20 Dicembre
Boschi brucia governo e partito. Che fare?
Le rivelazioni di Ghizzoni su Etruria aprono il problema della permanenza al governo e candidatura nel Pd di Maria Elena. Dovrebbe dimettersi per liberare l'esecutivo e far discutere liberamente il suo caso nel partito. I sondaggi sono impietosi. Che cosa farà Renzi?
Federico Ghizzoni in pochi minuti ha aperto e chiuso la storia di Banca Etruria e Maria Elena Boschi. L'ha aperta confermando che la Boschi gli aveva chiesto di valutare l'acquisizione della banca da parte di Unicredit, l'ha chiusa perché da questo momento l'interrogativo non è più il caso Etruria-Boschi, ma come il Partito democratico uscirà da questa storia.
01
Il dilemma di Lenin: che fare?
Il vecchio compagno Lenin si chiederebbe: che fare? Maria Elena Boschi dovrebbe dimettersi dal governo perché politicamente la sua posizione è un problema che rischia di essere letale per il Partito democratico e soprattutto per Paolo Gentiloni che avrà un carico enorme da sopportare da qui al voto. Il caso Boschi rischia di bruciare in un colpo solo governo e partito. Lei dovrebbe dimettersi per non mettere appunto Gentiloni in difficoltà durante la transizione (siamo alla vigilia dello scioglimento delle Camere) e per dare al partito l'opportunità di valutare la sua futura candidatura senza il peso di un incarico a Palazzo Chigi.
Questa è la realtà, senza nessuna edulcorazione consolatoria. È un atto - quelle delle dimissioni - che dovrebbe fare lei, la Boschi, per evitare una ulteriore lacerazione interna in un movimento politico che appare esausto e ha il suo miglior esponente, Paolo Gentiloni, impegnato a difendere l'immagine del Pd a Palazzo Chigi. Il segretario del Pd, Matteo Renzi, a sua volta dovrebbe guardare al caso nell'interesse generale del partito e non del suo pacchetto di mischia toscaneggiante. È una questione politica che invoca una soluzione politica. Non si tratta di assolvere o condannare, ma di scegliere tra le sorti del partito e quelle di un suo esponente. L'agenda è stretta, ci sono poche settimane di campagna elettorale e una decisione va presa adesso, prima che sia troppo tardi. Se la Boschi resta, il problema resta. Se...
Federico Ghizzoni in pochi minuti ha aperto e chiuso la storia di Banca Etruria e Maria Elena Boschi. L'ha aperta confermando che la Boschi gli aveva chiesto di valutare l'acquisizione della banca da parte di Unicredit, l'ha chiusa perché da questo momento l'interrogativo non è più il caso Etruria-Boschi, ma come il Partito democratico uscirà da questa storia.
01
Il dilemma di Lenin: che fare?
Il vecchio compagno Lenin si chiederebbe: che fare? Maria Elena Boschi dovrebbe dimettersi dal governo perché politicamente la sua posizione è un problema che rischia di essere letale per il Partito democratico e soprattutto per Paolo Gentiloni che avrà un carico enorme da sopportare da qui al voto. Il caso Boschi rischia di bruciare in un colpo solo governo e partito. Lei dovrebbe dimettersi per non mettere appunto Gentiloni in difficoltà durante la transizione (siamo alla vigilia dello scioglimento delle Camere) e per dare al partito l'opportunità di valutare la sua futura candidatura senza il peso di un incarico a Palazzo Chigi.
Questa è la realtà, senza nessuna edulcorazione consolatoria. È un atto - quelle delle dimissioni - che dovrebbe fare lei, la Boschi, per evitare una ulteriore lacerazione interna in un movimento politico che appare esausto e ha il suo miglior esponente, Paolo Gentiloni, impegnato a difendere l'immagine del Pd a Palazzo Chigi. Il segretario del Pd, Matteo Renzi, a sua volta dovrebbe guardare al caso nell'interesse generale del partito e non del suo pacchetto di mischia toscaneggiante. È una questione politica che invoca una soluzione politica. Non si tratta di assolvere o condannare, ma di scegliere tra le sorti del partito e quelle di un suo esponente. L'agenda è stretta, ci sono poche settimane di campagna elettorale e una decisione va presa adesso, prima che sia troppo tardi. Se la Boschi resta, il problema resta. Se la Boschi si dimette, il problema resta con lei, ma si allontana dal governo e trova una sua logica gestione dentro il partito. Quanti voti, figliolo? Questo è il punto.
La politica non è affare da avvocaticchi e quando la Boschi scrive su Twitter, dopo le dichiarazioni di Ghizzoni, "adesso la parola al tribunale", (il bersaglio è Ferruccio De Bortoli) dimostra di non aver capito che cosa sta succedendo intorno a lei, nel partito, tra i militanti, nelle case degli italiani che vedono, sentono, leggono e si chiedono che ne sarà del Pd e se valga la pena o no votare il Pd domani.
La reazione della Boschi è quella tipica di chi è arroccato nel fortino, sente i colpi di cannone alla porta, ma pensa di poter resistere anche di fronte a un quadro strategico perdente.
02
Fatti e scenario
Il titolare di List prova a riepilogare che cosa è successo negli ultimi giorni:
- Maria Elena Boschi ha incontrato le seguenti persone: Giuseppe Vegas (Consob), Luciano Consoli (Veneto Banca), Fabio Panetta (Bankitalia), Federico Ghizzoni (Unicredit). Tutti, casualmente, con un interesse preciso nella vicenda di Banca Etruria. Vegas era il regolatore di mercato, Consoli un potenziale partner, Panetta il massimo regolatore, Ghizzoni un possibile acquirente.
- Maria Elena Boschi dice "nessuna pressione", ottimo. E Ghizzoni conferma, nessuna pressione. Infatti, non c'è mai l'ordine imperativo, devi fare questo. La vita è fatta di sfumature, di nuances, di toni pastellati, di equivoci, di non detto. Tutte queste persone sono state incontrate dalla Boschi evidentemente just for fun e non invece per svolgere un'azione politica. Chiaro che Boschi si interessava e non premeva. Bisogna ricordare - come ha fatto con sapienza Maite Carpio su List - che è la sola presenza a trasmettere un messaggio, body language. Bisognerebbe anche rileggere i lavori di Ernst Hartwig Kantorowicz sul corpo del re e di Marc Bloch sui re taumaturghi. La realtà è che il problema dell'interesse della Boschi ha un suo sottosopra nel conflitto di interesse, tanto presente che Boschi si sentiva in dovere di non partecipare ai consigli dei ministri che deliberavano sul tema.
- Maria Elena Boschi non era il ministro dell'Economia, ma il ministro delle riforme istituzionali. Il suo interesse era "territoriale", politico, ma fuori dalle sue competenze ministeriali.
- Pier Carlo Padoan, il vero ministro dell'Economia (e delle Finanze) ha detto di non aver mai autorizzato nessuno a trattenere relazioni sulle banche in crisi. Ha anche sottolineato come questi temi siano di esclusiva competenza del Presidente del Consiglio dei ministri e del ministro dell'Economia. Boschi aveva un mandato di Renzi? Agiva in piena autonomia senza informare nessuno? Il ministro dell'Economia Padoan sapeva di questa girandola di incontri?
- Maria Elena Boschi ha annunciato una causa civile contro Ferruccio De Bortoli che nel suo libro aveva raccontato dell'incontro con Ghizzoni, il quale stamattina in commissione parlamentare d'inchiesta ne ha di fatto confermato i contenuti.
- Un dettaglio, il conflitto di interesse è presente perché il padre di Maria Elena Boschi era vicepresidente di Banca Etruria.
- Maria Elena Boschi si alzava dal consiglio dei ministri quando si decideva su materie bancarie, ma in privato si occupava di quei processi politici che poi venivano affrontati anche da Palazzo Chigi. Double standard.
- Marco Carrai inviò una email a Ghizzoni del seguente tenore: "Ti scrivo solo per dirti che su Etruria mi è stato chiesto di sollecitarti". Da chi? Dalla Boschi? Da Renzi? In ogni caso, anche lui si interessava e non premeva, sia chiaro.
- Marco Carrai fa parte del gruppo di potere - niente di male, definizione tecnica valida anche per altri gruppi presenti in Italia - di Matteo Renzi e ha svolto un improprio ruolo di influencer politico di primo piano.
03
RadioList. Visco, l'oro e il territorio
Uno spaccato preciso di quel che abbiamo riassunto in punti l'abbiamo visto e ascoltato ieri durante l'audizione di Ignazio Visco, governatore di Bankitalia. Quando Visco racconta degli incontri con Renzi e Boschi, fa un passaggio di tagliente ironia sugli orafi evocati da Renzi, dice apertamente che fu qualcosa di "divertente" e in quella parola è racchiuso il mondo che era già emerso nelle precedenti audizioni (Vegas, l'oro di Vicenza e Arezzo) e nei resoconti degli incontri tra banchieri grandi e piccoli. RadioList ha spacchettato i passaggi dell'audizione di Visco stamattina, prima della testimonianza di Ghizzoni in commissione parlamentare. Buon ascolto.
Boschi e il Pd in questo momento hanno una strategia che dice: nessuna pressione, solo un interessamento per il "territorio", siamo nel campo della politica. Perfetto, ma se siamo nel campo della politica allora serve un minimo di... riflessione politica.
04
Il ko in Commissione banche
Questo terremoto è stato innescato dalla mancata analisi (e dunque previsione) di che cosa sarebbe potuto succedere in commissione banche. Molto spesso le azioni immaginate e realizzate, a loro volta conducono a conseguenze inattese. Questa storia è perfetta per capire come basarsi su dati di partenza errati conduce inevitabilmente a una crisi. Il Pd ha affidato la conduzione del gioco in commissione a Matteo Orfini che, con tutto il rispetto, è noto per aver giocato alla PlayStation con Renzi, non per essere un fine stratega politico. Una cosa è smanettare a Fifa 2017, un'altra è condurre la danza in una vasca di squali. Orfini in quella vasca ha mostrato la sua natura di triglia e il Pd ne è uscito in forma di lisca.
Nessuno conosceva il quadro Boschi e in commissione sono emersi fatti che politicamente sono più che rilevanti e sui quali è apparsa evidente prima di tutto la sorpresa, poi la mancanza di una strategia. Se invece nel Pd tutti erano a conoscenza di quello che è venuto fuori in commissione, allora siamo di fronte a una banda di kamikaze che ha deciso di consegnare a un signore di 81 anni, Silvio Berlusconi, il governo del paese. Un miracolo italiano.
05
Houston, abbiamo un problema: gli elettori
Tutta questa vicenda rischia di scagliare il Pd nel cono d'ombra dell'irrilevanza. Una piccola quota di elettori ti vota per fede politica, un'altra perché è convinta dal tuo programma, un'altra sempre più rilevante guarda al voto utile e sceglie possibilmente il partito che può andare al governo. Ora, la situazione sul piano della proiezione numerica (traduzione: i desideri) è la seguente: il punto di partenza del Pd di Renzi era quota 40 per cento (c'è ampia rassegna stampa) e a quel numero il segretario e i suoi fedelissimi si erano attaccati. Oggi secondo cronache ben ispirate la soglia è al 25 per cento, ma c'è chi giura che il Pd è più vicino al 20 che al 25. Siamo nel campo virtuale dei sondaggi, possiamo anche decidere che tutto questo non abbia alcuna importanza, ma resta sul taccuino del titolare di List una domanda: quanti voti costerà al Pd il caso Boschi? Houston, abbiamo un problema: gli elettori.
06
Democratic Kafka
La sottosegretaria su Facebook - levategli i social, a tutti - ha messo in chiaro la sua linea (è anche quella dell'intero partito?): trincea e resistere. Avanti, l'avversario è Ferruccio De Bortoli. Ma davvero pensano che quello sia il tema? La battaglia contro un giornalista che, tra l'altro, ha beccato in pieno la notizia? Imbarazzante. Ecco il tweet di Francesco Bonifazi, avvocato e tesoriere del Pd:
Bonifazi entra in fase veggente e per carità, abbiamo tutti visto di peggio. Ma è il chiaro segnale che il Pd è sospeso in aria, non coglie la realtà. Se il problema è sconfiggere De Bortoli in tribunale, allora davvero tutto è possibile, anche una crisi del Pd come quella del Partito socialista francese, crac. Tutta questa situazione è kafkiana perché il centrodestra e i grillini non hanno spostato mezza virgola per arrivare a questo esito, non ne sarebbero stati capaci. Se la Boschi non si fosse occupata di Banca Etruria - e poteva tranquillamente lasciar stare, non era cosa sua e si è visto - tutto questo autoscontro non ci sarebbe stato. La sua eroica resistenza da sottosegretario ha un senso? Non così. Un gruppo dirigente ha il dovere politico di difendersi, ci mancherebbe, ma non siamo in un plot dove la Democrazia Cristiana con le parole di Aldo Moro diceva " non ci faremo processare in piazza", la storia è decisamente piccina: una banchetta, un "territorio", gli interessi convergenti tra politica e credito, un feuilleton che di grandioso ha la sua dimensione strapaesana proiettata a Roma. Nel Pd stanno vivendo tempi interessanti. Forse troppo.
***
Nel frattempo, là fuori, succede di tutto. Francesco Seghezzi, direttore di Adapt, ha scoperto un dettaglio sulla disoccupazione italiana. Quale? Andiamo a leggerlo insieme.
07
L'esercito degli inattivi
di Francesco Seghezzi
Una decina di giorni fa l'Istat ha diffuso i dati sull'occupazione del III trimestre 2017. Dati come sempre corposi, che in poche pagine di tabelle e grafici cercano di riassumere il complesso scenario italiano, caratterizzato da un incrocio di luci ed ombre che genera foschia più che limpidezza. Ma è un dato nascosto tra quelli rilasciati che colpisce particolarmente, e colpisce perché non riportato (a quanto ci risulta) da nessun giornale e da nessuna agenzia: in Italia i NEET (i giovani che non lavorano, non studiano e non sono inseriti in nessun percorso di formazione) sono aumentati, e non di poco, di 205 mila unità, più o meno come gli abitanti di Brescia o Taranto, raggiungendo la cifra di 2,3 milioni. Un dato importante in un Paese in cui il numero di NEET è al primo posto in Europa e nel quale abbiamo messo in campo misure corpose (2,8 miliardi di Garanzia Giovani) per combattere questa piaga. Ma purtroppo nulla, nessuno ne ha parlato, quasi fossimo ormai abituati al fatto che la situazione è questa.
Ma il dato può essere analizzato nel dettaglio per scoprire alcuni aspetti interessanti. Intanto si tratta dei NEET tra i 15 e i 29 anni, comprende quindi anche un'ampia fetta di giovani che più tanto giovani non sono. Ma soprattutto il dato si compone di due grossi blocchi: chi è disoccupati e chi inattivo, ossia che non cerca neanche un impiego. Bene, l'aumento dell'ultimo trimestre non riguarda il numero dei disoccupati, ma quello degli inattivi. Se l'aumento fosse stato dei disoccupati sarebbe in fondo stata una notizia positiva statisticamente, avrebbe significato che una parte dei giovani inattivi aveva iniziato a cercare un lavoro, passando così in un'altra categoria. Purtroppo non è stato così e i NEET inattivi sono passati in un mese da 1 milione e 228mila persone a 1 milione e 447mila.
Dato che colpisce molto se consideriamo che negli ultimi 3 anni il programma Garanzia Giovani ha coinvolto quasi un milione di giovani e "attivato" oltre 400mila under 29. È molto probabile che le statistiche stiano mostrando una delle conseguenze dei nodi più grandi del piano europeo, ossia il fatto che per la grandissima maggioranza ha offerto agli iscritti tirocini di breve durata che solo nel 25% dei casi hanno portato ad una assunzione vera e propria. Il dato del III trimestre sembra rivelare che molti di coloro che si erano iscritti a Garanzia Giovani, uscendo quindi dalla condizione di inattività, vi siano ritornati non appena è finito il tirocinio. Con buona pace delle politiche attive e della transizione scuola-lavoro.
***
Stupefacente. Che si fa? Andiamo in America. Trump è a un passo dal big bang fiscale. La più grande riforma delle tasse dai tempi di Reagan, trent'anni fa. Russiagate? L'elettore americano guarda sempre al portafoglio, fa scuola il vecchio motto della campagna elettorale di Clinton: "It's the economy, stupid".
07
Trump e le tasse
Il Senato americano ha dato il via libera alla rivoluzione fiscale di Trump (51 a 48) e ora manca solo il voto della Camera, atteso per oggi. Per le imprese è una rivoluzione con una flat tax al 21 per cento che darà agli Stati Uniti la possibilità di riportare in patria utili all'estero e lavoro delocalizzato, ma come cambia il sistema fiscale per le famiglie? Così:
Interessante no? Ora provate a immaginare cosa accadrà al fisco italiano con un governo di larghe intese (spesa e scarso controllo del deficit fino alla prossima crisi), un governo Frankenstein Lega + Movimento 5Stelle (spesa e sfiducia dei mercati), un governo da sindrome spagnola con Gentiloni congelato a Palazzo Chigi (tutto fermo con una legge di bilancio piena di bonus). Va tutto bene, come diceva sempre Gordon Gekko: "L'unica differenza tra i faraoni e i capitalisti di oggi è che i primi non permettevano i sindacati".
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soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.