7 Marzo

Di Maio ha il sì di Confindustria. Renzi ha il no del Pd

Via libera degli industriali a una legislatura a 5Stelle. Marchionne: non mi spaventano. Nel Pd cresce l'ala che vuole le dimissioni subito del segretario. Si va verso una reggenza di Martina, mentre Bersani apre a un cammino che...

Che succede? Niente di strano, i leader sono ancora in piena sbornia elettorale e bisogna far decantare il mal di testa per cominciare a ragionare. Di Maio e Salvini sono in festa, gli altri piangono. Berlusconi si è messo in posizione gattone e sta a vedere cosa combinerà Salvini quando sarà chiamato a trovare una maggioranza (e il Cavaliere non lo aiuterà), Renzi è in fase rodeo e tra gli strepiti si è messo in testa di domare la sconfitta ringhiando che lui no, lui i suoi voti non li darà a nessuno. Nel frattempo, il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, ha detto che il Movimento 5Stelle "è un partito democratico e non fa paura" e Sergio Marchionne ha stampato a fuoco il concetto: "Ho una grandissima fiducia che il Paese ce la farà e troverà il modo di andare avanti. Il presidente Mattarella ha un grande lavoro da fare, sostituire il mio giudizio al suo sarebbe una grandissima cavolata. Renzi? Confermo quanto detto a Detroit". Cosa aveva detto in quell'occasione Marchionne su Matteo? "Non lo riconosco piu''. Bye bye.

Incassata la fiducia degli industriali, Di Maio vuol mettere nero su bianco dieci punti di programma da sottoporre ai potenziali alleati, Pd compreso, ma senza Renzi. Quest'ultimo, con le dimissioni-dopo ha bloccato ogni operazione di rapprochement, ma il suo no ad alleanze potrebbe durare meno di quanto si immagini.  Il Pd è paradossalmente il grande sconfitto che ha una pallottola d'argento da giocarsi nel duello sulla strada polverosa di Tombstone: ha i voti decisivi e può condizionare tutta la legislatura. La dichiarazione di ieri di Renzi ha lasciato tutti sconcertati, il Quirinale ha segnato sul taccuino lo sgarbo istituzionale del segretario Pd (accuse sul non scioglimento delle Camere nel 2017) e il premier Paolo Gentiloni pare fosse talmente contrariato da esser stato a un passo dallo scrivere un...


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