12 Novembre

Barili e missili. La tela di Vladimir Putin

La Turchia conferma: chiuso con la Russia l'acquisto del sistema anti-missile S-400. Qualche settimana fa la vendita all'Arabia Saudita. Oleodotti, armi, energia, guerra e diplomazia del Cremlino. Putin, Xi Jinping e il nuovo ordine mondiale. Analisi e ritratto del più grande stratega contemporaneo

Vladimir Putin conferma la tradizione della Russia nella produzione di grandi scacchisti. Il Presidente russo approfittando della ritirata di Obama e dell'assestamento ancora in corso dell'amministrazione Trump sta tessendo una tela fitta di relazioni basate sui concretissimi fatti dell'energia e della Difesa. Petrolio e sistemi d'arma sono la sua leva diplomatica, la Santa Barbara alla quale Mosca attinge per espandere la sua influenza fino a diventare fattore determinante nella risoluzione (o innesco) delle crisi regionali. 

La cooperazione tra Teheran e Mosca ha dato a Putin (qui sopra, nella foto Ansa, con il ministro degli Esteri Serghei Lavrov) una formidabile catapulta in Medio Oriente, l'intervento dei suoi bombardieri e delle truppe speciali - con la vittoria su Isis - gli ha conferito lo scettro dello stratega che decide e vince. La disinvoltura di movimento di Putin fa impressione, è certamente facilitata dall'assenza del cosiddetto "processo democratico", ma in realtà siamo di fronte a un soggetto capace di leggere gli scenari del Risiko meglio degli altri, disposto a rischiare ma sempre con un calcolo preciso sul tavolo. Dove non arriva il petrolio, la posizione di vantaggio competitivo della Russia dentro l'Opec, arrivano i missili e le armi della difesa russa. 

Questa tela di mese in mese si fa più chiara. La Turchia ha confermato oggi (l'annuncio era arrivato il 12 settembre scorso) lo sprint per l'acquisto dei missili S-400 della Russia. Il ministro della Difesa turco, Nurettin Canikli, ha spiegato che "con Mosca siamo ai dettagli, ma oltre al sistema S-400 abbiamo intenzione di produrre e implementare un sistema di difesa aereo di comune accordo i Paesi che fanno parte di Eurosam". Quest'ultimo riferimento serve a tranquillizzare l'Europa: la Turchia infatti gioca la partita a Risiko con le mani libere, fa parte della Nato e acquista armamenti dalla Russia. È il doppio gioco di Erdogan dopo il colpo di stato...


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