30 Ottobre
Dacci oggi il nostro hacker quotidiano
Wall Street ko. Violati gli archivi della Sec. Più connessi, più insicuri. Le chiavi del segreto nelle mani dei pirati. La guerra informatica è ovunque. Un viaggio di List tra computer, titani della Rete e matematici persiani
I computer della Sec, l'autorità che vigila su Wall Street, sono stati violati dagli hacker. La notizia è piovuta ieri sul mercato, il fatto risale a un anno fa. L'archivio Edgar, quello dove sono custoditi i file delle aziende quotate è stato penetrato e copiato dai pirati informatici che poi hanno rivenduto i dati. Tutto a posto? No, tutto malissimo.
La notizia è enorme, stiamo parlando del santuario della finanza mondiale, l'organismo istituzionale che regola le quotazioni sul Nyse e il Nasdaq, un'istituzione che dovrebbe essere protetta come Fort Knox. Tutto inutile, gli hacker sono entrati nei sistemi informatici e hanno fatto un lavoro pulito, preciso, letale per la fiducia degli investitori.
Un comunicato del presidente della Sec, pubblicato ieri sul sito dell'agenzia, ha svelato quanto accaduto nel 2016:
Le dichiarazioni di Jay Claiton sono di estrema importanza, testimoniano la crescente minaccia alla sicurezza dei mercati e la fragilità intrinseca dei sistemi informativi. Più connessi, più insicuri. La violazione degli archivi Edgar nel 2016 è grave perché si tratta del cuore del sistema, quello dove sono custoditi tutti i report delle aziende, le informazioni che anticipano gli eventi di mercato, comunicazioni che valgono milioni su milioni di dollari per chi specula in Borsa. Nel comunicato la Sec elenca tutti gli sforzi per rendere sicuro il sistema, ma ammette che la sicurezza totale non esiste, che gli attacchi informatici sono numerosi, sempre più sofisticati, con obiettivi precisi. Il caso è nelle mani dell'FBI.
Il caso della Sec è un salto di qualità ulteriore degli hacker. Nei primi giorni di settembre la rivelazione che i sistemi di Equifax, una delle principali società di controllo del credito, erano stati violati per mesi dai pirati, aveva aperto uno squarcio gigantesco nel sistema finanziario, ora siamo dentro il Sancta...
I computer della Sec, l'autorità che vigila su Wall Street, sono stati violati dagli hacker. La notizia è piovuta ieri sul mercato, il fatto risale a un anno fa. L'archivio Edgar, quello dove sono custoditi i file delle aziende quotate è stato penetrato e copiato dai pirati informatici che poi hanno rivenduto i dati. Tutto a posto? No, tutto malissimo.
La notizia è enorme, stiamo parlando del santuario della finanza mondiale, l'organismo istituzionale che regola le quotazioni sul Nyse e il Nasdaq, un'istituzione che dovrebbe essere protetta come Fort Knox. Tutto inutile, gli hacker sono entrati nei sistemi informatici e hanno fatto un lavoro pulito, preciso, letale per la fiducia degli investitori.
Un comunicato del presidente della Sec, pubblicato ieri sul sito dell'agenzia, ha svelato quanto accaduto nel 2016:
Le dichiarazioni di Jay Claiton sono di estrema importanza, testimoniano la crescente minaccia alla sicurezza dei mercati e la fragilità intrinseca dei sistemi informativi. Più connessi, più insicuri. La violazione degli archivi Edgar nel 2016 è grave perché si tratta del cuore del sistema, quello dove sono custoditi tutti i report delle aziende, le informazioni che anticipano gli eventi di mercato, comunicazioni che valgono milioni su milioni di dollari per chi specula in Borsa. Nel comunicato la Sec elenca tutti gli sforzi per rendere sicuro il sistema, ma ammette che la sicurezza totale non esiste, che gli attacchi informatici sono numerosi, sempre più sofisticati, con obiettivi precisi. Il caso è nelle mani dell'FBI.
Il caso della Sec è un salto di qualità ulteriore degli hacker. Nei primi giorni di settembre la rivelazione che i sistemi di Equifax, una delle principali società di controllo del credito, erano stati violati per mesi dai pirati, aveva aperto uno squarcio gigantesco nel sistema finanziario, ora siamo dentro il Sancta Santorum della finanza, il livello più alto. La violazione dei sistemi di Equifax è enorme - parliamo della storia creditizia di milioni di clienti - e quella della Sec tocca il punto più alto, quello del regolatore del mercato. Equifax è un deposito di informazioni di 143 milioni di cittadini americani. La Sec ha i record di tutte le aziende americane ed estere quotate a Wall Street, un archivio gigantesco aperto alla ricerca del pubblico. E a quanto pare aperto anche alla curiosità degli hacker.
Non occorre essere Gordon Gekko per capire cosa significa tutto questo: chi possiede l'informazione riservata può manipolare il mercato a suo piacimento, trarre profitti giganteschi, affondare titoli e alzare la quotazione di altri, dare un colpo alla credibilità del sistema delle transazioni. Il ritardo con cui vengono fornite le informazioni al mercato su queste continue violazioni è uno temi più sensibili emersi negli ultimi tempi.
L'hacker può essere un criminale - e in questo caso chi ha violato i sistemi della Sec e di Equifax lo è - ma sul tema della loro azione nella società del pervasive computing c'è una letteratura e una diversità di opinioni e visioni molto interessanti. Quelle degli hacker sono comunità che nel "violare le regole" a loro volta sono sottoposte a regole stringenti che provocano il "dentro e fuori" dei componenti del gruppo. La cyber life di questi gruppi è alla base delle loro azioni, la scelta degli stessi obiettivi è influenzata da questa cultura. L'aumento esponenziale dei rischi di una società connessa non si può capire senza studiare questa cultura che un tempo aveva il prefisso sotto- ma oggi è sopra, in cima alla scala gerarchica delle armate dell'informazione.
Viviamo tempi interessanti. Forse troppo. Che facciamo? Restiamo nel fatato - e crudelissimo - mondo della tecnologia, c'è una notizia molto interessante: Google si getta a capofitto sulla produzione di smartphone con la sua tecnologia. Oplà, la competizione tra i titani, iOS e Android. Miliardi di dollari, miliardi di utenti, stormi di hacker in volo nel cielo hi-tech.
01
Google compra... il personale di Htc
Google ha scucito 1.1 miliardi di dollari per assicurarsi l'ingegno del personale di HTC, produttore di smartphone di Taiwan. Il titano della Silicon Valley è andato a caccia della cosa più preziosa: l'intelligenza. L'accordo può sembrare insolito, ma in realtà è il cuore della faccenda hi-tech: l'hardware è sempre meno importante del software, il cervello, la capacità di inventare a getto continuo, innovare. La vera macchina fondamentale resta l'uomo. È una buona notizia e nello stesso tempo un altro monito: i giganti della Rete fanno tutto, stanno concentrando le attività, crescono a dismisura in un Gorilla Game che mischia finanza, conoscenza tecnologica, marketing e una paurosa assenza di regole che ne limitino l'espansione indefinita e priva di argini.
Il mercato del mobile è quello sul quale si giocano i fatturati e le vite di quelle entità chiamate consumatori, le persone. HTC un tempo era il numero sul mercato dei cellulari, ma come riporta oggi il Wall Street Journal, ha perso posizioni, oggi vende 14 milioni di pezzi, mentre Samsung ha un mercato di 300 milioni di dispositivi in giro per il mondo. Che numeri. Fare telefonini, possedere i dati (rieccoli, inesorabili) le informazioni che in un famoso film di spionaggio furono felicemente chiamate "Le vite degli altri".
La diffusione capillare della tecnologia in ogni punto del pianeta e la distruzione dei punti d'attracco di questa rete utilizzati dagli avversari è il capitolo della guerra del futuro che, in realtà, è in pieno svolgimento nel presente.
02
Ciao, sono l'Iran, distruggo i tuoi dati
Qui compare la categoria dell'hacker di Stato, le truppe informatiche, la cavalleria corazzata del codice. Il titolare di List molti anni fa vide un centro di comando americano dedicato all'intercettazione online delle mosse degli avversari. Passato qualche anno, la faccenda s'è fatta incandescente e sempre più interessante, sono emerse nuove-vecchie forze, Stati con una popolazione che ha una conoscenza profonda delle scienze matematiche hanno messo a frutto questa tradizione culturale per formare nuove armate, quelle che saranno decisive nei nuovi-vecchi conflitti. Una delle nazioni più temibili - insieme alla Cina e alla Russia - è l'Iran.
Tra il 750 e il 1400 la matematica araba e persiana era il massimo della conoscenza umana, la parola "Algoritmo" (quella che citano i politici à la page senza sapere di cosa stanno parlando) deriva dal nome di un matematico persiano, Muhammad ibn Musa al-Khwarizmi e la parola "Algebra" (questa i politici non la citano perché ricorda loro i compiti che non sono mai riusciti a fare a scuola) deriva dal titolo di una sua opera, l'al-Jabr wa al-muqābala. Con questo bagaglio di conoscenza, l'Iran - che ha mantenuto alta l'istruzione di base - è diventato uno dei dominatori del risiko informatico. Wired racconta delle attività di spionaggio un gruppo di hacker di Teheran, autori di un malware distruttore di dati. Gli obiettivi? Strutture della Difesa, aerospazio, reti energetiche, il cuore dello Stato:
L'articolo ha origine da una ricerca di FireEye, un'azienda americana che lavora nel settore della sicurezza informatica. Quello che emerge è la raffinatezza, la capacità di penetrazione e il livello della minaccia. Tutti spiano tutti, benvenuti nel nuovo War Game. Vince chi ha più denaro? Non proprio, la materia prima fondamentale è, ancora una volta, l'intelligenza. Dacci oggi il nostro hacker quotidiano.
Che facciamo? Andiamo in Iran, Trump dice di aver preso una decisione sul nucleare di Teheran. Ma ancora non l'ha rivelata. Seguite il titolare di List. E portate un contatore geiger.
03
Ayatollah & plutonio
Il dossier iraniano non è mai stato così radioattivo. L'accordo di Obama sembra destinato ad andare a carte quarantotto e c'è da scommettere che l'Iran reagirà tornando al suo piano originario, l'uso militare del nucleare. I repubblicani non hanno mai digerito il deal fatto da Obama, hanno sempre pensato che fosse debole e non sicuro, che Teheran avrebbe potuto in qualsiasi momento passare dal nucleare "civile" al "militare". Tutto fondato, ma resta sul taccuino del titolare di List una domanda: stracciato l'accordo, che si fa? L'antica Persia è sempre stata la potenza regionale e l'amministrazione Trump balla con l'Arabia Saudita, il nemico numero uno dell'Iran. Lo scenario è decisamente pericoloso, la regione è devastata da guerre regionali (Iraq e Siria) e una crisi che ha sfiorato il conflitto (impedito da un intervento di Trump) tra il Qatar, i Sauditi e i loro alleati. Il presidente iraniano ha già fatto sapere stamattina che non ha nessuna intenzione di rinegoziare un bel niente con gli Stati Uniti. La domanda di Lenin è obbligatoria: che fare? Bisogna aspettare le decisioni di Trump. Wait and see.
Siamo di fronte a un quadro in movimento, abbiamo cominciato questo viaggio con la tecnologia dei dati, la programmazione, il codice, lo sviluppo esponenziale delle macchine di calcolo e il pervasive computing e poi siamo approdati al nucleare iraniano (sul quale fu usato in passato contro un virus, lo Stuxnet, creato dagli americani e gli israeliani) ed eccoci all'altra arma della guerra di potenza contemporanea: la catapulta del denaro. Benvenuti nel magico mondo delle Banche Centrali, la creazione del denaro, siamo dentro il mito letterario, il Mefistofele di Faust, Goethe. Troppa letteratura? Tranquilli, il titolare è in piena fase Gordon Gekko: "È tutta una questione di denaro, il resto è conversazione". Quanto denaro? Trilioni di dollari, euro, yen, tutta la moneta del mondo.
04
Janet chiude il sipario del QE
La Federal Reserve ieri ha chiuso l'era del quantitative easing e aperto un altro capitolo di quella storia che Mohamed A. El-Erian chiama "The Only Game in Town", il gioco delle banche centrali.
Che succede ora? La crescita americana è robusta e la Federal Reserve pensa che sia destinata a durare, ci sarà entro l'anno un altro rialzo dei tassi americani. Tutto questo non può essere ignorato dall'Europa che vive in una condizione non perfettamente allineata, ma di certo è in una fase crescita (il bollettino economico della Bce pubblicato oggi ha rivisto al rialzo i dati del Pil dell'Eurozona: + 2.2 per cento) e Mario Draghi qualche giorno fa ha annunciato che a ottobre si comincerà a discutere del soft landing del programma d'acquisto di titoli. Sarà un atterraggio morbido? Lo speriamo tutti, la cosa riguarda l'Italia: il terzo debito pubblico del mondo, la crescita più fragile dell'Eurozona, un quadro politico più che mai incerto (stanno discutendo di legge elettorale con sbarramento al 3 per cento, siamo di nuovo polverizzati) e una vocazione alla contabilità creativa battuta solo dalla Grecia, cioè da uno stato fallito. Quanto ci riguarda? Il titolare di List offre come sempre un dato oggettivo sul quale il Parlamento non riflette, eccolo:
Il conto dei titoli di Stato italiani in pancia della Bce è presto fatto: oltre 291 miliardi di euro. Noccioline. Avete sentito qualche statista italiano parlarne recentemente? Di Maio è pronto ad affrontare lo scenario di tassi in rialzo, impennata del servizio del debito sovrano e probabile aumento dei tassi che ci attende nel 2018? Renzi aggiornerà un capitolo del suo libro fondamentale? Berlusconi ne parlerà a quel genio autarchico di Salvini? Silenzio, stanno scrivendo una nuova legge elettorale che fin dalle premesse (e dal nome: Rosatellum) sembra non tener conto della realtà: siamo in un sistema tripartito dove si dovrebbe governare con un'alleanza larga, alla tedesca. Il problema è che siamo in Italia e le cose finiscono all'italiana. La catapulta del denaro europeo non interessa nessuno, ma presto smetterà di lanciare i suoi acquisti sul mercato dei titoli di Stato.
Cos'altro resta sul taccuino? due note veloci, una sull'Italia e l'altra sulla Spagna. Ci torneremo ancora in uno dei prossimi numeri di List. Allacciate le cinture.
05
Consip. Il golpetto affondato
Qui a List siamo stati facili profeti: il golpetto di Consip sta colando a picco. In attesa di altri potenti sviluppi - ci saranno, potete starne certi - il quadro previsto sulla storia del golpe ai danni della famiglia Renzi si è pienamente realizzato. Il Fatto Quotidiano stamattina riporta la notizia che - se confermata - farà crollare tutto: i procuratori di Roma hanno pronta la richiesta di archiviazione per il caso Woodcock-Consip. Andrà così? Basta avere un po' di pazienza, presto vedremo quanta "golpite" c'è davvero nel caso Consip. Stop.
Andiamo a Madrid, dove il premier Mariano Rajoy è alle prese con lieve problema: per difendere la Costituzione rischia di perdere la Spagna. O almeno un suo pezzo non irrilevante: la Catalogna.
06
Catarogna, Catalagna o Catagogna?
Il Manifesto stamattina è andato in edicola con uno splendido titolo: La Catarogna. Il titolare di List ieri sera a Tg3 Linea Notte (List sarà presente anche nella puntata di stasera) ne ha proposto due varianti: Catalagna e Catagogna. Buoni per decidere da che parte stare dopo gli arresti della Guardia Civil, indipendentisti in manette. La situazione è da olio bollente sulle mura del castello, Rajoy ha usato il pugno duro, doveva difendere la Costituzione, ma il rischio di incendio di vaste proporzioni ora è altissimo. Tornare indietro non si può, andare avanti significa arrivare a una guerra civile prima strisciante e poi forse anche in piedi. El Pais è uscito con un editoriale durissimo. Che dice? Senza mezze misure, il titolo è questo: "Le bugie del presidente catalano". Il soggetto messo a fuoco è Carles Puigdemont, il suo destino secondo El Pais è quello dei bugiardi: "Non può restare impunito". Perché? Ha riportato otto fatti che sono completamente falsi. Che cosa è questa: una guerra civile. Per ora solo di parole. Speriamo resti tale e si trovi una soluzione politica, quella che finora è clamorosamente mancata. E in ogni caso, le parole sono pietre. Fanno male. Attendiamo gli eventi, teniamo il taccuino aperto. Olè.
07
PlayList. Musica!
Siamo arrivati a quota 230 canzoni e oltre 19 ore di musica. PlayList, la musica dei lettori di List viaggia pieno ritmo. Ascoltatela qui su Spotify.Cosa state aspettando? Scrivete al titolare qual è la vostra canzone preferita. La inseriamo nella compilation e poi vai con il volume in cuffia.
Stamattina in cuffia si ascoltava questa canzone del Boss, buon ascolto e... seguite PlayList, fa lo stesso effetto del Gin Martini.
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L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.