un export di 1,8 miliardi di euro, per un fatturato di pari al 30% dell'intera produzione italiana. A Vicenza, invece, lavorano nel settore dell'ora quasi mille imprese che occupano 5mila addetti e generano un export di 1,3 miliardi di euro. Insieme, Vicenza e Arezzo producono circa il 50% dell'export totale dell'oreficeria italiana. Un settore importante che negli ultimi anni ha avuto una contrazione a causa della crisi, due...
di Lorenzo Castellani
Siamo abituati a pensare che nella truculenta lotta politica scorra il sangue. Invece, spesso, a monte della battaglia c'è un metallo che nella storia ha determinato proprio lo scorrere di immensi rivoli di sangue: l'oro. E di oro ne scorre anche nell'affaire bancario più controverso degli ultimi anni, la vicenda Boschi - Banca Etruria. Cosa c'entra il metallo prezioso, quello che nei secoli ha mosso guerre, impreziosito corone, ornato spade con il ministro e l'inchiesta della Commissione Banche? Giuseppe Vegas, Presidente della Consob, ha dichiarato in audizione di aver parlato con la Boschi in merito alla crisi di Banca Etruria. Il ministro avrebbe espresso al Presidente della Consob la sua preoccupazione per l'acquisizione dell'istituto di credito aretino da parte della Banca Popolare di Vicenza perché questo sconvolgimento degli assetti societari avrebbe potuto penalizzare i servizi della banca agli orefici di Arezzo.
È qui che scorre l'oro, tra le dolci colline toscane e le imponenti montagne venete. Perché Arezzo, sede di Banca Etruria, è il primo polo dell'oreficeria d'Italia. Indovinate qual è il secondo? Vicenza. La preoccupazione della Boschi, dunque, non è bancaria, almeno non soltanto, ma è legata al mantenimento del primato del suo territorio nell'oreficeria.
Andiamo ai numeri e vediamo questo duopolio tra Arezzo e Vicenza nella lavorazione del prezioso metallo. La provincia toscana nel 2016 impiegava nel distretto orafo 1298 imprese con un impiego di 7500 addetti, un export di 1,8 miliardi di euro, per un fatturato di pari al 30% dell'intera produzione italiana. A Vicenza, invece, lavorano nel settore dell'ora quasi mille imprese che occupano 5mila addetti e generano un export di 1,3 miliardi di euro. Insieme, Vicenza e Arezzo producono circa il 50% dell'export totale dell'oreficeria italiana. Un settore importante che negli ultimi anni ha avuto una contrazione a causa della crisi, due distretti industriali da sempre in competizione l'uno con l'altro, due banche del territorio al servizio dell'oro. Un ministro importante del governo, che viene dalla provincia aretina e con un padre in procinto di essere nominato vicedirettore della banca di quel territorio, si preoccupa. Perdere la banca vuol dire perdere un ombrello per l'industria dell'oreficeria, perdere l'industria dell'oreficeria significa perdere ricchezza e posti di lavoro a vantaggio del primo polo concorrente in quel settore, e, in definitiva, significa far perdere voti a chi governa a Roma e in quei territori. Maria Elena Boschi viene dalla provincia di un distretto industriale e sa quanto, nei distretti industriali, tutto sia legato. È un ecosistema il distretto industriale: grandi, medie, piccole aziende, banche, fondazioni, politica. Se manca uno di queste tessere, scatta il domino e viene giù tutto quanto. Eccola qui la guerra dell'oro, la battaglia per l'Etruria, altro che poteri forti, speculazioni finanziarie, algoritmi e finanza internazionale.
È il richiamo oscuro del territorio, il potere del campanile che nel Belpaese muove tutti i fili del potere dal almeno ottocento anni. È il ruggito dell'Italia dei Comuni, che fecero grande nell'arte e nell'economia la penisola per almeno tre secoli, ma che distrussero la sua unità politica per cinque secoli. E tutt'oggi l'attentano, perché la guerra dei territori è una pellicola sempre di moda a queste latitudini, l'impronta storica più forte di uno Stato debole. Una divisione che si snoda non solo tra nord e sud, ma anche tra est e ovest. Come nel quattordicesimo secolo poco sembra cambiato in questa storia. Dalle banche di Firenze e i mercanti di Venezia, agli orefici di Arezzo e Vicenza. Al centro una banca da salvare con un intervento pubblico e una fusione con la Popolare di Vicenza da evitare per proteggere il bene più prezioso e antico al mondo: l'oro. I toscani hanno imparato dalla storia che le banche vanno protette e che alla politica bisogna chiedere e non prestare per evitare di finire come i Bardi e i Peruzzi beffati da sovrani insolventi.
Ritorna alla ribalta questo metallo che sembrava tramontato e sepolto dal capitalismo americano che abbandonò il gold standard, dagli algoritmi della City, dalla BCE e dal bitcoin. Come i territori spariti sotto la coltre della patina internazionale che il governo Renzi ha sempre cercato di darsi: le cene con gli Obama, gli sms con la Merkel, i selfie con Trudeau, le intemerate avventure con la lingua inglese. Con il giglio magico, di cui la Boschi è stata regina, sempre al fianco dell'ex Sindaco di Firenze. Nonostante tutto questo, l'oro del territorio è tornato sulla scena, con un balzo, a fine legislatura. Un incidente che mostra come dalla storia non si possa scappare mai e dalla provincia nemmeno. Perché lì si annida ciò che ad ognuno, politici di successo inclusi, è più caro e quando questo s'incrocia con il potere, la battaglia della concorrenza, l'arte della finanza allora la lotta diviene spietata.
Chi guarda le banche vede il dito, ma è l'oro ad essere luna. È la stessa differenza che c'è tra un salotto televisivo e le strade della provincia profonda. Nel primo si costruiscono storie, nel secondo si costruisce consenso. Con internet si vincono le elezioni, ma senza territorio non si governa. Soprattuto nel Paese che ha inventato i Comuni, le parrocchie, i campanili, le lotte fratricide e le congiure. Così il finale della diciassettesima legislatura, e la Commissione Banche, ci regalano un ultimo grande ritorno alla realtà quando questa sembra sempre più sfuggirci di mano. Qualcosa da toccare e da difendere ad ogni costo. Perché anche un vicentino può diventare una minaccia straniera quando aggredisce lo spazio di un aretino. Perché tutto, da secoli, ruota intorno a due cose: il territorio e l'oro. Il potere e la ricchezza nel più concreto dei loro significati. In questa storia come in infinite altre.
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9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
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essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
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giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
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domicilio
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