26 Settembre

Bismarck, Kohl, Merkel. E poi? Il rebus della Germania

Urne aperte, i tedeschi votano per scegliere la nuova guida del paese. Una corsa serrata, i sondaggi che hanno limato la distanza tra Spd e Cdu-Csu, una difficile successione. L'opera della cancelliera in un mondo che ha dissolto gli equilibri di Yalta e messo la Germania al centro di un sistema di relazioni complesso e fragile

Le urne in Germania sono aperte, alle 18 si chiudono le operazioni di voto, cala il sipario sull'era di Angela Merkel. In gioco c'è la guida del paese chiave dell'Unione europea, un gigante (ri)nato con il crollo del muro di Berlino che ha le sue radici nella biografia di Otto von Bismarck, primo cancelliere (dal 1867 al 1871), pragmatico e visionario, costruì un impero, varò il primo sistema pensionistico e sanitario dello Stato moderno, fu il fabbro di una diplomazia forte per il primato della Germania e il mantenimento della pace in Europa, il maestro della "Realpolitik".

Otto von Bismarck nel 1880 (Foto Bundesarchiv)

Ricorda qualcuno? Tutti i cancellieri hanno letto e studiato Bismarck, hanno avvertito la sua ombra allungarsi nell'ora della solitudine a Berlino. Bismarck primo, Kohl secondo e Angela Merkel terza (per ora, potrebbe battere Kohl, dipende dai tempi di formazione del governo a Berlino), questa è la classifica della durata al potere.

Helmut Kohl citava Bismarck per il tempismo ("quando il mantello di Dio agita la storia, si deve saltare e afferrarlo"), lui che fu l'orologiaio dell'unificazione delle due Germanie, il "cronoman" del passaggio dei tedeschi dall'amato marco all'euro. Fu "Mr. Germany" in una copertina di Time del 1990 e la sua eredità è un capolavoro di tenacia e visione politica: una Germania, due Germanie, una sola Europa. Certo, con l'aquila tedesca alla guardia della stabilità, dei conti, dell'interesse nazionale, ma questo è il difficile equilibrio, l'alchimia che separa i politici dai politicanti. Kohl fu un grande politico. 

Fine della campagna elettorale, si vota. Angela Merkel con Markus Soeder, il presidente del partito bavarese Csu (Foto Epa).

E Merkel? L'eredità che lascia la cancelliera non è quella di un impero che fu il colpo di maglio dello Stato moderno, non è la "fine della storia" (che non...


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