11 Marzo
Cina e spie. L'America avvisa la Germania (e osserva l'Italia)
L'ambasciatore americano a Berlino ha scritto al governo: se Huawei fa la rete, gli Stati Uniti dovranno limitare la collaborazione tra le agenzie di intelligence. Il National Security Council monitora la relazione del governo italiano con Pechino
La Germania fa affari con i cinesi di Huawei? L'amministrazione Trump ha reagito così: se andate avanti, saremo costretti a limitare la condivisione delle informazioni di intelligence. Gong. Si tratta di una mossa pesantissima che testimonia quanto la battaglia tra Cina e Stati Uniti sia profonda. A Berlino nei circuiti dell'intelligence avranno parecchio su cui riflettere, la Germania non è un paese immune dalla minaccia terroristica - nessuno lo è completamente - e la collaborazione tra i servizi segreti tedeschi e americani è consolidata. L'avviso non è verbale ma - secondo il Wall Street Journal - è un atto formale dell'ambasciatore americano a Berlino, Richard A. Grenell, che ha scritto al ministro dell'economia. Le strutture di comunicazione sono essenziali per la difesa e l'intelligence. Una serie di attacchi alla Germania sono stati sventati nel corso degli anni grazie alla collaborazione con la Cia e la Nsa.
In questo scenario ad alta tensione compare anche il caso dell'Italia che sta per entrare formalmente - primo e unico paese del G7 - nell'iniziativa Belt and Road della Cina. Quanto all'infrastruttura della rete G5, Huawei in Italia la sta già realizzando. Anche in questo caso gli Stati Uniti hanno cominciato un'escalation di avvisi al governo italiano. Ecco quanto ha twittato il National Security Council della Casa Bianca il 9 marzo scorso:
Il National Security Council è l'organismo che esamina tutti i dossier più delicati sulla sicurezza americana ed è presieduto dal Presidente degli Stati Uniti. Visto cosa sta succedendo con la Germania, il governo italiano si sta per infilare in un enorme guaio. Sì, viviamo tempi interessanti. Forse troppo.
01
Tav. Bandi per 2.3 miliardi (con il freno a mano)
Che succede? Archiviata la Tav, il governo continua a parlare... di Tav. Ancora stamattina il premier Conte dice che "faremo opere davvero...
La Germania fa affari con i cinesi di Huawei? L'amministrazione Trump ha reagito così: se andate avanti, saremo costretti a limitare la condivisione delle informazioni di intelligence. Gong. Si tratta di una mossa pesantissima che testimonia quanto la battaglia tra Cina e Stati Uniti sia profonda. A Berlino nei circuiti dell'intelligence avranno parecchio su cui riflettere, la Germania non è un paese immune dalla minaccia terroristica - nessuno lo è completamente - e la collaborazione tra i servizi segreti tedeschi e americani è consolidata. L'avviso non è verbale ma - secondo il Wall Street Journal - è un atto formale dell'ambasciatore americano a Berlino, Richard A. Grenell, che ha scritto al ministro dell'economia. Le strutture di comunicazione sono essenziali per la difesa e l'intelligence. Una serie di attacchi alla Germania sono stati sventati nel corso degli anni grazie alla collaborazione con la Cia e la Nsa.
In questo scenario ad alta tensione compare anche il caso dell'Italia che sta per entrare formalmente - primo e unico paese del G7 - nell'iniziativa Belt and Road della Cina. Quanto all'infrastruttura della rete G5, Huawei in Italia la sta già realizzando. Anche in questo caso gli Stati Uniti hanno cominciato un'escalation di avvisi al governo italiano. Ecco quanto ha twittato il National Security Council della Casa Bianca il 9 marzo scorso:
Il National Security Council è l'organismo che esamina tutti i dossier più delicati sulla sicurezza americana ed è presieduto dal Presidente degli Stati Uniti. Visto cosa sta succedendo con la Germania, il governo italiano si sta per infilare in un enorme guaio. Sì, viviamo tempi interessanti. Forse troppo.
01
Tav. Bandi per 2.3 miliardi (con il freno a mano)
Che succede? Archiviata la Tav, il governo continua a parlare... di Tav. Ancora stamattina il premier Conte dice che "faremo opere davvero utili per l'Italia", dunque egli suppone che l'alta velocità tra Torino e Lione sia inutile e allora dovrà prima o poi spiegarsi con Matteo Salvini che sempre oggi continua a dire che si farà. Non si può francamente prenderli sul serio.
La Commisione europea stamattina ha ribadito una cosa semplice: il via libera agli "avis de marche" sulla Tav che il consiglio d'amministrazione di Telt ha approvato oggi "è il primo passo ed è un passo necessario, ma ne serviranno altri" se la situazione non procede "sarà necessario rivedere il grant agreement" e dunque se non si usano i fondi europei, l'Italia rischia comunque di perdere i finanziamenti. Bisogna perciò continuare con gli escamotage. Tenersi i soldi per non fare l'opera (o far finta di non farla e poi farla) è una delle tante bizzarrie che abbiamo visto finora su questo dossier.
Che cosa ha deliberato il cda di Telt? Come spiega la società in una nota, il Consiglio "all'unanimità ha deciso di dare corso alle procedure di gara relative ai lavori in Francia per il tunnel di base, per un importo stimato di 2,3 miliardi di euro, tenendo conto delle indicazioni ricevute dai due Stati e conformemente alle lettere di Telt del 18 dicembre, 21 febbraio e da ultimo quella indirizzata ai primi ministri del 9 marzo". Il cda ha dato mandato "alla direzione generale di procedere per l'espletamento degli adempimenti per la pubblicazione degli 'avis de marches' sulla Gazzetta europea. Si va avanti, ma con il freno a mano pronto ad esser tirato perché come spiega la Telt "gli avvisi di avvio delle gare contengono l'esplicitazione della facoltà di interrompere senza obblighi e oneri la procedura in ogni sua fase". Telt conferma inoltre "l'impegno a verificare le volontà dei due Governi al termine della selezione delle candidature, prima di procedere all'invio dei capitolati di gara alle imprese".
Riepiloghiamo: i francesi vanno avanti, gli italiani non si capisce che cosa faranno. Straordinario.
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Andiamo oltre, il tempo è prezioso e il mondo non attende che l'Italia non risolva i suoi problemi di coabitazione tra geni a Palazzo Chigi. A dire il vero, non siamo i soli, anche gli inglesi hanno i loro grattacapi. Facciamo un salto a Londra.
02
Brexit. May tenta la trattativa last minute
La premier britannica, Theresa May, stasera è a Strasburgo per cercare un accordo all'ultimo minuto con l'Unione europea prima del voto nel Parlamento di Westminster domani. May per ora non ha i voti per far passare la sua proposta, giudicata insufficiente dai Brexiteers, e almeno provare a saltare l'ostacolo deve ottenere delle concessioni dall'Europa. Missione difficile, se non impossibile. Il ministro degli esteri irlandese, Simon Coveney, ha confermato che il negoziato è ancora in corso. Per il resto, è buio fitto, le acque del Tamigi sono torbide e God Save The Queen.
03
La Fed spinge Wall Street, Boeing la frena
La settimana si era chiusa con il gelo del crollo delle esportazioni in Cina e la conferma che Deutsche Bank e Commerzbank stanno discutendo di fusione tra i due gruppi. Il lunedì di Wall Street si è aperto con un il presidente della Federal Reserve, Jerome K. Powell, ha affermato che la recessione non ci sarà, il negoziato tra Stati Uniti e Cina sul commercio che ha ripreso vigore e il titolo di Boeing che ha zavorrato l'indice Dow Jones dopo la decisione di Cina e Indonesia di lasciare a terra l'aereo più venduto di sempre, il 747 Max 8. Due incidenti nel giro di pochi mesi, prima in Indonesia e poi in Etiopia, sono troppi e le coincidenze tra i due fatti sono inquietanti: decollo, perdita del controllo, crash.
L'economia americana dà ancora segni di crescita robusta, le buste paga crescono e il problema vero è che il mercato non riesce ad assorbire la domanda di posti di lavoro. E il caso della Boeing? Siamo di fronte a molti elementi combinati: motori, software, piloti. Elementi di un'indagine volante. Allacciate le cinture.
04
Due crash, un aereo. 737 Max a terra in Cina e Indonesia
Il doppio disastro aereo prima in Indonesia e poi in Etiopia sta provocando una reazione a catena sulla Boeing, il costruttore dell'aereo 737 Max 8 coinvolto in entrambi gli incidenti. Dopo la Cina, anche l'Indonesia ha deciso di lasciare a terra gli aerei. I 96 Boeing 737 Max 8 operati da compagnie aeree cinesi, dopo l'incidente aereo di ieri della Ethiopian Airlines in cui hanno perso la vita le 157 persone a bordo, tra cui otto italiani, non voleranno fino a nuovo ordine. Anche la Ethiopian Airlines e la Cayman Airlines hanno fatto altrettanto. Continua a leggere l'articolo su List.
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Che facciamo? Ci stiamo armando fino ai denti.
05
Il mercato della guerra
Chi sono i principali esportatori di armi? La risposta la troviamo nel report del Sipri di Stoccolma, fresco di stampa:
Torneremo su questi numeri con calma, domani. Ora facciamo pendolo tra America e Medio Oriente. Sabbia, montagne. E ancora guerra.
06
Il Mullah Omar aveva casa a fianco degli americani
Chissà cosa avrebbe detto John O'Neill - l'agente dell'Fbi che intuì i piani di Al Qaeda e non solo non fu ascoltato ma estromesso dal Bureau - di fronte a una notizia come questa: Mullah Mohammed Omar, il leader dei talebani, ha vissuto per anni vicino a due basi militari Usa e i soldati americani hanno perquisito la casa in cui si nascondeva, senza riuscire a trovare una stanza segreta dove si nascondeva. L'intelligence pensava che fosse scappato in Pakistan, invece no, era sotto il loro naso. La rivelazione arriva da un report pubblicato da Zomia e realizzato dalla giornalista olandese Bette Dam:
Mullah Mohammed Omar è una figura chiave nella storia contemporanea dell'Afghanistan, fu un grande avversario dei sovietici. Come ricorda Lawrence Wright in The Looming Towers, questo leader era un guerriero che provvedeva personalmente a distruggere i carri armati di Mosca a colpi di lancia missile, fu ferito gravemente all'occhio destro, era noto tra i mujaheddin, per la sua resistenza e coraggio. Dopo il ritiro dei russi tornò a insegnare in una madrassa vicino a Kandahar, ma la sua pace durò pochissimo, l'Afghanistan era nel pieno di una guerra tribale violentissima e senza regole, il governo comunista a Kabul era ancora in carica e incapace di controllare le gang, così Omar - dopo aver avuto una visione del profeta - andò in giro a reclutare studenti (i taliban) per portare l'ordine nel suo paese. All'inizio non ne trovò tanti, ma per il suo scopo furono più che sufficienti.
Con soli duecento uomini prese il controllo del distretto di Maiwand, nella provincia di Kandahar, costringendo alla resa il comandante locale che era a capo di 2500 uomini, con un vasto arsenale, carri armati, elicotteri e persino sei caccia sovietici Mig-21. La storia di Mullah Omar cominciò così.
Questo pezzo da novanta è sfuggito alla cattura degli americani e ce l'avevano sotto il naso. Aveva sul capo una taglia da 10 milioni di dollari. Secondo la ricostruzione fatta da Bette Dam (cinque anni di coraggiosa indagine) Omar visse per quattro anni a Qalat, capoluogo della provincia di Zabol, vicino al complesso del governatorato e all'area successivamente scelta per ospitare la Forward Operative Base Lagman. L'uomo che diede protezione a Omar fu Jabbar Omari, governatore provinciale quando i talebani erano al potere, testimone intervistato dalla Dam. Mentre gli americani costruivano la base Lagman, Omar si rifugiò in un villaggio a circa 30 chilometri a sud-est di Qalat, nel distretto di Shinkay. A soli 4,5 chilometri di distanza, gli Stati Uniti costruirono un'altra base militare, la Forward operative base Wolwerine che ospitava 1000 soldati. Qui il mullah Omar morì il 23 aprile 2013. Domanda sul taccuino: ma davvero lo cercavano?
Qui trovate il report di Bette Dam (che ha scritto anche un libro sulla vicenda). Chi vuole conoscere la storia di John O'Neill - morì nell'attacco alle Torri Gemelle, il destino è stato tanto cinico da farne il responsabile della sicurezza - può guardare la serie The Looming Tower su Amazon Prime e questo documentario di Frontline.
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Che facciamo ora? Torniamo in Europa. In un Occidente che si apre all'Oriente.
07
La magia di Praga e Bratislava
di Marco Patricelli
I tempi dei gemelli Ruggeri che in chiave comica e tristanzuola raccontavano negli Anni ’80 dell’immaginaria Croda, in una reale Mitteleuropa al di là del Muro di Berlino, sembrano preistoria. Le tossine economiche e sociali inoculate dal comunismo nell’ex Cecoslovacchia sono state espulse come si fosse trattato di un male inevitabile, come le malattie infettive. Oggi, trent’anni dopo, Repubblica Ceca e Slovacchia veleggiano nelle alte sfere della crescita europea, e può stupirsene solo chi soffriva (e continua a soffrire) di presbiopia domestica e miopia continentale. Continua a leggere l'articolo su List.
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Trenta chili fa un libro catturò l'immaginario del titolare. Parlava di una città e una cultura fosforescenti.
08
Praga Magica
Praga Magica. La scrittura barocca, di marzapane, di Angelo Maria Ripellino. Tutto quell'Est, quel fiume e il Ponte Carlo così inghirlandati. Ma certo, lo sappiamo cosa state pensando: quella città non c'è più, il passato non ritorna e quelle leggende in questi periodi di dirette Facebook potete incartarle. E cosa mai andrai a cercare? La poesia nell'era di Instagram? Va bene, cediamo al presente che clicca ogni cosa, anche il non detto e il disfatto. Verrà un tempo in cui smesso di indossare il like, torneranno i fantasmi e i Golem e i burattini e i pagliacci riflessi nel vetro intarsiato. E allora tutto comincerà come in questo meraviglioso libro:
Ancor oggi, ogni notte, alle cinque, Franz Kafka ritorna a via Celetná (Zeltnergasse) a casa sua, con bombetta, vestito di nero.
Se vedete uno in giro con la bombetta, tranquilli, non è un fantasma, ci avete solo dato dentro con il Gin Martini. Buona serata.
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7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
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assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.