7 Gennaio
Di Maio e Salvini pensano alla rivoluzione. Degli altri
I leader Cinque Stelle e Lega parlano entrambi dei gilet gialli in Francia, sono in competizione anche quando fanno la rivoluzione con il binocolo mentre in Italia aumenta la spesa per interessi (1.7 miliardi) e la pressione fiscale (40.4 per cento). Aria di tempesta a Palazzo Chigi tra la Lega e Conte sull'immigrazione
Breve quadretto dall'Italia: il sindaco di Palermo Leoluca Orlando cerca un giudice (parole sue) per sollevare il conflitto in sede costituzionale sulle nuove norme sull'immigrazione; il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, conferma che "il porto è aperto"; il ministro dell'Interno Matteo Salvini dice "non cedo"; il Movimento Cinque Stelle pensa a referendum senza quorum, la Lega è contraria (pare governino insieme); nel terzo trimestre del 2018 la pressione fiscale è stata pari al 40,4 per cento, in aumento di 0,1 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente; le ricerche di idrocarburi sono state autorizzate dal governo prececente, dice Luigi Di Maio, confermando di essere contrario a dare il via libera ad altre esplorazioni. In fondo, importiamo solo il 75 per cento dell'energia e la nostra bolletta è tra le più care al mondo. Applausi. The show must go on.
01
Un'altra crisi in alto mare
Il tema dell'immigrazione è diventato una sorta di bandiera, Salvini da una parte, Conte e i Cinque Stelle dall'altra. Non è il primo tema in agenda, ma per la Lega è anche l'unico sul quale vantare la sua presenza al governo finora, visto che ha ceduto sulla riforma fiscale e quella previdenziale è tutta da vedere. Si dice che Salvini su questo, gli eventuali sbarchi dei migranti dalle navi Sea Watch 3 e Sea Eye, sia pronto a scontrarsi con il premier e l'alleato di governo. La memoria va subito al caso Diciotti, quella volta Salvini fu sconfitto dalla concertazione tra il Quirinale e la Presidenza del Consiglio. La voce del Papa si è levata anche oggi sul tema dell'accoglienza, sono richiami a cui non sono insensibili né Mattarella né Conte, due politici di matrice cattolica. Salvini non dichiarerà sicuro nessun porto, ma alla fine è il Presidente del Consiglio a decidere non lui, almeno...
Breve quadretto dall'Italia: il sindaco di Palermo Leoluca Orlando cerca un giudice (parole sue) per sollevare il conflitto in sede costituzionale sulle nuove norme sull'immigrazione; il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, conferma che "il porto è aperto"; il ministro dell'Interno Matteo Salvini dice "non cedo"; il Movimento Cinque Stelle pensa a referendum senza quorum, la Lega è contraria (pare governino insieme); nel terzo trimestre del 2018 la pressione fiscale è stata pari al 40,4 per cento, in aumento di 0,1 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente; le ricerche di idrocarburi sono state autorizzate dal governo prececente, dice Luigi Di Maio, confermando di essere contrario a dare il via libera ad altre esplorazioni. In fondo, importiamo solo il 75 per cento dell'energia e la nostra bolletta è tra le più care al mondo. Applausi. The show must go on.
01
Un'altra crisi in alto mare
Il tema dell'immigrazione è diventato una sorta di bandiera, Salvini da una parte, Conte e i Cinque Stelle dall'altra. Non è il primo tema in agenda, ma per la Lega è anche l'unico sul quale vantare la sua presenza al governo finora, visto che ha ceduto sulla riforma fiscale e quella previdenziale è tutta da vedere. Si dice che Salvini su questo, gli eventuali sbarchi dei migranti dalle navi Sea Watch 3 e Sea Eye, sia pronto a scontrarsi con il premier e l'alleato di governo. La memoria va subito al caso Diciotti, quella volta Salvini fu sconfitto dalla concertazione tra il Quirinale e la Presidenza del Consiglio. La voce del Papa si è levata anche oggi sul tema dell'accoglienza, sono richiami a cui non sono insensibili né Mattarella né Conte, due politici di matrice cattolica. Salvini non dichiarerà sicuro nessun porto, ma alla fine è il Presidente del Consiglio a decidere non lui, almeno dal punto di vista formale. L'attivismo del premier non piace alla Lega, è sempre più autonomo e resta pur sempre espressione dei Cinque Stelle. Conte fa di testa sua. E qualcuno nella maggioranza comincia a sognare la ghigliottina (politica) per evitare la nascita di un leader moderato tra i pentastellati.
Ghigliottina? È sinonimo di rivoluzione.
02
Di Maio, Salvini e i gilet gialli
Luigi Di Maio, il Robespierre de noantri, si è messo in testa di fare la rivoluzione in Francia: "Gilet gialli, non mollate!", dice lo statista sul Blog delle Stelle: "Dall'Italia stiamo seguendo la vostra battaglia dal giorno in cui siete comparsi per la prima volta colorando di giallo le strade di Parigi e di altre città francesi. Il Movimento Cinque Stelle è pronto a darvi il sostegno di cui avete bisogno. Come voi, anche noi, condanniamo con forza chi ha causato violenze durante le manifestazioni, ma sappiamo bene che il vostro movimento è pacifico. Possiamo mettere a vostra disposizione alcune funzioni del nostro sistema operativo per la democrazia diretta, Rousseau, per esempio, 'Call to action' per organizzare gli eventi sul territorio o il sistema di voto per definire il programma elettorale e scegliere i candidati da presentare alle elezioni. È un sistema pensato per un movimento orizzontale e spontaneo come il vostro e saremmo felici se voleste utilizzarlo". Il sistema operativo. Di Maio non ha la più pallida idea di quello che sta accadendo in Francia, lui propone il sistema operativo, da quelle parti c'è un'insurrezione e forzano i portoni dei ministeri con la ruspa (non è quella di Salvini). Urge un dettagliato resoconto dei nostri servizi segreti. Visto che c'è una competizione politica permanente, anche Salvini dice la sua sul tema con niente meno che una nota: "Sostegno ai cittadini perbene che protestano contro un presidente che governa contro il suo popolo ma assoluta, ferma e totale condanna di ogni episodio di violenza che non serve a nessuno". Dunque abbiamo i due leader dei partiti di governo che si occupano della rivoluzione. Degli altri. Sono al governo, avevano promesso di farne una in casa, sul serio, osservano con i binocoli l'assalto alla Bastiglia. Commovente.
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Fatti concreti? La situazione del Paese viene fuori dai numeri diffusi stamattina dall'Istat. Qualcosa aumenta. Ma non è quella giusta.
03
Aumenta la spesa per interessi di 1.7 miliardi
Il deficit delle amministrazioni pubbliche sul Prodotto interno lordo migliora leggermente, 0,1 punti percentuali rispetto al 2017. Cresce la spesa per interessi di 1.7 miliardi rispetto al terzo trimestre del 2017 e questo assorbe l'avanzo primario. Il reddito disponibile delle famiglie ha segnato un lieve incremento (+0,1 per cento), cala il potere d’acquisto per effetto dell'inflazione (-0,2 per cento). La pressione fiscale è stata pari al 40,4 per cento, in aumento di 0,1 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Sintesi: l'Italia è ferma, è cresciuta solo la spesa per gli interessi del debito pubblico. E la pressione fiscale. Stappate lo champagne. Ah, no, c'è un ordine del Viminale che dice di bere solo prosecco. La cosa non ci tocca, il titolare beve Gin Martini.
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Sono dati che dovrebbero far riflettere, alla luce delle dichiarazioni fatte da Alberto Brambilla, vicino alla Lega, uno dei massimi esperti di previdenza in Italia che, dopo non aver ricevuto risposta a una lettera che aveva inviato alla Presidenza del Consiglio, ha dato l'addio a Salvini così in un'intervista a La Verità: "Non ho avuto riscontri. Per quanto mi riguarda, considero risolto il mio ruolo di consigliere economico. Nel 2008 lo Stato centrale trasferiva 6o miliardi per assistenza sociale attraverso l'Inps. Oggi siamo a 115 miliardi. A questa cifra dobbiamo aggiungere, sulla base delle indicazioni della Ragioneria di Stato, la spesa assistenziale degli enti locali e lo 0,8 per cento del Pil per il sostegno alla casa. Alla fine il monte spesa totale per l'assistenza sociale sfiora i 13o miliardi, quando la spesa per le pensioni autentiche, cioè quelle sostenute dai contributi, è di 160. Così il sistema non regge". Crac. Se prendiamo tutti questi bagliori intermittenti e soprattutto se li osserviamo in un'ottica europea, se guardiamo il quadro e non perdiamo tempo a trapanare con il microscopio la cornice, si capisce che la nave rischia di finire sugli scogli. Serve una raddrizzata al timone.
L'immigrazione viene usata come un'arma di distrazione di massa. Ma il primo tema in agenda - visto che si usa lo slogan "prima gli italiani" - dovrebbe essere quello della creazione di ricchezza e stabilità nel paese, piaccia o meno questo è il punto chiave. Invece no, così abbiamo una gigantesca perdita di energia (sull'intelligenza coltiviamo dei dubbi sempre più fondati) su un tema ora secondario (gli sbarchi sono al minimo storico da 5 anni, dati Frontex). L'opposizione fa il gioco di Salvini, ne alimenta tutta la retorica, lui incassa. Il Pd è in fase Tafazzi e i sindaci diventano perfino disobbedienti. AnarchItalia. Questi ultimi dovrebbero battersi per fare altro. Cosa? Il federalismo, se l'Italia è quella dei Comuni - e lo è - allora devono avere più autonomia, che non significa anarchia, ma responsabilità.
04
La vera battaglia dei sindaci? Quella per il federalismo
Lo scontro sull'immigrazione è solo una guerra per la spartizione delle spoglie del Pd. L'obiettivo dei Comuni è un altro: più autonomia, più finanziamenti, meno Stato centrale. Un'indagine di Lorenzo Castellani su una polemica strumentale e sull'unico potere stabile in Italia
di Lorenzo Castellani
È iniziata la guerra per le ultime spoglie del Partito Democratico. I sindaci che protestano contro le norme del decreto sicurezza varato dal governo e proposto dalla Lega esprimono, oltre al disagio nei confronti di un provvedimento convertito in legge dal Parlamento e promulgato dal Capo dello Stato, una volontà di cannibalizzazione del consenso che resta nel centrosinistra. La debolezza della attuale segreteria e l’esilio di Matteo Renzi dal Congresso hanno dato avvio alle manovre e la “disobbedienza civile”, messa in campo con i metodi discutibili del sabotaggio di una legge, è il sentiero per segnare posizioni, stringere alleanze, costruire visibilità mediatica. Questa la realtà effettuale della cosa. Tuttavia, agli occhi dello studioso della politica ciò che appare interessante è che l’iniziativa parta proprio dai Comuni per poi trasformarsi in una questione nazionale di pura lotta per il potere dentro e fuori una certa area politica. Continua a leggere l'articolo su List.
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Qualche giorno fa il Wall Street Journal scriveva che il nostro problema non sarà quello finanziario, lo spread, la fine del quantitative easing, ma la crescita in fase di spegnimento rapido. Ci sono segnali chiari che vanno in questa direzione. Il primo arriva, ancora una volta, dalla Germania.
05
Germania. Ordini della manifattura in calo
Sono numeri che inquietano quelli che arrivano dalla manifattura tedesca: gli ordini in novembre sono in calo dell'1 per cento mese su mese e del 4.3 per cento anno su anno. Un ribasso netto che nel dettaglio fa ancora più impressione: il mercato domestico cresce del 2.4 per cento, ma quello estero cala del 3.2 per cento. Pessimo il dato sulle esportazioni della Germania nell'Eurozona: sono sotto dell'11.6 per cento, crescono negli altri paesi del 2.3 per cento. Come si chiama tutto questo? Raffreddamento dell'economia.
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I due giganti del commercio mondiale stanno cercando un accordo per evitare di prendersi l'influenza, è partito il negoziato tra Stati Uniti e Cina.
06
Il negoziato sul commercio tra Stati Uniti e Cina
È cominciato oggi il negoziato tra Stati Uniti e Cina sul commercio. Le delegazioni si incontrano a Pechino. "La Cina ha buona fede, sulla base del rispetto e dell'uguaglianza reciproche, nella risoluzione delle frizioni commerciali bilaterali", ha dichiarato il portavoce del Ministero degli Esteri, Lu Kang, aggiungendo che Cina e Stati Uniti vogliono "lavorare assieme" sul commercio. Ci sono ancora 52 giorni di tempo per arrivare a una conclusione, la tregua sui dazi finisce il 1° marzo. "Lo sviluppo della Cina ha un enorme potenziale, abbiamo piena fiducia nei fondamentali a lungo termine dell'economia cinese". Il segno positivo è fondamentale per i mercati e la crescita nel 2019. I cinesi stanno utilizzando tutti gli strumenti a loro disposizione per sostenere la crescita. Quali? Saliamo in treno. Avvisate Toninelli, è ad Alta Velocità.
07
Investimento da 125 miliardi per le ferrovie cinesi
La Cina ha approvato investimenti nelle ferrovie per un valore di 125 miliardi di dollari. Il piano, lanciato dalla Commissione Nazionale per lo Sviluppo e le Riforme, serve a stimolare l'economia in rallentamento. La Cina prevede di investire quest'anno in 6.800 chilometri di nuove linee ferroviarie urbane e regionali, con un aumento del 40 per cento rispetto alla lunghezza dei binari tracciati lo scorso anno. Almeno 3.200 chilometri delle nuove linee saranno ferrovie ad Alta Velocità. L'anno scorso China Railway, la società ferroviaria nazionale, ha investito in 4.683 chilometri di nuove linee ferroviarie, di cui 4.100 erano ferrovie ad Alta Velocità. Si vede che non hanno un Toninelli ministro dei trasporti. Non sarebbe possibile questo:
Questa è la realtà del nuovo secolo, la Cina.
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Torniamo in Europa, tra pochi giorni avremo di fronte un bivio, il Parlamento inglese vota l'accordo tra Regno Unito e Unione europea sulla Brexit.
08
Il 15 gennaio il voto sulla Brexit
I parlamentari britannici voteranno sull'accordo per la Brexit il prossimo 15 gennaio. I Brexiteers sono agguerriti, Boris Johnson ha detto che una No Brexit è vicina a quanto hanno votato gli inglesi nel referendum, ma Theresa May non si è certo arresa. Il ministro junior della Brexit, Kwasi Kwarteng, ha dichiarato al Guardian che "May può vincere il voto". Manca una settimana, nessuno sa cosa accadrà. Brrr....exit.
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Come chiudiamo questo numero di List? Con il bottone. Non cercate quello del seggiolino eiettabile, stiamo parlando del bottone degli abiti. Un'invenzione che dura più dei governi italiani.
09
Una vera rivoluzione. Il bottone
Non è cambiato dal Medio Evo a oggi e il motivo è spiegato qui:
State abbottonati e al coperto. Là fuori c'è chi gioca alla rivoluzione. Degli altri. Buona giornata.
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- di essere maggiorenne;
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o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.