24 Gennaio
Battaglia sulla Flat Tax
Padoan chiede: dove sono le coperture? Brunetta risponde così: si candida a Siena è in conflitto d'interessi. Lo scontro tra i partiti sta virando sul Fisco. Salvini avvisa Berlusconi sul patto di stabilità: il numerino tre per noi non esiste.
It's the economy, stupid fu lo slogan con cui Bill Clinton vinse la sua campagna presidenziale del 1992 contro Bush senior. Lo coniò il suo stratega elettorale, James Carville, e da allora rappresenta un punto di caduta (e ascesa) di ogni esperto di comunicazione politica. Nella campagna elettorale italiana il tema sta cominciando a emergere, in particolare la proposta di Flat Tax del centrodestra. La materia evoca nel contribuente svariati sentimenti: si va dall'entusiasmo allo scetticismo, in mezzo per ora c'è molta confusione e naturalmente la propaganda dei partiti.
Una semplificazione fiscale è possibile, auspicabile, necessaria. Basterebbe leggere il libro del professor Dario Stevanato, intitolato non a caso "Dalla crisi dell'Irpef alla flat tax" per cominciare a pensare che alcune cose vanno corrette subito e una grande riforma fiscale (andrebbe bene anche una piccola, basta cambiare questo folle sistema) non è più rinviabile. Questo a prescindere dal colore politico, il contribuente italiano non può essere trattato come un suddito. Non è una questione di destra o sinistra, ma di buon senso. Chi produce non è un limone da spremere. E il mito della progressività dell'Irpef è finito da un pezzo. La battaglia politica si sposterà rapidamente su questo tema, oggi abbiamo avuto un primo assaggio. Seguite il titolare di List.
01
Padoan-Brunetta
Il ministro dell'Economia è un tipo puntiglioso, forse anche ombroso, ma di certo è uno che rispetto alla media dei candidati del suo partito sa mettere in fila i numeri. La sua politica economica ha concesso molto al Pd, ma con il governo Gentiloni Padoan ha lavorato con più libertà e meno tensioni, pur allargando la borsa per consentire il finanziamento della spesa da ciclo elettorale. Ora Padoan è candidato e la sua campagna avrà la cifra del cecchino di piani economici altrui. Oggi l'ha messa giù così:
Vorrei capire un po' meglio qual...
It's the economy, stupid fu lo slogan con cui Bill Clinton vinse la sua campagna presidenziale del 1992 contro Bush senior. Lo coniò il suo stratega elettorale, James Carville, e da allora rappresenta un punto di caduta (e ascesa) di ogni esperto di comunicazione politica. Nella campagna elettorale italiana il tema sta cominciando a emergere, in particolare la proposta di Flat Tax del centrodestra. La materia evoca nel contribuente svariati sentimenti: si va dall'entusiasmo allo scetticismo, in mezzo per ora c'è molta confusione e naturalmente la propaganda dei partiti.
Una semplificazione fiscale è possibile, auspicabile, necessaria. Basterebbe leggere il libro del professor Dario Stevanato, intitolato non a caso "Dalla crisi dell'Irpef alla flat tax" per cominciare a pensare che alcune cose vanno corrette subito e una grande riforma fiscale (andrebbe bene anche una piccola, basta cambiare questo folle sistema) non è più rinviabile. Questo a prescindere dal colore politico, il contribuente italiano non può essere trattato come un suddito. Non è una questione di destra o sinistra, ma di buon senso. Chi produce non è un limone da spremere. E il mito della progressività dell'Irpef è finito da un pezzo. La battaglia politica si sposterà rapidamente su questo tema, oggi abbiamo avuto un primo assaggio. Seguite il titolare di List.
01
Padoan-Brunetta
Il ministro dell'Economia è un tipo puntiglioso, forse anche ombroso, ma di certo è uno che rispetto alla media dei candidati del suo partito sa mettere in fila i numeri. La sua politica economica ha concesso molto al Pd, ma con il governo Gentiloni Padoan ha lavorato con più libertà e meno tensioni, pur allargando la borsa per consentire il finanziamento della spesa da ciclo elettorale. Ora Padoan è candidato e la sua campagna avrà la cifra del cecchino di piani economici altrui. Oggi l'ha messa giù così:
Vorrei capire un po' meglio qual è la proposta che il presidente Berlusconi ha fatto, io non la conosco, noto da economista che quando si propone un taglio delle tasse si deve anche dire come si finanzia il taglio delle tasse, cioè quali sono i tagli di spesa o aumenti di altre tasse per esempio, in modo tale che questa tassa sia tagliata, ma sia tagliata veramente, non si debba reintrodurre dopo qualche anno la tassa perché c'è un buco di bilancio".
Berlusconi si ispira alla Russia? Padoan diventa sulfureo, quasi divertito:
La vedrei difficile come campo di applicazione: se c'è un'economia particolare al mondo tra quelle emergenti è quella della Russia che è totalmente o quasi dipendente dal prezzo del petrolio. L'evidenza statistica ci dice che in Russia le cose vanno bene quando il prezzo del petrolio sale, questo significa in termini di ricchezza, di produzione e di bilancio pubblico, e vanno male quando il prezzo scende. Questa correlazione è molto stretta e io ho la sensazione, ma ripeto parlo al buio, che questo meccanismo fiscale ispirato a Putin sia a sua volta dipendente dalla produzione di petrolio. Noi com'è noto produciamo un pochino di energia, ma non siamo un paese produttore di petrolio quindi la vedrei difficile come campo di applicazione. Quando si abbassa una tassa, la si faccia piatta o articolata, ci vuole una copertura. Quindi si deve mettere sul piatto la copertura. E questo fa parte di quelle proposte che io chiamo bacchette magiche o fatina blu perché sono miracolose, quindi sono spesso divertenti da ascoltare.
Tagliente, Pier Carlo. Chi risponde a Padoan? Che domande, Renato. Via Facebook arriva un Brunetta:
Dimettiti da ministro, affronta le prossime settimane a viso aperto. Ad armi pari sono pronto ad un confronto pubblico sulle coperture della flat tax e di tutte le nostre e le vostre proposte economiche. Da professore a professore. Noi siamo persone serie e il nostro programma è perfettamente sostenibile dal punto di vista finanziario. Vedremo quello del Pd. Confrontiamoci pubblicamente, Pier Carlo.
Pier Carlo, vecchi amici. Fin qui, di fioretto. Poi la spada:
Il ministro dell'Economia e delle finanze, mister debito pubblico Pier Carlo Padoan, ha proprio una bella faccia di bronzo. Il titolare del Mef si candida a Siena, città del Monte dei Paschi, di cui è proprietario proprio il Tesoro. Un conflitto d'interessi grande come una casa che solo Padoan e il suo leader mister Etruria Renzi non hanno ancora percepito. E da questo pulpito il ministro dell'Economia si permette di fare la maestrina e di chiedere ai competitori politici le coperture delle loro legittime proposte politiche? Ma Padoan non si vergogna neanche un po'? Lui, Renzi e Gentiloni hanno distrutto i conti pubblici italiani, hanno portato il debito pubblico a livelli record mai visti prima, hanno dilaniato l'immagine internazionale del nostro Paese, e ancora trovano il fiato per proferire baggianate?
Infine, i cannoni:
Altra domandina: da candidato Padoan userà gli uffici del Mef per la sua campagna elettorale? Userà le strutture del Tesoro e i suoi funzionari? Userà i voli di Stato? Ti aiuto io a superare tutti questi conflitti d'interessi, caro Pier Carlo. Gli italiani giudicheranno e magari se non sarai più ministro dell'Economia ma un semplice candidato i potenziali elettori del collegio di Siena saranno più liberi di votarti o meno. In politica serve correttezza, trasparenza, lealtà.
Ok, abbiamo la notizia. Il duello a distanza da seguire in questi giorni di campagna elettorale sarà quello tra Padoan e Brunetta. Parola d'ordine: Flat Tax. C'è altro? Tutti a Siena. E abbasso il 3 per cento. Che cosa è? Legaland.
02
Salvini, Silvio e il 3 per cento
Tutti vogliono andare a Siena a misurarsi con il mite e tagliente Pier Carlo Padoan. Il segretario della Lega, Matteo Salvini, ha annunciato che in quel collegio spedirà a sfidare il ministro dell'Economia Claudio Borghi, responsabile Economia della Lega. "Un collegio che la sinistra dà per acquisito ma che sarà conteso", ha detto Salvini che poi ha annunciato "cosa farà il governo Salvini dal 5 marzo in poi". Governo Salvini. Citofonare Berlusconi. Al Cavaliere Salvini ha riservato questa carezza su un tema che proprio non conta nulla nell'agenda politica di chi si candida a governare:
Il numerino 3, se danneggia le imprese e le famiglie italiane, per noi non esiste. Se ci sono regolamenti Ue che danneggiano le famiglie italiane quei regolamenti per il governo Salvini non esistono: come la Bolkestein, la direttiva Banche.
Il numerino 3, il rapporto tra deficit e pil nel Patto di stabilità. E pensare che hanno appena firmato un programma politico. Si chiama competizione a destra, si stanno decidendo le candidature al Nord. Non c'è pace. D'altronde, la campagna elettorale entra anche in Chiesa. Solo quella. I fedeli no.
03
Per chi parlano i vescovi?

Stalin a un certo punto della storia fece la domanda: quante armate ha il Papa? Nessuna, ma al comunismo il seguito della faccenda non andò benissimo, mentre la Chiesa è ancora là. Quasi spenta in Occidente, vive in altri mondi non ancora privi di stupore e amore per il mistico. Non qui. Altrove.
I vescovi italiani che criticano la campagna elettorale fanno notizia per la fonte, ma la loro influenza sulla società italiana è al lumicino. Nell'annuario statistico dell'Istat del 2016 la parola "Chiesa" non compare mai, i numeri sulla religione cattolica sono allo sprofondo: un italiano su cinque non è mai entrato in un edificio di culto, un bambino su quattro per effetto dei flussi migratori crescerà in un ambiente familiare non cattolico.

Come scrive Alessandro Castegnaro, dell'Osservatorio socio-religioso del Triveneto, siamo "fuori dal dispositivo di controllo istituzionale della chiesa cattolica (fine del cattolicesimo post-tridentino)" e siamo da tempo dentro quel mondo che pensa: “La chiesa dica un po’ quello che vuole, io decido in ogni caso da me”. È in questo "da me" c'è la storia di un'Italia sempre più diversa da quella dipinta nella retorica delle varie istituzioni, soprattutto della chiesa.

I vescovi italiani si occupano molto di politica, sono dentro il dibattito auto-referenziale del sistema dei mainstream media, ma le Chiese sono vuote, i matrimoni colano a picco, i battesimi sono in calo costante e la partecipazione allo studio della religione a scuola perde terreno.
Il problema non è se la Chiesa debba intervenire o no sulle questioni politiche (è una stupidaggine dire che non può farlo), ma come deve farlo, Dio e Cesare sono separati, ma l'uno e l'altro dicono e si contraddicono. I titoloni sui giornali sono fuori luogo perché il principale luogo di discussione della Chiesa è vuoto. La preghiera è assente, Dio e Gesù un incidente di percorso in un discorso che fa scomparire il sacro nel politico.
Il Papa chiese ai preti di aprire le Chiese agli immigrati, "ogni parrocchia ospiti una famiglia di profughi" (Angelus del 6 settembre 2015) applausi, grande discussione politico-teologica, evviva Francesco. La cosa poi è caduta in un imbarazzante silenzio: quanti preti lo hanno fatto?
In una società dissacrante, la Chiesa italiana dovrebbe far suonare l'orchestra del sacro, ma se il suo linguaggio diventa quello del sindacato, della politica, della sociologia, alla fine ciò che è immanente e trascendente si perde, si spegne. Il titolare di List ne ha parlato con Don Filippo Di Giacomo su RadioList, questo è il dialogo:
Viviamo tempi interessanti. Forse troppo. Anche per la Chiesa.
Nel frattempo, i giochi politici vanno avanti, ci sono scadenze che il calendario ha già fissato: il 4 marzo si vota, cominceranno le consultazioni e il 23 marzo ci sarà la prima seduta del Parlamento, da quel momento, comincia la rumba per l'elezione del Presidente del Senato, la seconda carica dello Stato. Da questa scelta dei senatori dipende la mossa successiva, quale maggioranza andrà a governare il Paese. È un gioco a incastri, non scontato come qualcuno potrebbe pensare. Antonio Iannamorelli ha provato a disegnare per List una serie di combinazioni, tutte ad alto voltaggio. Qualcuno resterà fulminato.
04
Il gioco della poltrona al Senato

di Antonio Iannamorelli
Dopo le elezioni politiche il problema sarà formare una maggioranza di Governo, certo. Ma la questione esploderà ben prima. Segnatevi sul calendario il 23 Marzo. È la data di insediamento delle Camere. E non saranno solo baci e abbracci e primo giorno di scuola. I due rami del Parlamento saranno chiamati ad eleggere i loro presidenti, che poi dovranno salire al Colle per aprire le consultazioni. E sarà questo il primo ostacolo per il lavoro del Presidente della Repubblica: chiedere ai suoi giuristi se, stante la prassi costituzionale, si possono iniziare le consultazioni per formare l'Esecutivo, senza che le altre cariche istituzionali siano state "coperte". Perchè? Andiamo con ordine. Continua a leggere l'articolo su List.
***
Mentre l'Italia si avvicina all'Armageddon elettorale (ma attenti, il Gattopardo è sempre in agguato), nel mondo, non lontano dal nostro paese, i cannoni tuonano. Al confine tra Turchia e Siria c'è un nuovo capitolo di guerra da raccontare. Erdogan muove la fanteria, i carri e i cannoni contro i curdi.
05
La guerra di Erdogan
La Turchia attacca, l'Europa guarda con imbarazzo, la Russia approva e gli Stati Uniti subiscono. La guerra in Siria dopo l'Isis comincia con un'operazione militare delle forze turche contro i curdi a Afrin, a Nord di Aleppo. Erdogan ha ordinato l'offensiva con il via libera di Mosca, il bersaglio è alleato degli americani, ha ricevuto sostegno dall'amministrazione Trump, ma a Washington sono troppo distratti dalle vicende interne per rendersi conto della gravità di quello che sta accadendo in Siria.
L'Europa, in un festival dell'ipocrisia che ora sta diventando un gigantesco boomerang, ha il meraviglioso ruolo di un'istituzione che dà a Erdogan i finanziamenti per tenere chiuso il rubinetto dell'immigrazione a Est e ora non sa più che fare di fronte ai cannoni che tuonano contro i curdi.

Neanche gli americani in realtà sanno bene come uscirne: hanno sostenuto i curdi, hanno in corso un'operazione a Raqqa che il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, ha condannato, puntano a creare una forza di trentamila uomini nella Rojava, alla frontiera nord est della Siria, territorio sotto il controllo del Pyd-Ypg, il gruppo curdo che Erdogan vuole abbattere, mentre Trump lo considera alleato. È una situazione surreale e oggi a Ankara si incontrano una delegazione americana guidata dal segretario per gli Affari Eurasiatici Jonathan Cohen e rappresentanti del ministero degli Esteri della Turchia.
Tutto dice che Washington è sulla sponda opposta rispetto ad Ankara, ma la Turchia è un partner nella Nato che parla con la Russia, rompere non si può e James Mattis, segretario della Difesa, dall'Indonesia dice che:
Serve moderazione e la violenza su Afrin sconvolge quella che era un'area relativamente stabile in Siria e distrae dallo sforzo internazionale per sconfiggere l'Isis.
"Moderazione" è la parola usata durante la riunione del Consiglio di sicurezza dell'Onu che non ha preso nessuna decisione, segno che non c'è una linea strategica e in assenza di questa Erdogan si muove liberamente.
Così i curdi scoprono ancora una volta tutta la loro debolezza. Chiusa l'offensiva contro Isis, si sono ritrovati circondati a Sud dalle forze dell'Iraq nella zona dei pozzi di petrolio di Kirkuk e a Nord dall'esercito della Turchia. Gli Stati Uniti hanno lasciato fare sia Ankara che Baghdad perché di fatto non hanno il controllo del territorio e Putin può schiacciare in qualsiasi momento il bottone e far decollare i suoi aerei da caccia.
È sempre Mosca che muove i pezzi sulla scacchiera: l'operazione turca a Afrin allontana Erdogan dalla Nato e dai suoi interessi strategici, mettendo la Turchia sempre più in un'orbita euroasiatica, in un nuovo ordine mondiale che espande l'influenza russa in Medio Oriente e contemporaneamente spacchetta il "vecchio mondo" dell'Alleanza Atlantica. Affilatissimi giochi di spada. Chi vincerà? Non lo sappiamo, possiamo solo dire chi sta vincendo, per ora: Putin.
Che facciamo? Un volo negli Stati Uniti. I democratici hanno mollato la presa e lo shutdown è finito come previsto, Trump ha twittato vittoria.
06
Il governo riapre, i dem chiudono
La battaglia sul finanziamento delle attività del governo è durata ben poco: i senatori centristi alla fine hanno trovato un accordo temporaneo e la chiusura delle attività del governo si è risolta in un vantaggio per Trump. Se cominci la guerra, devi sapere per quanto tempo sei disposto a sostenerla, i democratici non lo sapevano. Sulla spinta - ancora una volta - dell'emotività hanno cominciato il loro ostruzionismo parlamentare, ma il Senato americano non è la piazza liberal e così il leader repubblicano Mitch McConnell ha vinto la sua partita e si prepara a presentare un nuovo provvedimento sull'immigrazione (il pomo della discordia) mentre i democratici si interrogano sul da farsi e il leader Chuck Schumer si ritrova con un partito smarrito: da una parte i centristi, dall'altra i liberal. In mezzo, gli americani che non l'hanno presa benissimo. Un informatissimo articolo del Wall Street Journal racconta dei telefoni del Partito democratico sommersi dalle chiamate. Risultato: il Senato americano si è svincolato dallo scontro e ha deciso contro gli opposti estremismi. E Trump? Ha twittato vittoria:

Sintesi politica: Trump esulta, Schumer si arrende a McConnell, resa dei dem alle richieste dei repubblicani sul programma per i Dreamers e fine dell'ostruzionismo, delusione della base che era stata illusa con la promessa di una battaglia senza quartiere sui finanziamenti dei programmi del governo. L'accordo è tra i senatori centristi, ma il vincitore - per ora, poi vedremo il seguito - abita alla Casa Bianca. Tafazzi americani. Per convincerli non bastano le parole, bisogna spendere molti soldi. Non ci credete? Abbiamo un esempio per voi.
07
I lobbisti di Amazon, Facebook e Google
Recode ha fatto un rapido conticino sui soldi spesi dai giganti di Internet per fare lobby nella politica americana: 50 milioni di dollari. Sono noccioline sul bilancio di questi mostri, ma pur sempre parecchi. Questa è la progressione di spesa della sola Amazon:

Lobbista in America. Mestiere ricco. E in Italia? Manca la legge, quelli bravi vedono la concorrenza di personaggi che con quel mestiere non hanno nulla a che fare. Conviene a molti, danneggia i migliori. Ci penserà il prossimo Parlamento? Che domande. Beviamoci sopra un Gin Martini, rigorosamente inglese, la lobby di quello prodotto a Londra ringrazia.
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5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.