26 Ottobre
Dieci grafici sul boomerang di Renzi
Inseguire Grillo e perdere l'Europa. Ecco perché la campagna contro il Fiscal Compact rischia di diventare un clamoroso autogol del segretario del Pd. E dell'Italia
Quanto è grande il problema dell'Italia? E' un numero spaziale: 2270 miliardi di euro, è l'ammontare del nostro debito pubblico in aprile, il record storico. Dietro, davanti, sopra e sotto questo numero ci sono il passato, il presente e il futuro del nostro paese. Matteo Renzi, il Pd e l'opposizione stanno giocando a dadi con questo numero, il nostro portafogli. E stanno facendo un gioco molto pericoloso. Il Grande Azzardo di andare allo scontro con l'Unione europea sul Fiscal Compact è un tentativo per mascherare il buco nero della politica nel campo delle riforme economiche. Il numero di ieri di List ha spiegato perché l'idea di usare le regole di Maastricht è destinata a fallire: Renzi ha dimenticato di mettere nel suo cestino delle fragole la regola del rapporto tra debito e pil, quella che i partner europei chiederebbero subito al nostro paese di rispettare. Sarebbe l'Armageddon contabile (e politico) e il Partito democratico sembra aver deciso di andarvi incontro, grazie anche all'intelligenza con nemico delle opposizioni. La demagogia fiscale galoppa. Si può fare? No, rischiamo di deragliare o finire su un binario morto. La situazione è fotografata nell'ultimo numero de "L'economia italiana in breve" della Banca d'Italia.
Debito pubblico. Il titolare di List la fa brevissima, ecco i grafici. Il primo è quello che molti lettori riconosceranno, quello del debito pubblico:
Chi possiede il debito? Il secondo grafico risponde a una domanda: chi detiene i titoli di Stato dell'Italia? La risposta ha una conseguenza, ma prima ecco il quadro:
Investitori esteri e banche italiane hanno una quota importante del nostro debito, questo significa che il movimento del valore dei titoli e del loro tasso di interesse si riflette sui bilanci di fondi di investimento e istituti di credito in maniera rilevante. Domanda per Renzi, il Pd, il centrodestra:...
Quanto è grande il problema dell'Italia? E' un numero spaziale: 2270 miliardi di euro, è l'ammontare del nostro debito pubblico in aprile, il record storico. Dietro, davanti, sopra e sotto questo numero ci sono il passato, il presente e il futuro del nostro paese. Matteo Renzi, il Pd e l'opposizione stanno giocando a dadi con questo numero, il nostro portafogli. E stanno facendo un gioco molto pericoloso. Il Grande Azzardo di andare allo scontro con l'Unione europea sul Fiscal Compact è un tentativo per mascherare il buco nero della politica nel campo delle riforme economiche. Il numero di ieri di List ha spiegato perché l'idea di usare le regole di Maastricht è destinata a fallire: Renzi ha dimenticato di mettere nel suo cestino delle fragole la regola del rapporto tra debito e pil, quella che i partner europei chiederebbero subito al nostro paese di rispettare. Sarebbe l'Armageddon contabile (e politico) e il Partito democratico sembra aver deciso di andarvi incontro, grazie anche all'intelligenza con nemico delle opposizioni. La demagogia fiscale galoppa. Si può fare? No, rischiamo di deragliare o finire su un binario morto. La situazione è fotografata nell'ultimo numero de "L'economia italiana in breve" della Banca d'Italia.
Debito pubblico. Il titolare di List la fa brevissima, ecco i grafici. Il primo è quello che molti lettori riconosceranno, quello del debito pubblico:
Chi possiede il debito? Il secondo grafico risponde a una domanda: chi detiene i titoli di Stato dell'Italia? La risposta ha una conseguenza, ma prima ecco il quadro:
Investitori esteri e banche italiane hanno una quota importante del nostro debito, questo significa che il movimento del valore dei titoli e del loro tasso di interesse si riflette sui bilanci di fondi di investimento e istituti di credito in maniera rilevante. Domanda per Renzi, il Pd, il centrodestra: cosa succede nei bilanci delle banche italiane già sforacchiati dai crediti deteriorati se improvvisamente la Bce cambia politica monetaria, taglia il quantitative easing, i tassi di interesse dei titoli salgono e la quotazione scende? La risposta non è difficile su, un piccolo sforzo, cari partitanti. Ci torneremo tra qualche riga, i segnali di tempesta sono in arrivo, continuiamo questa cavalcata nella realtà.
La domanda e il Pil. Il terzo grafico è meno noto, la politica non lo guarda nemmeno - la stragrande maggioranza dei parlamentari non lo saprebbe neppure leggere - perché è un altro efficace atto d'accusa sulla strategia di governo di ieri, oggi e anche domani. E' l'andamento dei principali componenti della domanda e del Prodotto interno lordo dell'Italia, prestate attenzione:
La curva gialla, quella che segna una depressione da Mar Caspio, la vedete? Sono gli investimenti. Quelli che non ci sono. Quelli che fanno la differenza tra una nazione dinamica e una morente. Va più che bene l'export, segno che le aziende internazionalizzate, fuori da un mercato interno in perenne stagnazione, hanno trovato un futuro.
Il mattone. Il quarto grafico ad uso degli intelligenti a prescindere che vanno alla guerra con l'Unione europea, è quello del mattone, bene principale delle famiglie italiane. Come va la grande ripresa raccontata dal mainstream politico e mediatico? Alla grande:
Se pensate di mettere in vendita la casa, pensateci ancora un po' siamo lontani anni luce dai valori e dai volumi di dieci anni fa. E' uno sprofondo che pesa sul bilancio degli italiani e questi italiani non sono stati rimborsati - come gli investitori delle banche - per la gestione politico-economica dello Stato fatta dai vari governi che si sono succeduti a Palazzo Chigi.
Prestiti. Andiamo avanti, nella cucina del titolare c'è ancora parecchio cibo per la mente. Quinto grafico, andamento dei prestiti bancari nel settore privato:
Anche qui siamo lontanissimi dai numeri di dieci anni fa, il sistema del credito ha chiuso il rubinetto. E lo ha fatto perché l'economia è andata a carte quarantotto con la grande crisi, senza che negli anni seguenti siano state fatte riforme strutturali sul cuore del sistema: concorrenza, apertura del mercato, liberazione dalla mano pubblica in economia, dimensioni di impresa, pressione fiscale.
Tassi di interesse a zero. Questo disastro è proseguito nonostante il mercato da anni abbia i più bassi tassi di interesse della storia, grafico numero sei:
Bene, in questo scenario di rovine fumanti, il partito di governo ha deciso di andare alla guerra dell'Unione europea, adottando come sempre la strategia "è colpa degli altri". No, è colpa nostra.
Fare (e disfare) business in Italia. Questo è il grafico numero sette, tratto non da Bankitalia, ma dal Doing Business report della Banca mondiale, mettetevi seduti, un bel calmante può aiutarvi a superare il momento, grafico numero sette:
Bene, di fronte a questo non vi scoraggiate, siete imprenditori nell'anima e avete deciso di aprire la vostra impresa, avete un business plan perfetto, l'analisi di mercato vi conforta.
Prestiti. Vi servono soldi, andate in banca per avere un finanziamento. Come funziona rispetto agli altri paesi? Sempre Doing Business, grafico numero otto:
Ok, uscite dalla banca, chiamate i parenti e gli amici, impegnate tutti i vostri piccoli risparmi, si parte senza aiuto dalla banca.
Energia elettrica. Acc... serve l'allaccio dell'energia elettrica. Uno scherzo da ragazzi, dai... grafico numero nove:
Tutto a postissimo, cominciamo con un generatore autonomo e pensiamo alla guerra del Fiscal Compact, la vera ragione di tutti i problemi italiani, la nostra disgrazia, è tutta colpa della Germania ma tanto finisce sempre 4 a 3. E Dio, ce l'ho fatta, la mia impresa è partita.
Tasse. Felice come un self made man degno di essere raccontato come Robinson Crusoe mi presento felice all'appuntamento con il Fisco italiano che, si sa, è stato concepito quando il Parlamento votò il 19 luglio del 2012 quasi compatto il Fiscal Compact, sennò che compact era. Che Fisco? Questo, grafico numero dieci:
L'imprenditore italiano ha mediamente 14 appuntamenti chiave con il Fisco, impegna 240 ore per compilare moduli e in fondo non può lamentarsi perché il tax rate in percentuale rispetto ai profitti è solo del 62 per cento.
Immersi in questo Bengodi economico e paradiso fiscale, osserviamo con ammirazione gli anacoluti istituzionali che conducono alla mitologica guerra contro l'Unione europea, colpevole di tutto questo. Mentre si caricano le spingarde, inastano le baionette, trasportano le palle di cannone di destri e sinistri, compare sulla prima pagina del Wall Street Journal un articolo che desta l'attenzione del titolare di List, titolo: "Investors Eye ECB Following Fed Moves". Sta succedendo qualcosa nel campo da gioco delle banche centrali. Cosa? Procediamo nella lettura: "La Banca centrale europea compra circa due miliardi di euro di titoli di Stato al giorno". Wow, di chi sono? Di tutti, in buona parte anche italiani. Andiamo avanti: "Come i tassi saliranno, ci sarà volatilità nei mercati finanziari e i titoli a rischio soffriranno". Bene, quali titoli? Parecchie categorie, tra questi, quelli del debito italiano in pancia alle banche e agli investitori esteri. E' la tempesta perfetta che si sta addensando all'orizzonte, mentre il Pd, il governo retto dal Pd, le opposizioni in pieno karma elettorale, fanno propaganda. Nel frattempo, là fuori c'è qualcuno che sta muovendo rapidamente i pezzi sulla scacchiera. Chi? Macron.
01
Oui, je suis la France
Il governatore della Banca Centrale francese, François Villeroy de Galhau, l'altro ieri ha concesso un'intervista al Financial Times che è passata inosservata nel dibattito italiano (nessuna sorpresa) ma è finita sul radar del titolare di List. L'uomo che governa il forziere della Francia è un pragmatico, possibile successore di Mario Draghi alla Bce. Cosa dice il governatore? Cose notevoli che dovrebbero accendere la spia rossa del sommergibile tascabile di Palazzo Chigi. Appunti gratuiti per Paolo Gentiloni, eccoli:
- Germania e Francia devono coordinare le loro politiche economiche e riformare insieme l'Europa
- La politica delle banche centrali non è "the only game in town"
- Sono d'accordo con la strategia di Mario Draghi
- La Bce in autunno dovrà prendere delle ulteriori decisioni tenendo d'occhio inflazione e ripresa
- Sono sempre stato chiaro sui tassi negativi: sono utili, ma hanno dei limiti
- La Francia deve tornare a rispettare le regole del rapporto tra deficit e pil
- La successione a Draghi? Il mio mandato scade nel 2021
- Il 2017 sembrava l'anno in cui sarebbe andato male tutto, e invece è successo l'opposto.
L'intervista segnala il rientro della Francia al tavolo da gioco dopo la penosa esperienza della presidenza Hollande. Conferma anche che il sidecar tra Macron e Merkel è in moto e il vertice bilaterale di giovedì dirà molto sui piani futuri di Parigi e Berlino. L'Italia è là, dominata dall'incertezza sul da farsi per il domani, in pieno ciclo elettorale e con un partito che - come segnalava ieri EuroIntelligence - è smarrito nell'inseguimento di Beppe Grillo su temi in cui invece dovrebbe segnalare una posizione critica ma europeista. Certo, a Palazzo Chigi c'è Gentiloni, ma non s'è sentita nessuna presa di distanza dell'esecutivo sulle parole di Renzi. Non possono farlo, ma gli altri guardano proprio questo e si chiedono: che differenza c'è tra Renzi, Grillo e Berlusconi? Una fondamentale: secondo le urne e i sondaggi Renzi ha meno voti. Che si fa? Siamo arrivati in Italia, restiamo in Italia. Andiamo a vedere cosa succede alla ripresa rischia di spiaggiarsi in questo dibattito politico distopico.
02
Produzione industriale su ma...
Come va? A sbalzi d'umore, cioè un mese depresso e l'altro euforico. Roba da lettino psichiatrico. In aprile i dati della produzione industriale furono negativi (- 0,4 per cento), in maggio l'indice segna un +0,7 per cento e non mancheranno i tweet d'entusiasmo del governo, della maggioranza e via così. E' il copione della politica, niente di nuovo sotto il sole, ma se osserviamo i dati medio periodo - quelli che contano - il barometro segna un variabile tendente al nuvoloso con pioggia in arrivo se si imbocca la strada sbagliata. Ecco la sintesi dell'Istat: "A maggio 2017 l’indice destagionalizzato della produzione industriale registra un incremento dello 0,7% rispetto ad aprile. Nella media del trimestre marzo-maggio 2017 la produzione è aumentata dello 0,2% nei confronti dei tre mesi precedenti". Zerovirgoladue, questo è il dato che il titolare di List annota sul taccuino perché una piccola crescita c'è ma il problema è quello della durata e intensità. Il titolare di List è stato catturato dal pessimismo? No, il titolare è un ottimista informato, ecco sempre dall'Istat il passaggio chiave della nota mensile sull'andamento dell'economia italiana pubblicato il 5 luglio scorso: "Gli indicatori recenti manifestano una tendenza di fondo positiva seppure in presenza di una pausa nella crescita nel settore manifatturiero, negli investimenti e nell’occupazione. L’orientamento positivo dei livelli di attività economica per i prossimi mesi è confermato dall’indicatore anticipatore, che registra un’ulteriore variazione positiva sebbene in rallentamento rispetto ai mesi precedenti". Pausa. Rallentamento, ecco le parole che lampeggiano sul radar del titolare. Quanto rallenterà? Wait and see. E ora dove andiamo? In America, a Roma. No, nessuna magia da Harry Potter, si va a Villa Taverna, residenza dell'Ambasciatore degli Stati Uniti in Italia.
03
Trump manda un pezzo da novanta in Italia
Eccoci qua, si chiama Lewis Michael Eisenberg, è un senior del Partito repubblicano, ne è stato Financial Chairman, il tesoriere, è nato nel 1942 in Illinois, di famiglia ebraica, cresciuto a Chicago, è un ex finanziere di Goldman Sachs, ha fondato la Granite Capital International Group, è uno dei piovere della campagna presidenziale di Donald Trump. La scelta della Casa Bianca è molto significativa perché il profilo di Eisenberg è quello di un pezzo da novanta della politica americana, ha una vasta esperienza, ha collaborato con il ticket presidenziale Bush-Cheney, con il senatore John McCain. E' il segno che l'Italia - nonostante la sua politica estera non brilli per iniziativa e dinamismo - resta un paese importante per gli Stati Uniti. Tre bandierine sulla mappa: Mediterraneo, Libia, Medio Oriente. Dovrebbe essere il nostro campo da gioco. Dovrebbe.
04
I record dell'Uomo Ragno
Non hanno ucciso l'Uomo Ragno e al cinema continua ad essere un macina-record. Dentro la macchina dello spider, un bel pezzo di Wired. E' sempre Marvel, con 117 milioni di dollari di incassi previsti. Il titolare avrebbe dovuto disegnare super-eroi, non scrivere. Buona visione e occhio alla ragnatele sul tetto del palazzo.
05
11 luglio. Hamilton
Nel 1804 il Segretario del Tesoro americano Alexander Hamilton viene ucciso durante un duello, dal vice presidente statunitense Aaron Burr. E' la storia grandiosa e tragica di Hamilton, il musical dei successi:
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- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.