3 Giugno
Cento giorni
La guerra in Ucraina è diventata uno scontro tra Occidente e Oriente nel cuore dell'Europa centrale. Zelensky e la realtà del campo di battaglia: il 20% del territorio controllato dalla Russia. Storia di un conflitto che è solo all'inizio. L'uomo del Cremlino, noi e il silente spettatore, Xi Jinping. L'America? Biden va a caccia di petrolio in Arabia Saudita, la petro-monarchia che voleva isolare
A che punto è la guerra? È giunta allo scoccar dei 100 giorni. Non ne sono sorpreso, non sono tra gli arruolati che hanno pensato sulla guerra-lampo di Putin. Il blitzkrieg era (è ancora) solo nella testa di chi non conosce la storia. Cento giorni sono un periodo brevissimo, niente nelle pagine della longue durèe, poco più di tre mesi, una guerra convenzionale per mostrare la sua direzione di marcia ha bisogno di un calendario esteso, le previsioni si misurano (letteralmente) sul campo di battaglia. Una vittoria veloce non significa che è ottenuta in pochi giorni, ma nella scansione del tempo della guerra che spesso è uno spazio sospeso, indefinito, fino quando un fatto non curva quello spazio fino a spezzarlo.
Cento giorni. La guerra in Ucraina è diventata (lo era fin dal principio) uno scontro tra Occidente e Oriente. L'Europa e gli Stati Uniti hanno armato la resistenza di Kiev, l'esercito ucraino si è battuto con durezza e destrezza. La Russia ha messo in campo solo una parte della sua forza (deve difendere un paese che ha 11 fusi orari e un'estensione di 17 milioni di chilometri quadrati) , ha mostrato limiti strategici che sono una lezione (per tutti, a cominciare da Putin), ma oggi, dopo 100 giorni di battaglia, emerge una realtà diversa dalla "vittoria sul campo di battaglia" (Josep Borrell, con la divisa) di Kiev, stanno crescendo le preoccupazioni non solo per l'avanzata di Mosca - lenta e costante, nella tradizione della storia militare della Russia - ma per la tenuta dell'esercito ucraino, perché ripiega in maniera disordinata, è sotto il tiro dell'artiglieria, ha bisogno non solo di armi, ma anche di viveri, Zelensky licenzia generali, le perdite sono alte, i caduti non vengono rimpiazzati.
Mosca proietta sul campo di battaglia il vento che ora sente a suo favore...
A che punto è la guerra? È giunta allo scoccar dei 100 giorni. Non ne sono sorpreso, non sono tra gli arruolati che hanno pensato sulla guerra-lampo di Putin. Il blitzkrieg era (è ancora) solo nella testa di chi non conosce la storia. Cento giorni sono un periodo brevissimo, niente nelle pagine della longue durèe, poco più di tre mesi, una guerra convenzionale per mostrare la sua direzione di marcia ha bisogno di un calendario esteso, le previsioni si misurano (letteralmente) sul campo di battaglia. Una vittoria veloce non significa che è ottenuta in pochi giorni, ma nella scansione del tempo della guerra che spesso è uno spazio sospeso, indefinito, fino quando un fatto non curva quello spazio fino a spezzarlo.
Cento giorni. La guerra in Ucraina è diventata (lo era fin dal principio) uno scontro tra Occidente e Oriente. L'Europa e gli Stati Uniti hanno armato la resistenza di Kiev, l'esercito ucraino si è battuto con durezza e destrezza. La Russia ha messo in campo solo una parte della sua forza (deve difendere un paese che ha 11 fusi orari e un'estensione di 17 milioni di chilometri quadrati) , ha mostrato limiti strategici che sono una lezione (per tutti, a cominciare da Putin), ma oggi, dopo 100 giorni di battaglia, emerge una realtà diversa dalla "vittoria sul campo di battaglia" (Josep Borrell, con la divisa) di Kiev, stanno crescendo le preoccupazioni non solo per l'avanzata di Mosca - lenta e costante, nella tradizione della storia militare della Russia - ma per la tenuta dell'esercito ucraino, perché ripiega in maniera disordinata, è sotto il tiro dell'artiglieria, ha bisogno non solo di armi, ma anche di viveri, Zelensky licenzia generali, le perdite sono alte, i caduti non vengono rimpiazzati.
Mosca proietta sul campo di battaglia il vento che ora sente a suo favore (Zelensky: "La Russia controlla il 20% dell'Ucraina"), l'Europa che sembra giunta al grado di saturazione sulle sanzioni e l'invio di armi, la coesione dell'Occidente che è a rischio, perché il peso economico della guerra ha cominciato ora a dispiegare tutta la sua potenza (attenzione all'arrivo in Europa del problema dei prodotti raffinati, della loro disponibilità e prezzo) e l'America non può impegnarsi su più fronti (c'è la Cina, il Pacifico) con le elezioni in arrivo e Biden con la popolarità ai minimi termini.
Provo a radunare qui, dopo 100 giorni di battaglia, alcuni temi che sono finiti nei miei taccuini, la mia piccola macchina del tempo. Andiamo a passeggio tra le splendide rovine di ieri, oggi e domani. Seguite il titolare di List.
***
Cogliere il vento dell'Est è l'imperativo, perché la storia si sta (di nuovo) scomponendo e ricomponendo in quello spazio che si congiunge a Oriente. Va sondata la profondità del cuore dei paesi che furono oppressi dal nazismo e dal comunismo, il rebus dell'Europa centrale che lampeggia nelle premonizioni di Milan Kundera che in 'Un occidente prigioniero' racconta il lampo di una devastante incomprensione di quel mondo. La Polonia, l'Ungheria, la Cecoslovacchia.
Nelle cronache del presente sono paesi descritti come luoghi alieni. La Polonia, ancora ieri dipinta da Ursula von der Leyen come una nazione che sogna di ingabbiare i giudici (e ha sopportato il peso di milioni di profughi ucraini, porte aperte e durissima opposizione all'invasione russa). La Slovacchia e la Repubblica Ceca, terra di Bratislava e di Praga, divisi e uniti dalla storia, passaggio di un'Europa la cui trama è oggi quella di un'isola energetica in cerca di alternative che a Bruxelles sembrano non vedere. L'Ungheria, dipinta con l'accetta come l'alleato di Putin, l'altro pregiudizio ideologico di un establishment europeo che vive di riflessi pavloviani e non ricorda i carri armati sovietici a Budapest, la lezione della storia di cui solo noi pretendiamo di essere interpreti, senza in realtà essere mai stati parte (o addirittura contro, bisogna ricordare che in Italia vi furono i "carristi" che stavano dalla parte dell'Urss) dell'uomo in rivolta di quel mondo.
Kundera ci parla di letteratura e popolo, di lingua e storia, di rottura e tradizione, di innovazione e sedimentazione, lo fa nel suo discorso al congresso degli scrittori cecoslovacchi nel 1967 ("La letteratura e le piccole nazioni"), dove racconta di quel paese, la Cecoslovacchia, la cui esistenza come nazione era una "non-certezza" e proprio in questa dimensione in bilico trovava il suo fondamento. Vivere con il comunismo nel materasso e far risvegliare la propria lingua, che rivoluzione fu quella della Primavera di Praga, impossibile senza la letteratura, l'arte e la musica. In un mondo calpestato dai vandali. Chi sono? "No, non è affatto il contadino analfabeta che in un accesso di rabbia dà fuoco alla casa del ricco proprietario terriero", scrive Kundera. Il vandalo è il tipo che basta a se stesso, pensa che il mondo sia (e vada) modellato secondo il suo gusto (e consumo), il vandalo è il tiranno di ieri e l'assolutista di oggi. Colui che invoca "la repressione di qualsiasi opinione, inclusa la brutale repressione di false opinioni" e così va "contro la verità, quella verità che si raggiunge solo attraverso il confronto di idee liberi ed uguali". Guardatevi intorno, li riconoscete subito, i vandali.
In "Un occidente prigioniero", il secondo intervento del libro, Kundera accende a tutta fiamma il camino del romanzo delle rivolte di Praga, di Budapest, di Varsavia e ci ricorda come "furono il teatro, il cinema, la letteratura, la filosofia a lavorare per anni all'emancipazione libertaria della Primavera di Praga". Correva l'anno 1983, Kundera tuonava in un mondo in cui il Muro di Berlino non era caduto, la Cortina di Ferro era una certezza, l'Unione Sovietica era una fede. Quarant'anni dopo, quel mondo non c'è più. Restano le dittature, il terrore, la guerra. E quell'Europa centrale dove ancora oggi abita "il massimo di diversità nel minimo spazio". In un mondo dominato dalla violenza degli autocrati e dall'assolutismo dei vandali, quei popoli sono incompresi, usati, gettati nell'indifferenziato bidone del nostro consumo, alla fine non visti. Mi hanno sempre colpito queste parole di Fernando Pessoa: "La morte è la curva della strada, morire è solo non essere visto". C'è chi non vede.
***
E dunque non sa che bisogna tornare ancora più indietro, rileggere le origini della Russia zarista e lo scoppio di quella rivoluzionaria di Lenin, il consolidamento del Soviet del terrore con Stalin e la sua dissoluzione dopo le epurazioni, i Gulag, l'inabissamento come il Kursk, per implosione della macchina, il tentativo di stare in Occidente in un post-caduta del Muro e il suo rigetto per miseria e cleptocrazia, lo spartiacque di Gorbaciov e la sua discesa nel caos delle riforme economiche a tavolino, il miracolo di Eltsin e la comparsa del suo erede, Vladimir Putin, l'uomo del Kgb. Cos'altro avrebbe mai potuto tenere insieme una potenza nucleare alla deriva? Il servizio segreto.
Non vede, l'uomo occidentale che revisiona con la scure la sua storia e letteratura senza conoscerla, che bisogna guardare i cicli imperiali della Cina, le guerre con il Giappone, il territorio immenso e la sterminata povertà, la lunga marcia di Mao, la svolta di Deng che abbassa la Grande Muraglia e apre al capitalismo, le gigantesche migrazioni dalle campagne e le costruzioni delle metropoli, la ciotola di riso e la politica demografica, la fine di Hong Kong (e della Gran Bretagna oggi decisamente piccola nonostante il Giubileo di Platino della sua grande regina), il problema dell'invecchiamento, i nuovi ricchi nella trama e l'ordito di un Confucianesimo in realtà aumentata, potenziato dal microchip e distribuito da Cosco, il potere del Comitato centrale eterno e mutevole nel suo ballo in maschera, l'arrivo di Xi Jinping come nuovo imperatore.
Questa incomprensione della storia da parte dell'Occidente è per me il fatto più clamoroso, un'assordante ignoranza della politica.
Oggi sappiamo che quello che diceva il compagno Lenin (consiglio di leggere "Il buonuomo Lenin" di Curzio Malaparte, splendido affresco da sottosopra di un despota piccolo-borghese) è vero:
Ci sono decenni in cui non accade nulla e settimane in cui accadono decenni.
Sono trascorse appena 14 settimane di guerra, guardatevi intorno. Molto è cambiato e tantissimo muterà ancora. Non è una questione di prezzi, ma di forze in campo. Gli economisti continuano a sbagliare - Janet Yellen che ammette di non aver capito cosa stava accadendo con l'inflazione, un crac intellettuale collettivo di cui gli studiosi della "scienza triste" non parlano - perché non sanno misurare il tempo e la storia, sono smarriti in un campo infinito, cercano disperatamente i fogli excel e non sentono il rumore della cavalleria corazzata dei secoli che si proiettano sull'orizzonte e diventano tempesta.
Quale tempesta? Quella che vide Aleksandr Blok. È nei lampi delle pagine di L'intelligencija e la rivoluzione, una raccolta dei saggi di Blok sulla Rivoluzione d'Ottobre, lo splendore della tragedia dei bolscevichi che volevano "rifare tutto". Blok, il sommo poeta, che descrive il suo paese:
"La Russia muore". "La Russia non c'è più", "memoria eterna alla Russia", sento dire intorno a me. Ma di fronte a me c'è la Russia, quella che videro nei loro paurosi e profetici sogni i nostri grandi scrittori; quella Pietroburgo che vide Dostoevskij; quella Russia che Gogol' chiamò trojka in folle corsa. "La Russia è tempesta". La democrazia arriva "cinta di tempesta", dice Carlyle. La Russia è destinata a vivere tormenti, umiliazioni, scissioni; ma essa uscirà da queste umiliazioni nuova, e, in modo nuovo, grande.
Era il 9 gennaio del 1918. La Russia è ancora tempesta.
Siamo di fronte al primo passo di un altro capitolo dell'infinito romanzo dell'Est. Quella frase di Aleksandr Blok del 1918 - "la Russia è tempesta" - si sta materializzando. Chi sta vincendo? E se perde Putin? Cosa sono oggi la vittoria e la sconfitta? Sono domande angoscianti, un colpo di fiocina, la fine e l'inizio di tutto. Vi è qualcosa di primordiale, un passo da romanzo biblico (pensate a Moby Dick, la grandezza di Herman Melville) in quello che sta succedendo. È la tragedia delle grandi nazioni, riguarda noi, l'Occidente, l'America, quello splendido luogo chiamato Europa, descritta mirabilmente nelle trame antiche dei suoi caffè da George Steiner in 'Una certa idea di Europa' e la parabola della vita che diventa un fulmine in un altro suo libro, 'Nel castello di Barbablù', dove l'esistenza di Winston Churchill abbraccia altre dimensioni, viaggia nel tempo:
La vita di Churchill abbraccia un arco di tempo che va da una battaglia combattuta a Omdurman, a cavallo e con la spada, quasi alla maniera omerica, alla realizzazione della bomba a idrogeno.
E la nostra vita cosa abbraccia? Siamo certi di aver capito cosa vuole Putin? Io penso di no.
***
La conquista dell'Ucraina per Putin è solo un pre-testo. Bisogna immaginare altro, giocare con i vuoti che si aprono nelle nostre domande, come fa Branko Milanovic quando dice che al Cremlino è in corso un altro videogame, quello tra Sovranità e Ricchezza, dove l'obiettivo di Putin è il primo, raggiunto attraverso l'azione e reazione di un conflitto aperto nel cuore dell'Europa. Putin vuole il decoupling, il distacco dall'Occidente. E l'Europa glielo sta dando, su un piatto d'argento. Lo zar lo vuole, lo considera necessario e se è accelerato tanto meglio perché ogni tentativo da Pietro il Grande in poi di tenere la Russia agganciato all'Occidente è fallito. Fantasia? Ho letto molta fantascienza, quanto basta per sapere che spesso si avvicina al vero in marcia, il nostro appuntamento con il futuro. Questo significa che la guerra non finirà fino a quando tutte le caselle non saranno assegnate.
La storia scambia la sua maschera in un ballo, si veste di tempo e spazio, ma nel ciclo dell'eterno ritorno di Nietzsche plasma il destino in maniera circolare e "ogni verità è ricurva, il tempo stesso è un circolo".
Filosofia, storia, letteratura, ci parlano continuamente della "porta carraia" che vide Nietzsche in "Così parlò Zarathustra", immensa opera che si libra sul nostro passato e presente:
L'uomo é il più crudele degli animali: ecco che io muoio e scompaio, diresti, e in un attimo sono un nulla. Le anime sono mortali come i corpi. Ma il nodo di cause, nel quale io sono intrecciato, torna di nuovo, esso mi creerà di nuovo! Io stesso appartengo alle cause dell'eterno ritorno. Io torno di nuovo, con questo sole, con questa terra, con quest'aquila, con questo serpente, non a nuova vita o a vita migliore o a una vita simile: io torno eternamente a questa stessa identica vita.
Io torno. Eternamente. La Storia e la tragedia della guerra.
Vladimir Putin sulla Piazza Rossa nel Giorno della Vittoria (Foto Epa).La sera del 24 febbraio, il giorno in cui Putin annunciò l'invasione, il presidente russo aveva in mente un piano che non era quello del blitzkrieg, ma un'idea più grande, pericolosa e rivoluzionaria: cambiare l'ordine mondiale che dalla caduta del Muro di Berlino non aveva trovato un suo equilibrio dopo il Patto di Yalta. Non è più la sola questione dello spazio di sicurezza in Europa (per noi vitale, come vediamo), ma l'intero assetto internazionale. Le forze messe in moto dalla guerra in Ucraina sono gigantesche, sono ingranaggi che si stanno staccando dai loro storici punti di ancoraggio e vengono trasferiti altrove. Si sta smontando il progetto della globalizzazione che era stata costruita con un percorso che era iniziato negli anni Novanta.
***
La pandemia è stata la prova generale. Il primo shock. Poi è arrivata la guerra nel cuore dell'Europa. Il secondo shock. Non è un caso che l'epicentro di questi due terremoti sia in Cina e in Russia, la prima scossa a Wuhan, la seconda a Mosca. E altre ne arriveranno.
Zero Covid e Impero Celeste. L'immagine di Xi Jinping, presidente della Cina, nella città di Shanghai dove il lockdown ha fermato tutte le attività e posto l'Occidente, ancora una volta, di fronte alla sua dipendenza dalla manifattura cinese (Foto Epa).Vladimir Putin e Xi Jinping sono alleati in un processo che riguarda il riassetto dell'intero sistema delle relazioni internazionali nato dopo il 1945, è una partita che cambia la struttura profonda dell'economia, il possesso, l'estrazione, la distribuzione delle materie prime, la trasformazione dei rapporti di forza tra aree geopolitiche.
Non è una sorpresa: da anni Putin andava a dire al mondo (basta andare a rileggere i discorsi ufficiali dei vertici dei Paesi Brics, le cose dette durante la Conferenza sulla Sicurezza a Monaco, gli interventi alle Nazioni Unite) che l'era dell'eccezionalismo americano si era chiusa. Solo che nessuno in Occidente voleva ascoltarlo, eravamo sotto l'incanto della nostra vittoria sul comunismo, convinti della fine della storia, presi dall'idea che la supremazia dell'Occidente fosse per sempre. Non conoscere la Storia è fonte sempre di cataclismi. Non avere la minima idea dell'ascesa e del declino degli imperi è un atto d'arroganza prima ancora che di ignoranza.
Ne abbiamo un esempio vicino a noi, la fine del magnifico dominio sui mari di Venezia, un passaggio di Terra e mare di Carl Schmitt:
Per quasi mezzo millennio la Repubblica di Venezia fu considerata il simbolo del dominio sui mari e di una prosperità fondata sul commercio marittimo, un capolavoro di alta politica e nel contempo «la creazione più singolare della storia economica di ogni tempo» [...] Questa favolosa regina del mare brillò con crescente splendore dal 1000 al 1500 [...] Se però ci chiediamo se siamo qui di fronte a un caso di esistenza puramente marittima e di effettiva decisione per l'elemento del mare, ci accorgiamo subito di come appaia esigua una potenza marittima ristretta all'Adriatico e al bacino del Mediterraneo non appena si spalancano gli spazi sconfinati degli oceani del mondo.
Di quella potenza oggi resta la meraviglia. Che siamo incapaci di capire, di difendere. Venezia Luna Park. Che scempio. Venezia porta della nostra grazia e stupore. Venezia, splendore galleggiante, opera sottomarina e celeste. L'Occidente non è solo l'America, siamo noi, con questa storia millenaria che stiamo disperdendo. L'identità occidentale è la nostra trincea che abbiamo deciso di abbandonare per inseguire l'idiozia delle Culture Wars che stanno distruggendo l'America e finiranno per trascinare anche noi nell'irrilevanza. Vince chi crede. E noi non crediamo più in niente.
Venezia era una potenza marinara, globale, che ha resistito dal 7° secolo per oltre mille anni alle pressioni della storia. Prima il dominio sull'Adriatico, poi un impero a Levante, il dominio nel Mediterraneo, il conflitto con i Turchi. Infine, con il Trattato di Campoformio nel 1797, la morte improvvisa come Stato indipendente. Serenissima, fino al grande sonno. Gli imperi finiscono, è il ciclo dell'ascesa del declino delle grandi nazioni:
Nel 1500 dominavano la Cina e la Spagna, tra il 1600 e il 1700 ci fu il decollo della Francia, dell'Olanda e dell'Inghilterra che divenne la grande potenza globale dell'Ottocento fino ai primi del Novecento, a metà del 1700 cominciò il lungo viaggio verso il dominio globale degli Stati Uniti, pienamente realizzato a metà del Novecento, in quel momento, comincia, di nuovo, dopo la caduta e l'oblìo, la corsa dell'impero cinese 2.0, mentre l'America declina. Sono i cicli della storia. Stiamo passando dall'era del domino americano a quello cinese, in mezzo, il rischio crescente della Terza guerra mondiale. Il problema della coabitazione di Washington e Pechino, sempre più urgente.
***
Il prossimo viaggio di Biden in Arabia Saudita (il presidente americano va a negoziare con Riyad più barili di petrolio, dopo aver tentato inutilmente di rendere la petro-monarchia un parìa internazionale dopo l'assassinio di Khashoggi, esattamente come oggi con la Russia) non è un problema che ha in agenda la Russia, ma la Cina, la competizione delle due superpotenze, il dominio energetico. I sauditi si muovono con grande abilità e spregiudicatezza, stanno incassando in questo momento 1 miliardo di dollari al giorno dalla vendita di petrolio, senza il loro aiuto Biden perderà le elezioni di mid-term in America, alla pompa di benzina. Biden oggi ha commentato così l'aumento della produzione deciso dall'Opec: "Positivo ma non sufficiente". Sa benissimo che l'Arabia Saudita continua a giocare questa partita con la Russia, Mbs e Putin sono d'accordo. L'energia è il ballo in zona pericolo della Casa Bianca.
Joe Biden. Il presidente americano punta a recuperare il rapporto con l'Arabia Saudita (Foto Epa).Il Medio Oriente era l'altro segnale anticipatore. Tutto era apparecchiato per il nuovo capitolo del romanzo delle grandi potenze. E oggi vediamo come gli Accordi di Abramo promossi dall'amministrazione Trump furono il tentativo intelligente (e in parte riuscito, se Biden avesse colto meglio e subito il potenziale di quelle relazioni diplomatiche tra paesi un tempo nemici) di non far perdere all'Occidente il carro alato della vittoria in una guerra del futuro che si combatte prima di tutto sulla mappa degli oleodotti e dei gasdotti. Nel visionario capolavoro del cinema firmato da George Miller e Byron Kennedy che è Mad Max, due sono le risorse per le quali si combatte in un post-apocalittico futuro: l'acqua e la benzina. Ci siamo.
Petrolio. Benzina. Califfati. Durante la crisi della guerra in Siria, il 12 settembre del 2013, il New York Times pubblicò un articolo firmato da Vladimir Putin. Ciò che contava (e conta) era nella parte finale, quella in cui si rivolgeva a Obama (e dunque all'America intera) dichiarando la fine di un'era:
Ho studiato attentamente il suo discorso alla nazione di martedì. E non sono d'accordo con una sua affermazione sull'eccezionalismo americano, affermando che la politica degli Stati Uniti è "ciò che rende l'America diversa. È ciò che ci rende eccezionali". È estremamente pericoloso incoraggiare le persone a considerarsi eccezionali, qualunque sia la motivazione. Ci sono Paesi grandi e Paesi piccoli, ricchi e poveri, quelli con una lunga tradizione democratica e quelli che stanno ancora trovando la loro strada verso la democrazia. Anche le loro politiche sono diverse. Siamo tutti diversi, ma quando chiediamo le benedizioni del Signore, non dobbiamo dimenticare che Dio ci ha creati uguali.
La fine di quell'era per la Russia ha aperto una nuova storia. Piena di rischi, pericoli altissimi, pesanti contraddizioni (in quell'articolo Putin si lamentava delle azioni unilaterali degli americani, cosa che ha fatto regolarmente Mosca in Ucraina), smarrimenti collettivi dagli esiti (im)prevedibili. I fatti sul campo di battaglia, la terribile prova.
***
La battaglia che sta rimettendo tutti i pezzi della scacchiera al loro posto. Volodymyr Zelensky ha detto che la Russia controlla il 20% del territorio dell'Ucraina e c'è chi ha fatto la scoperta: l'esercito di Kiev non sta avanzando, sta perdendo terreno. Ulteriore traduzione: Putin sta vincendo. C'è chi gioisce di questo fatto e non sa che questo spalanca il cancello di una guerra più ampia. Se Putin vince, è il sigillo sul nostro declino, perché la Cina sarà incoraggiata a agire altrove (a Taiwan), la Russia estenderà la sua azione in Medio Oriente e in Africa (dove è presente in maniera massiccia, guardate le vicende del Mali), tutte le dittature penseranno che si può fare. E la colpa è tutta nostra. Fermare Putin senza scivolare in una guerra termonucleare, trovando una exit strategy giusta, per tutti, a cominciare dall'Ucraina. Questo dicono e scrivono coloro che conoscono i rischi di un confronto atomico. La guerra dove non vince nessuno.
***
Recuperare il senso della realtà sembra un'operazione impossibile. Rileggere la lezione del diplomatico George F. Kennan, l'architetto della politica americana del 'containment'. Questa dottrina fu delineata in un articolo di Kennan pubblicato su Foreign Affairs nel luglio del 1947:
Kennan non poteva firmare l'articolo - lavorava per il Dipartimento di Stato, fu ambasciatore a Mosca, era odiato da Stalin - dunque utilizzò la sigla X così "The Sources of Soviet Conduct" diventò "L'articolo X". La storia della sua genesi parte da un telegramma di Kennan scritto per analizzare un discorso di Joseph Stalin del febbraio del 1946 (chissà chi ha analizzato il discorso di Putin del 24 febbraio al Dipartimento di Stato). Il passaggio che a noi qui interessa è quello sul contenimento e la questione del prestigio di Mosca:
In queste circostanze è chiaro che l'elemento principale di qualsiasi politica degli Stati Uniti verso l'Unione Sovietica deve essere quello di un contenimento a lungo termine, paziente ma fermo e vigile delle tendenze espansive russe. È importante notare, tuttavia, che una tale politica non ha nulla a che fare con l'istrionismo esteriore: con minacce o spacconate o gesti superflui di "durezza" esteriore. Mentre il Cremlino è fondamentalmente flessibile nella sua reazione alle realtà politiche, non è affatto estraneo a considerazioni di prestigio. Come qualsiasi altro governo, può essere messo da gesti privi di tatto e minacciosi in una posizione in cui non può permettersi di cedere, anche se questo potrebbe essere dettato dal suo senso di realismo. I leader russi sono acuti giudici della psicologia umana, e come tali sono altamente consapevoli che la perdita di temperamento e di autocontrollo non è mai una fonte di forza negli affari politici. Sono pronti a sfruttare queste prove di debolezza. Per queste ragioni, è una conditio sine qua non per trattare con successo con la Russia che il governo straniero in questione debba mantenere in ogni momento il sangue freddo e la calma e che le sue richieste sulla politica russa debbano essere presentate in modo tale da lasciare la strada aperta per una risposta non troppo lesiva del prestigio russo.
Vi ricorda qualcosa? Sì, è quell'assenza che vediamo tutti: non c'è diplomazia. Anche questo è un problema dell'Occidente, parla una lingua aliena dalla realtà.
***
Perché abbiamo nutrito il relativismo culturale, prima di tutto, lasciato aperta la porta all'invasione di falsi miti, messo in campo una globalizzazione che non prevedeva democrazia, libertà, diritti. Abbiamo spostato la fabbrica occidentale (e il sapere) senza pensare che il capitalismo e la dittatura insieme non conducono affatto alla caduta del nemico illiberale, ma lo rafforzano (l'illusione cinese coltivata dagli economisti di Harvard che sono giunti alla disillusione con quello che oggi viene definito "l'impero che fallisce nel fallire").
Abbiamo chiesto in cambio profitti (tra l'altro, mal distribuiti e fonte di conflitto interno, leggere gli studi sempre di Branko Milanovic sulla diseguaglianza) senza pensare alla libertà che ha tante forme in cui manifestarsi ma alla fine è sempre la libertà di parola, di competere nel campo delle idee e dell'impresa. Oggi la Cina domina il Pacifico, ha colonizzato economicamente l'Africa e si fa sempre più minacciosa e assertiva. Quanto alla Russia, coltiva i suoi sogni imperiali, seduta sui mega-giacimenti di gas e petrolio e dispiega un mestiere delle armi che non conosce il mito delle zero perdite. I russi vanno in guerra sapendo di poter - e spesso dovere - cadere sul campo di battaglia. Puoi avere tutta la superiorità tecnologica di questo mondo (e con la Russia vale fino a un certo punto, è una potenza nucleare) ma se gli eserciti sono educati a usare il joystick e non il fucile di precisione, presto o tardi, la guerra la perdi.
***
Il 20% dell'Ucraina conquistata dalla Russia. I numeri. Il territorio. Sono circa 120 mila chilometri quadrati (la superficie totale del paese è di 603,548 chilometri quadrati), un territorio grande come l'Inghilterra. Sono fatti che i lettori di List conoscono bene, da settimane il tema della conquista è sul taccuino, così come i numeri. Perché è la conquista di territorio a misurare la vittoria e la sconfitta, non quanti carri e soldati ha perso Mosca (un paese dove sono morti 0ltre 20 milioni di uomini e donne nella Seconda guerra mondiale ha un rapporto diverso con la morte rispetto a un'Europa che la sua guerra la fa combattere agli altri), è ogni singola città che cade a definire l'avanzata e la ritirata, l'offensiva e il ripiegamento.
Il presidente dell'Ucraina, Volodymyr Zelensky, durante la sua visita sul fronte, a Kharkiv (Foto Epa).La propaganda di tutti contro tutti continua, ma il fatto che Zelensky abbia dato un numero sui soldati che muoiono ogni giorno in Ucraina (il presidente dice tra i 60 e 100) e un dato sul territorio occupato da Mosca, è un segnale: la situazione difficile per Kiev non si può mascherare più. Non ci sarà mai nessuna resa degli ucraini, Zelensky continuerà a tenere alto il morale degli uomini, ma i fatti richiamano a un principio di realtà: per quanto potranno andare avanti? Quanta distruzione dovranno e potranno sopportare in Ucraina? Ricordo quanto ha scritto l'Editorial Board del New York Times:
Biden dovrebbe chiarire al presidente Volodymyr Zelensky e al suo popolo che c'è un limite all’impegno di Stati Uniti e Nato contro la Russia, e un limite alle armi, al denaro e al sostegno politico che possono raccogliere. È indispensabile che le decisioni del governo ucraino si basino su una valutazione realistica dei propri mezzi e di quanta distruzione l'Ucraina possa ancora sostenere
Solo nella strana Europa combattente con il fucile e la vita degli altri, l'establishment fa ragionamenti su un conflitto che non finisce mai. E quando finirà - come tutte le guerre - allora si farà un bilancio anche sulla politica europea, il comportamento che ha tenuto, i costi che sono stati pagati dagli ucraini innocenti e molto altro che ora è finito sotto il tappeto. Perché le guerre non basta non volerle, bisogna evitarle. La vittoria? Si vedrà, siamo solo all'inizio. Cento giorni.
Iscriviti per leggere l'articolo completo.
30 giorni gratis per te
Ti manca poco per entrare nel Club. Completa la registrazione
Ti abbiamo mandato una mail su . Per completare la registrazione, apri la mail che ti abbiamo mandato e fai clic sul link di conferma. Grazie!
INFORMATIVA PRIVACY RELATIVA AL SERVIZIO NEWSLIST
Ai sensi dell'art. 13 D.Lgs. 30 giugno 2003, n. 196 (“Codice privacy”), dell’art. 13 del Regolamento Europeo n. 679 del 2016 (il “Regolamento privacy”), del Provvedimento n. 229 del 2014 del Garante della Protezione dei Dati Personali (rubricato “Individuazione delle modalità semplificate per l’informativa e l’acquisizione del consenso per l'uso dei cookie”), nonché della Raccomandazione n. 2 del 2001 adottata ai sensi dell’art. 29 della Direttiva n. 95/46/CE, List S.r.l. intende informare gli Utenti in merito all’utilizzo dei loro dati personali, dei log files e dei cookie raccolti tramite la navigazione nel Sito www.newslist.it (di seguito, il “Sito”).
- Titolare, Responsabili del trattamento dei dati e Responsabile della Protezione dei Dati
Il titolare del trattamento dei dati personali è List S.r.l. (di seguito, il “Titolare” o “List”), con sede legale Roma (00196), Via Ferdinando di Savoia n. 3, partita IVA 14403801005, email help@newslist.it.
L’elenco aggiornato dei Responsabili del trattamento, ove designati, può essere fornito su richiesta da parte degli Utenti.
Nel caso in cui venga nominato un Responsabile della Protezione dei Dati (ai sensi dell’art. 37 del Regolamento privacy), i dati identificativi dello stesso saranno resi noti mediante pubblicazione dei medesimi, integrando la presente informativa.
Il titolare del trattamento dei dati personali relativi al Sito è Legalitax Studio Legale e Tributario, con sede in Roma (00196), Via Flaminia n. 135.
- Categorie, natura e finalità dei dati trattati
List tratterà alcuni dati personali degli Utenti che navigano e interagiscono con i servizi web del Sito.
- Dati di navigazione
Si tratta di dati di navigazione che i sistemi informatici acquisiscono automaticamente durante l’utilizzo del Sito, quale l’indirizzo IP, gli indirizzi in notazione URI (Uniform Resource Identifier), nonché i dettagli delle richieste inviate al server del Sito, e che ne rendono possibile la navigazione. I dati di navigazione potranno altresì essere utilizzati per compilare statistiche anonime che permettono di comprendere l’utilizzo del Sito e di migliorare la struttura dello stesso.
Infine, i dati di navigazione potranno eventualmente essere utilizzati per l’accertamento di attività illecite, come in casi di reati informatici, a danno del Sito.
- Dati forniti dall’Utente
L’eventuale invio di comunicazioni ai contatti indicati sul Sito comporta l’acquisizione dell’indirizzo e-mail e degli ulteriori dati personali contenuti nella comunicazione, previo rilasci di idonea informativa.
- Cookie
- Siti web di terze parti
I siti di terze parti a cui è possibile accedere tramite questo Sito non sono coperti dalla presente Privacy policy. Gli stessi potrebbero utilizzare cookie differenti e/o adottare una propria Privacy policy diversa da quella di questo Sito, relativamente ai quali quest’ultimo non risponde. Consigliamo pertanto di consultare di volta in volta la relativa informativa sull’utilizzo dei cookie e seguire le istruzioni per la disabilitazione degli stessi, qualora lo si desiderasse.
- Natura del conferimento dei dati
Fermo restando quanto indicato in relazione ai dati di navigazione e ai cookie, gli Utenti sono liberi di fornire i propri dati personali, ove richiesti nelle apposite sezioni del Sito; il loro mancato conferimento può comportare l’impossibilità di ricevere la fornitura dei servizi da loro richiesti.
- Modalità del trattamento
I dati personali sono trattati con strumenti automatizzati, con logiche strettamente correlate alle finalità stesse, e per il periodo di tempo strettamente necessario a conseguire gli scopi per cui sono stati raccolti.
Le informazioni raccolte sono registrate in un ambiente sicuro.
- Ambito di comunicazione dei dati
I dati personali degli Utenti saranno trattati dal personale incaricato di List. Inoltre, i loro dati personali potranno essere trattati da terzi, fornitori di servizi esterni, che agiscano per conto o a nome di List, debitamente nominati quali Responsabili del trattamento, e che tratteranno i dati in conformità allo scopo per cui i dati sono stati in origine raccolti.
- Diffusione dei dati
I dati personali non sono soggetti a diffusione.
- Diritti dell’interessato
Il Codice privacy e il Regolamento privacy conferiscono agli Utenti l’esercizio di specifici diritti.
Gli Utenti in qualsiasi momento potranno esercitare i diritti di cui all’art. 7 del Codice privacy e s.m.i. e di cui agli art. 15, 16, 17, 18, 20 e 21 del Regolamento privacy, inviando una comunicazione scritta ai recapiti del Titolare di cui al precedente paragrafo 1 e, per l’effetto, ottenere:
- la conferma dell'esistenza o meno dei dati personali degli Utenti con indicazione della relativa origine, verificarne l’esattezza o richiederne l'aggiornamento, la rettifica, l'integrazione;
- l’accesso, la rettifica, la cancellazione dei dati personali o la limitazione del trattamento;
- la cancellazione, trasformazione in forma anonima o il blocco dei dati personali trattati in violazione di legge.
Gli Utenti, inoltre, potranno opporsi al trattamento dei dati personali che li riguardano.
- Aggiornamenti
La Privacy policy del Sito potrà essere soggetta a periodici aggiornamenti.
Termini e condizioni di vendita dei servizi di abbonamento
I presenti termini d'uso disciplinano la fornitura digitale del servizio in abbonamento (di seguito,
il"Servizio" o
l'"Abbonamento") a List nelle diverse formule di volta in volta disponibili. Il Servizio è fornito da List
S.r.l., con
sede in Via Ferdinando di Savoia, 3 - 00196 Roma P. IVA 14403801005, iscritta al registro delle imprese di
Roma, numero
di iscrizione RM/1518421 (di seguito, il "Fornitore").
Il Servizio è rivolto esclusivamente a utenti maggiorenni. (di seguito, l'"Utente" o gli "Utenti").
List è il servizio digitale che fornisce agli Utenti contenuti editoriali, giornalistici e informativi di
qualità;
maggiori informazioni su List sono disponibili navigando sul sito internet https://newslist.it/ (di seguito,
il "Sito").
Il Servizio è disponibile in abbonamento via web a partire dal Sito, nonché attraverso l'applicazione List
(di seguito,
l'"Applicazione") per dispositivi mobili con sistema operativo IOS 11.0 o successivi e Android 6.0 o
successivi.
Il costo dei dispositivi, delle apparecchiature e della connessione internet necessari per la fruizione del
Servizio non
è ricompreso nel Servizio e si intende a carico dell'Utente.
1. Caratteristiche del Servizio
1.1 Il Servizio ha ad oggetto la fruizione in abbonamento dei contenuti editoriali della testata List.
L'Abbonamento è
disponibile esclusivamente in formato digitale; resta quindi espressamente esclusa dal Servizio la fornitura
dei
contenuti in formato cartaceo.
1.2 Il Servizio è a pagamento e comporta il pagamento di un corrispettivo a carico dell'Utente (con le
modalità previste
nel successivo articolo 5).
1.3 L'Utente può scegliere tra diverse formule a pagamento per la fruizione del Servizio; il costo, la
durata, le
modalità di erogazione e gli specifici contenuti di ciascun pacchetto sono specificati nella pagina di
offerta
pubblicata su https://newslist.it/fe/#!/register ovvero all'interno dell'Applicazione. Il contenuto
dell'offerta deve
intendersi parte integrante dei presenti termini d'uso e del connesso contratto tra il Fornitore e l'Utente.
2. Acquisto dell'abbonamento
2.1 Ai fini dell'acquisto di un Abbonamento è necessario (i) aprire un account List; (ii) selezionare un
pacchetto tra
quelli disponibili; (iii) seguire la procedura di acquisto all'interno del Sito o dell'Applicazione,
confermando la
volontà di acquistare l'Abbonamento mediante l'apposito tasto virtuale. L'Abbonamento si intende acquistato
al momento
della conferma della volontà di acquisto da parte dell'Utente; a tal fine, l'Utente accetta che faranno fede
le
risultanze dei sistemi informatici del Fornitore. La conferma vale come espressa accettazione dei presenti
termini
d'uso.
2.2 L'Utente riceverà per email la conferma dell'attivazione del Servizio, con il riepilogo delle condizioni
essenziali
applicabili e il link ai termini d'uso e alla privacy policy del Fornitore; è onere dell'Utente scaricare e
conservare
su supporto durevole il testo dei termini d'uso e della privacy policy.
2.3 Una volta confermato l'acquisto, l'intero costo dell'Abbonamento, così come specificato nel pacchetto
acquistato,
sarà addebitato anticipatamente sullo strumento di pagamento indicato dall'Utente.
2.4 Effettuando la richiesta di acquisto dell'Abbonamento, l'Utente acconsente a che quest'ultimo venga
attivato
immediatamente senza aspettare il decorso del periodo di recesso previsto al successivo articolo 4.
2.5 Per effetto dell'acquisto, l'Utente avrà diritto a fruire del Servizio per l'intera durata
dell'abbonamento;
l'Utente, tuttavia, non può sospendere per alcun motivo la fruizione del Servizio durante il periodo di
validità
dell'Abbonamento.
3. DURATA, DISDETTA E RINNOVO DELL'ABBONAMENTO
3.1 L'Abbonamento avrà la durata di volta in volta indicata nel pacchetto scelto dall'Utente (per esempio,
mensile o
annuale).
3.2 L'Abbonamento si rinnoverà ciclicamente e in modo automatico per una durata eguale a quella
originariamente scelta
dall'Utente, sino a quando una delle Parti non comunichi all'altra la disdetta dell'Abbonamento almeno 24
ore prima del
momento della scadenza. In mancanza di disdetta nel termine indicato, l'Abbonamento è automaticamente
rinnovato.
3.3 L'Utente potrà esercitare la disdetta in ogni momento e senza costi attraverso una delle seguenti
modalità:
seguendo la procedura per la gestione dell'Abbonamento all'interno del proprio profilo utente sia sul Sito
che
nell'Applicazione;
inviando una mail al seguente indirizzo: help@newslist.it.
3.4 Gli effetti della disdetta si verificano automaticamente alla scadenza del periodo di abbonamento in
corso; fino a
quel momento, l'Utente ha diritto a continuare a fruire del proprio Abbonamento. La disdetta non dà invece
diritto ad
alcun rimborso per eventuali periodi non goduti per scelta dell'Utente.
3.5 In caso di mancato esercizio della disdetta, il rinnovo avverrà al medesimo costo della transazione
iniziale, salvo
che il Fornitore non comunichi all'Utente la variazione del prezzo dell'Abbonamento con un preavviso di
almeno 30 giorni
rispetto alla data di scadenza. Se, dopo aver ricevuto la comunicazione della variazione del prezzo,
l'Utente non
esercita la disdetta entro 24 ore dalla scadenza, l'Abbonamento si rinnova al nuovo prezzo comunicato dal
Fornitore.
3.6 Il Fornitore addebiterà anticipatamente l'intero prezzo dell'Abbonamento subito dopo ogni rinnovo sullo
stesso
strumento di pagamento in precedenza utilizzato dall'Utente ovvero sul diverso strumento indicato
dall'Utente attraverso
l'area riservata del proprio account personale.
4. Recesso DEL CONSUMATORE
4.1 L'Utente, ove qualificabile come consumatore – per consumatore si intende una persona fisica che agisce
per scopi
estranei all'attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta, ha
diritto di
recedere dal contratto, senza costi e senza l'onere di indicarne i motivi, entro 14 giorni dalla data di
attivazione
dell'Abbonamento acquistato.
4.2 L'Utente può comunicare la propria volontà di recedere, inviando al Fornitore una comunicazione
esplicita in questo
senso mediante una delle seguenti modalità:
mediante raccomandata a.r. indirizzata alla sede del Fornitore;
per email al seguente indirizzo help@newslist.it;
4.3 Ai fini dell'esercizio del recesso l'Utente può, a sua scelta, utilizzare questo modulo
4.4 Il termine per l'esercizio del recesso si intende rispettato se la comunicazione relativa all'esercizio
del diritto
di recesso è inviata dall'Utente prima della scadenza del periodo di recesso.
4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.