14 Novembre

Come vincere? Calma e gesso

I casi di Berlusconi, Gentiloni e Mattarella. Esiste un pezzo di elettorato che ha compreso la necessità della prudenza e che premierà l’esperienza, il rifugio sicuro nel passato, la stabilità che si oppone alla foga, la prevedibilità contro l'ignoto. di Lorenzo Castellani

 

di Lorenzo Castellani

Gli ultimi vent’anni sono stati caratterizzati dalla ricerca continua della palingenesi. Dal 1992, negli umori e nella testa degli italiani, è risuonato un solo vero programma politico che ha fatto da sfondo a tutto il resto: serve una nuova classe politica. Una ricerca continua, incessante, che parte da lontano, almeno dagli anni Ottanta.

Craxi aprì la via alla necessità di mobilizzare un sistema bloccato e sul punto di implodere con l’assassinio di Aldo Moro nel 1978. Una società televisiva chiedeva già allora un leader forte, capace di rompere con il grigiore della partitocrazia e, soprattutto, di avviare una grande riforma di cui i partiti sembravano incapaci e che avrebbe mandato in soffitta le vecchie istituzioni. La “società civile” irrompe nei grandi congressi socialisti di quegli anni: non solo militanti, ma imprenditori, professionisti, intellettuali, mondo dello spettacolo riempiono le architettura sgargianti e monumentali di Filippo Panseca, architetto-comunicatore di un nuovo modo di fare politica e di nuovi attori capaci di interpretare la democrazia del pubblico.

In parallelo, Marco Pannella avvia a modo suo una contestazione della classe politica che non si fermerà più: nel 1983 il leader radicale invita gli elettori all’astensione come sintomo di pacifica ribellione nei confronti della partitocrazia. Arrivano gli anni novanta e con Tangentopoli il fiume carsico della ricerca di una nuova classe politica si fa uragano. C’è il referendum sul finanziamento pubblico ai partiti e quello per una nuova legge elettorale maggioritaria promosso da Mario Segni che trovano un sostegno popolare mai visto in precedenza. 

Nel 1994 arriva l’uomo nuovo per eccellenza, la celebrità che si fa politica, l’imprenditore Silvio Berlusconi. Se non anti-politico, il Cavaliere è quanto meno impolitico. Predica l’avvento della società civile per battere le sinistre, il rinnovamento della classe politica in cui i manager, gli uomini del fare,...


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