4 Novembre
Banche. Il ballo di Renzi e Casini
Venti minuti di incontro a Firenze tra il segretario Pd e il presidente della Commissione di inchiesta. Il Movimento 5Stelle attacca: si fa dettare l'agenda dal segretario del Pd? Grasso fermerà i lavori. La competizione con Grillo sul tema della finanza. Analisi di una campagna elettorale allo sportello.
La Commissione d'inchiesta sulle banche è sempre più al centro del Maelstroem. Matteo Renzi e Pier Ferdinando Casini si sono incontrati per venti minuti nella sede del Consiglio Regionale della Toscana. Il segretario del Pd e il presidente della commissione di inchiesta hanno parlato dei lavori dell'indagine parlamentare e delle future alleanze. Un fritto misto che ha subito suscitato la reazione del Movimento 5Stelle: "Perché Casini incontra Renzi in privato in Toscana? È emerso che i due avrebbero parlato dei lavori della Commissione d'inchiesta sulle banche e di possibili convergenze elettorali. Già il semplice incrocio dei due temi rasenta lo scandalo". Il commento dei componenti pentastellati della commissione bicamerale è durissimo: "Cosa fa Casini, che è chiaramente abituato culturalmente a trattare su tutto sottobanco, ma soltanto con le persone che per lui contano? Si fa dettare un'agenda della commissione a uso e consumo del segretario Pd? O passa all'incasso, dati i suoi servigi, in vista delle prossime elezioni?". Tira un'ariaccia. Casini, navigatissimo, risponde così: "I Cinque Stelle stiano sereni, se ci fosse stato qualcosa di riservato non avrei incontrato Matteo Renzi di fronte a centinaia di persone". Stiano sereni, gli sarà sfuggito, a Casini, ma quella è una frase da Renzi. In ogni caso, il colloquio c'è stato e conferma quanto abbiamo scritto su List: i lavori della commissione d'inchiesta sono nitroglicerina. E fanno parte di un plot elettorale molto ampio, sono un pezzo importante della trama della campagna elettorale. Quale? Quella che segue in questo scenario.
La guerra di Renzi è fatta di difesa e attacco. Il segretario del Pd da lunedì dovrà affrontare un nuovo scenario che solo un miracolo può far scomparire: una sconfitta nel voto in Sicilia e una campagna contro Bankitalia in cui il Pd viaggia in sidecar con il Movimento 5Stelle. Partiamo dal secondo punto, le banche. Siamo stati...
La Commissione d'inchiesta sulle banche è sempre più al centro del Maelstroem. Matteo Renzi e Pier Ferdinando Casini si sono incontrati per venti minuti nella sede del Consiglio Regionale della Toscana. Il segretario del Pd e il presidente della commissione di inchiesta hanno parlato dei lavori dell'indagine parlamentare e delle future alleanze. Un fritto misto che ha subito suscitato la reazione del Movimento 5Stelle: "Perché Casini incontra Renzi in privato in Toscana? È emerso che i due avrebbero parlato dei lavori della Commissione d'inchiesta sulle banche e di possibili convergenze elettorali. Già il semplice incrocio dei due temi rasenta lo scandalo". Il commento dei componenti pentastellati della commissione bicamerale è durissimo: "Cosa fa Casini, che è chiaramente abituato culturalmente a trattare su tutto sottobanco, ma soltanto con le persone che per lui contano? Si fa dettare un'agenda della commissione a uso e consumo del segretario Pd? O passa all'incasso, dati i suoi servigi, in vista delle prossime elezioni?". Tira un'ariaccia. Casini, navigatissimo, risponde così: "I Cinque Stelle stiano sereni, se ci fosse stato qualcosa di riservato non avrei incontrato Matteo Renzi di fronte a centinaia di persone". Stiano sereni, gli sarà sfuggito, a Casini, ma quella è una frase da Renzi. In ogni caso, il colloquio c'è stato e conferma quanto abbiamo scritto su List: i lavori della commissione d'inchiesta sono nitroglicerina. E fanno parte di un plot elettorale molto ampio, sono un pezzo importante della trama della campagna elettorale. Quale? Quella che segue in questo scenario.
La guerra di Renzi è fatta di difesa e attacco. Il segretario del Pd da lunedì dovrà affrontare un nuovo scenario che solo un miracolo può far scomparire: una sconfitta nel voto in Sicilia e una campagna contro Bankitalia in cui il Pd viaggia in sidecar con il Movimento 5Stelle. Partiamo dal secondo punto, le banche. Siamo stati facili profeti, nei giorni scorsi il titolare di List aveva scritto e detto a RadioList (il nostro podcast quotidiano, ascoltatelo!) che la commissione d'inchiesta sulle banche guidata da Pier Ferdinando Casini sarebbe diventata rapidamente l'epicentro della campagna elettorale. Così è stato e sarà finché la commissione andrà avanti nei lavori. E qui, sulla durata della commissione, è già in corso un durissimo confronto: Renzi e i 5Stelle vogliono (o sperano) che duri fino alla scadenza naturale della legislatura, dunque che lavori anche durante la campagna elettorale, mentre il Presidente del Senato, Pietro Grasso, sembra avere l'intenzione di mettere la parola "fine" sull'organo di inchiesta parlamentare, nello stesso istante in cui il Presidente della Repubblica avrà firmato il decreto di scioglimento delle Camere.
Secondo quanto risulta a List e a altre fonti, Grasso non concederà nessuna proroga dei lavori alla Commissione d'inchiesta sulle banche. L'agenzia Agi stamattina (ore 10:28) conferma la linea del Presidente del Senato: "Nessuna proroga delle commissioni di inchiesta in caso di scioglimento anticipato delle Camere ma la possibilità di poter fare sintesi, con una relazione conclusiva, del lavoro svolto fino a quel momento". Questo è quello che avrebbe detto Grasso a Casini. Il presidente del Senato si rifarà alla prassi istituzionale della Camera e del Senato. Dunque nel momento in cui Mattarella scioglierà le Camere, in gennaio, le audizioni della commissione termineranno. Ci sarà solo spazio per una relazione conclusiva e fine della rumba. Andrà così? I gruppi parlamentari faranno opposizione? Lo vedremo presto, le forze in campo mirano a sfruttare i lavori per la campagna elettorale.
La mossa di Grasso sul piano istituzionale mira a disinnescare l'uso improprio (già ampiamente in corso) della commissione. Nonostante l'esperienza di un presidente come Casini, l'agenda dei lavori è diventata subito un percorso da giungla vietnamita. Ogni audizione alimenta non il percorso verso la conoscenza rigorosa dei fatti e della verità sulla Vigilanza di Bankitalia, ma il rumore elettorale, la propaganda dei partiti che corrono verso il voto di marzo (o maggio?) con la testa nell'urna. Conseguenze inattese della politica. O forse regolarmente attese. In ogni caso, siamo di fronte all'ennesimo pasticcio di un Parlamento tra i peggiori della storia repubblicana: una commissione d'inchiesta istituita pochi giorni fa, chiuderà i battenti al volo. Donnie Brasco avrebbe detto: "Ma che te lo dico a fare?".
Sulla durata della commissione, è già in corso un durissimo confronto: Renzi e i 5Stelle vogliono che duri fino alla scadenza naturale della legislatura
Renzi e Grillo hanno obiettivi convergenti: martellare i vigilanti (Bankitalia, guidata dal neo-ri-governatore Ignazio Visco e la Banca centrale europea di Mario Draghi), due soggetti "deboli" sul piano politico interno, ma forti su quello che è il capitolo più delicato per il Paese e il contribuente: la stabilità finanziaria. Renzi deve recuperare voti, è a caccia da settimane di un tema buono da cavalcare, di un leit motiv da far suonare nella campagna elettorale, quello delle banche per lui è il migliore perché allontana l'ombra del crac di Banca Etruria (e mette una distanza tra lui e la famiglia Boschi) e occupa lo "spazio" di Grillo, la sua ossessione, quello che considera (sbagliando) il suo unico avversario in campo. Grillo fa calcoli molto semplici: abbiamo la battaglia contro la legge elettorale scritta contro di noi, il Rosatellum sul quale è già stato presentato un ricorso alla Corte Costituzionale, il secondo argomento è quello dei banchieri, dei legami con l'establishment che vogliamo abbattere, l'editoria e la politica di cui il Pd è l'esempio lampante con i crac di Etruria e Monte dei Paschi.
Il qualunquismo bancario di Renzi e Grillo è il teatro di guerra della campagna elettorale, la commissione d'inchiesta è la Santa Barbara che serve al Pd renziano al Movimento 5Stelle per rifornirsi continuamente di cartucce. Ogni audizione è un'occasione per alimentare il fuoco dei cannoni. Quando Carmelo Barbagallo ha detto ai parlamentari che gli atti della Vigilanza sono tutelati dal segreto, si è subito aperto il dissidio tra la politica e Bankitalia.
01
Bankitalia e Consob sulla griglia
Ieri alle 13:31 Renzi ha aperto il fuoco sui social network, nota su Facebook: "Noi diciamo che troppe cose non hanno funzionato, e già ieri, nell'audizione di Banca d'Italia e Consob a proposito delle banche popolari venete, è emerso con chiarezza - almeno nella parte della discussione pubblica - che il sistema tecnico di vigilanza e controlli non sempre è stato all'altezza". Bum! Si vota in Sicilia, ma il segretario del Pd ha già spostato tutta la sua azione altrove, nella campagna contro la Vigilanza. Mentre Grillo è concentrato sulle elezioni regionali siciliane (basta dare un'occhiata ai post del suo blog per capire che stanno puntando alla conquista al fotofinish della presidenza della Regione), Renzi ha in testa un piano per cercare di recuperare il consenso che sembra sfuggirgli dalle mani.
Bankitalia è già sulla griglia e il ri-governatore Visco sta cuocendo a fuoco lento. La fiamma l'ha alzata ieri Fratelli d'Italia, con una mossa istituzionale micidiale. Una lettera firmata da Giorgia Meloni ha chiesto al Presidente Casini di convocare per una testimonianza congiunta capo degli ispettori, Carmelo Barbagallo, e il direttore generale della Consob, Angelo Apponi. Perché? La lettera della Meloni dice le seguenti cose:
È estremamente grave la circostanza che le affermazioni fatte dai due rappresentanti delle Autorità in questione siano risultate in alcuni punti assolutamente contrastanti. La seduta si ritiene anche necessaria al fine di verificare il rispetto da parte di Consob e di Banca d'Italia dell'art 7 del TUB, il quale prevede, come lei ben sa, che la Banca d'Italia e la Consob collaborino tra loro "anche mediante scambio di informazioni, al fine di agevolare le rispettive funzioni. Detti organismi non possono reciprocamente opporsi il segreto d'ufficio". Concetto, tra l'altro, espressamente ribadito dal testo del protocollo d'intesa tra le due Autorità in questione che recita "qualora, in connessione di propri accertamenti, la Banca d'Italia o la Consob riscontrino profili significativi rientranti nella competenza dell'altra Autorità esse ne informano tempestivamente quest'ultima"
Acuminata, con il riferimento giusto sul piano del diritto, la lettera della Meloni. Casini l'ha letta e poco dopo ne ha tratto la logica conclusione. Ore 17:38 di ieri, lancio dell'Agenzia Agi:
Il presidente della Commissione bicamerale d'inchiesta sul sistema bancario e finanziario, Pier Ferdinando Casini, ha convocato in audizione congiunta, giovedì 9, il capo del dipartimento Vigilanza bancaria e finanziaria di Banca d'Italia, Carmelo Barbagallo, e il direttore generale della Consob, Angelo Apponi, "per approfondire i rapporti tra le due istituzioni in riferimento alle banche venete". "La convocazione, fissata alle 10.30, è stata richiesta - sottolinea una nota - da diversi gruppi politici.
Bingo. E ora? La prossima settimana avremo in commissione lo spettacolo di due istituzioni che nel primo round hanno dato versioni che appaiono contrastanti sulle azioni di vigilanza nei confronti delle due banche venete che poi sono state cedute a Banca Intesa per 1 euro. Giovedì i vertici di Bankitalia e Consob cosa diranno? Camminano su un sentiero minato e in mano hanno entrambi una cassa di nitroglicerina.
Siamo solo all'inizio di una corsa di dragster. Il presidente del Senato, Pietro Grasso, non sembra intenzionato a restare a guardare la gara con la bandiera a scacchi in mano fino alla fine della legislatura e sta pensando di sospendere la corsa per evitare incidenti. Operazione difficile, la commissione è il circuito migliore per le macchine dei partiti. Corrono, vanno ai box, fanno rifornimento, cambiano le gomme e riprendono a correre il Gran Premio Bankitalia. E Visco ha un problema: il premio in Palio continua ad essere la sua testa. Riconfermato e (ri)grigliato.
02
Lo spettro del quarto posto in Sicilia
Il problema di Renzi nel voto siciliano non è solo nelle percentuali, ma nella posizione. Un risultato inferiore a quello - già striminzito - che ottenne il Pd di Pierluigi Bersani nel 2012 (13,4 per cento e 14 seggi) sarebbe un problema, una cifra che fa dieci sarebbe un dramma, un numero da prefisso telefonico un disastro. Ma il vero Armageddon si aprirebbe se il candidato del Pd, Fabrizio Micari, dovesse arrivare quarto, dopo Claudio Fava. Quello sarebbe il punto dal quale scatta una crisi acuta dentro il Pd e la segreteria di Matteo Renzi comincia a ballare la rumba. Rischia la segreteria? Non ora, non ci sono candidati credibili all'orizzonte, Renzi rispetto alla concorrenza interna ha molte marce in più, ma la discussione sulla premiership sarebbe aperta e quella sulla segreteria solo rimandata all'esito del voto delle elezioni politiche.
Di tutto questo gode il centrodestra. Sono disuniti sulla leadership, per non parlare della premiership, ma la scanzonata crisi del Pd e della sinistra, in questo momento basta a Berlusconi, Salvini e Meloni per fare e mangiare la torta.
È uno scenario che fino a pochi mesi fa sembrava impossibile. Ma è dalla primavera che il Pd non ne azzecca quasi una. Si è tenuto distante dal governo Gentiloni (e ha sbagliato), l'unico che con felpato pragmatismo ha provato a tenere il timone a posto, senza strambare in assenza di vento. Pare non sia bastato. Renzi ha silurato anche il premier. Incomprensibile. Ora siamo alla vigilia di una possibile (ma occhio al Movimento 5Stelle) vittoria del centrodestra in Sicilia, fatto che darebbe al trio della torta e dell'arancino un'iniezione di carburante aggiuntivo forse decisivo per la campagna elettorale nazionale. Non c'è nessun voto locale, è cominciato da tempo il Grande Slam elettorale. Tutti i problemi del centrodestra sono squadernati, ma quelli dall'altra parte hanno un problema in più: il ciclo della storia è contro di loro. È un fatto completamente ignorato, ma il contesto storico è un altro fattore decisivo. E di solito inesorabile.
Il Partito democratico non può sfuggire a una tendenza europea di lungo periodo: il declino dei partiti socialdemocratici. Tutti hanno lasciato sul campo voti, governi, leadership. I socialisti francesi sono stati azzerati da Macron, i laburisti inglesi dalla Brexit e dalla confusione ideologica (ora hanno rispolverato Marx), in Germania la Spd ha versato il sangue (e i voti) alla Grosse Koalition e ha messo a segno il peggior risultato dal dopoguerra a oggi, in Belgio sono andati al tappeto, in Austria hanno perso le elezioni e l'Homo Sacher balla il valzer tutto a destra, in Spagna sono ridotti a collaborare con Rajoy, in Grecia hanno una versione avanti-rock che è Syriza, non proprio un partito socialdemocratico ma una cosa vendoliana con la camicia bianca di Tsipras, in Ungheria non se ne parla proprio della sinistra, nella Repubblica Ceca le elezioni le ha vinte un Trump di Praga. Vogliamo andare avanti? È lo Zeigeist, lo spirito del tempo, e il Pd c'è dentro fino al collo. Annaspa. Renzi combatte, si dibatte, fonde e confonde, cerca di divincolarsi da un processo storico che sente come il fiato di una pantera sul collo, una forza che è ben più grande di lui e dei dirigenti del Pd. Le parole, gli slogan, tutto l'immaginario dei partiti socialdemocratici europei, sono fuori tempo, asincroni rispetto a quello che succede là fuori. Se il segretario del Pd, in queste condizioni, riesce a salvare il partito, ha già fatto un miracolo. Lui pensa di farlo, il miracolo, inseguendo Grillo. Vedremo tra qualche mese se questa strategia va all'incasso oppure stiamo assistendo all'auto-rottamazione di un leader e alla fine di un partito. Il titolare di List ha il taccuino squadernato, si tratta solo di mettersi sulla riva del fiume e aspettare. Qualcosa passerà.
Che si fa? Nell'attesa del voto di domani in Sicilia, saliamo sull'Air Force One di Donald Trump, facciamo un viaggio in Asia. Allacciate le cinture.
03
L'Oriente di Donald Trump
Il presidente americano sta volando in Asia, un viaggio importantissimo nell'area e nell'era dove si sta costruendo il futuro: il Pacifico. Gli obiettivi di Trump in agenda sono tre: crisi nucleare con la Corea del Nord, espansione dell'economia americana nell'area, riequilibrio degli accordi commerciali. La parola chiave è una: Cina. Primo scalo alle Hawaii (qui sopra, nella foto Ansa, Trump e Melania al loro arrivo), Pearl Harbour; poi scalo in Giappone e incontro con il premier Shinzo Abe che ha appena messo a segno un grande risultato nelle elezioni anticipate dello scorso 22 ottobre; parlerà della Bomba di Kim jong-un nel vertice con il presidente della Corea del Sud Moon Jae, Trump terrà anche un discorso in Parlamento; il commercio (e ancora, Corea del Nord) sarà il focus dell'attesissimo incontro con il Presidente della Cina Xi Jinping a Pechino; saggiato il terreno diplomatico dell'Impero Celeste, l'Air Force One farà rotta verso il Vietnam dove a Da Nang terrà un discorso al vertice APEC, poi incontrerà a Hanoi il presidente Quang; ultima tappa nelle Filippine, dove vedrà il presidente Rodrigo Duterte e terrà un incontro bilaterale con Narendra Modi, primo ministro dell'India durante i vertici dell'ASEAN e l'East Asia Summit. Il giro dell'Asia del presidente americano che cerca un nuovo inizio. Ci riuscirà? Le cose non vanno male, in superficie, ma il futuro parla mandarino.
04
L'economia americana cresce. Anche il deficit commerciale
Trump gode di un ottimo momento dell'economia americana che ha messo a segno due trimestri consecutivi di crescita a + 3 per cento (non accadeva dal 2014), i posti di lavoro crescono e il trend è positivo anche per i prossimi mesi. Guardate questo grafico:
I nuovi posti di lavoro in ottobre sono stati 261 mila. Ieri sono usciti i dati della bilancia commerciale, il punto chiave dell'agenda di Trump, il tema della sua campagna presidenziale insieme a quello dell'immigrazione. I numeri qui sono a sfavore dell'America, da gran mal di testa perché sotto c'è il tema della manifattura, della delocalizzazione, del lavoro e della futura durissima competizione sulla tecnologia. Vediamo insieme i numeri:
- Il deficit commerciale in settembre è stato pari a 43.5 miliardi di dollari, in aumento rispetto a agosto (42.8 miliardi);
- Le esportazioni sono state pari 196.8 miliardi di dollari, in aumento di 2.1 miliardi di dollari;
- Le importazioni sono aumentate di 2.8 miliardi e hanno toccato quota 240.3 miliardi;
- Anno su anno, rispetto al 2016, il deficit americano è aumentato del 9.3 per cento, ha aggiunto 34.5 miliardi di dollari.
Sono i numeri di un gigante che ha aumentato le esportazioni, ma continua a importare merce da tutto il mondo a ritmo esponenziale. Vediamo il trade gap dal 2008 a oggi:
Ecco il quadro sul mese di settembre:
Un dato finale, che chiude il cerchio sul viaggio di Trump in Cina e spiega le tensioni con la Germania: il deficit con la Germania in settembre è cresciuto a 5.9 miliardi di dollari, 1.1 miliardi in più rispetto all'anno scorso, anno su anno sfonda i 47 miliardi di dollari; il deficit con la Cina è semplicemente mostruoso: è pari a 34.6 miliardi di dollari in settembre e anno su anno diventa un numero che suona così: 273.7 miliardi di dollari. Questo è il terreno di scontro di Trump e Xi Jinping. Un confronto dove l'America sta perdendo. E la Cina sta vincendo e probabilmente vincerà per sempre.
05
L'irresistibile ascesa della Cina
Per capire che cosa è successo e sta succedendo a ritmo esponenziale, basta un grafico sulle importazioni (in rosso) e le esportazioni (in celeste) della Cina dal 1995 a oggi:
Tutto chiaro? La Cina produce e esporta sempre di più. Sono cresciute in maniera esponenziale anche le importazioni, ma come vedete il gap tra la curva celeste e quella rossa indica un vantaggio che i cinesi stanno sfruttando per avviare un'altra transizione, trasformarsi entro il 2050 nella più grande potenza industriale e tecnologica del mondo. Questo ha detto il presidente Xi Jinping nel congresso del Partito comunista cinese. È la grande sfida di Pechino, il futuro che si sta costruendo in Asia mentre l'Europa invecchia e non riesce a trasformare la barocca architettura di governance dell'Unione. Il tempo corre e non gioca a nostro favore. L'America sta provando a evitare il declino, ma non sarà facile, gli Stati Uniti non sono più un impero che domina incontrastato la scena mondiale e l'illusione creata dal crollo del Muro di Berlino di una felice fine della Storia con l'affermazione del modello di democrazia liberale occidentale è svanita di fronte alla realtà di un sistema leninista che usa l'arma del capitalismo. L'ascesa della Cina è inesorabile. Anche quella di Apple.
06
iPhone X. Vale la pena spendere oltre mille euro?
Bello, come sempre con un design made in California, seduttivo. iPhone X è da ieri sul mercato. Ma vale davvero la pena spendere 1.138 euro per uno smartphone? La risposta arriva dal Wall Street Journal e pare sia positiva. Non ha il tasto Home, ha un bellissimo schermo da 5.8 pollici, tutte le funzionalità di un sistema stracollaudato, è iperveloce, ha la batteria che dura un'intera giornata, suona fin troppo bene, scatta ottimi selfie... ha emojis molto carine...
Ok, abbiamo capito, è il top del mercato. Resta il dilemma: 1.138 euro come prezzo base sono tanti o no? Siamo nel campo dei totem, roba da scisma religioso, Apple contro Android. Molti diranno che averlo è il massimo della vita, altri che non se ne parla neppure, qualcuno come il titolare di List guarderà a che cosa si acquista di alternativo con quella cifra. Ah, volete un esempio? Diciamo che sono 50 Gin Martini in un bar top class in ottima compagnia. Meglio che farsi un selfie con l'iPhone X da soli. Ci berremo sopra, e tanti cari saluti a Tim Cook.
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3.4 Gli effetti della disdetta si verificano automaticamente alla scadenza del periodo di abbonamento in
corso; fino a
quel momento, l'Utente ha diritto a continuare a fruire del proprio Abbonamento. La disdetta non dà invece
diritto ad
alcun rimborso per eventuali periodi non goduti per scelta dell'Utente.
3.5 In caso di mancato esercizio della disdetta, il rinnovo avverrà al medesimo costo della transazione
iniziale, salvo
che il Fornitore non comunichi all'Utente la variazione del prezzo dell'Abbonamento con un preavviso di
almeno 30 giorni
rispetto alla data di scadenza. Se, dopo aver ricevuto la comunicazione della variazione del prezzo,
l'Utente non
esercita la disdetta entro 24 ore dalla scadenza, l'Abbonamento si rinnova al nuovo prezzo comunicato dal
Fornitore.
3.6 Il Fornitore addebiterà anticipatamente l'intero prezzo dell'Abbonamento subito dopo ogni rinnovo sullo
stesso
strumento di pagamento in precedenza utilizzato dall'Utente ovvero sul diverso strumento indicato
dall'Utente attraverso
l'area riservata del proprio account personale.
4. Recesso DEL CONSUMATORE
4.1 L'Utente, ove qualificabile come consumatore – per consumatore si intende una persona fisica che agisce
per scopi
estranei all'attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta, ha
diritto di
recedere dal contratto, senza costi e senza l'onere di indicarne i motivi, entro 14 giorni dalla data di
attivazione
dell'Abbonamento acquistato.
4.2 L'Utente può comunicare la propria volontà di recedere, inviando al Fornitore una comunicazione
esplicita in questo
senso mediante una delle seguenti modalità:
mediante raccomandata a.r. indirizzata alla sede del Fornitore;
per email al seguente indirizzo help@newslist.it;
4.3 Ai fini dell'esercizio del recesso l'Utente può, a sua scelta, utilizzare questo modulo
4.4 Il termine per l'esercizio del recesso si intende rispettato se la comunicazione relativa all'esercizio
del diritto
di recesso è inviata dall'Utente prima della scadenza del periodo di recesso.
4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.