28 Giugno

Conte e Grillo. Il tappo e la bottiglia

La frattura tra Grillo e Conte è solo la conferma delle contraddizioni esplose due anni fa, quando il Movimento andò al governo. Il fondatore e l'avvocato del popolo oggi romperanno per sempre? Non ha grande importanza, perché ad avere il timone del partito sarà sempre Beppe. È tutta una questione di imbottigliamento (politico). E c'è un problema in arrivo per il Pd (e il governo Draghi)


di Maite Carpio

Siamo all’ennesima spaccatura del Movimento Cinque Stelle che spaccatura non sarà. Sono anni che ci divertiamo con la messa in scena dei melodrammi pentastellati, ma questa volta rasenta l’inverosimile. Due anni fa qui da List abbiamo iniziato a segnalare le contraddizioni interne che prima o poi avrebbero fatto esplodere gli equilibri interni del Movimento. Sono ancora sull’orlo di una crisi di nervi, ma questa volta l’intervento del custode dell’’ortodossia, "l'elevato" Grillo ha lasciato ben chiaro che il giocatolo è suo (ci piaccia o meno è così) e che di farlo diventare una forza politica "green" nelle mani di uno come Conte (che potrebbe essere del Grillo solo se fosse Marchese), non ci pensa nemmeno. 

Giuseppe Conte non è altro che il tappo della bottiglia. Salta il tappo, può schizzare o meno lo champagne, ma la bottiglia rimane. Conte è in quella posizione perché ha avuto un colpo di fortuna (che cercava da anni, gli va dato il merito) ma la sua storia politica è simile a zero. Di Maio aveva perso 6 milioni di voti nelle elezioni europee del 2019 (e da allora non abbiamo più votato) ma fecero finta di niente. Per conservare lo champagne al freddo, fecero finta, come al solito, di fare una scelta democratica con il voto sulla piattaforma Rousseau e arrivò Conte, uno sconosciuto che si auto definì “l’avvocato del popolo”, ma era un semplice conciliatore di famiglia, il perfetto super partes che poteva guidare il primo governo con Salvini. Il Partito democratico, da sempre alla ricerca disperata di uno psicoterapeuta di coppia, trovò in lui il mediatore perfetto. Poi arrivò il Covid e, inevitabilmente quello che era stato scelto come una soluzione di passaggio, si pensò uno statista (con l’aiuto dei sondaggi e dei democratici alla ricerca del tempo perduto). Adesso è...


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