29 Luglio
Chi ha vinto e chi ha perso sulla riforma della Giustizia
Il testo della Guardasigilli Marta Cartabia andrà in aula domenica. Hanno vinto Draghi e Mattarella, i partiti provano a intestarsi un successo che in realtà è dell'asse Quirinale-Palazzo Chigi. Lega e Pd hanno protetto il governo. Il bluff dei Cinque Stelle svelato dal presidente dell'Unione Camere penali. Biden sull'immunizzazione dell'America: 100 dollari a ogni nuovo vaccinato
Che succede? Tutto è andato secondo copione: il plenum del Consiglio superiore della magistratura ha fornito un parere negativo sulla riforma e l'estinzione dei processi (senza fornire un dato oggettivo a supporto della sua eterna posizione critica), ripetendosi come sempre ha fatto negli ultimi trent'anni di sfascio giudiziario; il Consiglio dei ministri ha varato la riforma con i Cinque Stelle che hanno fatto la sceneggiata presentandosi un po' più tardi alla riunione e poi dando il via libera alla riforma Cartabia per far dire a Giuseppe Conte un'altra delle sue perle: "Non è la nostra riforma, ma l'abbiamo migliorata". Chi ha vinto e chi ha perso nella battaglia del Consiglio dei ministri per la riforma della Giustizia? Dopo otto ore di negoziato (e giorni di penultimatum pentastellati) possiamo fare un bilancio.
La Guardasigilli, Marta Cartabia, commenta: "Dopo una lunga mediazione, abbiamo un risultato importante. C'è l'impegno a ritirare tutti gli emendamenti presentati dalle forze di maggioranza con l'obiettivo di concludere nei prossimi giorni, l'obiettivo è garantire una giustizia celere, nel rispetto della ragionevole durata del processo, e allo stesso tempo garantire che nessun processo vada in fumo". Cartabia spiega che l'accordo sulla giustizia raggiunto in Cdm prevede "una norma transitoria per arrivare con una gradualità a quei termini che ci eravamo dati che rimangono fissi". Tempi di approvazione? "È una giornata importante: lunghe riflessioni per arrivare a un'approvazione all'unanimità con convinzione da parte di tutte le forze politiche. Ora c'è l'obiettivo di accelerare il più possibile per concludere, se possibile prima della pausa estiva, questa importantissima riforma". La riforma andrà in aula domenica alla Camera alle ore 14. Il governo corre. E alla fine, il banco vince, Draghi.
Prima di fare il giro di giostra nella giornata politica italiana, c'è una notizia appena battuta, molto importante perché testimonia quanto l'emerganza coronavirus non sia ancora alle...
Che succede? Tutto è andato secondo copione: il plenum del Consiglio superiore della magistratura ha fornito un parere negativo sulla riforma e l'estinzione dei processi (senza fornire un dato oggettivo a supporto della sua eterna posizione critica), ripetendosi come sempre ha fatto negli ultimi trent'anni di sfascio giudiziario; il Consiglio dei ministri ha varato la riforma con i Cinque Stelle che hanno fatto la sceneggiata presentandosi un po' più tardi alla riunione e poi dando il via libera alla riforma Cartabia per far dire a Giuseppe Conte un'altra delle sue perle: "Non è la nostra riforma, ma l'abbiamo migliorata". Chi ha vinto e chi ha perso nella battaglia del Consiglio dei ministri per la riforma della Giustizia? Dopo otto ore di negoziato (e giorni di penultimatum pentastellati) possiamo fare un bilancio.
La Guardasigilli, Marta Cartabia, commenta: "Dopo una lunga mediazione, abbiamo un risultato importante. C'è l'impegno a ritirare tutti gli emendamenti presentati dalle forze di maggioranza con l'obiettivo di concludere nei prossimi giorni, l'obiettivo è garantire una giustizia celere, nel rispetto della ragionevole durata del processo, e allo stesso tempo garantire che nessun processo vada in fumo". Cartabia spiega che l'accordo sulla giustizia raggiunto in Cdm prevede "una norma transitoria per arrivare con una gradualità a quei termini che ci eravamo dati che rimangono fissi". Tempi di approvazione? "È una giornata importante: lunghe riflessioni per arrivare a un'approvazione all'unanimità con convinzione da parte di tutte le forze politiche. Ora c'è l'obiettivo di accelerare il più possibile per concludere, se possibile prima della pausa estiva, questa importantissima riforma". La riforma andrà in aula domenica alla Camera alle ore 14. Il governo corre. E alla fine, il banco vince, Draghi.
Prima di fare il giro di giostra nella giornata politica italiana, c'è una notizia appena battuta, molto importante perché testimonia quanto l'emerganza coronavirus non sia ancora alle spalle, quanti sforzi servano per tenere aperta l'economia. Viene dall'America. È una notizia secca che dice quali sono le reali emergenze del nostro tempo, quanto molti non abbiano capito l'importanza della vaccinazione e quanto Joe Biden stia correndo per non ritrovarsi con la locomotiva dell'economia americana (che oggi ha mostrato qualche segno di rallentamento - Pil a +6,5% ma sotto le stime) improvvisamente imballata nel prossimo trimestre. Che fare? Pagare. Seguite il titolare di List.
01
Biden: 100 dollari ai nuovi vaccinati
Joe Biden ha deciso di dare una smossa alla campagna di vaccinazione americana che ha rallentato. Come? All'americana, mettendo mano al portafoglio. Il Presidente chiede agli Stati di dare 100 dollari a tutti i nuovi vaccinati, i fondi arriveranno dai 1.900 miliardi dell'American Rescue Plan. Lo ha reso noto il Tesoro americano. Qualcuno penserà che si tratta di un dispendio enorme di risorse, ma nella logica americana (e non solo) non lo è affatto: la variante Delta sta correndo, molte amministrazioni hanno ristabilito l'obbligo della mascherina al chiuso, un nuovo lockdown per gli Stati Uniti sarebbe un disastro. La realtà non concede spazio per le elucubrazioni dei (nostri) libertari immaginari, la vera e unica libertà si chiama vaccino.
02
La pochette giudiziaria
Il leader in pochette dei Cinque Stelle è davvero un fenomeno: in un colpo solo il governo di Mario Draghi ha cancellato l'orrore della riforma del disc jockey "Fofo", noto come Alfonso Bonafede, colui che s'avventurò nelle stanze del ministero della Giustizia riuscendo a mettere in pista la regola dell'imputato per sempre, e il Conte prima dice che non è la sua riforma e poi che ha migliorato il testo. Sul primo punto, va detto che per fortuna non è una riforma dei Cinque Stelle, sul secondo, siamo al secchiello e alla paletta dati al pupo per non frignare in spiaggia.
L'ex premier Giuseppe Conte (Foto Ansa).A Conte serviva un pretesto per non perdere al primo colpo la credibilità del leader (poca in partenza, arrivano le prime defezioni dal Movimento contista), a Draghi serviva il via libera in Consiglio dei ministri per non avere problemi in Europa con il Recovery Fund (la riforma della Giustizia è una condizione essenziale per accedervi), alla Lega il soggetto della resistenza all'assalto dei giacobini pentastellati, al Pd una ragione per dire a Palazzo Chigi "ci siamo anche noi". Il premier ha tessuto con pazienza la tela, parlato con tutti, chiesto a tutti di "rinunciare a qualcosa" e alla fine è il vero vincitore di questa partita molto delicata. Non è una rivoluzione, molto altro serve e servirà per avere un sistema giudiziario che funzioni per il cittadino e non per l'autorefenziale magistratura (al netto dei tanti magistrati in gamba), ma si tratta di un passaggio fondamentale, il primo vero tentativo (realizzato) negli ultimi trent'anni di chiudere il cortocircuito scoppiato con la rivoluzione giudiziaria (falsa) innescata nel 1992. Molti dei personaggi di allora hanno riconosciuto gli errori e gli eccessi, l'azione distruttiva alla quale mancarono il distacco, il giudizio bilanciato, la pars construens. In ogni caso, è un volta pagina.
03
Il banco vince, Mattarella e Draghi
Sul piano politico il risultato è doppio. Da una parte lo shakesperiano "tanto rumore per nulla", dall'altro l'ineludibile realtà del momento: Draghi ha il mazzo delle carte e il banco vince, gli altri soggetti al tavolo verde hanno pochi punti a disposizione e rivelano ogni volta con lo guardo smarrito il peso reale (scarso) dello loro tattica di gioco. La tensione nella maggioranza è figlia di questa impossibilità dei partitanti, costretti a remare nella direzione draghista, i leader (in tensione per il voto nei Comuni in autunno) cercano vie fantasiose (e impraticabili, vedere alla voce ddl Zan) per esprimere qualcosa che non possiedono: un'idea contemporanea del mondo, una visione del futuro, l'arte del nobile compromesso che sembra impossibile in uno scenario polarizzato.
Forza tranquilla. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella (Foto: Quirinale).Manca nei partiti quella forza tranquilla che hanno altre istituzioni, il Quirinale e Palazzo Chigi. Il deficit culturale delle attuali leadership è visibile, un iceberg che l'Italia finora ha evitato grazie appunto a due timonieri: il Presidente della Repubblica e il Presidente del Consiglio, Mario Draghi e Sergio Mattarella. Il Quirinale e Palazzo Chigi sono i due baluardi contro il partito dello sfascio che continua incombere, a cercare un impossibile colpo di cosa, nonostante il passaggio di stagione, la fine di un'era, sia ormai evidente a tutti. Non gli resta che cantare vittoria, tutti. La riforma della Giustizia ne è la testimonianza, solo pochi mesi sarebbe stato impossibile non solo mandarla in aula, ma perfino discuterla in sede di governo.
04
Le carte dei partiti, abbiamo vinto tutti (davvero?)
Giuseppe Conte afferma: "Volevamo migliorare, non stravolgere". Poi, non smentendo la sua vocazione al peggiorismo, un irrinunciabile tratto al cianuro, arriva un commento gratuito contro la Lega, l'idea di autoaffermarsi come partito di lotta e di governo: "C'è stata anche un'altra battaglia, su tutti i processi collegati alla mafia. Sono davvero rammaricato per l'opposizione della Lega. Questo mi fa pensare. Quando si tratta di combattere la mafia siamo tutti sullo stesso fronte, poi quando si scende sui fatti concreti gli slogan scappano via e non ci si ritrova sullo stesso fronte. Abbiamo ottenuto comunque un regime speciale per tutti i processi collegati alla mafia".
Il segretario della Lega, Matteo Salvin,i apre un nuovo punto di raccolta delle firme per i referendum sulla Giustizia a Milano (Foto Ansa).La risposta della Lega arriva a stretto giro, segno di una lotta che continuerà (senza un reale esito, almeno fino al voto nei Comuni) nelle prossime settimane: "Il Movimento 5 Stelle è a lutto per il superamento della riforma Bonafede e inventa falsità. La Lega ha chiesto che reati di mafia, per violenza sessuale e traffico di stupefacenti non andassero in fumo". Matteo Salvini, che aveva fatto un patto con Draghi su una mediazione, commenta così: "La riforma del processo penale approvata oggi in Cdm nonostante le minacce dei grillini è un primo passo, le firme per i Referendum di Lega e Partito Radicale diventano ancora più importanti, garanzia che il Parlamento non perderà altro tempo. Anche questo weekend più di 1.000 gazebo in tutta Italia". Il leader leghista ribadisce il movimentismo sul tema e in effetti la pressione dei referendari comunque è utile, impedisce la melina parlamentare. Vedremo gli esiti nelle Camere.
Il Partito democratico regge la parte che gli tocca in questa rappresentazione, Enrico Letta fa il suo dovere: "Accelerare i processi, garantire strutture sufficienti per gli operatori di giustizia, evitare qualunque rischio di impunità. L'equilibrio trovato dal Governo Draghi rende la riforma della giustizia migliore. Lo avevamo chiesto e ci siamo spesi per l'accordo fino in fondo. Bene". Per il segretario del Pd è comunque un buon passaggio, chiude anche tra i dem una stagione infausta, vedremo quanto sapranno elaborare il distacco (e per alcuni il lutto) dalla magistratura militante, riuscire in questa impresa per Letta sarebbe davvero un punto importante nella trasformazione del partito in una forza politica che archivia il manicheismo e si avvia a dialogare con tutti. È un peccato che questa strada non venga perseguita nel dibattito parlamentare sulla legge Zan. Qualcosa, va detto, si muove. I renziani hanno sotterrato l'ascia di guerra nel collegio di Siena (dove Letta è candidato nelle elezioni suppletive per un seggio alla Camera) e Renzi ha giudicato "convincenti" le parole del segretario del Pd. Le spine tra loro restano, ma qualche rosa spunta qua e là nel terreno progressista. Abbandonare l'idea dell'alleanza con i grillini (che con Conte sono la classica serpe in seno), questa sarebbe la vera rivoluzione del Pd. Bisogna scuotere l'albero e vedere se i frutti cadranno a terra o no.
I renziani possono dire di aver tenuto il punto e averlo fatto a ragion veduta, il cataclisma grillinon non c'è stato perché non poteva esserci. Così Ettore Rosato, presidente di Italia Viva esprime "soddisfazione per l'archiviazione definitiva di Bonafede e delle sue riforme. Ottimo il lavoro del Presidente Draghi. Il segno della discontinuità è evidente nonostante i tentativi del Movimento Cinque Stelle di boicottare, una volta ancora, il lavoro del Governo. Anche loro alla fine si sono arresi. Bene così".
05
Il bluff della difesa dei processi per mafia (e quello che manca)
Nel merito del tema reale, la riforma della Giustizia, Gian Domenico Caiazza, il presidente dell'Unione Camere Penali, l'organo associativo più autorevole degli avvocati italiani, riporta tutti sulla terra e rivela il gioco di fumo e specchi del Movimento Cinque Stelle sui processi per mafia: "Per l'ennesima volta, dunque, assistiamo a scontri sulla Giustizia penale fondati sulla totale, scandalosa mistificazione della realtà, e finalizzati ad ottenere norme di valore solo simbolico e mediatico da poter spendere in favore di telecamera al mercato del consenso politico". Caiazza ricorda ai naviganti che "da sempre in Italia gli unici processi che vengono celebrati in tempi insolitamente rapidi sono quelli per reati di mafia e di grande traffico di stupefacenti, reati peraltro da sempre sostanzialmente imprescrittibili. E ciò banalmente accade perché si tratta, nella quasi totalità dei casi, di processi con imputati detenuti, che devono concludersi dunque prima della scadenza dei termini di custodia cautelare" e "in appello quei termini sono largamente inferiori ai tre anni originariamente previsti dalla prescrizione processuale proposta dalla riforma Cartabia".
Cade la maschera pentastellata, in un colpo solo, basta guardare la realtà dei processi. Il leader dei penalisti spiega che "resta il definitivo superamento della riforma Bonafede della prescrizione, cioè della più vergognosa riforma della storia repubblicana". Il fatto politico è questo. Ma Caiazza ricorda anche come la magistratura abbia alla fine influito sulla scrittura della legge, un tema antico, che abbiamo spesso sollevato su List (le parole amare di Giuliano Vassalli sulla riforma della responsabilità dei magistrati, per esempio): "È davvero penosa l'ennesima manifestazione della sovranità limitata della politica - dice Caiazza - in tema di Giustizia penale, in Italia, governa sempre la magistratura, che detta legge con le sue bocche di fuoco mediatiche e con le sue legioni di magistrati distaccati ad occupare i gangli vitali del potere esecutivo ed in particolare del ministero di Giustizia". Per il presidente delle Camere Penali la "vera riforma liberale della Giustizia che più di ogni altra impegna i penalisti italiani resta quella che separerà le carriere di giudici ed inquirenti, e vieterà il distacco dei magistrati nei ministeri".
C'è ancora molto da fare, ma questa resta una giornata importante, lo smontaggio e rimontaggio del sistema giudiziario è cominciato. Altri dovranno completarlo con scienza (giuridica) e coscienza (politica), Draghi ha posato la prima pietra.
***
C'è altro? È cominciato a Roma il G20 della cultura. Draghi (con l'eterno Dario Franceschini) l'ha inaugurato al Colosseo.
06
Il turismo in Italia vale il 13% del Pil
Ecco il video della cerimonia di apertura e a seguire il testo integrale dell'intervento del Presidente del Consiglio, Mario Draghi, al G20 Cultura al Colosseo:
di Mario Draghi
Ministre e Ministri,
Delegate e Delegati,
Direttrice Generale,
Direttore del Museo Egizio,
È un piacere accogliervi questa sera a Roma.
Ringrazio il Ministro Franceschini per l’organizzazione dell’evento, e per il grande lavoro che ha portato alla stesura della Dichiarazione finale.
Come sapete, questa è la prima ministeriale della Cultura nella storia del G20. Sono molto, molto orgoglioso che questo debutto avvenga in Italia. Questo posto stasera con questa luce testimonia meglio di ogni parola come storia e bellezza siano parte inerenti dell’essere italiani.
Quando il mondo ci guarda, vede prima di tutto arte, musica, letteratura, segni della storia antica.
Voglio ringraziare chi lavora nei nostri teatri, nelle nostre biblioteche e nei nostri musei.
Perché la riscoperta del passato è condizione necessaria per la creazione del futuro.
L’Italia è il Paese con il maggior numero di siti che l’Unesco considera Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Qualche giorno fa, scherzando, ho suggerito al Ministro Franceschini che forse la cosa più facile sarebbe considerare l’intero Paese come sito dell’Unesco.
Su un totale di 58, ne ricordo solo alcuni: il centro storico di Roma, dove ci troviamo stasera, e quello di Firenze; la Valle dei Templi; le città sepolte di Pompei ed Ercolano; le Cinque Terre e la laguna di Venezia. Fino agli ultimi, prescelti pochi giorni fa: i cicli di affreschi del ‘300 a Padova e il suo gioiello, la Cappella degli Scrovegni, Bologna, coi suoi 62 chilometri di portici; Montecatini, inclusa tra le Grandi Città termali d’Europa.
La Cappella degli Scrovegni a Padova.Sono luoghi che l’Italia custodisce per se stessa ma anche per il mondo intero.
Per chi è tornato a visitarci dopo i mesi vuoti della pandemia.
Il sostegno alla cultura è cruciale per la ripartenza del Paese.
Il settore dei viaggi e del turismo vale il 13% del prodotto interno lordo e impiega in maniera diretta o indiretta tre milioni e mezzo di persone.
Nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza approvato dall’Unione europea, investiamo in queste attività quasi 7 miliardi di euro.
Interveniamo sul patrimonio culturale di Roma, da Cinecittà all’Appia Antica.
Il Giubileo del 2025 deve essere occasione di rilancio profondo e duraturo per questa città.
La tutela del patrimonio artistico richiede anche maggiore sostenibilità ambientale. In Italia, più di dieci siti Patrimonio dell’Umanità sono in pericolo per l’innalzamento del livello del mare. Il rischio di alluvioni minaccia tra il 15 e il 20% dei beni culturali del nostro Paese. Dobbiamo agire subito, perché le generazioni di domani possano godere dei tesori che ammiriamo e che hanno accompagnato tutta la nostra vita, certamente la mia.
Come co-presidenza della COP26 insieme al Regno Unito, siamo impegnati a raggiungere un accordo ambizioso sulle emissioni globali. I risultati del G20 sull’Ambiente a Napoli di qualche giorno fa sono certamente un passo nella direzione giusta direzione – e a questo proposito vorrei ringraziare il Ministro Cingolani. A questo sforzo multilaterale, si accompagna un’agenda domestica altrettanto coraggiosa. A Venezia, com’è stato ricordato, abbiamo vietato, severamente ristretto, il passaggio delle grandi navi davanti alla Basilica di San Marco e nel canale della Giudecca, era un provvedimento atteso da anni e di nuovo voglio ringraziare il Ministro Franceschini ma anche l’Unesco perché è stata una sollecitazione molto importante. E abbiamo varato misure anche di sostegno a favore delle categorie più colpite. Voglio ricordare un punto che diventerà importantissimo, forse il più importante negli anni a venire: la transizione ambientale ha dei costi molto alti e lo Stato deve farsi carico di accompagnare cittadini e imprese in questo percorso.
Conservazione non deve essere sinonimo di immobilismo.
È per questo che agli investimenti associamo un programma di riforme e di semplificazioni.
Dobbiamo permettere ai nostri giovani di liberare le proprie energie, il proprio dinamismo.
Promuovere l’uso della tecnologia, ad esempio nella digitalizzazione di archivi e opere d’arte.
Perché l’Italia sia, allo stesso tempo, custode di tesori e laboratorio di idee.
Il nostro patrimonio culturale è il frutto dell’immaginazione dei nostri antenati.
Quello dei nostri nipoti dipende da cosa sapremo fare noi.
Questo G20 e la sua Dichiarazione finale mi rendono ottimista sulla nostra capacità di coniugare memoria e visione.
Vi ringrazio per il vostro impegno e vi auguro buon lavoro.
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del diritto
di recesso è inviata dall'Utente prima della scadenza del periodo di recesso.
4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.