10 Maggio
C'è un governo dietro l'angolo
Trattative serrate per varare il Governo Frankenstein e schivare quello "neutrale". Incontro tra Di Maio e Salvini, Berlusconi sta studiando come renderlo possibile e uscirne vincitore. Il Quirinale ha il suo pronto ma aspetta i partiti. Una crisi caotica, piena di colpi di scena. Ci sarà in ogni caso un gran finale. E un nuovo inizio.
A che punto è il governo neutrale? Si dibatte tra il giorno e la notte, tra liste di ministri che entrano e escono dal classico toto-nomine, sospiri del Quirinale (lo annuncio oggi o domani?), spiegazioni post-datate su quello che è accaduto durante le consultazioni di Mattarella (tra qualche riga ne avremo un esempio) e un balletto dei partitanti che non vogliono il Governo Neutrale che neutrale non è, non trovano una via d'uscita politica (cioè una maggioranza) e temono il voto anticipato in estate. La definizione tecnica per questo stato di cose è solo una: siamo di fronte a un gran casino. Ma proprio quando le cose sembrano implodere, ecco che la politica gioca con la bacchetta magica di Harry Potter e proprio dal fantasy potrebbe uscire la soluzione che qui abbiamo indicato come la più logica, lineare, coerente con l'esito del voto del 4 marzo: il Governo Frankenstein. Stamattina a Montecitorio c'è stato un incontro tra Di Maio e Salvini, si tesse la tela per varare un governo politico tra Cinque Stelle e Lega. Hanno chiesto altre 24 ore di tempo al Capo dello Stato. Al centro del Maelstroem, Silvio Berlusconi. Il Quirinale attende, ha una scadenza fissata alle 17 per mettere in moto il suo governo, ma la diplomazia ha tutti i canali aperti anche con Mattarella. Proviamo a mettere ordine in questo caos al quale tutti hanno dato finora un contributo davvero mirabile. Prima di tutto, le ultime notizie. Seguite il titolare di List.
01
Luigi e il Silvio delle mie brame
Di Maio non gli chiede chi è il più bello del reame e Salvini neppure. Ma il nodo da sciogliere in queste ore (anche per il Capo dello Stato) è quello di Berlusconi. Il fatti più in là si è trasformato nelle parole del leader...
A che punto è il governo neutrale? Si dibatte tra il giorno e la notte, tra liste di ministri che entrano e escono dal classico toto-nomine, sospiri del Quirinale (lo annuncio oggi o domani?), spiegazioni post-datate su quello che è accaduto durante le consultazioni di Mattarella (tra qualche riga ne avremo un esempio) e un balletto dei partitanti che non vogliono il Governo Neutrale che neutrale non è, non trovano una via d'uscita politica (cioè una maggioranza) e temono il voto anticipato in estate. La definizione tecnica per questo stato di cose è solo una: siamo di fronte a un gran casino. Ma proprio quando le cose sembrano implodere, ecco che la politica gioca con la bacchetta magica di Harry Potter e proprio dal fantasy potrebbe uscire la soluzione che qui abbiamo indicato come la più logica, lineare, coerente con l'esito del voto del 4 marzo: il Governo Frankenstein. Stamattina a Montecitorio c'è stato un incontro tra Di Maio e Salvini, si tesse la tela per varare un governo politico tra Cinque Stelle e Lega. Hanno chiesto altre 24 ore di tempo al Capo dello Stato. Al centro del Maelstroem, Silvio Berlusconi. Il Quirinale attende, ha una scadenza fissata alle 17 per mettere in moto il suo governo, ma la diplomazia ha tutti i canali aperti anche con Mattarella. Proviamo a mettere ordine in questo caos al quale tutti hanno dato finora un contributo davvero mirabile. Prima di tutto, le ultime notizie. Seguite il titolare di List.
01
Luigi e il Silvio delle mie brame
Di Maio non gli chiede chi è il più bello del reame e Salvini neppure. Ma il nodo da sciogliere in queste ore (anche per il Capo dello Stato) è quello di Berlusconi. Il fatti più in là si è trasformato nelle parole del leader dei Cinque Stelle stamattina in qualcosa di più gentile. Prestate molta attenzione alle parole di Di Maio:
Non è un veto su Berlusconi, ma la volontà di dialogare con la Lega. Noi vogliamo fare un governo che preveda due forze politiche e non quattro. La nostra posizione resta. Se siamo arrivati a questo punto è perché ci sono dei responsabili. Se dovessi fare una graduatoria delle responsabilità di questo blocco e del ritorno al voto in cima c'è sicuramente Salvini che ha scelto Berlusconi invece del cambiamento, poi Renzi che ha ingannato il suo partito e l'opinione pubblica, poi c'è Martina che si è piegato a Renzi, e in fondo c'è Berlusconi. Perché tutte le persone che ho elencato possono decidere se andare in una direzione o in quella di Berlusconi. E invece sia Renzi che Salvini hanno deciso di rimanere legati al leader di Forza Italia. Bene, facciano come vogliono. Il vero grande tema quindi non è lui.
Forse è la prima chiave per aprire la porta della crisi. E dietro quella porta c'è lui, Berlusconi.
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Berlusconi e... il Governo Frankenstein
Nel Palazzo queste parole vengono interpretate come un ammorbidimento, un tentativo di trovare una soluzione all'impasse che conduce al governo neutrale che neutrale non è. Arriverà la svolta? Ci stanno provando, le parole di Di Maio possono aiutare, mettono Berlusconi su un piano politico migliore di quello degli altri soggetti, lo indicano come il "meno responsabile della crisi" post voto (e in fondo è vero) e aprono un canale diplomatico. Siamo di fronte alle sabbie mobili, fai un passo e sparisci in una duna nel deserto mentre un tuareg ti porta via il cammello. Tutto passa attraverso la decisione di Berlusconi. E al Cavaliere essere al centro del sistema piace. Per questo non ha fatto dichiarazioni ufficiali, sta riflettendo, deve ponderare il quadro fino a prendere la decisione di "non impedire" la nascita di un governo politico tra Cinque Stelle e Lega. Come si fa?
Nei giornali si dice sempre che "non c'è niente di più inedito del già pubblicato". Berlusconi appoggiò il governo Monti e quello di Enrico Letta, mentre la Lega passò all'opposizione. E l'alleanza con Forza Italia non si frantumò. Berlusconi fece il Patto del Nazareno con Renzi per le riforme. E la Lega si schierò contro. L'alleanza rimase in piedi. Oggi lo schema si può rovesciare. Forza Italia può benissimo votare contro il governo giallo-verde, oppure astenersi e non per questo mandare a carte quarantotto uno schieramento che in ogni caso ha la maggioranza dei voti nel Paese. Non solo, Berlusconi e Forza Italia avrebbero una libertà di movimento che consentirebbe al partito di non essere schiacciato sulla Lega di governo, recuperare terreno, riorganizzarsi, cercare una war room meno evanescente di quella attuale. Prendere tempo in questo caso non è perdere tempo. L'opposizione di Berlusconi, inoltre, potrebbe essere variabile e assumere una strategia virtuosa: contro quei provvedimenti che dovessero minare i conti dello Stato, a favore di leggi e decreti liberali. Di volta in volta Forza Italia potrebbe fare da pungolo, criticare, appoggiare, bocciare le decisioni della maggioranza, cioè di quello che a List nell'ormai lontano luglio del 2017 abbiamo battezzato come il Governo Frankenstein. In questo scenario Berlusconi sarebbe il più responsabile di tutti gli attori in campo, avrebbe una sua influenza sull'esecutivo, potrebbe trattare con Salvini (e perfino con Di Maio, in un non detto che sta però nei fatti quotidiani della politica) il nome del capo del governo e di alcuni ministri. Savoir faire, un buon compromesso politico, avvio di una nuova stagione che prende atto delle leadership nuove (Salvini e Di Maio) senza buttare quelle vecchie quando questo non si può fare senza scassare tutto. Realpolitik, cribbio.
Si farà? C'è un punto che spaventa tutti - tranne Salvini e i Cinque Stelle - è il voto in estate. Bisogna avere un elettorato molto motivato per andare a ai seggi mentre un pezzo d'Italia è in spiaggia (grande dilemma che aleggia tra i partitanti: sarà quella borghese? quella avanti pop? quella made in Capalbio?). Una cosa è certa, l'elettorato motivato è pentastellato, è leghista, ma non lo è degli altri. Ergo, per evitare il voto bisogna non fare crac. E per non fare crac bisogna evitare il governo senza maggioranza che accorcia la legislatura, cioè quello del Presidente che non può esser votato o sostenuto da quasi tutti senza perdere la faccia e i voti. Potrebbe appoggiarlo Berlusconi, ma secondo i conteggi di List per ora non basterebbero e una fiducia a quel governo - nato per per non prenderla e siamo al sottosopra - sarebbe un problema perché il governo non avrebbe più alcuna scadenza, prenderebbe improvvissamente una coloritura e questo colpo di scena (teorico, ma non si può levare dal tavolo delle possibilità) condurrebbe a un'altra crisi ancora: quella del governo neutrale che diventa politico. Siamo alla lotteria delle (im)probabili soluzioni, ma vanno esplorate tutte. E come vedete, più si entra nella giungla, più si sentono i ruggiti. E più le fiere si avvicinano, più il Governo Frankestein sembra il male minore.
03
La lotteria del Quirinale
Il Presidente della Repubblica ha annunciato la sua scelta. Sui giornali 24 ore dopo abbiamo letto pezzi ammantati di retorica che non andavano però alla sostanza, al tema, al punto, al nocciolo incandescente della faccenda: che ne è della sovranità, del voto del 4 marzo, del perimetro politico che le elezioni hanno comunque tracciato sulla mappa? Zero. Su List abbiamo cercato con garbo istituzionale e ferma adesione ai nostri principi di analisi del fatto politico di spacchettare la decisione annunciata da Mattarella. Stamattina Giuliano Ferrara sul Foglio arriva al tema che più ci preme:
Avendo avuto più voti della Merkel in Germania, forse lo schieramento guidato da Salvini, e mi costa anche il solo pensarlo, avrebbe avuto in linea di principio il diritto di provarci e, nel caso di una sconfitta, subirne le conseguenze, che ci sarebbero state anche quelle, e poi gestire gli affari correnti fino al voto, un vantaggio così così. Insomma, un altro giudizio politico del notaio, e stavolta anche mal dissimulato.
Questo è il punto: l'esaurimento di tutte le opzioni politiche prima di arrivare a una scelta che chiaramente - basta vedere i nomi proposti per i vari ministeri - è quella di un governo tecnico di impronta nettamente europeista (segnaliamo un fatto, non un problema), dunque con una linea politica precisa, ben lontana dalla presunta neutralità evocata dal Presidente Mattarella. È la questione fondamentale della fine "ordinata" (parola di conio mattarelliano) della Diciottesima legislatura mai partita.
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Il potere di Mattarella
Questo passaggio mancato - l'investitura di Salvini e della coalizione che è arrivata prima alle elezioni - è fonte di imbarazzo per il Quirinale che di dritto e anche di rovescio si trova esposto a critiche politiche. Piove e l'ombrello ora è bucato e domani potrebbe perfino volar via con un colpo di vento. La cosa agita i consiglieri del Colle al punto che a scoppio ritardato sul Corriere della Sera il bravo quirinalista Marzio Breda stamattina scrive:
Il leader della Lega nell'ultimo colloquio con il Capo dello Stato aveva preteso un mandato pieno, non un pre-incarico. Gli è stato negato per due motivi. 1) perché non era in grado di dimostrare alla luce del sole - cioè con nomi e firme, non con manovre sottobanco - di disporre di quella maggioranza; 2) perché, se non avesse trovato i numeri, si sarebbe comunque insediato alla guida dell'esecutivo, portando lui il Paese alle urne, con un indebito vantaggio sugli altri.
Questa versione dei fatti e soprattutto le conclusioni politiche impaginate dal Corriere e attribuite al Quirinale sono sorprendenti per un paio di motivi. Vediamoli.
Non è il politico che chiede l'investitura, ma è il Presidente della Repubblica che decide in piena autonomia di darla. Quando si entra nello Studio alla Vetrata del Presidente, siamo in un contesto ben diverso rispetto a quello del talk show televisivo. Il Capo dello Stato esercita questo suo potere in ampiezza variabile a seconda del contesto politico e in questo caso (leggere in proposito il costituzionalista Capotosti) il suo potere oggi è al massimo proprio per la disarticolazione del quadro politico. Al Salvini che rivendicava l'incarico pieno, Mattarella avrebbe dovuto replicare facilmente così: no, caro Salvini, le conferisco il pre-incarico, faccia le sue esplorazioni e poi torni qui a riferire. Il Presidente della Repubblica fa questo mestiere.
Mattarella non avrebbe quel potere? Non scherziamo, Mattarella ha un potere tanto grande oggi da poter nominare un suo governo, scegliere i ministri (cosa che in condizioni normali non accade, leggere l'articolo 92 della Costituzione) e mandare l'esecutivo alle Camere pur sapendo di non avere la fiducia. Siamo nell'inedito caso di un governo costituito in via esclusiva dal Presidente della Repubblica, in pieno disaccordo con la maggioranza, un fatto unico nella storia parlamentare. Nel 2011 Giorgio Napolitano quando varò il governo tecnico di Mario Monti lo fece con l'accordo della maggioranza dei partiti e non una maggioranza risicata, ma ampia.
Torniamo a Salvini. Quest'ultimo avrebbe rifiutato il pre-incarico offerto da Mattarella? Benissimo, il Capo dello Stato avrebbe detto agli italiani che il Centrodestra rinunciava alla sua chance di formare il governo e così avremmo chiuso il capitolo delle opzioni politiche da quella parte e spalancato la porta a un pre-incarico al primo partito, i Cinque Stelle. Esaurite tutte le combinazioni, esplorato tutto il territorio politico disponibile, Mattarella a quel punto avrebbe varato il suo governo e probabilmente ottenuto il consenso necessario in Parlamento.
05
La forza del pre-incarico (mancato)
Questo scenario di prova ed errore è certificato dalla consolidata prassi costituzionale. Come ha ricordato il costituzionalista Alfonso Celotto proprio qui su List:
Il pre-incarico è stato conferito 11 volte nella storia repubblicana.
- 1. dal Presidente Einaudi al Presidente del Consiglio uscente De Gasperi, nel luglio 1953
- 2. dal Presidente Gronchi all’ex ministro Segni, nel maggio 1955
- 3. dal Presidente Gronchi al Segretario della DC Fanfani, nel giugno 1957
- 4. dal Presidente Saragat al Presidente del Consiglio uscente Moro, nel febbraio 1966
- 5. dal Presidente Saragat al Segretario della DC Rumor, nel giugno 1968
- 6, 7, 8. dal Presidente Saragat al Ministro degli Esteri Moro, poi al Presidente del Senato Fanfani e infine al Presidente del Consiglio uscente Rumor, nel marzo 1970
- 9, 10. dal Presidente Scalfaro al Presidente del Consiglio uscente Prodi e poi al Segretario DS D’Alema, nell’ottobre 1998
- 11. dal presidente Napolitano a Bersani nel marzo 2013.
Come andarono le cose? Celotto ricorda:
Va segnalato che in cinque di questi undici casi il “pre-incaricato” ha poi ricevuto l’incarico pieno ed ha formato il governo, come accaduto a De Gasperi nel 1953, a Segni nel 1955, a Moro nel 1966, a Rumor nel 1970 e a D’Alema nel 1998.
Il pre-incarico a Salvini dunque non sarebbe stata un'eresia e l'assenza di una maggioranza pre-costituita - come vediamo dai precedenti esposti - è una condizione di normalità. La maggioranza si cerca in Parlamento e questa esplorazione si rafforza in virtù della differenza netta tra un mandato esplorativo e un pre-incarico. Sempre Celotto ha spiegato perfettamente di cosa stiamo trattando in queste righe:
Nel mandato esplorativo, l’«esploratore» è invitato a verificare l’esistenza delle condizioni per la formazione di un nuovo governo, ma poi l’incarico sarà affidato a un soggetto differente. Non a caso il mandato esplorativo è sempre stato affidato al Presidente di una delle due Camere, per la sua posizione istituzionale, al fine di raccogliere informazioni e indicazioni. Il pre-incarico, invece, è quasi una designazione a Presidente del Consiglio. Una designazione potremmo dire “debole”, che tuttavia nella metà dei casi ha portato a trasformare il pre-incarico i un incarico vero e proprio.
Per quanto riguarda il presunto vantaggio di Salvini nel gestire la fase elettorale (che si sarebbe realizzato solo con un incarico pieno, ricordiamolo), appuntiamo una domanda sul taccuino: che vantaggio competitivo può avere un soggetto politico che ha appena fallito l'aggancio con la navicella del governo, esposto di fronte agli italiani al crac delle sue dichiarazioni prive di fondamento istituzionale?
Quanto al problema della presenza di Gentiloni a Palazzo Chigi durante il voto, le dichiarazioni di ieri di Matteo Renzi ("Gentiloni sarà il nostro candidato premier", hanno svelato pienamente il link tra il Presidente Mattarella e il Partito democratico: il premier tutt'ora in carica va "liberato" dal suo impegno istituzionale per la semplice ragione che va "impegnato" alla guida del Pd nelle elezioni anticipate. Bisognava dare a Gentiloni la possibilità di scendere in campo.
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List su Radio Radicale
Stamattina il titolare ha parlato della crisi di governo, le soluzioni previste e impreviste con Roberta Iannuzzi di Radio Radicale. Buon Ascolto.
Il governo neutrale ha un grande problema, sottovalutato da tutti: la politica estera.
07
Governo (non) neutrale e politica estera
Presto (forse) avremo la lista e potremo giudicare, molti nomi - sia chiaro - sono frutto di un gioco antico che si fa nelle redazioni dei giornali: alcuni sono veri, altri verosimili, altri ancora servono a riempire la pagina che sta andando in tipografia. La lista è in via di formazione e nelle mani di Mattarella. I profili però dicono molto su quello che accadrà. Cogliamo solo quattro nomi tra i tanti che sono circolati, non è detto che arrivino a fine corsa, ma sono più che sufficienti per farsi un'idea, percepire la natura e il punto di caduta del governo neutrale:
Sabino Cassese. Professore di diritto, è uno dei papabili alla guida del governo o a un ministero forte. Grande preparazione e talento, si è schierato per il Sì nel referendum costituzionale di Matteo Renzi.
Lucrezia Reichlin. Nel governo Instagram (leggere Lorenzo Castellani) è una figura che calza a pennello. Economista, nome di famiglia illustre, (è figlia di Alfredo Reichlin e Luciana Castellina), ha lavorato alla Banca centrale europea, docente alla London Business School, è stata consigliere d'amministrazione di Unicredit.
Elisabetta Belloni. Diplomatica, segretario generale del Ministero degli Esteri, ottime relazioni con tutti. Il suo nome spuntò tra quelli candidati al ministero degli Esteri in un governo tra i Cinque Stelle e il Partito democratico.
Salvatore Rossi. Direttore generale di Bankitalia. Studi matematici, lavora a Bankitalia dal 1976. Nel 2013 fu chiamato da Giorgio Napolitano nel "gruppo dei saggi".
Persone di indubbio talento e competenza. Ma con un'idea sulle cose del mondo lontanissima da quello che si sente nella maggioranza del Parlamento di questi tempi. Resta una domanda: che rapporto avrebbero con il Parlamento uscito dalle urne il 4 marzo? E soprattutto: che linea di politica estera adotterebbe il governo neutrale negli appuntamenti fondamentali dell'Unione?
Quando a giugno Merkel e Macron presenteranno la riforma della governance europea quale sarà la linea dell'Italia? Quella del governo neutrale o quella di un Parlamento oggi in maggioranza euroscettico? Sono domande a cui gli analisti - per non parlare dei politici - non si possono sottrarre. Possiamo far finta che il problema del rapporto tra Camere e Governo non esista di fronte a temi di fondamentale importanza come questi?
Per tutte queste ragioni, il passaggio del governo neutrale è un rischio per tutti e sarebbe preferibile una soluzione politica, anche e soprattutto il Governo Frankenstein. Rischi per il Quirinale perché espone il Presidente della Repubblica alla bocciatura in aula del suo governo e a un percorso di guerra da qui al voto; rischi per i partiti che si ritrovano a dover preparare una campagna elettorale in estate e con l'imprevedibile reazione dell'elettorato; rischi per la politica estera del nostro Paese che ha un governo senza il necessario collegamento con le Camere; rischi per i conti pubblici che pur in presenza di una grande pax finanziaria sarebbero esposti a tensioni e sbalzi di clima dovuti a shock geopolitici che sono dietro l'angolo.
Quali shock geopolitici? Mentre l'Italia si dibatte nei suoi piccoli calcoli elettorali, là fuori succede di tutto. E per questo dobbiamo riprendere il filo (radioattivo) che ci conduce a Washington e Teheran. Allacciate le cinture e prendete il contatore Geiger.
08
Trump chiude (e apre) sul nucleare dell'Iran
Gli Stati Uniti usciranno dall'accordo nucleare con l'Iran. Questa è la decisione di Donald Trump annunciata ieri sera con un discorso dalla Casa Bianca. Un atto che mette la parola fine su uno dei pilastri della politica estera dell'amministrazione Obama e apre un nuovo capitolo del difficile confronto tra Washington e Teheran sul programma nucleare. Il discorso di Trump è stato netto: il regime di Teheran mente sul programma nucleare e va fermato. "Per me è chiaro che non possiamo impedire all'Iran di avere la bomba nucleare sulla base della struttura decadente, marcia di questo accordo", ha affermato Trump che, chiudendo il suo intervento, ha detto che "gli Stati Uniti da oggi sono più sicuri". Confermata anche la notizia che l'amministrazione americana introdurrà sanzioni "al più alto livello". Trump nel suo intervento ha riaffermato la sua linea sulle questioni strategiche: "Gli Stati Uniti non fanno più vuote minacce. Quando io faccio una promessa la mantengo".
John Bolton, consigliere per la sicurezza nazionale, ha spiegato che gli Stati Uniti pronti a aprire colloqui "più ampi" per un nuovo accordo con l'Iran.
I ministri degli esteri di Regno Unito, Francia e Germania incontreranno rappresentanti iraniani lunedì prossimo. Lo ha annunciato il capo della diplomazia francese, Jean-Yves Le Drian: "Ci riuniremo con i miei colleghi britannico e tedesco lunedì prossimo, insieme anche ai rappresentanti iraniani, per considerare l'intera situazione".
La risposta più attesa era quella di Hassan Rouhani. È arrivata in diretta tv. La decisione degli Stati Uniti per il Presidente iraniano è "scorretta" e "inaccettabile". Per Rouhani quella americana è una "guerra psicologica". Rouhani si è detto "pronto a continuare a rispettare l'intesa" se saranno garantiti i suoi interessi. In caso contrario, "prenderà decisioni". Quali decisioni? Queste: "Ho dato istruzioni all'Agenzia per l'energia atomica di prendere le misure per azioni future, quindi se sarà necessario possiamo riprendere ad arricchire l'uranio senza limiti". Senza limiti. È una risposta interessante. Forse troppo.
Lo è anche per i mercati che prezzano il rischio geopolitico di un aumento della tensione con l'Iran innanzitutto facendo decollare il prezzo del petrolio.
Questo è l'andamento del prezzo del petrolio (Crude Oil Jun. 2018) da gennaio a oggi:
A gennaio era a quota 59 dollari, oggi è a 70 dollari. Nessuno l'aveva previsto. Che cosa è successo? Opacità del processo decisionale dell'Opec e rischio geopolitico che oggi si traduce in una sola parola: Iran.
Tutto questo, ci riguarda da vicino. Il prezzo dell'energia influenza in maniera decisiva la nostra produzione industriale. Aumenta il costo di produzione, rende più difficile la competizione sul prezzo. Questa è materia politica sulla quale poi si misurano decisioni politiche che non sono mai neutrali. Se dobbiamo misurarci con queste forze, non serve un esecutivo neutrale, ma politico. E l'unico possibile è il Governo Frankenstein. Senza questa soluzione, c'è una crisi al buio pesto.
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dell'Abbonamento.
3. DURATA, DISDETTA E RINNOVO DELL'ABBONAMENTO
3.1 L'Abbonamento avrà la durata di volta in volta indicata nel pacchetto scelto dall'Utente (per esempio,
mensile o
annuale).
3.2 L'Abbonamento si rinnoverà ciclicamente e in modo automatico per una durata eguale a quella
originariamente scelta
dall'Utente, sino a quando una delle Parti non comunichi all'altra la disdetta dell'Abbonamento almeno 24
ore prima del
momento della scadenza. In mancanza di disdetta nel termine indicato, l'Abbonamento è automaticamente
rinnovato.
3.3 L'Utente potrà esercitare la disdetta in ogni momento e senza costi attraverso una delle seguenti
modalità:
seguendo la procedura per la gestione dell'Abbonamento all'interno del proprio profilo utente sia sul Sito
che
nell'Applicazione;
inviando una mail al seguente indirizzo: help@newslist.it.
3.4 Gli effetti della disdetta si verificano automaticamente alla scadenza del periodo di abbonamento in
corso; fino a
quel momento, l'Utente ha diritto a continuare a fruire del proprio Abbonamento. La disdetta non dà invece
diritto ad
alcun rimborso per eventuali periodi non goduti per scelta dell'Utente.
3.5 In caso di mancato esercizio della disdetta, il rinnovo avverrà al medesimo costo della transazione
iniziale, salvo
che il Fornitore non comunichi all'Utente la variazione del prezzo dell'Abbonamento con un preavviso di
almeno 30 giorni
rispetto alla data di scadenza. Se, dopo aver ricevuto la comunicazione della variazione del prezzo,
l'Utente non
esercita la disdetta entro 24 ore dalla scadenza, l'Abbonamento si rinnova al nuovo prezzo comunicato dal
Fornitore.
3.6 Il Fornitore addebiterà anticipatamente l'intero prezzo dell'Abbonamento subito dopo ogni rinnovo sullo
stesso
strumento di pagamento in precedenza utilizzato dall'Utente ovvero sul diverso strumento indicato
dall'Utente attraverso
l'area riservata del proprio account personale.
4. Recesso DEL CONSUMATORE
4.1 L'Utente, ove qualificabile come consumatore – per consumatore si intende una persona fisica che agisce
per scopi
estranei all'attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta, ha
diritto di
recedere dal contratto, senza costi e senza l'onere di indicarne i motivi, entro 14 giorni dalla data di
attivazione
dell'Abbonamento acquistato.
4.2 L'Utente può comunicare la propria volontà di recedere, inviando al Fornitore una comunicazione
esplicita in questo
senso mediante una delle seguenti modalità:
mediante raccomandata a.r. indirizzata alla sede del Fornitore;
per email al seguente indirizzo help@newslist.it;
4.3 Ai fini dell'esercizio del recesso l'Utente può, a sua scelta, utilizzare questo modulo
4.4 Il termine per l'esercizio del recesso si intende rispettato se la comunicazione relativa all'esercizio
del diritto
di recesso è inviata dall'Utente prima della scadenza del periodo di recesso.
4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.