24 Agosto
Di Maio minaccia, l'Ue dice no, Conte con il cerino in mano
Caso Diciotti. Il vertice europeo respinge l'impegno per una redistribuzione dei migranti. Le dichiarazioni di Di Maio ("non paghiamo i contributi") hanno peggiorato il clima. Conte: "Ci saranno conseguenze". Salvini: "Non sbarca nessuno". Cosa accadrà nel governo? Cosa farà Mattarella? News, analisi e scenario
Non c'è accordo. Il vertice tecnico che si è svolto a Bruxelles non ha preso nessuna decisione sul caso dei 177 immigrati a bordo della nave Diciotti ormeggiata a Catania. Subito dopo la diffusione del nulla di fatto, il Viminale ha informato di non voler cambiare linea: "Dalla Diciotti non sbarca nessuno. Su questo fronte il governo è compatto". Secondo fonti del Viminale l'esito del vertice europeo è "l'ennesima dimostrazione che l'Europa non esiste. Nessuno stato membro ha ritenuto di sottoscrivere un comunicato, anche perché non ci sono le basi di un accordo per indicare una nuova procedura standard per il soccorso, lo sbarco e la ridistribuzione degli immigrati. I Paesi europei non hanno avanzato alcuna concreta apertura per risolvere il caso della nave Diciotti".
Il premier Giuseppe Conte ha commentato: "L'Unione europea ha perso una buona occasione, Italia ne trarrà le conseguenze Se questi sono i fatti vorrà dire che l'Italia ne trarrà le conseguenze e, d'ora in poi, si farà carico di eliminare questa discrasia" che c'è "tra parole e fatti, perseguendo un quadro coerente e determinato d'azione per tutte le questioni che sarà chiamata ad affrontare in Europa". Quali saranno queste conseguenze ancora non lo sappiamo. L'Italia può mettere il veto sul bilancio, ma bisogna ricordare che ad ogni azione corrisponde una reazione. E in più ci sono sempre conseguenze inattese. Va considerato inoltre - primo punto dell'agenda - che l'Italia deve affrontare la manovra di bilancio e il giudizio dei mercati (l'agenzia Moody's ha rinviato a ottobre, quando ci sarà il Documento di economia e finanza, la revisione del rating) e ha bisogno di trovare un accordo nella Commissione europea. Il Paese deve evitare la speculazione sul debito sovrano. La partita è complessa e molto più grande di quella - pur importante - del dossier immigrazione.
Il ministro dell'Interno Matteo Salvini...
Non c'è accordo. Il vertice tecnico che si è svolto a Bruxelles non ha preso nessuna decisione sul caso dei 177 immigrati a bordo della nave Diciotti ormeggiata a Catania. Subito dopo la diffusione del nulla di fatto, il Viminale ha informato di non voler cambiare linea: "Dalla Diciotti non sbarca nessuno. Su questo fronte il governo è compatto". Secondo fonti del Viminale l'esito del vertice europeo è "l'ennesima dimostrazione che l'Europa non esiste. Nessuno stato membro ha ritenuto di sottoscrivere un comunicato, anche perché non ci sono le basi di un accordo per indicare una nuova procedura standard per il soccorso, lo sbarco e la ridistribuzione degli immigrati. I Paesi europei non hanno avanzato alcuna concreta apertura per risolvere il caso della nave Diciotti".
Il premier Giuseppe Conte ha commentato: "L'Unione europea ha perso una buona occasione, Italia ne trarrà le conseguenze Se questi sono i fatti vorrà dire che l'Italia ne trarrà le conseguenze e, d'ora in poi, si farà carico di eliminare questa discrasia" che c'è "tra parole e fatti, perseguendo un quadro coerente e determinato d'azione per tutte le questioni che sarà chiamata ad affrontare in Europa". Quali saranno queste conseguenze ancora non lo sappiamo. L'Italia può mettere il veto sul bilancio, ma bisogna ricordare che ad ogni azione corrisponde una reazione. E in più ci sono sempre conseguenze inattese. Va considerato inoltre - primo punto dell'agenda - che l'Italia deve affrontare la manovra di bilancio e il giudizio dei mercati (l'agenzia Moody's ha rinviato a ottobre, quando ci sarà il Documento di economia e finanza, la revisione del rating) e ha bisogno di trovare un accordo nella Commissione europea. Il Paese deve evitare la speculazione sul debito sovrano. La partita è complessa e molto più grande di quella - pur importante - del dossier immigrazione.
Il ministro dell'Interno Matteo Salvini ha ribadito la sua linea poco fa sulla radio, a Zapping: "Per quello che mi riguarda non sbarca nessuno. Se i governi precedenti erano abituati ad ingoiare, tacere, accogliere e pagare, problema loro. Io penso che i soldi pagati da italiani e immigrati regolari in tasse devono finire agli italiani. Possiamo diminuire il contributo in quota parte sulla base di quello che l'Europa fa o non fa penalizzando l'Italia. Mi sembra un dovere ridiscutere queste spese condominiali. Se la Bonino mi ha dato del bullo mi ha fatto un complimento, visto che negli ultimi giorni ho letto di tutto: minacce di morte, molti mi definiscono fascista, populista. Io non sono nè fascista, nè nazista, nè mafioso, nè delinquente, nè torturatore. Io vedo solo che la gente tra le strade in questi giorni mi dice: vai avanti. I pm interroghino me. Anche domani".
Il ministro degli Esteri, Enzo Moavero, commenta: "Servirebbe, al di là della situazione della nave Diciotti, un'effettiva volontà dei governi europei di condividere le questioni relative ai migranti che non possono essere lasciate solo alla geografia fisica del nostro continente".
A Bruxelles, secondo fonti citate dall'Agi, "l'Italia si è ritrovata isolata nella riunione degli sherpa di 12 Stati membri convocata oggi dalla Commissione europea. I ricatti del governo hanno peggiorato il clima. Non solo non è stato trovato alcun accordo per ripartire i migranti a bordo della Diciotti - come chiesto dall'Italia - ma gli sherpa hanno rifiutato di sottoscrivere una bozza di dichiarazione che era stata preparata dalla Commissione per una gestione comune degli sbarchi e della ripartizione dei migranti e dare così seguito alle conclusioni del Consiglio europeo di giugno".
Se questo è il quadro, le dichiarazioni di Luigi Di Maio ("non pagheremo i contributi Ue") sono diventate un boomerang. E la correzione fatta dal ministro Moavero ("pagare i contributi è un dovere") era il tentativo di evitare il crash nel vertice.
Una cosa è certa: si naviga in acque sconosciute e senza mappa. Da questo momento il governo e la maggioranza entrano in una fase delicatissima. E per l'opposizione, come vedremo, in realtà c'è ben poco da festeggiare. Viviamo tempi interessanti. Forse troppo.
01
Il diritto, la politica e il caso Diciotti
Riavvolgiamo il nastro di questa storia, proviamo a fare chiarezza. E lo facciamo citando un articolo pubblicato stamattina da Carlo Nordio, un magistrato, sul Messaggero. Nordio fissa un paio di punti che sono essenziali per capire i confini della vicenda e le sue possibili evoluzioni. Nordio spiega:
- che l'intervento della magistratura è al confine tra "la solerte diligenza e l'esibizionismo imprudente";
- che se il ministro Salvini avesse commesso un reato (su una decisione politica, di sua competenza?) bisogna seguire quanto dispone l'articolo 96 della Costituzione e la legge costituzionale a cui si rimanda. Un procedimento speciale che non sottrae il membro del governo al giudizio della magistratura ordinaria ma tutela proprio le funzioni politiche che sono proprie di una democrazia e non di un sistema politico guidato dalla magistratura;
- che le parole in libertà del Presidente della Camera Roberto Fico alla fine sgretolano la maggioranza, le istituzioni (si chiama tecnicamente "conflitto istituzionale", non a caso) e il Paese, ma la cultura politica di Fico è tale da non comprendere che lui oggi rappresenta un'istituzione non se stesso (discorso valido anche per Salvini, in altra forma);
- che la moral suasion del Presidente della Repubblica Mattarella (moral suasion e non decisione politica, perché queste spettano al governo) stavolta potrebbe anche non condurre a niente;
- che il rischio di uno stallo, di crisi politica e di fine della legislatura è uno scenario tutt'altro che lontano se il braccio di ferro non dovesse giungere a una virtuosa ricomposizione.
Il quadro politico e istituzionale (nella sua surreale confusione) è chiaro, lo avevamo messo in evidenza su List ai tempi della crisi di Trapani, un film con la stessa sceneggiatura. A Trapani Salvini aveva perso, anche per sua imperizia. L'Unione europea oggi ha deciso di non decidere. Nessuno Stato europeo - tranne la Germania - vuole i migranti. Ora cosa accadrà nel porto di Catania? E soprattutto cosa farà la Presidenza della Repubblica? Come agirà il governo?
Su questo sfondo politico, ci sono una serie di ulteriori considerazioni da fare: Salvini mantiene la linea "No Way" (slogan del governo austrialiano sull'immigrazione) e così certamente interpreta quello che pensa la maggioranza degli italiani, ma a volte un politico deve fare cose che non sono in linea con il suo elettorato, con gli umori della base. Qui si pone il problema del conflitto tra il diritto, la politica e il caso umanitario.
I fatti - non le parole in libertà - dicono che gli immigrati sono stati soccorsi in mare, salvati e hanno ricevuto un trattamento sanitario adeguato. Lo ha testimoniato lo stesso comandante della nave Diciotti molto chiaramente, non c'è alcuna emergenza a bordo. L'Italia queste cose le fa bene e senza risparmio da anni. Sempre i fatti dicono che l'appello del governo italiano è caduto nel vuoto (per ora) e che nessun paese europeo vuole i migranti. Se Salvini è il cattivo, non è che gli altri in Europa sono buoni. È una gara a chi fa peggio. Ma l'Italia ha un alibi fornito dalla stessa Unione europea: fa tutto il lavoro da sola.
C'è naturalmente una quota consistente di strumentalizzazione in questa vicenda di cui non si può non tener conto quando se ne fa l'analisi. E come dicevamo, per soprammercato, c'è la posizione insostenibile dell'Unione europea a rendere tutto più difficile perché scarica su un solo Stato - l'Italia - responsabilità che sono invece dell'intera Unione. Resta il punto: che cosa farà adesso l'Italia? Tiene tutti i migranti a bordo della Diciotti, ma in attesa di cosa? Neppure la Libia vuole i migranti, l'ha detto a chiare lettere sul Libya Herald Mohamed Siala, ministro degli Esteri del governo di Tripoli, quello riconosciuto dall'Onu: "La Libia non accetta questa misura ingiusta e illegittima. Abbiamo qui oltre 700 mila migranti, e devono tornare ai paesi di origine".
Salvini conferma che dalla Diciotti non sbarcherà nessuno. Ma questa non è la soluzione, è solo un prolungamento del braccio di ferro. Cosa accadrà?
02
Lo scenario peggiore e il dilemma del governo
C'è un tema che Salvini e il governo nel suo insieme dovranno prima o poi affrontare: la linea complessiva dell'azione di governo, la sua cifra totale, il suo significato. È quello uscito dal voto del 4 marzo, senza dubbio alcuno, è anche come abbiamo sostenuto l'unico governo possibile, ogni altra formula è del tutto fantasiosa. Ma l'esecutivo sbalzato dalle urne non è solo questo, siamo in un'era di transizione, un passaggio eccezionale del sistema politico italiano. Questo governo è altro o almeno dovrebbe esserlo.
In generale, il governo non deve lavorare solo per la maggioranza che lo ha eletto, ma per tutto il Paese, nelle sue varie espressioni. Se è vero che non bisogna cascare nella "dittatura della minoranza" è altrettanto vero che alla lunga una gestione del governo schiacciata su posizioni di fazione, di partito o personali, non aiuta a superare la fase di transizione da un quadro politico vecchio a uno nuovo. Oggi la marginalità dell'opposizione è tale che la maggioranza dovrebbe fare non solo scelte di rottura (politicamente legittime, sulle quali poi ci sarà un giudizio dell'elettore), ma di ascolto verso una parte consistente di elettorato smarrito e in cerca d'autore. Quell'elettore non è nella bolla di Twitter, è silente, incerto, non ha più fiducia nel partito o leader che votava, ha mollato l'ormeggio e naviga in acque sconosciute, è in balìa di eventi che spesso lo scagliano in una dimensione di incertezza. La crisi del Partito democratico - una bancarotta culturale a cui dovrà seguire una lunga traversata nel deserto - per Lega e Cinque Stelle è un guaio non un vantaggio. Non c'è una vera opposizione, ci sono gruppi dirigenti della sinistra che lottano per la sopravvivenza in un mondo che ne rifiuta il passato, il presente e per lungo tempo ne respingerà ogni idea di futuro.
Sulla questione particolare, il caso Diciotti, c'è sul taccuino la domanda del compagno Lenin: che fare?
Si è realizzato lo scenario peggiore, quello di un nulla di fatto nell'Unione europea. Questo potrebbe condurre a uno scontro istituzionale al più alto livello (Quirinale vs Governo). Qui il sentiero si biforca: la maggioranza potrebbe tenere e andare avanti; oppure frantumarsi (potrebbe anche essere solo una rottura tattica, per favorire il voto). L'esito sarebbe quello delle elezioni anticipate e di una schiacciante vittoria - visti i sondaggi - dei due partiti che oggi sono a Palazzo Chigi. Il gioco ricomincerebbe da capo, ma con i due soggetti rafforzati e un clima politico di riduzione delle opposizioni a pura testimonianza storica.
Lo scenario migliore sarebbe stato quello di una ricomposizione in sede di Unione europea, una soluzione per la distribuzione dei migranti e l'avanzamento della riforma del trattato di Dublino. Così il governo italiano farebbe valere gli accordi presi con i partner dell'Unione, la Germania potrebbe pensare al suo prossimo obiettivo senza scossoni ulteriori (la guida della Commissione Ue), la Francia puntare alla poltrona della Banca centrale europea, la Spagna trovare anch'essa una soluzione all'immigrazione (tema caldissimo e pericoloso per il governo Sanchez), i paesi del Gruppo di Visegrad evitare il rischio di perdere finanziamenti preziosi per il loro sviluppo. Sarebbe salva l'Unione - che rischia davvero parecchio - e il governo giallo-verde potrebbe andare avanti in attesa che tutto cambi nelle elezioni europee del Maggio 2019. Su questo scenario gioca un ruolo chiave il Presidente di turno dell'Unione europea, il cancelliere austriaco Sebastian Kurz, vicino ai Paesi di Visegrad, dialogante con l'Italia, nell'orbita naturale degli interessi della Germania di Angela Merkel.
Il primo scenario è realizzato, il secondo è rinviato. In mezzo ci sono le dichiarazioni di Luigi Di Maio - sbagliate, hanno chiaramente peggiorato il clima prima del vertice di Bruxelles - che ha minacciato di non pagare i contributi all'Unione europea se non ci sarà una soluzione al caso Diciotti. Di Maio spara una bomba atomica (a salve, sono contributi obbligatori) per (non) risolvere un fatto che epocale non è: parliamo non di un'invasione di massa dalle coste dell'Africa, ma di 177 immigrati soccorsi da una nave italiana che ora è in un porto italiano. Non si dichiara guerra perché una tua nave (Guardia Costiera italiana), in un tuo porto (chiedere al ministro penstastellato Toninelli) è in un limbo diplomatico che è anchetua responsabilità (chiedere al ministro degli Esteri Moavero). Risolvi il problema con quella cosa chiamata diplomazia. E prima di tutto lo risolvi nel tuo partito (vedere alla voce Fico). Poi con il tuo alleato (vedere alla voce Salvini). E infine, lo risolvi con l'Unione europea che sarà pur quello che è, ma se minacci non puoi pensare di ricevere in risposta un mazzo di fiori. Andiamo avanti, Di Maio si fa sfuggire la realtà come una saponetta, al punto che un potenziale alleato del governo giallo-verde, il Presidente dell'Austria, Sebastian Kurz, la liquida così: "Do poco conto alle minacce, e specialmente a minacce del genere". Kurz ha ragione. E Di Maio ha sperimentato che spesso per raggiungere un risultato è meglio tacere.
03
Il disaccordo tra Italia e Ungheria
La diplomazia non è il bum bum di Di Maio (come non lo era quello da Gianburrasca di Matteo Renzi che spese in mance elettorali la flessibilità di bilancio che fu accordata all'Italia), ne è prova ulteriore l'esito dell'incontro avuto ieri a Roma dal ministro degli Esteri Enzo Moavero con il suo omologo ungherese. Cosa ne è venuto fuori? Ecco il comunicato della Farnesina:
Il Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Enzo Moavero Milanesi, ha avuto ieri un incontro di cortesia alla Farnesina con il Ministro degli Esteri e del Commercio d’Ungheria, Peter Szijjarto, su richiesta di quest’ultimo, in questi giorni a Roma per ragioni private.
Nel corso del colloquio, i Ministri hanno avuto un generale scambio di vedute sui principali dossier europei, fra i quali i temi delle prospettive politiche dell’Unione Europea, i negoziati sul prossimo Quadro Finanziario Pluriennale UE e le questioni relative ai migranti. Inoltre, hanno passato in rassegna: i profili attinenti ai rapporti bilaterali; la situazione in Ucraina, con specifico riferimento agli aspetti di peculiare rilievo per la minoranza ungherese nel Paese; le relazioni in seno alla NATO e la fondamentale importanza del suo orientamento anche verso il Mediterraneo; i rapporti con la Russia, anche nel contesto della presidenza italiana dell’OSCE.
In relazione alle migrazioni verso l’Unione Europea, il Ministro Moavero Milanesi ha chiesto la disponibilità del governo ungherese ad accogliere una parte dei migranti salvati in mare dalla nave “Diciotti”, riscontrandone la contrarietà. Il Ministro ungherese ha tenuto a sottolineare come, a suo avviso, vi fosse notevole identità di vedute tra Roma e Budapest in tema di politiche migratorie europee. Il Ministro Moavero, dal canto suo, ha spiegato come la visione italiana presenti punti di dissonanza da quella ungherese, in particolare per quanto riguarda la necessità di un approccio di piena e sistematica condivisione europea di tutti gli oneri relativi alla gestione dei flussi migratori.
L'Ungheria non intende accettare la redistribuzione dei migranti. Posizione nota. Salvini ha detto che ne discuterà con il Presidente dell'Ungheria Viktor Orban. Tanti auguri. L'unico paese che ha dichiarato, ancora una volta, di esser pronto ad accettare dei migranti provenienti dall'Italia è la Germania.
Resta sul tappeto il tema umanitario, il nation building. Non è ridotto dunque al caso Diciotti, ma al futuro dell'Africa. Torniamo al punto, al continente perduto. L'Europa ha lasciato un vuoto, così anche l'America, questo vuoto è stato colmato finora dalla presenza della Cina che non nessun interesse di tipo culturale in Africa, ma solamente economico: sfruttamento delle materie prime che servono al suo rutilante sviluppo industriale e tecnologico. Tanto per fare un esempio, il cobalto - il nuovo oro, fondamentale per le batterie dei vostri telefonini - è diventato un monopolio della Cina in Africa. Così il problema migratorio resta intestato all'Europa e i vantaggi economici sono sempre più in mano alla Cina. Il tema non è questione che riguarda il solo Nord Africa - dove sono gli interessi degli italiani, in particolare in Libia - ma di tutto il continente. La geopolitica chiama (con la demografia, la crisi alimentare, la povertà, le guerre e anche straordinarie occasioni di sviluppo - ma l'Europa non risponde. Piccoli statisti, grandi problemi. C'è la Germania, ma guarda a Est per il suo sviluppo presente e futuro, Cina e Russia. Il dossier dovrebbe essere preso in mano proprio dall'Italia a cui gli Stati Uniti di Trump hanno riconosciuto un ruolo guida nel Nord Africa. Passare dalle parole ai fatti.
Il resto dello scenario lo abbiamo davanti agli occhi. Non c'è un solo punto sul quale maggioranza e opposizione trovano un accordo. Una durissima lotta di fazione. Niente di straordinario, solo che viviamo in un'epoca in cui i politici sono diventati follower dei like della loro base. Cosa resta?
04
La Chiesa
La Chiesa aveva avuto un ruolo importante nell'intervento di Mattarella qualche settimana fa. La posizione del Papa e della Cei sul tema sono note. Avranno un peso anche stavolta? Avvenire, il quotidiano della Conferenza episcopale, stamattina aveva un titolo in prima pagina molto duro:
La Chiesa fa il suo mestiere: predica il Vangelo, fa la sua opera missionaria in Africa, paga il suo tributo di sangue. I martiri esistono, sono lontani dalle cronache del Banalistan dei giornali, ma esistono. La Chiesa non fa notizia. Se ne parla solo per fustigarla. Così anche quella svolta di Bergoglio, il progressismo del Papa che piace(va) ai non credenti, le interviste con i grandi laici, le interpretazioni teologiche affidate agli atei devoti, alla fine tutto è evaporato. In Italia la maggioranza dei cattolici sul tema dell'immigrazione non è in sintonia con la linea espressa dai Vescovi, la Chiesa come istituzione è minoranza tra i suoi stessi fedeli, ma i suoi principi sono ovviamente inderogabili, non inseguono l'opinione pubblica. Tuttavia, la Chiesa ha una sua forza nelle istituzioni, influenza la posizione "culturale" delle persone che hanno un ruolo pubblico. È un punto che in un paese come l'Italia va sempre tenuto presente. Cosa decideranno il cattolico Conte e il cattolico Mattarella?
05
Il Papa e la crisi d'Occidente
La voce di un Papa forse non è mai stata così debole come in questo momento in Occidente. Sul tema dell'immigrazione, della carità e della pietas non c'è ascolto. I cattolici in Italia e in Europa lo sono solo di nome, ma non di fatto, la pratica religiosa in Italia è al minimo di sempre. Tutte le ricerche sul campo mostrano questa distanza, questo inesorabile distacco dalla vita quotidiana. La Chiesa oggi è alle prese con un problema devastante che avrebbe dovuto essere risolto anni fa: la pedofilia. E invece vediamo che è su questo tema che si concentra il dibattito - e gli attacchi - il Papa ne parla, fa ancora mea culpa, ma non si fa nessuno scatto in avanti.
La misericordina di Papa Francesco - che domani sarà in Irlanda, un viaggio molto delicato, per l'incontro mondiale delle famiglie - non funziona. Il New York Times l'altro ieri si chiedeva se Francesco riuscirà a salvare la Chiesa. La domanca è titanica e la risposta non c'è. Il problema del governo della Chiesa, del suo Monarca, della sua organizzazione e "distanza" è apertissimo e non cè una soluzione a breve, la misura della Chiesa è nella longue durée.
Paradossalmente, l'esito dell'opera del Papa che più di tutti ha annullato la sacra distanza (fu questo il tema di un lungo articolo scritto nel 2013 per il Foglio), per ora è quello di avere una Chiesa ancora più distante dal mondo e dall'ospedale da campo che il Pontefice ha evocato fin dall'inizio. L’11 dicembre del 1925 Pio XI promulgò l’enciclica “Quas Primas” sulla regalità di Gesù, quella divina distanza Bergoglio ha deciso di ridurla, fino a diluire il sacro che circonda la sua figura, farsi cosa mondana, il new normal del suo papato.
Su First Things, la più importante rivista religiosa d'America e tra le più influenti del mondo, Jay Scott Newman, scrive della necessità della "fine dell'impero della Chiesa", critica i Vescovi, ne invoca la scomparsa come se fosse una tirannide, fa una disamina impietosa della vorace burocrazia del sacro, dei suoi pomposi paramenti, della sua sacra rappresentazione senza più divinità, delle sue tentazioni temporali e chiede che tutti tornino semplici pastori, a cominciare dalla semplicità dell'abito. Bene. Domanda: in Occidente c'è ancora un gregge?
E d'altronde, bisogna pur tornare alle "prime cose", la Chiesa ha attraversato duemila anni di storia perché quelle "prime cose" sono valide. È nell'utopia e nella "santa collera" di Gesù che può (ri)trovarsi:
Vangelo, Lc 19,45-48 – Avete fatto della casa di Dio un covo di ladri.
In quel tempo, Gesù, entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano, dicendo loro: «Sta scritto: “La mia casa sarà casa di preghiera”. Voi invece ne avete fatto un covo di ladri».
Ogni giorno insegnava nel tempio. I capi dei sacerdoti e gli scribi cercavano di farlo morire e così anche i capi del popolo; ma non sapevano che cosa fare, perché tutto il popolo pendeva dalle sue labbra nell’ascoltarlo.
Su La Civiltà Cattolica, Antonio Spadaro e Marcelo Figueroa scrivono un pezzo a due mani sulla "teologia della prosperità", una corrente neo-pentecostale evangelica che ha le sue radici in America e si sta diffondendo rapidamente in tutto il mondo. Secondo gli autori "i pilastri del «vangelo della prosperità» sono sostanzialmente due: il benessere economico e la salute. Questa accentuazione è frutto di un’esegesi letteralista di alcuni testi biblici che sono utilizzati all’interno di un’ermeneutica riduzionista. Lo Spirito Santo viene limitato a un potere posto al servizio del benessere individuale. Gesù Cristo ha abbandonato il suo ruolo di Signore per trasformarsi in un debitore di ciascuna delle sue parole. Il Padre è ridotto «a una specie di fattorino cosmico (cosmic bellhop) che si occupa dei bisogni e dei desideri delle sue creature". Manca Jeff Bezos con l'aureola che porta il Santo Pacco di Amazon a casa e l'anima è salva. In una teologia della prosperità il povero non esiste.
Come ricorda Papa Francesco, questo messaggio "oscura il Vangelo di Cristo", ma la luce di Scrisse Edgar Morin nel 1962: “La religione dispone dei pascoli del cielo; la sua potenza si leva là dove si dissolve la cultura di massa: alle porte dell’angoscia e della morte”. Siamo sempre in quel paesaggio: i pascoli, il gregge, il buon pastore.
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La Chiesa ha una sua guida, è il Papa. Nello Stato italiano regna invece una gran confusione. Leggiamo l'analisi di Lorenzo Castellani proprio sul caso Diciotti, siamo al surrealismo istituzionale.
06
Caso Diciotti. Quanti Stati ci sono nello Stato italiano?
di Lorenzo Castellani
La nave Diciotti è tornata per la seconda volta in porto con un carico di immigrati irregolari. L’imbarcazione della Guardia Costiera era già stata oggetto di tensioni a luglio tra il ministro dell’interno Matteo Salvini e il Presidente della Repubblica. Quella volta Mattarella intervenì con la mediazione del Presidente Conte per far attraccare la nave e far sbarcare i clandestini salvati in mare. Al suo ritorno nel porto di Catania con 177 immigrati Salvini ha proseguito con la linea dura dei porti chiusi senza fornire autorizzazione allo sbarco, se non per donne e bambini. La nave italiana è in un porto italiano, con i clandestini sopra, ma il ministro dell’Interno non intende lasciarli scendere. La situazione è paradossale. Tuttavia, la strategia di Salvini è chiara fin dal primo giorno di governo: ogni nave deve essere un caso da far valere in Europa e in caso di mancata collaborazione dal resto degli Stati-membri gli immigrati irregolari devono essere rimpatriati. Continua a leggere l'articolo su List.
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La vita politica del Paese è perennemente nel quadro dell'emergenza. L'altro caso emblematico è quello del Ponte Morandi. Va abbattuto, ne va ricostruito un altro e nel frattempo è partita una gigantesca battaglia legale con Atlantia-Autostrade. Quali strategie sono in campo? Riccardo Ruggeri fa un suo quadro in cui anche la durata del governo ha una sua importanza.
07
Autostrade, il ponte Morandi e la durata del governo
di Riccardo Ruggeri
Come i lettori del Cameo sanno mi spaccio da studioso (dilettante, quindi incompetente per definizione) dei processi decisionali applicati al business, al management, e pure alla politica. Il caso Morandi è per me importante per le ricadute che avrà sul (ahimè ultimo) libro che sintetizzerà tre lustri di studi “da strada” sul Ceo capitalism. Se uscirà sarà grazie al mio giovane amico accademico coautore, con il supporto tecnico-culturale di un giovane giornalista tornato fra noi dopo una seconda vita vissuta in un altro pianeta. La mia assumption nell’analisi “Morandi” è sempre la stessa da Ferragosto. Il “Morandi” non poteva cadere mentre dei veicoli lo percorrevano, punto. Continua a leggere l'articolo su List.
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D'altronde, l'arte di governare è molto complicata, serve saggezza e soprattutto l'idea che a un certo punto la fase della propaganda finisce. La vera prova per il governo giallo-verde (ribadiamo, l'unico possibile) sarà quella del fare, la concretezza del bilancio e la costruzione di Grandi Opere. Sul bilancio avremo tra poco i numeri, sulle Grandi Opere abbiamo per ora la conferma dei nostri timori, prevale una cultura anti-industriale, un cospirazionismo anti-impresa, un'idea del domani senza ferro, acciaio, strade, reti, energia. Un bel sogno bucolico. Un incubo. Parlamentarius ce lo racconta, duro come l'acciaio. Caso Ilva.
08
Cavillare non è governare
Su Ilva è stato commesso il delitto perfetto", dice il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, durante la conferenza stampa per illustrare il parere dell'Avvocatura dello Stato sulla procedura di aggiudicazione dell'Ilva. Esito della frase di Di Maio? Che lui, del resto del governo non sappiamo, è pronto a riaprire la gara: "Se oggi, dopo 2 anni e 8 mesi, esistessero aziende che volessero partecipare alla gara noi potremmo revocare questa procedura per motivi di opportunità. Oggi non abbiamo aziende che vogliono partecipare, ma se esistesse anche solo una azienda ci sarebbe motivo per revocare la gara".
di Parlamentarius
Avevamo previsto sin dai primi vagiti del Governo giallo-verde che uno dei terreni di divergenza potesse essere quello delle infrastrutture. Sappiamo che Ilva, TAV, TAP sono stati e restano punti controversi e che ai mainstream media non dispiace affatto insistere su questi temi, se del caso ingigantendo un po’ lo spessore dei conflitti nell’Esecutivo.
Avevamo anche detto che l’ostilità dei Cinque Stelle verso grandi opere e operazioni industriali, siano esse di salvataggio dell’esistente (come Ilva) o di realizzazione di nuovi impianti, era in fondo figlia di una cultura dei diritti che da un lato ha radici profonde in Italia e che però dall’altro lato non è affatto detto si vada a conciliare con lo spirito del “Governo del cambiamento”: un Governo che guarda al popolo e alle sue esigenze concrete, senza cedere all’una o altra ideologia. Continua a leggere l'articolo su List.
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Con che cosa chiudiamo questo numero di List? Con la stampante, quest'oggetto nella casa e negli uffici di tutti. Hp ha un problema. Il mondo stampa di meno i suoi documenti.
09
Un'altra rivoluzione della stampa
È il più grande produttore di computer del mondo - l'anno scorso ha superato nelle vendite Lenovo - ma ha un problema, sono in calo le forniture del materiale di stampa:
Più 8 per cento anno su anno, per il mercato non è un buon segnale. Quanto sarà sostenibile per HP un calo nel consumo di inchiostro? Il problema in fondo è sempre quello di Gutenberg: stampare.
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I dati personali non sono soggetti a diffusione.
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Il Codice privacy e il Regolamento privacy conferiscono agli Utenti l’esercizio di specifici diritti.
Gli Utenti in qualsiasi momento potranno esercitare i diritti di cui all’art. 7 del Codice privacy e s.m.i. e di cui agli art. 15, 16, 17, 18, 20 e 21 del Regolamento privacy, inviando una comunicazione scritta ai recapiti del Titolare di cui al precedente paragrafo 1 e, per l’effetto, ottenere:
- la conferma dell'esistenza o meno dei dati personali degli Utenti con indicazione della relativa origine, verificarne l’esattezza o richiederne l'aggiornamento, la rettifica, l'integrazione;
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Gli Utenti, inoltre, potranno opporsi al trattamento dei dati personali che li riguardano.
- Aggiornamenti
La Privacy policy del Sito potrà essere soggetta a periodici aggiornamenti.
Termini e condizioni di vendita dei servizi di abbonamento
I presenti termini d'uso disciplinano la fornitura digitale del servizio in abbonamento (di seguito,
il"Servizio" o
l'"Abbonamento") a List nelle diverse formule di volta in volta disponibili. Il Servizio è fornito da List
S.r.l., con
sede in Via Ferdinando di Savoia, 3 - 00196 Roma P. IVA 14403801005, iscritta al registro delle imprese di
Roma, numero
di iscrizione RM/1518421 (di seguito, il "Fornitore").
Il Servizio è rivolto esclusivamente a utenti maggiorenni. (di seguito, l'"Utente" o gli "Utenti").
List è il servizio digitale che fornisce agli Utenti contenuti editoriali, giornalistici e informativi di
qualità;
maggiori informazioni su List sono disponibili navigando sul sito internet https://newslist.it/ (di seguito,
il "Sito").
Il Servizio è disponibile in abbonamento via web a partire dal Sito, nonché attraverso l'applicazione List
(di seguito,
l'"Applicazione") per dispositivi mobili con sistema operativo IOS 11.0 o successivi e Android 6.0 o
successivi.
Il costo dei dispositivi, delle apparecchiature e della connessione internet necessari per la fruizione del
Servizio non
è ricompreso nel Servizio e si intende a carico dell'Utente.
1. Caratteristiche del Servizio
1.1 Il Servizio ha ad oggetto la fruizione in abbonamento dei contenuti editoriali della testata List.
L'Abbonamento è
disponibile esclusivamente in formato digitale; resta quindi espressamente esclusa dal Servizio la fornitura
dei
contenuti in formato cartaceo.
1.2 Il Servizio è a pagamento e comporta il pagamento di un corrispettivo a carico dell'Utente (con le
modalità previste
nel successivo articolo 5).
1.3 L'Utente può scegliere tra diverse formule a pagamento per la fruizione del Servizio; il costo, la
durata, le
modalità di erogazione e gli specifici contenuti di ciascun pacchetto sono specificati nella pagina di
offerta
pubblicata su https://newslist.it/fe/#!/register ovvero all'interno dell'Applicazione. Il contenuto
dell'offerta deve
intendersi parte integrante dei presenti termini d'uso e del connesso contratto tra il Fornitore e l'Utente.
2. Acquisto dell'abbonamento
2.1 Ai fini dell'acquisto di un Abbonamento è necessario (i) aprire un account List; (ii) selezionare un
pacchetto tra
quelli disponibili; (iii) seguire la procedura di acquisto all'interno del Sito o dell'Applicazione,
confermando la
volontà di acquistare l'Abbonamento mediante l'apposito tasto virtuale. L'Abbonamento si intende acquistato
al momento
della conferma della volontà di acquisto da parte dell'Utente; a tal fine, l'Utente accetta che faranno fede
le
risultanze dei sistemi informatici del Fornitore. La conferma vale come espressa accettazione dei presenti
termini
d'uso.
2.2 L'Utente riceverà per email la conferma dell'attivazione del Servizio, con il riepilogo delle condizioni
essenziali
applicabili e il link ai termini d'uso e alla privacy policy del Fornitore; è onere dell'Utente scaricare e
conservare
su supporto durevole il testo dei termini d'uso e della privacy policy.
2.3 Una volta confermato l'acquisto, l'intero costo dell'Abbonamento, così come specificato nel pacchetto
acquistato,
sarà addebitato anticipatamente sullo strumento di pagamento indicato dall'Utente.
2.4 Effettuando la richiesta di acquisto dell'Abbonamento, l'Utente acconsente a che quest'ultimo venga
attivato
immediatamente senza aspettare il decorso del periodo di recesso previsto al successivo articolo 4.
2.5 Per effetto dell'acquisto, l'Utente avrà diritto a fruire del Servizio per l'intera durata
dell'abbonamento;
l'Utente, tuttavia, non può sospendere per alcun motivo la fruizione del Servizio durante il periodo di
validità
dell'Abbonamento.
3. DURATA, DISDETTA E RINNOVO DELL'ABBONAMENTO
3.1 L'Abbonamento avrà la durata di volta in volta indicata nel pacchetto scelto dall'Utente (per esempio,
mensile o
annuale).
3.2 L'Abbonamento si rinnoverà ciclicamente e in modo automatico per una durata eguale a quella
originariamente scelta
dall'Utente, sino a quando una delle Parti non comunichi all'altra la disdetta dell'Abbonamento almeno 24
ore prima del
momento della scadenza. In mancanza di disdetta nel termine indicato, l'Abbonamento è automaticamente
rinnovato.
3.3 L'Utente potrà esercitare la disdetta in ogni momento e senza costi attraverso una delle seguenti
modalità:
seguendo la procedura per la gestione dell'Abbonamento all'interno del proprio profilo utente sia sul Sito
che
nell'Applicazione;
inviando una mail al seguente indirizzo: help@newslist.it.
3.4 Gli effetti della disdetta si verificano automaticamente alla scadenza del periodo di abbonamento in
corso; fino a
quel momento, l'Utente ha diritto a continuare a fruire del proprio Abbonamento. La disdetta non dà invece
diritto ad
alcun rimborso per eventuali periodi non goduti per scelta dell'Utente.
3.5 In caso di mancato esercizio della disdetta, il rinnovo avverrà al medesimo costo della transazione
iniziale, salvo
che il Fornitore non comunichi all'Utente la variazione del prezzo dell'Abbonamento con un preavviso di
almeno 30 giorni
rispetto alla data di scadenza. Se, dopo aver ricevuto la comunicazione della variazione del prezzo,
l'Utente non
esercita la disdetta entro 24 ore dalla scadenza, l'Abbonamento si rinnova al nuovo prezzo comunicato dal
Fornitore.
3.6 Il Fornitore addebiterà anticipatamente l'intero prezzo dell'Abbonamento subito dopo ogni rinnovo sullo
stesso
strumento di pagamento in precedenza utilizzato dall'Utente ovvero sul diverso strumento indicato
dall'Utente attraverso
l'area riservata del proprio account personale.
4. Recesso DEL CONSUMATORE
4.1 L'Utente, ove qualificabile come consumatore – per consumatore si intende una persona fisica che agisce
per scopi
estranei all'attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta, ha
diritto di
recedere dal contratto, senza costi e senza l'onere di indicarne i motivi, entro 14 giorni dalla data di
attivazione
dell'Abbonamento acquistato.
4.2 L'Utente può comunicare la propria volontà di recedere, inviando al Fornitore una comunicazione
esplicita in questo
senso mediante una delle seguenti modalità:
mediante raccomandata a.r. indirizzata alla sede del Fornitore;
per email al seguente indirizzo help@newslist.it;
4.3 Ai fini dell'esercizio del recesso l'Utente può, a sua scelta, utilizzare questo modulo
4.4 Il termine per l'esercizio del recesso si intende rispettato se la comunicazione relativa all'esercizio
del diritto
di recesso è inviata dall'Utente prima della scadenza del periodo di recesso.
4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.