15 Gennaio
Caso Battisti. Atto secondo
Il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede pubblica un video su Facebook sull'arrivo di Cesare Battisti in Italia. Un filmato che è uno scempio del diritto. Siamo al tragico scatto del turista con la preda dopo il Safari. Bonafede non può essere il Guardasigilli della Repubblica Italiana
Cesare Battisti, atto secondo. L'uomo viene filmato da una telecamera mentre gli vengono prese le impronte digitali, il video è montato con una musichetta melò, un sottofondo di pianola con i tasti rotti, la sequenza parte con un paio di scatti in bianco e nero di Battisti, le sagome dei poliziotti, Battisti in un'inquadratura lunga scende dal jet, ciak si gira. La mano di Battisti (c'è un poliziotto che si copre il viso con una sciarpa), Battisti in una stanza con le grate alla finestra, dipinta di uno spettrale giallo, con due poliziotti, uno alla destra e uno alla sinistra, lui al centro, il trofeo, flash, Battisti scortato in un corridoio, con tanto di primissimo piano e scarrellata della telecamera, profilo ravvicinato e inquadratura di spalle, mentre esce dai locali dove è stato identificato e fotografato. Battisti che sale sull'automobile, con due agenti al fianco, Battisti che torna a salire i gradini della scaletta dell'aereo, Battisti all'interno dell'aereo, le eliche, il decollo, finale, nero.
Non è un documentario della Bbc, non è il video "rubato" dalla telecamera nascosta di un giornalista senza scrupoli e nessuna etica professionale, non è fiction. È il video reale che il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede ha pubblicato sul suo profilo Facebook e noi, che ne abbiamo visto tante, siamo rimasti senza fiato. Colonna sonora. Montaggio. Mancavano gli effetti speciali, ma per quelli è bastata l'apparizione in scena di Bonafede.
L'articolo 27 della Costituzione della Repubblica italiana dice che "le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato". Il senso di umanità calpestato dal ministro della Giustizia con l'esibizione della preda, il suo trofeo di caccia. È il tragico scatto del turista dopo il safari, una narcisistica esposizione di se stesso, la caduta e la cattura che stridono con il sorriso trionfante del signor ministro che a sua...
Cesare Battisti, atto secondo. L'uomo viene filmato da una telecamera mentre gli vengono prese le impronte digitali, il video è montato con una musichetta melò, un sottofondo di pianola con i tasti rotti, la sequenza parte con un paio di scatti in bianco e nero di Battisti, le sagome dei poliziotti, Battisti in un'inquadratura lunga scende dal jet, ciak si gira. La mano di Battisti (c'è un poliziotto che si copre il viso con una sciarpa), Battisti in una stanza con le grate alla finestra, dipinta di uno spettrale giallo, con due poliziotti, uno alla destra e uno alla sinistra, lui al centro, il trofeo, flash, Battisti scortato in un corridoio, con tanto di primissimo piano e scarrellata della telecamera, profilo ravvicinato e inquadratura di spalle, mentre esce dai locali dove è stato identificato e fotografato. Battisti che sale sull'automobile, con due agenti al fianco, Battisti che torna a salire i gradini della scaletta dell'aereo, Battisti all'interno dell'aereo, le eliche, il decollo, finale, nero.
Non è un documentario della Bbc, non è il video "rubato" dalla telecamera nascosta di un giornalista senza scrupoli e nessuna etica professionale, non è fiction. È il video reale che il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede ha pubblicato sul suo profilo Facebook e noi, che ne abbiamo visto tante, siamo rimasti senza fiato. Colonna sonora. Montaggio. Mancavano gli effetti speciali, ma per quelli è bastata l'apparizione in scena di Bonafede.
L'articolo 27 della Costituzione della Repubblica italiana dice che "le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato". Il senso di umanità calpestato dal ministro della Giustizia con l'esibizione della preda, il suo trofeo di caccia. È il tragico scatto del turista dopo il safari, una narcisistica esposizione di se stesso, la caduta e la cattura che stridono con il sorriso trionfante del signor ministro che a sua volta si specchia sul volto severo dei poliziotti. Non ride nessuno. Solo lui, il ministro. In posa. Flash. Ancora un'altra. Flash. Il kolossal di Bonafede che cattura il terrorista, questo super uomo che esibisce i muscoli mostrando il detenuto, la primula rossa delle Americhe fermata dal conducator di Via Arenula. La condivisione social della sua impresa che in un lampo diventa manipolazione mediatica, propaganda, una mediocre nuda e vouyeristica sequenza senza più alcuna Bonafede.
Pensavamo di aver toccato il fondo ieri con lo spettacolo messo in piedi sulla pista dell'aeroporto di Ciampino, invece no, il ministro Bonafede ha preso la vanga e ha cominciato a scavare la tomba del diritto. Concentrato sulla buca che stava scavando, con uno specchio davanti per non perdersi di vista mentre è intento alla Grande Opera, non si è reso conto di quale torto la sua vanità stava facendo alle istituzioni, al paese che fu la culla del diritto. Lo squallido spettacolo che ha pubblicato si intitola "Il racconto di una giornata che difficilmente dimenticheremo!". Ha ragione, questo scempio è indimenticabile. L'avvocato Alfonso Bonafede non può essere il Guardasigilli della Repubblica Italiana.
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Chiudere il Parlamento di Strasburgo, attaccare la Bce. In poche ore è apparso chiaro il canovaccio della campagna elettorale europea di Movimento Cinque Stelle e Lega. Una puntata a Straburgo di Di Maio e Di Battista, una nota di Salvini. Tutto questo accade mentre il Parlamento europeo celebra i vent'anni dell'Euro, Mario Draghi parla a Strasburgo e il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker fa l'autocritica sull'eccesso delle politiche di austerità in Europa durante la Grande Crisi. Sarà tutto casuale, ma il fato ci mette lo zampino sceneggiando perfettamente la scena.
01
Bce, crediti deteriorati e banche italiane
La Banca centrale europea ha chiesto a Mps - e a tutte le altre banche - di alleggerire il peso dei crediti deteriorati nel loro portafoglio in un arco di tempo che va da qui al 2026. La richiesta non arriva come un fulmine a ciel sereno, la questione è nota da tempo, fa parte del set di misure prudenziali della politica della Bce, significa che le banche devono aumentare le coperture fino alla svalutazione integrale dello stock di non performing loans (npl, crediti deteriorati) iscritti in bilancio. Ecco la situazione contabile delle banche italiane a giugno 2018 elaborata da PWC:

222 miliardi di euro di crediti deteriorati a giugno contro i 264 miliardi al 31 dicembre 2017. Questa discesa non fa scomparire il problema, si tratta di un volume consistente che ha una parziale copertura, circa il 67 per cento del totale, dunque circa 40 miliardi di euro di crediti deteriorati sono scoperti. Si dice che il sistema bancario italiano è sano, ma questo livello di npl non rafforza questa tesi, infatti la media europea di crediti deteriorati sul totale è del 3.4 per cento, mentre in Italia è pari al 10 per cento. Il tema, lo ripetiamo, è noto, sono regole che la Bce non ha inventato ieri.
02
Le banche colano a picco in Borsa
L'effetto in Borsa della richiesta della Bce ha affossato il Monte dei Paschi, è arrivato a perdere il 10 per cento e poi ha chiuso a -7.65 per cento:

Tutto il settore bancario è colato a picco, questo è il salto in basso di Ubi che ha chiuso a -4.97 per cento:

Domanda: cosa pensa il mercato? Risposta: pensa che le banche italiane cariche di npl rischiano di finire sotto pressione per la combinazione di più fattori, bassa crescita dell'economia nel 2019, politica economica del governo più che mai incerta e contraddittoria, quadro regolatorio severo senza prospettive di crescita e margini ridotti di guadagno . Il problema numero uno si chiama crescita dell'economia, senza un salto del prodotto interno lordo (cosa francamente hard-rock in questo scenario) la situazione si avvita. Domanda sul taccuino: la legge di bilancio così com'è funziona? No, non si vedono gli investimenti. Pronti a cambiare idea, ma per ora le premesse e promesse messe nero su bianco quando si è discussa la manovra sono in attesa dei fatti concreti.
03
L'attacco di Salvini alla Bce
In questo quadro, Matteo Salvini stamattina ha inviato una nota che suona come un gong della campagna elettorale della Lega in Europa: "Il nuovo attacco della vigilanza Bce al sistema bancario italiano e a MPS dimostra ancora una volta che l'Unione Bancaria, voluta dalla UE e votata dal PD, non solo non ha reso più stabile il nostro sistema finanziario, ma causa instabilità, colpendo i risparmi dei cittadini e un sistema bancario, come quello italiano, che aveva retto meglio di tutti alla grande crisi finanziaria del 2008. L'atteggiamento prevaricatore della Bce che scavalca aggravandole le recenti decisioni della Commissione, pone anche un altro tema fondamentale: può un'istituzione non politica prendere con leggerezza decisioni che influiscono profondamente sulla vita e i risparmi dei cittadini? Indipendenza non vuol dire irresponsabilità. Occorre quindi una trasparenza assoluta sulle decisioni della Bce, come è stato recentemente ribadito dalla stessa Corte dei Conti europea, che lamenta di non essere messa dalla Bce in condizione di controllare i motivi di decisioni così rilevanti per i portafogli dei risparmiatori. Questa trasparenza è necessaria per scacciare il dubbio che la Bce faccia un uso politico dei poteri che le sono attribuiti. L'ennesimo intervento a gamba tesa della Bce può creare un danno all'Italia da 15 miliardi". Stop.
L'intervento di Salvini va pesato con attenzione. È partita la campagna elettorale per il voto europeo, certamente, ma questo non è il solo fattore, bisogna mettere nel conto altro, elementi di contesto, tra questi ci sono le sollecitazioni che arrivano dal mondo bancario italiano che non ha mai digerito le nuove norme, la refrattarietà di un pezzo del sistema bancario a fare i conti con le proprie lacune. Questa storia è appena cominciata, attenzione a quello che accadrà nel caveau di qualche banca.
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Mentre Salvini criticava la politica della Banca centrale europea, Mario Draghi faceva il suo intervento a Strasburgo per il ventennale dell'Euro. Cosa ha detto?
04
Draghi e la sovranità
Il presidente della Banca centrale europea ha detto una cosa (qui il discorso integrale) che non piacerà ai sovranisti di casa nostra, ammesso che sia possibile capire cosa esattamente intendano loro per sovranità. "Oggi la maggior parte delle sfide sono globali e possono essere affrontate solo insieme", dice Mario Draghi. "È questa "unione" che esalta la capacità dei singoli paesi di mantenere la sovranità sulle questioni rilevanti, la sovranità che altrimenti andrebbe persa in questo mondo globale. È proprio in questo senso che la moneta unica ha dato a tutti i membri della zona euro la propria sovranità di politica monetaria, rispetto agli accordi monetari preesistenti. È insieme che abbiamo una voce nella regolamentazione dei mercati finanziari internazionali; una voce, che e' stata fondamentale nel ridisegnare il regolamento finanziario mondiale dopo la crisi finanziaria globale". Draghi parlava di fronte al Parlamento europeo di Strasburgo. Quello che il Movimento Cinque Stelle vuole chiudere perché costa troppo, di questo passo, con questi neuroni che girano vorticosamente senza meta, applicheranno la decrescita anche alla democrazia.
05
Juncker e l'austerità
Il presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker ha sfoderato l'autocritica. È purtroppo in grave ritardo con la storia e questo non impedirà l'aggravarsi della crisi dell'istituzione europea, abbiamo visto i bagliori di una battaglia che è all'inizio e culminerà con il voto di maggio 2019. Juncker ha parlato a Strasburgo alle celebrazioni del ventennale dell'Euro e ha detto che nella "più grave crisi dell'eurozona", è stata messa in atto "un'austerita' avventata", è stata data "troppo influenza al Fondo monetario internazionale" e i paesi dell'area euro hanno mostrato "poca solidarietà nei confronti della Grecia". Un intervento importante, ma fuori tempo massimo. "Ci sono state forti critiche nei confronti delle politiche della zona euro sono critiche che prendo personalmente perché all'epoca ero presidente dell'Eurogruppo durante la principale crisi economico finanziaria. Sì c'è stata l'austerità, forse un po' avventata, ma non certo perché volevamo colpire chi lavora o chi è disoccupato. Le riforme strutturali continuano a essere fondamentali". "Mi rammarico - ha continuato Juncker - di aver dato troppa importanza all'influenza dell'Fmi all'inizio della crisi molti di noi pensavano che avremmo potuto resistere senza l'ingerenza dell'Fmi, ma se la California è in difficoltà gli Usa non si rivolgono al Fondo monetario. Noi avremmo dovuto fare altrettanto". Siamo ai lampi prima della tempesta e Juncker lo ha capito.
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Nel frattempo, le forze anti-sistema fanno il loro tour, non hanno bisogno di inventare grandi soluzioni per grandi problemi. Questi ultimi resteranno, abbonda la demagogia.
06
Di Maio, Dibba e il Parlamento europeo
Con la calcolatrice in mano, Di Maio e Di Battista si sono recati a Straburgo per far partire la loro campagna europea. Di Maio ha detto che taglierà lo stipendio a Juncker e la cosa naturalmente passerà alla storia più o meno come l'intervento di John Maynard Keynes durante la Depressione. Quando non hai grandi idee, ma lo zaino pieno di demagogia, la proposta che puoi sparare è solo una, quella della casta. E così anche l'edificio del Parlamento europeo diventa l'oggetto del GDPP, il Grande Dibattito Politico Pentastellato per il voto europeo: chiudere il parlamento europeo a Strasburgo, sissignore potevamo pensarci prima, altro che crisi dei mutui subprime, recessione, globalizzazione, delocalizzazione, automazione, capitali volanti. Chiudere il Parlamento europeo, trasferirlo. Preparate il trasloco, suvvia.Vaste programme. Di Maio è arrivato sul suolo francese per fare il suo tweet d'ordinanza poi, dopo il grande successo della sua campagna di partenariato con i gilet gialli (lo hanno sfanculato - termine tecnico grillino che usiamo per precisione filologica - tutti, i moderati e anche gli estremisti) ha tirato un colpo letale di spingarda sulla Francia: "Questa è una marchetta francese da chiudere il prima possibile".
I francesi saranno anche nazionalisti con il Grand incorporato, alleati infidi dei rettiliani e creatori di scie chimiche alla zuppa di cipolla, ma ora, provate ad applicare questi criteri pentastellati sulle relazioni internazionali, immaginate uno straniero che va davanti alla sede della FAO a Roma (Di Maio la troverà facilmente con il suo navigator) e dice: "Questa è una marchetta italiana da chiudere il prima possibile". Alla Fao lavora qualche migliaio di dipendenti che a Roma ci abitano, affittano case, consumano. Addirittura lo Stato italiano riceve solo un dollaro simbolico d'affitto all'anno. Che facciamo? La chiudiamo perché non ci conviene? O forse ci conviene, ma nel nuovo regime autarchico della rappresentanza internazionale, per coerenza grillante, dobbiamo chiedere all'Onu di sloggiare?

Nathalie Loiseau, ministro francese degli Affari europei, ha perfino tentato di ribattere via Twitter alle fini argomentazioni di Di Maio: "Luigi Di Maio arriva davanti al Parlamento europeo senza entrarci, critica Strasburgo inizio di campagna o dichiarazione di guerra alla democrazia europea? La Francia è orgogliosa di Strasburgo capitale europea". Naturalmente scendere sul terreno social-fangoso dei pentastellati significa solo dar loro un'occasione per confermare che non bisogna mai farlo:
Ieri con Alessandro Di Battista abbiamo percorso di quasi 600 km in macchina per arrivare al Parlamento Europeo di Strasburgo e dire a tutti i cittadini europei che noi quella sede, che ci costa 1 miliardo di euro a legislatura per stare aperta 40 giorni all'anno, la vogliamo chiudere. Uno spreco indicibile che altro non è che una marchetta pagata al governo francese da tutti gli eurocontribuenti. La risposta del ministro francese è stata che loro sono orgogliosi della sede di Strasburgo. E ci credo! Ve la paghiamo noi!
Noi chi? Noi pentastellati? Forse gli italiani tutti, anche quelli che non hanno votato i Cinque Stelle, in quota parte con gli altri paesi dell'Unione? Che cosa è il "noi" che usa Di Maio? Mentre il vicepremier in giallo fa queste indimenticabili battaglie tra gilet gialli e zingarate alla Amici miei per chiudere palazzi istituzionali (Tognazzi e compagni almeno presentavano esilaranti progetti per abbattere le chiesette dei paesini e farci passare l'autostrada), la Francia ricorre all'Antitrust europeo contro l'accordo tra Fincantieri e Stx nel settore navale. Scopri la differenza, come sulla Settimana Enigmistica. Sarà anche l'unico governo possibile, un frutto dello stato di necessità della politica italiana, l'alleanza necessaria per rispettare il voto e evitare il caos, ma sulla scacchiera tutti i pezzi (degli altri) presto o tardi arriveranno a dama.
***
Come chiudiamo questo numero di List? Con una lezione di diritto, giustizia e umanità per il ministro Bonafede.
07
Cesare Beccaria
Non vi è libertà ogni qualvolta le leggi permettono che, in alcuni eventi, l'uomo cessi di essere persona e diventi cosa.
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aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.