29 Novembre

Cinque miliardi per l'Italia. Fca e i mutanti dell'auto

Il gruppo presenta ai sindacati i piani per il nostro paese. Gli investimenti e la sfida di un settore in piena trasformazione. Una partita fondamentale che si gioca su scala globale. A Mirafiori la prima piattaforma per la produzione della 500 elettrica che arriverà all'inizio del 2020. La mutazione dei grandi costruttori

Il settore dell'auto è entrato in una stagione di profonda trasformazione. Una rivoluzione. Non siamo più solo nella fase delle grandi alleanze, lo scenario sta per essere investito da una tripla ondata: dimensioni, tecnologia e consumo. La partita delle dimensioni è aperta da molti anni, tutti i gruppi cercano alleanze e fusioni, mettere insieme le forze è fondamentale, la concentrazione dei produttori che diversificano l'offerta dei marchi e modelli appare ineludibile; il tema della tecnologia riguarda la digitalizzazione e elettrificazione dell'auto, un cambiamento che investe connessioni, motori e propellente, in questo momento rappresenta numeri piccolissimi sul parco circolante mondiale, ma destinati a crescere esponenzialmente nei grandi centri urbani dei paesi a economia avanzata e in Asia; il consumo è legato alla proprietà, all'intensità d'uso del mezzo, alla percezione del valore dell'auto, è segmentato, ha una dimensione sociologica e psicologica che non è spiegabile solo con i numeri, il grande manager oggi deve avere una formazione poliedrica, lo "specialista" al vertice di questo settore rischia di essere un perdente.

A questi tre elementi portanti ne va aggiunto un quarto che è esterno, regolatorio: le norme nazionali (e internazionali, vedere alla voce Accordi di Parigi sul clima, ricordiamo che il vertice COP24 comincia in Polonia tra 4 giorni) che tendono a restringere le emissioni, favorire l'uso dell'auto elettrica e l'incentivazione del mezzo pubblico. Ne potremmo aggiungere un quinto, riguarda l'evoluzione dei motori e la ricerca sui carburanti che possono entrare in competizione con l'elettrico che, sia detto chiaramente, non è "pulito" al cento per cento come immaginano gli ingenui, le batterie si esauriscono, hanno un ciclo e la loro stessa produzione consuma energia e a sua volta genera importanti scorie di lavorazione. 

La porta di questa rivoluzione è spalancata. Abbiamo visto i problemi seri di General Motors negli Stati Uniti (chiusura delle fabbriche e taglio...


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