19 Luglio

Calcio di rigore

Terzo giorno di negoziato sul Recovery Fund. Scontro fra Conte e Rutte. Merkel: "È il giorno decisivo". I paesi frugali chiedono regole più severe, riequilibrio delle risorse e monitoraggio. Tutto questo fa bene all'Italia. Per ricostruire e non sprecare anche questa occasione

"Oggi stiamo entrando nel terzo giorno di negoziati ed è sicuramente quello decisivo, c'è molta buona volontà, ma anche molte posizioni diverse, farò ogni sforzo, ma è ancora possibile che oggi non si possano ottenere risultati", ha detto la cancelliera Angela Merkel stamattina.

Sono le parole della serietà, è il realismo di una statista. Niente dichiarazioni roboanti, niente frasi fuori misura, niente promesse che non si possono mantenere. Ieri la seconda giornata di lavori del Consiglio europeo è finita con una fumata nera. L'Olanda e l'Austria (con la Danimarca, la Svezia, la Finlandia e altri paesi non dichiarati ma ben contenti della linea del rigore) non solo non hanno ammorbidito la linea, ma hanno messo in luce quanto l'Italia sia arrivata al vertice senza un chiaro quadro della partita diplomatica.

Nel marasma e in grave difficoltà, Conte da Bruxelles ha messo in piedi il consueto spettacolino su Facebook, un'operazione di contro-informazione (su se stesso, questo è il fatto surreale) dove l'Olanda è un paese di ricattatori ("l’Europa è sotto il ricatto dei frugali") e naturalmente anche il premier Mark Rutte "ha il suo Salvini" (riferendosi a Geert Wilders), portando così il livello del dibattito rasoterra. Rutte all'inizio della giornata ha detto che un accordo "è possibile, ma ci sono ancora grandi questioni aperte: lo stato di diritto, il mix sussidi e prestiti, l'ammontare dei sussidi, e i rebates". E naturalmente è aperta ancora la discussione sul bilancio.

Mentre scriviamo, prima dell'inizio della sessione plenaria, è in corso negli uffici della delegazione tedesca un mini-summit tra il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, la cancelliera tedesca, Angela Merkel, il presidente francese, Emmanuel Macron, il primo ministro spagnolo, Pedro Sanchez, e la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen.

Siamo al terzo giorno di negoziato, c'è inquietudine e il timore di una violenta...


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