1 Agosto

Camera in vacanza, Forza Italia in agonia

Giornata caotica in Parlamento, riforma della giustizia affondata. Battaglia tra Pd e Lega sulla mozione contro Salvini (via nautica da diporto). Berlusconi cambia idea e fa un comitato di presidenza: Toti esce, Carfagna non entra e commenta: "È il modo migliore per uccidere il partito"

Che succede? La politica italiana si è trasformata in un'infinita partita a tennis tra "pallettari" che tirano bordate di dritto e di rovescio. Abbiamo atteso con grande pazienza la notte scorsa che venisse fuori da questo scambio qualcosa di nuovo, ma francamente siamo nel campo del pre-visto: la riforma della giustizia è rimasta sospesa a mezz'aria in Consiglio dei ministri, approvata con la formula "salvo intese", che significa restare nel limbo, non tornerà a Palazzo Chigi e non andrà in Parlamento. La Lega ha servito un ace prima della sosta estiva del Grande Slam del governo, il ministro Bonafede non ha potuto far altro che prendere atto che il match non è suo e forse mai lo sarà. Varie ed eventuali dal fronte parlamentare? Il 6 agosto Salvini ha convocato le parti sociali, secondo incontro al Viminale sulla manovra. Conte dirà qualcosa anche stavolta? E Di Maio? Abbiamo una certezza: la Camera da domani è in vacanza. E a un certo punto della giornata s'è capito che la notizia era altrove. Dove? Seguite il titolare di List. 

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Forza Italia. Berlusconi preme il tasto reset (e non succede niente)

Chiedere l'autoriforma di Forza Italia (cioè di Silvio Berlusconi) è come andare dal Papa e auspicare la fine del papato: missione impossibile. Così i chierichetti e le chierichette di Forza Italia che avevano sperato addirittura nella mossa dell'abdicazione sono rimasti con i calici e le ostie in mano. Sarà sempre lui, Silvio,  a cantare messa.  L'appello per la costituzione della federazione de "L'Altra Italia" è ovviamente un gioco di illusionismo, non c'è proprio alcun "altro" da cogliere, a Berlusconi serviva un escamotage per far colare a picco i tentativi auto-riformatori e così il manifesto per riunire i liberali, i riformatori, quelli che non urlano, i non sovranisti, i non populisti, è solo un sasso che serve...


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