23 Agosto

Crash nello spazio e sulla terra

Gli errori di Putin. Ha pensato di essere un nuovo zar, è stato ridimensionato dalla Storia. La guerra in Ucraina è un disastro strategico, la Russia non può vincerla e non può permettersi di perderla. L'ultimo sogno, la missione sulla Luna, è andato in frantumi

di Marco Patricelli

All’amico che gli chiedeva come andasse con la moglie, un tale rispondeva: «Non mi posso lamentare»; «Ah, quindi bene!»; «No, è proprio che non mi posso lamentare». Per Vladimir Putin le cose vanno come a quel tale: non si può lamentare per l’Operazione militare speciale contro l’Ucraina, non si può lamentare per la spada di Damocle della Wagner dell’ex amico Evgenij Prigožin, non si può lamentare della figuraccia planetaria sulla sonda lunare. Non può e non vuole, col terno secco di flop inanellati in politica estera, interna e spaziale. Ha indicato la luna per distogliere l’attenzione dalla terra dove le cose vanno maluccio, e tutti si sono fermati al suo dito che ha rivelato l’inconsistenza delle sbandierate velleità di rinnovare i fasti dell’Unione Sovietica e del riabilitato Josif  Stalin.

Tempi di nostalgia e di rimpianti, per il padrone del Cremlino, che ha dato incarico in fretta e furia di riscrivere i libri di storia su cui forgiare le nuove generazioni di russi, da educare nello spirito nazionale e dell’orgoglio che dagli autocrati Romanov sono transitati sugli autocrati della nomenklatura comunista e sugli oligarchi  che ne supportano il trono presidenziale forgiato su misura per l’ex tenente colonnello di seconda fascia del Kgb. Vanno male, le cose, per il presidente dall’oscura storia e dall’oscura carriera messosi in scia a Boris Eltsin, senza il vizio della bottiglia ma col vizio di far tornare grande la Russia con lui al comando dopo aver spodestato "Penna bianca"; da Pietro il grande e Caterina la grande a Vladimir il piccolo, il nuovo zar di tutte le Russie frammentate che prima della sciagurata guerra mossa all’Ucraina godeva di un credito spropositato in Occidente e del pieno consenso di una nazione che aveva reindirizzato verso la rievocazione del ruolo di superpotenza, probabilmente perso per sempre...


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