8 Settembre
BoJo perde i pezzi e vola nei sondaggi
Il fratello lo ha mollato, Amber Rudd si è dimessa, c'è chi ne evoca l'arresto e lui, Boris Johnson, ha 14 punti di vantaggio sui laburisti. Brexit e crisi europea, cambio del patto di stabilità e scenario italiano. Conte domani e martedì affronta il voto di fiducia
Che succede? Il treno dell'Italia sbuffa su un nuovo-vecchio binario, il mondo corre. L'incertezza domina lo scenario, ma la cronaca è molto ricca e la settimana si apre con la fiducia da votare alla Camera e al Senato. Ecco le note che contano sul taccuino. Seguite il titolare di List.
01
BoJo, il paziente inglese
Il fratello lo ha mollato, Amber Rudd si è dimessa dall'incarico di ministro del Lavoro ("ho visto solo piani per il no deal"), eppure Boris Johnson, quello che il giornalismo collettivo descrive come il fallito della politica inglese, è in vantaggio di 14 punti sul Labour di Jeremy Corbyn. BoJo è un caso, è il paziente inglese. Ecco i dati pubblicati oggi dal Sunday Times:
La strategia del "do or die" di Johnson piace agli elettori e più l'opposizione polarizza il dibattito - sono arrivati a evocare l'arresto del premier - più la sua popolarità cresce. Anche il supporto alla sua decisione di sospendere l'attività parlamentare - approvata dalla Regina e confermata dal verdetto dei tribunali - sta crescendo. Insomma, per battere Johnson sembra essere necessaria un'altra strategia. Domani altro appuntamento a Westminster, Johnson rischia di cadere ancora una volta in aula quando chiederà di mettere ai voti il ritorno alle urne il 15 ottobre, mentre la Regina Elisabetta darà il suo via libera alla legge anti no deal che prevede l'obbligo per il governo di chiedere un prolungamento della scadenza della Brexit (31 ottobre) se entro il 19 ottobre non ci sarà un accordo tra Londra e Bruxelles. Missione impossibile. Che cosa accadrà? Nessuno può dirlo. Attendiamo con il taccuino squadernato. C'è altro? Ecco i fatti annotati sul taccuino.
02
Fiducia, piazza, politica Kung Fu
Giornata di relativa calma, si sta apparecchiando una nuova settimana.
- La fiducia. Domani primo voto alla Camera (senza problemi)...
Che succede? Il treno dell'Italia sbuffa su un nuovo-vecchio binario, il mondo corre. L'incertezza domina lo scenario, ma la cronaca è molto ricca e la settimana si apre con la fiducia da votare alla Camera e al Senato. Ecco le note che contano sul taccuino. Seguite il titolare di List.
01
BoJo, il paziente inglese
Il fratello lo ha mollato, Amber Rudd si è dimessa dall'incarico di ministro del Lavoro ("ho visto solo piani per il no deal"), eppure Boris Johnson, quello che il giornalismo collettivo descrive come il fallito della politica inglese, è in vantaggio di 14 punti sul Labour di Jeremy Corbyn. BoJo è un caso, è il paziente inglese. Ecco i dati pubblicati oggi dal Sunday Times:
La strategia del "do or die" di Johnson piace agli elettori e più l'opposizione polarizza il dibattito - sono arrivati a evocare l'arresto del premier - più la sua popolarità cresce. Anche il supporto alla sua decisione di sospendere l'attività parlamentare - approvata dalla Regina e confermata dal verdetto dei tribunali - sta crescendo. Insomma, per battere Johnson sembra essere necessaria un'altra strategia. Domani altro appuntamento a Westminster, Johnson rischia di cadere ancora una volta in aula quando chiederà di mettere ai voti il ritorno alle urne il 15 ottobre, mentre la Regina Elisabetta darà il suo via libera alla legge anti no deal che prevede l'obbligo per il governo di chiedere un prolungamento della scadenza della Brexit (31 ottobre) se entro il 19 ottobre non ci sarà un accordo tra Londra e Bruxelles. Missione impossibile. Che cosa accadrà? Nessuno può dirlo. Attendiamo con il taccuino squadernato. C'è altro? Ecco i fatti annotati sul taccuino.
02
Fiducia, piazza, politica Kung Fu
Giornata di relativa calma, si sta apparecchiando una nuova settimana.
- La fiducia. Domani primo voto alla Camera (senza problemi) e martedì al Senato (con qualche problema). Conte lavora al discorso, tutto il resto è noia.
- Gli investimenti. Improvvisamente tutti hanno scoperto che bisogna fare gli investimenti. Dunque il governo giallorosso lo farà (o meglio, annuncia di...) l'Europa si dichiara disponibile a dare una mano (e si vedrà come e perché) e il patto di stabilità che doveva essere immutabile ora è davvero stupido - lo disse Romano Prodi - e dunque va cambiato. C'è spazio per i miracoli. Va tutto bene, dunque Confindustria non può che allinearsi e oggi a Cernobbio il presidente degli industriali Vincenzo Boccia ha detto che: "La prima cosa da fare non è chiedere più deficit all'Unione europea, servono investimenti".
- La piazza. Strumento usato da tutte le opposizioni, dunque ora ci andranno Lega, FdI e chi vorrà aggregarsi. Comincia domani Giorgia Meloni alle 10.30 di fronte a Montecitorio. Il gioco è quello di vedere chi manca.
- C'era una volta il gilet giallo. Il ministro degli Esteri francese, Le Drian, scrive a Di Maio: "Ora relazioni più costruttive". Come sono lontani i tempi in cui Di Maio e Di Battista andavano in gita a Parigi a sostenere la protesta dei gilet gialli. Sottosopra.
- Talebanistan. Il presidente americano Donald Trump dopo gli attacchi terroristici a Kabul (ucciso un soldato americano) ha annullato i colloqui di pace con i talebani.
- Hong Kong fu. Scontri davanti al consolato americano, critiche a Angela Merkel per la visita in Cina. Politica Kung Fu.
- Papa e salario. Papa Francesco in Madagascar, un milione in piazza e il Pontefice che chiede "salario dignitoso a chi lavora e basta disoccupazione". I presunti colti diranno che anche lui è un populista.
***
La notizia più importante della settimana? Viene dall'Arabia Saudita, è la politica del tubo.
03
Re Salman cambia il ministro dell'energia (con uno dei figli)
Cambio secco nel posto chiave del Regno Saudita. Re Salman ha sostituito il ministro dell'Energia, Khalid al Falih, con il principe Abdelaziz bin Salman. Decreto reale e via. Abdelaziz bin Salman è figlio del sovrano e fratellastro del principe ereditario Mohammed bin Salman. Per la prima volta un membro della famiglia dei Saud va al timone del ministero dell'Energia. Al Falih era ministro dal 2016, ha guidato una fase importante nell'Opec dove con la Russia si è raggiunto l'accordo per tagliare la produzione e mantenere stabile il prezzo. La sua sostituzione arriva mentre l'Arabia Saudita sta piazzando sul mercato il 5 per cento del capitale del colosso del petrolio Aramco e il prezzo del petrolio è lontano (siamo a circa 60 dollari) dagli 80 dollari che servono per il pareggio del bilancio saudita. Il principe Abdelaziz non è certo uno che vede per la prima volta una trivella, è nato nel 1965 e a 20 anni era già consigliere del ministro dell'Energia, per un decennio è stato viceministro del petrolio. Conosce la materia benissimo. Che cosa accadrà? Lo vedremo presto, una cosa è certa, a Riad vivono tempi interessanti. Forse troppo.
***
Che facciamo ora? Torniamo al varo del nuovo governo in Italia. Conte è a caccia di fiducia, l'Europa cerca stabilità e cambia il suo mantra: dal patto non si tocca al patto da cambiare.
04
Voilà, cambia anche il patto di stabilità
Che succede? Sergio Mattarella dà la linea, Giuseppe Conte scrive. Il Presidente della Repubblica con un messaggio al Forum di Cernobbio ieri ha tracciato il programma del governo giallo-rosso, mentre il premier a Palazzo Chigi sta scrivendo le sue dichiarazioni programmatiche per il voto di fiducia di martedì. Il fatto politico è il gong di Mattarella: bisogna cambiare il patto di stabilità per favorire la crescita, si discute un piano di investimenti, serve un'armonizzazione fiscale, bisogna evitare la collisione delle politiche nazionali, bisogna arrivare a un sistema di tassazione equo per tutti, nell'epoca dei dazi, delle guerre commerciali, solo un'Europa unita può reggere il confronto con i giganti, per fare questo è necessaria la collaborazione tra le nazioni che fanno parte dell'Unione. Non sono temi nuovi, se ne discute da anni con franchezza, dove non ci sono mai stati totem e tabù, -ismi. Oggi Repubblica fa questo titolo:
Il tema non è se l'Europa farà lo sconto all'Italia o no, è che l'Unione cerca di fare lo sconto a se stessa per la semplice ragione che il motore (leggere alla voce Germania) è imballato, il sistema centrale non funziona più (Commissione e Parlamento) e i singoli componenti della macchina (le nazioni) si muovono in maniera asincrona. Il titolo più aderente alla realtà è quello che ha fatto il Corriere della Sera:
Mattarella sa bene che le speranze di vita del governo in Italia e degli equilibri politici dell'Unione sono fragili, in stress test da molto tempo. Il governo a Roma al Senato ha una maggioranza minuscola e rischia sempre di cascare, basta un colpo di testa del primo senatore che si alza con il piede sbagliato la mattina, mentre la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, è stata eletta con soli 9 voti di scarto e con l'appoggio decisivo dei voti dei grillini, considerati populisti fino ieri e di certo non sono diventati un partito da club degli scacchi oggi. Si chiama realtà e non va scambiata con i desideri dei "competenti" trasformati in troll su Twitter. Il problema esiste e la soluzione è stata individuata sulla base di analisi e soluzioni che in passato venivano guardate con diffidenza. Un altro fatto che non passa inosservato. Non è un caso che Christine Lagarde, prossima presidente della Banca centrale europea, abbia fatto un discorso politico durante l'audizione all'Europarlamento, individuando il suo nemico nei "populismi" (quali? ce ne sono a destra e a sinistra, c'è il populismo e c'è il sovranismo, si fa in fretta a farla semplice e così non è) e invitando gli Stati dell'Eurozona a usare il loro spazio fiscale disponibile. Non tutti ce l'hanno e l'Italia è tra quelli che in teoria non ne hanno alcuno, ma ora dicono che la situazione è cambiata perché la Lega non fa più parte del governo e dunque si presume che la parte euroscettica sia stata eliminata dalla stanza dei bottoni. Si ragiona sulla sala comando, il problema dell'elettorato che in Italia (e in Europa) ha spostato l'asse della politica a destra non è mai nell'orizzonte. Eppure il problema è quello.
Sono temi che i lettori di List conoscono bene, sono l'oggetto delle nostre analisi fin dal primo numero, dunque non c'è alcuno stupore sui contenuti. Ma attenzione, in politica contano le idee e soprattutto il contesto in cui vengono espresse. Il Presidente Mattarella non è la prima volta che avvisa i naviganti d'Europa, altre volte aveva chiesto un cambio di passo, la differenza è che quello di oggi è più netto. Perché? È cambiato il contesto. Segno che lo scenario è più favorevole alla correzione non solo della politica di bilancio, ma della politica tout court. Mattarella esprime un pensiero che va maturando nella forma di politica generale del nocciolo duro dei paesi fondatori dell'Unione. Lo stesso Giuseppe Conte qualche giorno fa sul Corriere della Sera ha affermato che avrebbe cambiato la regola del 3 per cento. Lo ha detto con molta sicurezza, dunque vi era un accordo preliminare, non è un'idea di Conte, ma fa parte di un concerto ampio. È un altro segnale del cambio che stanno apparecchiando tra Bruxelles e Strasburgo. Come si è giunti a questo nuovo scenario? Squaderniamo il taccuino, ecco i punti chiave che hanno curvato lo spazio europeo fino a questo punto.
05
Il rallentamento di Berlino e l'avanzata di Parigi
Il rallentamento della produzione in Germania. I dati sono da tempo negativi, la crescita è piatta. La locomotiva tedesca non corre più e la Grosse Koalition sta studiando interventi straordinari di stimolo della crescita per 50 miliardi di euro. Berlino ha un bilancio in pareggio, ha cassa disponibile, ma non ci sono dubbi che per rilanciare la crescita tedesca anche gli altri paesi devono essere più liberi di farlo.
La Francia va meglio della Germania e Macron ha approfittato dell'appannamento di Berlino per lanciare Parigi i cui dati vanno meglio del previsto. Macron ha voti determinanti nel Parlamento europeo, è in difficoltà in casa, ma gioca bene in trasferta. Chapeau. Se i francesi avanzano, i tedeschi si preoccupano. Da sempre. La partita dei commissari dirà molto, ne sapremo di più martedì, quando Ursula von der Leyen svelerà la squadra. Vedremo chi ha vinto e chi ha perso.
06
La fragilità dei sistemi politici
I partiti sovranisti in Europa non governano (ci sono riusciti in Italia, male, al punto che è finita dopo un anno), ma avanzano a ogni turno elettorale e senza contromisure finiranno prima o poi per vincere e in ogni caso hanno già reso instabile ciò che si considerava immutabile, siamo sempre alla voce Germania. Le ultime elezioni regionali in Sassonia e Brandeburgo hanno mostrato come i partiti popolari siano in grande difficoltà, avanzano a grandi falcate AfD e Verdi, arretra nettamente la Cdu - pur mantenendo il primato - e la Spd si sta avvitando, è in picchiata. Quadro di grande incertezza anche in Spagna con i socialisti di Pedro Sanchez che fanno a sportellate con gli anti-tutto che aspirano a tutto di Podemos e Pablo Iglesias. La Francia? I gilet gialli sono più o meno spariti dalle piazze, ma il riassorbimento nell'urna è tutto da scoprire e Macron nei sondaggi va male, solo il 34 per cento dei francesi è soddisfatto del lavoro di Le President secondo un sondaggio pubblicato dal Journal du Dimanche. Quanto all'Italia, sappiamo tutto, siamo in piena fase Zelig.
Scomposizioni e ricomposizioni. Il caso italiano vede un partito populista-trasformista, i Cinque Stelle, andare al governo con un partito tradizionale, mainstream, il Partito democratico, tutti si chiedono cosa accadrà e, forse, un giorno si costituirà un'alleanza vera tra i due partiti, anche a livello locale, per ora siamo all'esperimento da Governo Frankenstein 2. Interessante anche il caso della Spagna, Vox è un altro prodotto di quest'epoca, una destra nazionalista con non poche stramberie, ma efficace al punto da essere oggi alleata dei Popolari nel governo dell'Andalusia. Le vecchie famiglie politiche europee non tengono più. Se ne formeranno altre e, in ogni caso, le categorie spaziali di destra e sinistra non sono affatto morte, si stanno semplicemente tras-formando.
07
Din don, l'Unione senza il Regno Unito
E si torna sempre al punto, la Brexit. BoJo è un animale politico che ha letto (e scritto) buoni libri, non si può scommettere su una sua vittoria perché i Tories sono "alla guerra civile" come ha scritto il Times di Londra. Max Hastings sul Financial Times di questo fine settimana ha raccontato questa faida dei conservatori inglesi magistralmente, da cronista della storia. Dunque non possiamo escludere che Johnson possa cascare nella botola parlamentare. E in ogni caso la Brexit è il vero problema dell'Unione europea, perché senza Londra non sarà più la stessa, perché il Regno Unito temperava le ambizioni di Parigi e Berlino, era il "terzo incomodo" in tante partite, faceva di volta in volta da stanza di compensazione per tutti, l'eccentricità rispetto alla Germania riequilibrava il quadro, la relazione speciale con gli Stati Uniti e il gioco di sponda nella Nato erano un dritto e rovescio che funzionava come un match tra Borg e McEnroe a Wimbledon. E l'Italia è stato un paese che ne ha goduto, forse più di tutti per la sua posizione di terza potenza con molti nemici (vedere alla voce Spagna e altri) alle spalle. Ora è tutto da rifare e, ironia della sorte, come abbiamo visto anche la Germania agita le mani nel buio.
08
C'è un'altra volta in America
Trumpennial. È lui il game changer, c'è poco da discutere su questo punto. Cerca la rielezione, minaccia sfracelli, dazi, tariffe, va alla guerra del container esibendo il suo elmetto da Tweeter In Chief e in ogni modo sta là, condiziona tutto il quadro del presente e si prepara a fare un altro giro di giostra, America 2020. Trump e i dazi (citati non a caso da Mattarella) sono il simbolo della nostra epoca, l'America del jacksonismo e della politica di potenza che torna a pensare alla "fortezza America", questo è il punto chiave di tutta la storia. Maga, Make America Great Again. Non vi piace? Non sparisce. Vi piace? La Casa Bianca non fa la politica che serve all'Europa, è quello che va bene per gli Stati Uniti che hanno votato Trump. Per reggere l'impatto con questa America che macina vita e ricchezza, un paese brillante e tormentato, creativo e disperato, un luogo sempre sospeso tra il grattacielo e il ranch che probabilmente nasconde qualche altra sorpresa che ancora non riusciamo a vedere, nel bene e nel male, con questo paese serve un'Europa forte. Il Presidente Mattarella nel suo messaggio al Forum di Cernobbio ha citato la multinazionali, qui il pensiero va dritto ai giganti di Internet, braccio armato di un'America che oggi si muove come un impero riluttante con i militari e senza risparmio di energia e dollari con queste forze transnazionali che muovono i capitali oltre ogni confine, barriera fisica e legale, utilizzando schemi societari che evitano la tassazione, fanno scorribande sul mercato del lavoro, plasmano la società contemporanea al punto da aver distrutto con i social media il dibattito pubblico riducendolo al ruggito dell'odio e dell'ignoranza. Anche questa è l'America. E anche questo è un problema per l'Europa. Senza una politica dell'Unione non si va lontano.
***
L'Europa ha bisogno di cambiare, non ci sono dubbi. Questo avverrà perché a un certo punto l'istinto di autoconservazione di un'élite prevale, dopo aver negato l'esistente, le classi dirigenti al potere hanno aperto gli occhi: il problema del populismo non si risolve dicendo che sono masse brutte, sporche e ignoranti, ma ammettendo gli errori e cambiano la linea politica. Ci riusciranno? Forse è troppo tardi, forse è una mossa disperata, forse lo scenario è compromesso dai fattori che abbiamo elencato. Non possiamo risolvere il problema in una sera e francamente senza un Gin Martini tutto è più difficile. Agitato, non mescolato, la faccenda apparirà più chiara, forse, di certo sarà più allegra. Alt, il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, s'è appena lanciato nel vuoto: "Gli anni '20 del nuovo Secolo siano quelli dell'elezione diretta del presidente degli Stati uniti d'Europa". Buona serata a tutti.
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5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.