5 Settembre
Cala lo spread, non c'è la caccia alla crisi italiana
La reazione dei mercati è prudente. Si attendono i numeri del Def, ci sono altri fattori di instabilità: Turchia, Argentina, paesi emergenti. Ma il governo non deve rilassarsi, la spesa italiana nel primo trimestre 2018 (governo Gentiloni) era fuori controllo
Signora mia, s'è sgonfiato lo spread. Cielo, che disastro.
Ah, stia tranquilla, tornerà e ci libereremo dei buzzurri al governo.
Questo scambio immaginario di battute è più che mai reale. È dalla notte del 4 marzo che l'opposizione sogna il crash del Paese. Contro l'interesse della nazione, ma rigorosamente per la fazione. Finora il sogno ha dovuto fare i conti con quella cosa chiamata realtà: i mercati non sono interessati a una crisi italiana per cacciare all'opposizione Lega e Cinque Stelle, hanno invece un reale e cospicuo interesse per il piano economico del governo e il suo impatto sui conti pubblici. Ecco perché le ultime dichiarazioni di Salvini sull'economia (programma di legislatura, attenzione ai parametri europei) sono state valutate positivamente dai mercati.
01
Spread Btp-Bund in calo
Mentre impaginiamo List, lo spread Btp-Bund è a quota 251 punti e il tasso dei Btp a 10 anni è sotto il 3 per cento.
I competenti sono rimasti di stucco quando hanno visto che le parole di Matteo Salvini hanno fatto calare repentinamente lo spread e il rendimento dei titoli di Stato. "Eh sì, è proprio in calo", sospirava ieri un commentatore alla radio. Sì, è in calo per un paio di buoni motivi.
02
Occhio ai mercati (non) emergenti
Le tensioni sui mercati non sono (tutte) figlie dell'Italia, ci sono cose che allo stato attuale sono decisamente più importanti: la guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina, le tensioni nel governo inglese sulla Brexit e soprattutto la crisi della Turchia e dell'Argentina e l'impatto della guerra valutaria (vedere alla voce dollaro) sulle economie emergenti. Guardate la parabola dell'indice MSCI Emerging Market negli ultimi sei mesi:
L'indice è costituito da un paniere di 1136 componenti di 24 paesi emergenti, è un buon indicatore di come stanno andando le cose da quelle parti, cioè in China,...
Signora mia, s'è sgonfiato lo spread. Cielo, che disastro.
Ah, stia tranquilla, tornerà e ci libereremo dei buzzurri al governo.
Questo scambio immaginario di battute è più che mai reale. È dalla notte del 4 marzo che l'opposizione sogna il crash del Paese. Contro l'interesse della nazione, ma rigorosamente per la fazione. Finora il sogno ha dovuto fare i conti con quella cosa chiamata realtà: i mercati non sono interessati a una crisi italiana per cacciare all'opposizione Lega e Cinque Stelle, hanno invece un reale e cospicuo interesse per il piano economico del governo e il suo impatto sui conti pubblici. Ecco perché le ultime dichiarazioni di Salvini sull'economia (programma di legislatura, attenzione ai parametri europei) sono state valutate positivamente dai mercati.
01
Spread Btp-Bund in calo
Mentre impaginiamo List, lo spread Btp-Bund è a quota 251 punti e il tasso dei Btp a 10 anni è sotto il 3 per cento.
I competenti sono rimasti di stucco quando hanno visto che le parole di Matteo Salvini hanno fatto calare repentinamente lo spread e il rendimento dei titoli di Stato. "Eh sì, è proprio in calo", sospirava ieri un commentatore alla radio. Sì, è in calo per un paio di buoni motivi.
02
Occhio ai mercati (non) emergenti
Le tensioni sui mercati non sono (tutte) figlie dell'Italia, ci sono cose che allo stato attuale sono decisamente più importanti: la guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina, le tensioni nel governo inglese sulla Brexit e soprattutto la crisi della Turchia e dell'Argentina e l'impatto della guerra valutaria (vedere alla voce dollaro) sulle economie emergenti. Guardate la parabola dell'indice MSCI Emerging Market negli ultimi sei mesi:
L'indice è costituito da un paniere di 1136 componenti di 24 paesi emergenti, è un buon indicatore di come stanno andando le cose da quelle parti, cioè in China, Corea del Sud, Taiwan, India, Brasile, Sud Africa e altri. Ci sono altri problemi, l'Italia ne fa parte, ma l'Armageddon almeno per ora non si vede. Potrebbe arrivare? Certo, basta distrarsi un attimo e i conti saltano. Il sistema italiano è fragile. Anzi, minato. E alla posa della dinamite hanno partecipato parecchi soggetti.
03
Debito e spesa (di Gentiloni)
Tutto questo non significa che ci si debba rilassare, anzi. Il debito italiano continua a galoppare, ecco i dati freschissimi sfornati da Mazziero Research:
Secondo queste stime a luglio il debito toccherà il suo massimo per poi calare sui 2300 miliardi a gennaio del 2019. Naturalmente si tratta di stime che ancora non hanno la piena visibilità della politica economica del governo.
Molto interessante l'andamento delle entrate e delle uscite pubblicato sull'Osservatorio di Mazziero Research:
Nel primo trimestre del 2018 la differenza fra entrate e uscite è stata negativa per 25 miliardi, un numero monstre che fa dire agli analisti di Mazziero Research: "Questo primo trimestre del 2018 appare piuttosto problematico sul fronte della cassa: il disavanzo tra entrate e uscite è di 25 miliardi, quando nello scorso anno era stato di soli 8 miliardi. Si può notare, inoltre, che la media mensile delle entrate risulta inferiore di 1 miliardo rispetto allo scorso anno e ancor peggio la media mensile delle uscite è superiore per 10 miliardi. Ne consegue che la differenza su base mensile rispetto al primo trimestre del 2017 è negativa per 11 miliardi. Se si pensa che tutto ciò accade con un aumento delle entrate tributarie nel primo trimestre per 2,6 miliardi, ci si rende conto come le spese appaiano fuori controllo". Il titolare di List aggiunge che stiamo parlando del "virtuoso" governo Gentiloni e del Pd il cui segretario Maurizio Martina dice ogni giorno che siamo vicini "alla deriva Argentina" senza sapere evidentemente cosa sta accadendo in Argentina. Questa è spesa elettorale.
Cosa deve fare il governo? Si trova in presenza di un sentiero strettissimo: ha il futuro ipotecato dalle spese della legislatura precedente, ha davanti le clausole di salvaguardia dell'Iva, c'è un rallentamento dell'economia europea e il rischio concreto di avere un'Italia in recessione se non prova a invertire la rotta con una politica di investimenti (il piano Savona). In questo scenario, non è il momento per fare una politica di spesa corrente e deficit senza prospettiva di crescita, sarebbe un suicidio, i mercati punirebbero scelte che non guardano alla produzione.
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Che facciamo? Andiamo a Tripoli. Fase guerra (e forse pace).
04
La pace si fa a Tripoli, non a Roma
Cessate il fuoco. L'Onu ha raggiunto l'obiettivo di fermare la battaglia a Tripoli. L'inviato delle Nazioni Unite per la Libia, Ghassan Salamè, ha ottenuto "la fine di tutte le ostilità, proteggere i civili, salvaguardare la proprietà pubblica e privata", oltre alla "riapertura dell'aeroporto di Mitiga". Sulla carta, è un passo avanti. Il governo di Fayez al Serraj (nella foto sopra) respira . È una situazione destinata a durare? Sul terreno, lo vedremo tra qualche ora.
La conferenza di pace a Roma. Come mai non ci avevamo pensato prima? Ecco fatto, il governo italiano così ha assolto al suo impegno per la Libia. Di Maio pronuncia la frase "conferenza di pace" come se fosse in arrivo il miracolo, in realtà non serve a niente, solo a far passerella. I problemi della Libia si risolvono sul terreno. E i colloqui di pace si fanno in Libia - come dimostrato dal cessate il fuoco siglato ieri grazie all'intervento dell'Onu - non altrove perché le analisi sul disastro dell'ultimo anno dicono che bisogna includere i clan in un nuovo format per avere un governo stabile di transizione e (provare) a riunificare la Libia sulla base del voto. Un patto tra tribù, sancito da un voto che non è buono a prescindere, ma utile se fa da collante al mosaico della Libia. Se divide, meglio non votare. Quando si votò a Gaza nel 2006, gli utopisti in carrozza immaginavano il trionfo della democrazia: vinse Hamas con i suoi razzi. Ecco perché bisogna maneggiare con cura le elezioni in Libia. La Francia chiede un voto per il 10 dicembre, richiesta velleitaria e dannosa. Sarebbero elezioni in anticipo, senza solide fondamenta. Prima vanno chiusi degli accordi sul terreno, posando i fucili e contandosi. La conferenza di pace si farà quando sarà solida la pace. Per informazioni sul tema, citofonare Al Sisi, Egitto.
Bilancio della battaglia a Tripoli: 61 morti, 159 feriti e 12 dispersi.
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La Libia dove Macron vorrebbe votare il 10 dicembre. Strane idee, quelle di Macron. Come se la passa il presidente della Francia? Ha qualche problema nel governo, gente che va e che viene. Soprattutto va.
05
Macron in crisi. Il portavoce lascia
Macron cola a picco nei sondaggi (peggio di Hollande) e ristruttura la comunicazione. Dopo un anno, il portavoce Bruno Roger-Petit lascia. Siamo a quota 3 uscite in pochi giorni dopo le dimissioni dei due ministri. Il Presidente francese è in grande difficoltà. Molta retorica sull'Europa, tweet contro i populisti, botta e risposta con Salvini, ma in casa naviga in guai seri. Nel giro di pochi giorni ha perso un altro ministro. Dopo le dimissioni di Nicolas Hulot, responsabile dell'Ambiente, ieri sono arrivate quelle di Laura Flessel, ministro dello Sport. "Ragioni personali" ha detto la Flessel. Sta di fatto che le due pop-star del governo francese (Hulot e Flessel) guidato dal primo ministro Édouard Philippe, hanno lasciato l'incarico. La Flessel ha ricevuto numerose critiche durante il suo operato e il budget del ministero è stato tagliato da 520 a 348 milioni di euro. La sua uscita segna un altro punto a sfavore di Macron e del suo rientro a Parigi dopo le vacanze con il lancio di nuove riforme. Il Presidente ha risposto alla seconda botta con una decisione immediata: François de Rugy al posto di Nicolas Hulot e Roxana Maracineanu al posto di Laura Flessel. Ok, anche per lui le vacanze sono finite. Chi è Macron? Su List ne abbiamo tracciato le qualità e la vera natura in tempi non sospetti. Continua a leggere l'articolo su List.
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Andiamo a vedere un'altra battaglia. Quella di Roma con la spazzatura. Battaglia? No, abbandono.
06
Il New York Times ha scoperto i gabbiani a Roma
Dove c'è spazzatura ci sono i gabbiani. E a Roma la spazzatura abbonda. Il New York Times ha scoperto il fatto e con viva sorpresa informa le masse sulla presenza dei volatili. Grande pubblicità globale per la Città Eterna. Qualche tempo fa, il titolare fece un curioso incontro ravvicinato, eccolo:
Il gabbiano s'era posato direttamente sul furgone che trasportava il pesce per i ristoranti del centro. Nessuna sorpresa, qui succede di tutto e quelle volpi del l NYT giungono a fenomenali conclusioni: "I romani per anni si sono lamentati del degrado della loro città: le buche, i bus che vanno a fuoco, i parchi maltenuti e la spazzatura non raccolta, che appesta le strade e intasa il fiume. Ma i gabbiani non si lamentano degli spazi incolti e del cibo gratuito".
Bene, appurato che il giornalismo esiste, andiamo alle conclusioni: Virgina Raggi è sindaco di Roma da due anni (22 giugno 2016), abbuoniamo il primo anno come "periodo di studio" del paziente, al secondo giro di giostra possiamo tranquillamente affermare che la giunta grillina è una pessima prova di amministrazione per ragioni che non sfuggono a chi abita nella Capitale e anche a chi la visita senza farsi stordire dalla sua bellezza. In questi primi giorni di Settembre, le strade... puzzano. I marciapiedi sono il festival della monnezza e i sorci (insieme ai gabbiani) festeggiano allegramente nei cassonetti. Tanta incuria (e maleducazione) faranno felici i volatili bianchi, ma sono un pessimo biglietto di presentazione per i pentastellati che ora governano (anche) il Paese.
È vero, Roma è una città cinica e mollemente abituata a tutto, subisce da millenni invasioni di tutti i tipi - ieri i barbari, oggi il cafonal turistico e dei residenti - ma c'è un limite oltre il quale questo adagiarsi sul peggio maleodorante non può andare. È stato superato. Dopo le amministrazioni di Gianni Alemanno e Ignazio Marino (mitico titolo di Dagospia: "Piove merda"), sembrava di aver toccato il fondo. E invece no, i grillini ci hanno insegnato che a Roma era arrivato il momento di scavare.
Tutto questo per ora è stato assorbito da uno strano patto tra gli elettori e la giunta in carica, il popolo dell'Urbe quando pensa "agli altri" - le amministrazioni precedenti - guarda l'orologio e dice che prima o poi qualcosa cambierà e in ogni caso "quelli di prima no". Intanto, la città offre sgargianti momenti di cronaca. Pagine romane del Messaggero:
- Villa Borghese, gira nudo nel parco: inseguito dalla Polizia;
- Scarica i mobili vicino a cassonetto, multato grazie al video del vicino
- Scuole, caos vaccini: quattromila bambini sotto osservazione
- Case comunali, oltre 20mila morosi: «Via ai pignoramenti sugli stipendi»
- Dopo le pecore tosaerba il Comune ora pensa alle mucche anti-incendi
- Bus insicuri tra scippi e sassaiole, stretta del Comune: «Vigili a bordo». Ecco le nove linee più pericolose
Sembrano cronache da un paese dove non governa nessuno e vige la legge del più forte. Massì, è tutto vero, a Roma si vive "de prepotenza" e chi non ce l'ha si arrangi. Avviso ai naviganti: i gabbiani non votano.
***
Visto che siamo a Roma, andiamo a magnà. Primo piatto, una cosa leggera, spaghetti alla gricia.
07
Fisica dello spaghetto
Prendete uno spaghetto (non bucatino, non linguina, etc.) e curvatelo fino a spezzarsi. Si dividerà quasi sempre in tre o più parti e non in due. La faccenda divenne un rompicapo per uno dei più grandi studiosi della fisica, Richard Feynmann che decise di applicarsi al problema. Feynmann sperimentò la rottura in diverse situazioni, senza trovare una valida teoria generale per il fenomeno. Ronald Heisser durante un corso di matematica al MIT di Boston decise di tornare sul dilemma. E scoprì che una seconda vibrazione conduceva lo spaghetto a rompersi in tre o più pezzi. Dal rebus della fisica dello spaghetto uscì un lavoro sullo “snap-back effect”. Tutto questo sforzo per capire come si spezza lo spaghetto serve? Scientific American si occupa del tema e suggerisce gli approfondimenti. Noi, più modestamente, ci sediamo a tavola.
***
Alt, grandi notizie: Asia Argento è stata licenziata da X-Factor dopo il sex-affair (no sex, dice lei) con tal Bennett. Le masse esplodono via social, Guido Ciompi zampilla d'inchiostro.
08
SeX-Factor
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6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.