16 Giugno
Biden-Putin, buona la prima. Una questione di interessi
Il faccia a faccia a Ginevra tra i presidenti di Stati Uniti e Russia è andato bene. Parole schiette, distanze visibili, ma riapertura del negoziato sulla sicurezza, un richiesta a Mosca di abbandonare la cyber-guerra e una dichiarazione congiunta sul nucleare e la stabilità strategica che è fondamentale per evitare la proliferazione della Bomba
Com'è andata? Molto bene. Il vertice tra Joe Biden e Vladimir Putin a Ginevra è un grande, importante passo avanti verso la distensione tra le due superpotenze nucleari. Senza la Russia non c'è stabilità, non ci può essere un nuovo ordine mondiale del post-coronavirus, senza l'intesa con l'America non può esserci un futuro di pace. È da questa consapevolezza che sono partiti i colloqui tra Biden e Putin a villa La Grange. Entrambi nella foto dell'inizio del vertice sono apparsi rilassati, a proprio agio. Sorridente il presidente americano, con le mani sulle ginocchia, disteso, il presidente russo.
Villa La Grange, Ginevra. La sede del primo faccia a faccia tra Biden e Putin (Foto Epa).I colloqui sono durati 4 ore, quando sono terminati, qualcuno ha temuto il peggio, la rottura improvvisa, il rovesciamento del tavolo, ma il pollice su di Biden ripreso dalle televisioni subito dopo l'incontro ha fatto svanire i timori, l'intesa tra i due c'è, i negoziati "proseguiranno a livello dei ministri degli Esteri" ha detto Putin. Restano le differenze - quella sull'Ucraina e la Nato, per esempio - ma da oggi la distanza è minore, il "telefono rosso" tra la Casa Bianca e il Cremlino torna a funzionare e per il mondo è una grande notizia.
Quel giorno a Ginevra. Joe Biden e Vladimir Putin nella foto prima del via al vertice odierno tra Russia-Stati Uniti (Foto Epa).Sul tavolo dei due presidenti c'erano molte incomprensioni, cominciate nella stagione trumpiana segnata dalla campagna elettorale del 2016 con il tentativo di mettere su The Donald il bollino del collaborazionista del Cremlino (inchiesta che si basava su carte false, crollata come un castello di sabbia), proseguite con gli attacchi hacker (accuse respinte da Putin durante il vertice) a istituzioni politiche e infrastrutture americane, aumentate con la questione Ucraina e i rapporti di Mosca con la Bielorussia,...
Com'è andata? Molto bene. Il vertice tra Joe Biden e Vladimir Putin a Ginevra è un grande, importante passo avanti verso la distensione tra le due superpotenze nucleari. Senza la Russia non c'è stabilità, non ci può essere un nuovo ordine mondiale del post-coronavirus, senza l'intesa con l'America non può esserci un futuro di pace. È da questa consapevolezza che sono partiti i colloqui tra Biden e Putin a villa La Grange. Entrambi nella foto dell'inizio del vertice sono apparsi rilassati, a proprio agio. Sorridente il presidente americano, con le mani sulle ginocchia, disteso, il presidente russo.
Villa La Grange, Ginevra. La sede del primo faccia a faccia tra Biden e Putin (Foto Epa).I colloqui sono durati 4 ore, quando sono terminati, qualcuno ha temuto il peggio, la rottura improvvisa, il rovesciamento del tavolo, ma il pollice su di Biden ripreso dalle televisioni subito dopo l'incontro ha fatto svanire i timori, l'intesa tra i due c'è, i negoziati "proseguiranno a livello dei ministri degli Esteri" ha detto Putin. Restano le differenze - quella sull'Ucraina e la Nato, per esempio - ma da oggi la distanza è minore, il "telefono rosso" tra la Casa Bianca e il Cremlino torna a funzionare e per il mondo è una grande notizia.
Quel giorno a Ginevra. Joe Biden e Vladimir Putin nella foto prima del via al vertice odierno tra Russia-Stati Uniti (Foto Epa).Sul tavolo dei due presidenti c'erano molte incomprensioni, cominciate nella stagione trumpiana segnata dalla campagna elettorale del 2016 con il tentativo di mettere su The Donald il bollino del collaborazionista del Cremlino (inchiesta che si basava su carte false, crollata come un castello di sabbia), proseguite con gli attacchi hacker (accuse respinte da Putin durante il vertice) a istituzioni politiche e infrastrutture americane, aumentate con la questione Ucraina e i rapporti di Mosca con la Bielorussia, un crescendo di piccoli e grandi casi, con sullo sfondo gli avvelenamenti all'estero (il caso Skrjpal), la guerra di spie, il ritiro degli ambasciatori (torneranno a Mosca e a Washington), la delicata questioni dell'opposizione di Navalny e il suo avvelenamento, l'ingombrante presenza delle milizie russe nel Mediterraneo Orientale, la partita dell'energia, l'asse di ferro con la Cina di Xi Jinping, la più grande preoccupazione di Biden.
Tutto questo non sparisce, fa parte del conflitto tra due potenze "imperiali", la guerra sotterranea non finisce improvvisamente, viviamo in un mondo dove tutti spiano tutti, ci sono cose che entrano nel capitolo dell'indicibile e del segreto di Stato, ma il fatto resta: i due si sono parlati, si sono intesi (ammesso che si siano mai fraintesi, cosa che qui escludiamo perché siamo in presenza di politici più che navigati). Ora a tessere la tela saranno i ministri, le azioni concrete della diplomazia. E gli eserciti. Visibili e invisibili.
Format a quattro. Da sinistra, il segretario di Stato Anthony Blinken, il presidente Joe Biden, il presidente Vladimier Putin e il ministro degli Esteri Sergei Lavrov. Questo è il round allargato dei colloqui diplomatici (Foto Epa)."I colloqui sono stati abbastanza costruttivi", ha detto il presidente Putin, al termine del colloquio con Joe Biden. "Penso che non ci sia stata ostilità. Al contrario... Penso che entrambe le parti si siano dimostrate disposti a capirsi e a trovare il modo di avvicinare le nostre posizioni. Biden è un politico di grande esperienza, siamo stati insieme due ore". Sono parole che in questi giorni valgono oro, perché i rischi di un naufragio c'erano tutti, le conclusioni del vertice Nato avrebbero potuto irrigidire la diplomazia del Cremlino, condurre a un crac dagli esiti indefinibili, ma alla fine ha prevalso una gran dose di bu0nsenso da parte di tutti. Putin è un abile scacchista, Biden un pokerista, l'uno e l'altro si sono studiati, il presidente russo dice di non sapere se alla fine nel Congresso americano (e in Europa) prevaranno le colombe o i falchi sulle sanzioni. Sono i "problemi" della democrazia. Che Putin non ha e in una partita simile non è una differenza marginale, diventa sostanza. Biden dovrà tessere molta tela, ma lo stesso Putin dovrà fare i conti con le forze contrarie che pure nel suo paese esistono, l'antica tentazione dell'isolamento di Mosca, la forza dei vertici militari, l'apparato della sicurezza pur sempre vivo anche senza più l'impero sovietico.
Il dossier sul nucleare e gli armamenti strategici è quello che conta. C'è una dichiarazione congiunta sul nucleare, questo è probabilmente il punto più importante del summit di Ginevra.
Noi, il presidente degli Stati Uniti d'America Joseph R. Biden e il presidente della Federazione Russa Vladimir Putin, dichiariamo che gli Stati Uniti e la Russia hanno dimostrato che, anche in periodi di tensione, sono in grado di fare progressi sugli obiettivi condivisi, per garantire la prevedibilità nella sfera strategica, riducendo il rischio di conflitti armati e la minaccia di una guerra nucleare.
La recente estensione del trattato New Start è l'esempio del nostro impegno per il controllo delle armi nucleari. Oggi riaffermiamo il principio che una guerra nucleare non può essere vinta e non deve mai essere combattuta.
Coerentemente con questi obiettivi, gli Stati Uniti e la Russia intraprenderanno un dialogo bilaterale integrato sulla stabilità strategica nel prossimo futuro, che sarà deliberato e solido. Attraverso questo dialogo, cerchiamo di gettare le basi per il futuro controllo degli armamenti e le misure di riduzione del rischio.
Abbiamo già visto ieri su List quanto la minaccia degli arsenali sia concreta, crescente e rischi di andare fuori controllo.
Secondo gli ultimi dati aggiornati 48 ore fa dal Sipri (Stockholm International Peace Research Institute) di Stoccolma, Stati Uniti e Russia hanno il 90% delle forze nucleari globali. Secondo il Sipri "entrambi attribuiscono crescente importanza al nucleare nelle loro strategia di sicurezza nazionale". Nel 2021 gli Stati Uniti vantano 5.550 testate nucleari contro le 6.255 della Russia. Di queste, l'America ne ha schierate 1.800 (già collocate nei missili o localizzate in basi militari con forze operative), mentre la Russia ne ha 1.625.
Le altre testate sono utilizzate come riserva strategica, oppure sono state ritirate in attesa di smantellamento. Questo è il quadro sul quale si confrontano le due potenze. Ecco perché è fondamentale per Biden e Putin trovare un accordo e renderlo subito operativo. Entrambi non rinunceranno ai loro arsenali, ma una limitazione e un programma di riduzione sono necessari per evitare una corsa senza controllo.
In questo quadro, a Ginevra i due presidenti potrebbero trovare un terreno comune sul dossier iraniano: Biden punta a cancellare la stagione di duro controllo aperta da Donald Trump (uscito dal Jcpoa), Putin è uno dei capi di Stato capace di dare le carte con il regime degli ayatollah di Teheran. In più, quello nucleare è un club del quale fanno parte altri Paesi.
Prima di tutto la Cina, che ha in corso un programma di modernizzazione e espansione dell'arma atomica (Pechino ha 350 testate) e Xi Jinping in un quadro di alta tensione (vedere alla voce Taiwan e Mar della Cina) userà certamente la Bomba come arma di pressione diplomatica. Nel subcontinente indiano non bisogna dimenticare la persistente tensione tra India e Pakistan, altre due potenze nucleari che secondo i numeri del Sipri hanno rispettivamente 156 e 165 testate a disposizione.
In Medio Oriente sulla scacchiera non si possono dimenticare le 90 testate di Israele che, anche con il nuovo governo e la fine del regno di Bibi Netanyahu, ha comunque ribadito la sua ostilità a un accordo sul nucleare iraniano e ha affermato l'autonomia di intervento contro Teheran nel caso di escalation nel processo di arricchimento dell'uranio per scopi militari. Infine, il grande dilemma: l'arsenale di Kim Jong-un, l'atomica della Corea del Nord di cui nessuno conosce con certezza i numeri, ma il Sipri stima possibile che le testate siano tra 40 e 50.
La stretta di mano. Putin a sinistra, Biden a destra. Il vertice comincia così (Foto Epa)La Casa Bianca e il Cremlino hanno davanti questo quadro. Il totale delle testate nucleari operative è cresciuto quest'anno a quota 3.825 contro le 3.720 dell'anno scorso. Sono aumentate, nonostante i trattati e le dichiarazioni dei leader ne prevedano la riduzione. La gran parte di queste testate, circa duemila, sono in uno stato di 'alert' operativo e sono sotto il comando dei generali di Russia e Stati Uniti.
L'obiettivo è il controllo reciproco, tornare a una regolata dissuasione nucleare e evitare la proliferazione del know how e della Bomba verso nazioni instabili. Il club nucleare si è già allargato troppo, la presenza di un soggetto come la Corea del Nord è un memento, l'Iran dunque non può farne parte senza provocare un attacco preventivo di Israele e innescare uno scenario da incubo in tutta l'area del Medio Oriente.
Come in ogni buona spy story ci sarà anche lo scambio di prigionieri, "un compromesso", ha sottolineato Putin. Ma le "linee rosse" evocate alla vigilia da Biden (meglio lasciar perdere, quelle di Obama in Siria divennero nere come le bandiere dell'Isis) secondo il capo del Cremlino non sono state oggetto di "enfasi". Nessuno voleva (e poteva) premere il piede sull'acceleratore. "Biden ha parlato di valori, è la mia lingua", ha sottolineato Putin. Una linea gradualista, quella del presidente americano, che sembra aver colto il segno e dato al presidente russo quel che voleva, il rientro sulla scena americana senza il segno del "killer" (Biden dixit). Putin è tornato davanti alla scacchiera, gioca la partita. E questo è un indubbio merito di Biden.
***
Joe Biden è in hotel, guarda e ascolta la conferenza stampa di Putin. Poi è il suo turno. Il primo flash è un chiaro segnale di distensione: "La mia agenda non è contro la Russia, l'ho detto a Putin, è per gli americani". I rapporti tra Washington e Mosca "devono essere stabili", con un'aggiunta di chiarezza per il domani: "E prevedibili". Niente fughe in avanti. Il presidente americano non vuole sorprese, l'improvvisa zampata alla schiena dell'orso russo. Vale anche per gli americani, siano prudenti in Ucraina, quello è l'ex granaio di Mosca, cuore dell'antico impero. Autonomia di Kiev non significa per Mosca fine dell'influenza.
Tra Biden e Putin si apre "un dialogo sulla stabilità strategica". Il presidente degli Stati Uniti spiega che con l'uomo del Cremlino ha trascorso molto tempo a parlare di cybersicurezza, ha confermato di aver detto al presidente russo che l'America continuerà "a sollevare questioni per casi come Alexei Navalny e tutte le questioni legate ai diritti umani" e poi ha piazzato sul tavolo il pezzo forte dell'incontro: "Abbiamo discusso nel dettaglio il controllo delle armi nucleari".
"Non è una questione di fiducia, ma di interessi". Joe Biden e Vladimir Putin si avviano al vertice bilaterale (Foto Epa).Il crocevia delle relazioni tra Stati Uniti e Russia è il nucleare, il vai e vieni del materiale fissile, l'arricchimento dell'uranio (vedere alla voce centrifughe iraniane), la costruzione senza freni di missili a lungo raggio da parte di nazioni che non offrono garanzie, il contenimento degli arsenali propri e lo stop totale ai nuovi ingressi nel club dell'atomo. Questa è la vera partita della sicurezza globale, quella dai cui dipende tutto, o quasi.
L'altro punto che brilla è la sicurezza delle infrastrutture americane, l'imperativo della Casa Bianca è quello di proteggerle dagli attacchi informatici, non esporle nella loro chiara e preoccupante debolezza all'assalto dei virus sganciati dagli hacker. Il caso di Colonial Pipeline brucia - un cyber-attacco che qualche settimana fa ha bloccato un oleodotto lasciando senza benzina tutta la costa atlantica degli Stati Uniti, dal Texas a New York - e la Casa Bianca vuole un impegno di Putin sul tema, chiede garanzie, un accordo non scritto ma tra leader di superpotenze. Il presidente americano ha consegnato al presidente russo la lista di 16 infrastrutture critiche che non possono essere attaccate, il Cremlino ha preso nota, Biden ha chiesto che in Russia - e vale per tutti gli altri - siano avviate "azioni contro i criminali che nei loro territori portano avanti attacchi". È la partita di oggi e domani, la silenziosa e letale guerra dei computer, delle reti, del comando e controllo.
Il problema è che tra i pirati informatici più attivi non ci sono soltanto i russi, ma i cinesi, i nordcoreani, gli iraniani, entità non statali che vengono ingaggiate da altre potenze, mercenari del web, gruppi criminali armati di virus informatici che chiedono riscatti da liquidare su blockchain, in moneta virtuale. La giungla della Rete. La legge della giungla. Una cooperazione in questo campo sarebbe opportuna, ma siamo alle prime battute, bisogna vedere cosa ne pensa Pechino, la vera ombra di questo vertice, la figura di Xi Jinping, il compagno di viaggio (forse) di Vladimir. Spingere Cina e Russia al matrimonio è il più grave errore strategico, finora l'errore si è ripetuto, Biden forse oggi ha aperto una breccia per separare Mosca da Pechino. Forse.
La carovana di limousine in attesa della delegazione americana all'aeroporto di Ginevra (Foto Epa).Il capitolo dei diritti umani, del rispetto degli avversari politici, è un pilastro della politica della Casa Bianca, dunque Biden ammonisce su "conseguenze devastanti" in caso di morte di Navalny, ribadisce che la sovranità dell'Ucraina avrà il "sostegno incrollabile" dell'America e naturalmente che ogni azione di Mosca contro gli Stati Uniti incontrerà una risposta.
Per Biden è chiaro che "non è nell'interesse di nessuno aprire una nuova guerra fredda" e che questa "è l'ultima cosa che vuole Putin è proprio questa" e "non siamo negli anni Sessanta". Il presidente americano ha rivelato che la Russia ha offerto il proprio aiuto diplomatico sull'Iran e un impegno anche per la sicurezza in Afghanistan. Sono parole importanti, disegnano un quadro di potenziale collaborazione su problemi irrisolti nei quali la mano di Mosca ha un grande peso, sono passaggi della conferenza stampa di Biden che aprono a negoziati serrati su alcuni temi urgenti (quello iraniano) dove senza la Russia non si va lontano. È chiaro che ci sono paletti precisi da una parte e dall'altra (Biden ha definito "ridicolo" il riferimento fatto da Putin al Black Lives Matter, un tentativo del tutto fuori luogo di parallelo con i disordini dell'opposizione di Navalny), ma i toni alla fine sono quelli giusti, perché Biden ha detto che "non c'è stata alcuna minaccia" a Putin, ma una richiesta di "chiarimenti", non è "una questione di fiducia ma di interessi" e alla fine "l'importante era vedersi". Realpolitik.
Registriamo sul taccuino un grande passo avanti, Biden e Putin hanno confermato che l'esperienza conta. E sì, viviamo tempi davvero interessanti. Forse troppo.
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5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.