25 Gennaio
Caduta e resistenza. Scenari del voto
Elezioni in Emilia. Il premier Conte gioca d'anticipo e esclude una crisi di governo in caso di vittoria della Lega. È il Pd che nelle elezioni regionali si gioca tutto. Palazzo e paese, il problema del governo di minoranza. Bollettino del coronavirus: cordone sanitario per 56 milioni di persone in Cina
Che succede? Domani si vota in Emilia Romagna. Abbiamo assistito a una campagna elettorale furiosa, con colpi bassi e alti. Niente di nuovo, la lotta politica è feroce da sempre. La posta in gioco è grande (il governo a Roma), il potere in Emilia non è mai stato della destra, la sola idea che quella Regione sia diventata scalabile è una notizia. Facciamo il nostro giro di giostra. Seguite il titolare di List.
01
È il Pd che si gioca tutto
La maggioranza ha usato le sue armi di distrazione di massa, un consiglio dei ministri è stato apparecchiato l'altro ieri sera per annunciare una riforma fiscale (il taglio del cuneo fiscale, per sei mesi, "sperimentale" - e surreale), il governo gioca le sue carte (in maniera plateale) e si percepisce l'incertezza nelle parole del premier Conte che afferma:
Una forza politica è una realtà associativa molto complessa e articolata e pensare che possa rimanere completamente depressa ove l'appuntamento elettorale non soddisfacesse le attese, sarebbe sbagliato. Non funziona così.
Cosa ha detto Conte? Bisogna come sempre decifrarlo. Il premier sta dicendo che anche in caso di sconfitta il governo non andrà a casa. Lo conferma in un passaggio successivo:
Le elezioni regionali non riguardano la sopravvivenza del governo, non sono un voto sul governo. È improprio pensare che la votazione della comunità emiliano-romagnola o calabrese possa riguardare l'azione di governo. Io confido che i risultati saranno positivi e che anzi possa derivare maggiore energia ed entusiasmo nell'azione di governo. Al di là del risultato, abbiamo preso un impegno di fronte al Paese, nella sede più autorevole che è il Parlamento, ed è un impegno che dobbiamo portare a termine.
Che cosa è questo? Mettere le mani avanti, porre le condizioni per restare a Palazzo Chigi. Quali condizioni? Nessuna, tranne quella di avere un certo appétit pour...
Che succede? Domani si vota in Emilia Romagna. Abbiamo assistito a una campagna elettorale furiosa, con colpi bassi e alti. Niente di nuovo, la lotta politica è feroce da sempre. La posta in gioco è grande (il governo a Roma), il potere in Emilia non è mai stato della destra, la sola idea che quella Regione sia diventata scalabile è una notizia. Facciamo il nostro giro di giostra. Seguite il titolare di List.
01
È il Pd che si gioca tutto
La maggioranza ha usato le sue armi di distrazione di massa, un consiglio dei ministri è stato apparecchiato l'altro ieri sera per annunciare una riforma fiscale (il taglio del cuneo fiscale, per sei mesi, "sperimentale" - e surreale), il governo gioca le sue carte (in maniera plateale) e si percepisce l'incertezza nelle parole del premier Conte che afferma:
Una forza politica è una realtà associativa molto complessa e articolata e pensare che possa rimanere completamente depressa ove l'appuntamento elettorale non soddisfacesse le attese, sarebbe sbagliato. Non funziona così.
Cosa ha detto Conte? Bisogna come sempre decifrarlo. Il premier sta dicendo che anche in caso di sconfitta il governo non andrà a casa. Lo conferma in un passaggio successivo:
Le elezioni regionali non riguardano la sopravvivenza del governo, non sono un voto sul governo. È improprio pensare che la votazione della comunità emiliano-romagnola o calabrese possa riguardare l'azione di governo. Io confido che i risultati saranno positivi e che anzi possa derivare maggiore energia ed entusiasmo nell'azione di governo. Al di là del risultato, abbiamo preso un impegno di fronte al Paese, nella sede più autorevole che è il Parlamento, ed è un impegno che dobbiamo portare a termine.
Che cosa è questo? Mettere le mani avanti, porre le condizioni per restare a Palazzo Chigi. Quali condizioni? Nessuna, tranne quella di avere un certo appétit pour le pouvoir.
Domanda sul taccuino: il governo può davvero reggere di fronte a una sconfitta della maggioranza in Emilia Romagna? Proviamo a dare una risposta che non sia teorica, ma con i piedi per terra.
Prima di tutto, non è certo che la Lega conquisti la presidenza, anche se appare molto probabile una grande affermazione della lista, il primo posto, e anche questo sarebbe in ogni caso un risultato pesante. Se l'Emilia si tinge di verde ma la Lega non vince la sfida per la presidenza, l'idea di Conte è fragile ma tra le rovine fumanti l'esecutivo può stare ancora in piedi. E in caso di una vittoria totale di Salvini?
Il centro di tutto è il Partito democratico. I Cinque Stelle hanno già anticipato gli effetti del voto, le dimissioni di Luigi Di Maio in questo senso sono una mossa che ha senso: mi faccio da parte prima di essere travolto dallo tsunami dell'Emilia. Ma nel Pd in caso di sconfitta cosa accadrà? Nel mondo ideale della politica, quello che conserva una sua dignità, il segretario del Partito democratico dovrebbe prendere atto della sconfitta e dimettersi. Nicola Zingaretti sarebbe infatti di fronte a un disastro storico, la perdita dell'Emilia rossa sul piano del significato è gigantesca, equivale alla caduta di una nazione in guerra nelle mani del nemico. La caduta del muro dell'Emilia sarebbe l'innesco di una grande crisi, l'implosione dei Democratici e, naturalmente, un nuovo inizio dentro una fase di declino.
E il governo? Tutti i tentativi di farlo sopravvivere a un cataclisma politico - ripetiamo, teorico e tutto da verificare domani, quando si conteranno i voti veri - sono già in pieno svolgimento. Ma la domanda chiave riguarda il Pd: può reggere la prova di Palazzo Chigi la dirigenza di un partito che ha perso la guida del territorio che rappresenta la sua storia? La sola domanda conduce alla risposta: difficile, quasi impossibile.
02
Palazzo e Paese. Il problema del governo di minoranza
La maggioranza deve ovviamente sperare che questo scenario domenica notte non si realizzi. Deve pensare al meglio (una vittoria di Bonaccini) e prepararsi al peggio (l'affermazione di Bergonzoni e il trionfo di Salvini). Il meglio conduce quasi certamente (le elezioni non sono l'unico detonatore della legislatura) a un governo che va avanti; il peggio apre uno scenario caotico, comincerà una fase di "resistenza" di cui Conte è l'interprete giù in pista. Tutto il suo discorso infatti punta a parlamentarizzare la crisi politica. Sul piano formale il ragionamento del premier non fa una piega, i governi ottengono la fiducia in Parlamento - e gli unici voti/seggi di questa coalizione sono là, retrodati a un'era già finita - ma sul piano sostanziale le cose sono diverse e ben più significative perché con una eventuale vittoria del centrodestra in Emilia (e in Calabria, dove il risultato invece appare scontato), l'Italia sarebbe alle corde, con un governo di minoranza nel paese, una maggioranza di blocco parlamentare, una situazione da nevrosi con una nazione a tutta destra in cui il potere centrale è nelle mani dei partiti perdenti. Un disallineamento totale tra governati e governanti. Non a caso le democrazie mature fanno elezioni di medio termine (Stati Uniti) o usano con naturalezza e chiarezza le "snap elections", le elezioni anticipate (Inghilterra, Giappone, etc.) per allineare rappresentanza e volontà popolare. Facciamo un po' di conti, la destra oggi governa in: Liguria, Lombardia, Veneto, Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Sicilia, Sardegna, Basilicata, Abruzzo, Molise, Umbria, provincia di Bolzano, provincia di Trento. Domenica sapremo chi governerà in Calabria e in Emilia Romagna. E il bilancio finale sul territorio è già chiaro e disegna un quadro politico diverso da quello del governo a Roma.
Il governo in ogni caso può andare avanti anche in caso di vittoria della Lega, il collante della poltrona e della legislatura è forte, Salvini inoltre può continuare a capitalizzare i voti e fare opposizione, ma per il futuro del Pd in realtà c'è una sola possibilità: non perdere per non finire.
Nota sul taccuino: mantenere questo stato di cose a Palazzo Chigi aumenta in maniera esponenziale il pericolo, reale e imminente, di un logoramento finale delle istituzioni (la metafora della pentola a pressione è quella più efficace). Alla fine, un bel giorno si andrà al voto, ma sulle macerie. Non conviene a nessuno.
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Che facciamo ora? Un aggiornamento sull'epidemia, una grande storia globale che riconduce all'essenza dell'uomo: biologia e demografia.
03
Cordone sanitario per 56 milioni in Cina
Quarantuno morti e oltre mille contagiati nel mondo. Il bollettino del nuovo coronavirus è in salita. Il cordone sanitario cinese ora è esteso a 56 milioni di persone.
- Il governo ha ordinato test in tutta la Cina su voli, treni e bus.
- Le autorità hanno inviato a Wuhan 1200 medici.
- In una nota, la Commissione sanitaria della provincia cinese di Hubei, segnala 180 nuovi casi di contagio, gli infettati nella regione sono saliti a quota 752.
- Le ultime 15 vittime sono tutte di Wuhan, la metropoli epicentro dell'epidemia.
- Tra i morti nella provincia di Hubei c'è un medico di 62 anni che assisteva i malati di coronavirus.
- Le farmacie stanno esaurendo i medicinali, lunghe code si formano negli ospedali, queste sono le notizie (e le immagini) che giungono dalle città cinesi in quarantena.
- A Wuhan si sta costruendo un ospedale da mille posti in pochi giorni.
- Il primo caso di contagio è stato accertato in Australia.
- Il Giappone ha confermato il terzo caso.
- La Malesia ha confermato tre casi di contagio.
- La Francia ha confermato tre casi di contagio, i primi ufficialmente accertati in Europa.
Ieri abbiamo pubblicato le mappe sugli scenari del contagio in Europa. Una lezione di intelligence. Sì, viviamo tempi interessanti. Forse troppo.
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Notiziario geopolitico? Grandi manovre nell'Anglosfera, i due biondi sono in movimento.
04
Trump e Johnson hanno un problema: come (non) dire Xi
Di cosa parlano Trump e Johnson al telefono? Di tecnologia 5G. In vista della decisione del Regno Unito sul futuro di Huawei nelle costruzione delle reti telematiche britanniche, i due presidenti hanno avuto un colloquio. Informa la Casa Bianca: "I due leader hanno discusso di importanti questioni regionali e bilaterali, compreso il lavorare insieme per assicurare la sicurezza dei nostri network di tlc". Il tema nell'agenda di Washington e Londra, quello più delicato, ha un nome e un cognome: Xi Jinping. Cina, piange il telefono.
Post scriptum. L'amministrazione Trump aumenterà i dazi sull'acciaio e l'alluminio. Il nuovo gioco parte l'8 febbraio con nuove tariffe in aumento del 25 per cento per l'acciaio e del 10 per cento sull'alluminio. C'è qualche fortunato risparmiato dalla Casa Bianca? Per l'acciaio figurano Argentina, Australia, Brasile, Canada, Messico e Corea del Sud, per l'alluminio Argentina, Australia, Canada e Messico.
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A proposito di telefoni, Jeff Bezos ha un po' di problemi con lo smartphone.
05
Oh, Jeff
Lauren Sanchez e Jeff Bezos in India, a Mumbai, lo scorso 16 gennaio (Foto Ansa)Dicono che i sauditi gli abbiano hackerato il telefonino. Jeff Bezos è fatto così, egli sussurra ai potenti e riceve i loro messaggi, compreso quello del principe della corona saudita, Mohammed Bin Salman. Conseguenze impreviste dell'essere il Signor Amazon. Ma poi sarà andata davvero così? La notizia dello smartphone piratato ha fatto sobbalzare il cuore alle anime candide. Ma il titolo impaginato più succoso su Jeff è un altro, non viene dal deserto della petromonarchia, ma dal vecchio mondo analogico dei sentimenti che mettono le mani nell'intimità digitale: il processo che vede contrapposti Bezos e il National Enquirer secondo il Wall Street Journal ha confermato che i messaggi privati del miliardario furono girati dalla sua fidanzata, Lauren Sanchez, al fratello, Michael Sanchez, e poi da quest'ultimo inviati al giornale che si occupava degli affari di Bezos, in cambio di 200 mila dollari. Un bel ritratto di famiglia.
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Anche a Davos tengono famiglia. E non sopportano che il mondo non obbedisca più al loro telecomando.
06
L'Homo Davos e il silenzio degli altri
Cecchino. Sul centro congressi del World Economic Forum a Davos (Foto Ansa)"Tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali di altri". Questa è la frase chiave de La fattoria degli animali, di George Orwell. Il direttore del Wall Street Journal, Gerard Baker, la ricorda in un corrosivo articolo dedicato al World Economic Forum di Davos. L'ipocrisia che aleggia nel simposio dei "grandi della Terra" (ma grandi per cosa e in base a cosa?) dopo cinquant'anni è talmente grande che non c'è neppure bisogno di illuminarla, è esposta, è in mostra. Quello che Baker evidenzia nel suo pezzo è un altro aspetto che è emerso come un'isola vulcanica negli ultimi anni: quando l'agenda globalista e progressista è stata messo in discussione dalla realtà, dall'ascesa di fenomeni politici nuovi, non allineati al mantra cosmopolita (definizione che trova un'efficace analisi nel libro L'innominabile attuale di Roberto Calasso), la reazione degli illuminati a prescindere è stata quella di... spegnere la luce. È dal 2016 che la storia ha impresso un'altra curvatura allo spazio della contemporaneità con il referendum sulla Brexit, l'ascesa del neojacksonismo di Donald Trump, la comparsa di un cancella-sinistra come Macron, la vittoria straordinaria di Boris Johnson nell'Inghilterra un tempo del Labour e l'exit del Regno Unito dall'Unione europea (grande spazio economico, organizzazione fagocitata da burocrazie senza radici e identità) che è diventato legge e il 31 gennaio prossimo sarà realtà, il voto anti-sistema ai Cinque Stelle e alla Lega sovranista in Italia, il successo di Vox in Spagna, il potere consolidato di Viktor Orban in Ungheria, la presidenza di Bolsonaro in Brasile.
Tutto questo viene trattato dalle élite intellettuali con varie e avariate frasi liquidatorie, ma sono fatti che mettono in discussione la visione del mondo dell'Homo Davos, la sua direzione di marcia, le sue certezze sempre più friabili, rivelano i suoi grandi peccati di presunzione, gli errori innescati dalla boria intellettuale, finanziaria, dalla pancia piena e dal vuoto ideale. Mentre la storia forgiava un nuovo mondo, l'élite riunita tra le dolci nevi di Davos diventava più potente, più ricca (1200 miliardi in più guadagnati in Borsa nel 2019) e naturalmente più cieca. Tanto cieca che nel dibattito di Davos gli esponenti di questa ondata non c'erano e lo stesso discorso di Trump è stato accolto come un prezzo da pagare perché in fondo con The Donald siamo diventati tutti più ricchi ma non si può dire. A Davos è andata in scena la rappresentazione di un establishment autoferenziale che non accetta gli esiti della democrazia, spera di capovolgerla con l'uso di armi improprie e autolesioniste (basta seguire le sedute dell'impeachment di Trump e prendere nota di quello che riescono ad affermare i Democratici), esclude il mondo nuovo e si rifugia nei canoni di uno vecchio che è solido nella struttura finanziaria planetaria e sta svanendo nel cuore e nella mente degli elettori. Se c'è un fatto che fa vacillare tutto quello che ha predicato, l'Homo Davos lo depenna dalla lista degli invitati, anzi non lo considera proprio degno di essere ascoltato. Sarebbe stato molto interessante sentire un duetto tra Trump e Johnson, capire come sarà la nuova Anglosfera, vedere i suoi pilastri e le sue debolezze, le sue potenzialità e i suoi limiti. Tutto questo è presente in un mondo parallelo che forgia il futuro, ma non a Davos che dopo cinquant'anni celebra solo il suo passato. Tra gli uguali, i diversi esercitano il proprio dominio apparecchiando il silenzio degli altri.
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comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.